martedì 31 luglio 2007

trovare "Francesco Facchinetti" appena prima di "Francesco Guccini" mi ha annientato

"E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito, quanto tempo è ormai passato e passerà?"
Basta sostituire "musica" con "ddr" e rispondere alla suddetta domanda "Un anno, se non anticipano anche l'anno prossimo", e si capisce che sono in uno stato di giubilo totale.
Basta. Non ne parlo più.

Un mio amico s'è incazzato perché voleva venirmi a trovare ma io gli ho detto che non poteva perché stavo facendo quella cosa di cui non parlo più. Così ha detto che se riesce passa domani e porta una vaschettona del gelato più buono del creato, me la mette davanti al naso, lui ne mangia un po' e non me la fa neppure sfiorare, e aspetterà che tutto il gelato si sciolga e poi lo butterà. Che scemo, come se io avessi delle remore a estrarlo dalla pattumiera e berlo.
Un'amica mi ha scritto mentre stava per imbarcarsi su un aereo di ritorno da un viaggio di lavoro, e mi ha chiesto come stessi e cosa facessi. Le ho risposto che stavo bene e che facevo una cosa che non le avrei detto, se no mi avrebbe rotto i coglioni. Mi ha promesso che non l'avrebbe fatto, le ho detto che facevo la cosa di cui non parlo più, e mi ha risposto: "Devi sempre aspettare l'ultimo giorno?! Non avessi tempo di farla con calma! Sei incorreggibile!". Coerentissima.

Drammaticamente non ho più un cazzo da raccontare.
Ah sì! Le mie due bestie, femmina giovane e maschio anzianotto. A metà pasto, essendo che l'erba del vicino è sempre più verde, uno va nella ciotola dell'altro e viceversa. Anche ieri sera la stessa storia. Io fumavo e li guardavo. Poi il maschio ha finito la sua pappa, si è avvicinato alla ciotola dove l'altra mangiava con tutto il capoccione dentro, ha riflettuto un paio di secondi e poi ha allungato una zampa, ha trovato un varco tra la capocciona e l'interno ciotola, e si è avvicinato la ciotola. La capocciona è rimasta turbata. Lui ha cominciato a strafogarsi. La capocciona, dopo qualche inutile tentativo, si è limitata ad abbeverarsi, e poi mesta mi ha guardato ["Brutta stronza! Potevi anche difendermi da quella bestiaccia che mi porta via il pan di bocca"] e ha alzato i tacchi. Io sono molto fiera del mio anzianotto.

P.s. Sul titolo: controllavo le parole della canzone di FG su uno di quei siti che hanno tutti i testi. L'ordine non dovrebbe sempre essere alfabetico.

lunedì 30 luglio 2007

dichiarazione dei redditi parte 4

Mia sorella è all'estero.
Mi serve sapere se ha dichiarato il 100% di un immobile o solo il 50%, nel caso l'altro 50% lo dovrei dichiarare io. Risposta via sms: "Non so, credo il 100%"..........
Devo forse aggiungere altro?
Dopo che mi sono smazzata cartelle traboccanti di documenti mai archiviati ma da cui sono riuscita ad estrapolare ciò che mi serviva?
Mentre il mio vicino mi faceva una pseudo-lezione sui benefici dello spostamento di un condizionatore su una presa a 25 ampere? (ed io giacevo sommersa tra 39 mucchietti di documenti diversi, occupando un intero tavolo tondo da 140 cm di diametro)
Non voglio spostare niente!
Voglio solo farla finita!
[da intendersi non come desiderio di suicidio ma auspicato invio telematico della ddr]

Va bene. Mi sono sfogata. Ora affronto l'ultimo scoglio: gli scontrini. Agh.

domenica 29 luglio 2007

non-urgente eccezione alla ddr

Sì, mi sono rassegnata. È proprio inutile. Il senso dell'obbligo non fa per me.
Tutto il giorno in casa e non ho neppure fatto spazio sulla scrivania per i documenti necessari. Né fatto fotocopie di ricevute e materiale vario. Né rintracciato il CUD. Però ho fatto la cernita dei farmaci, buttandone via i 2/3 scaduti. E ordinato maniacalmente il carrello del bagno. E cercato di capire se esiste un software simile a Wireless Zero Configuration per Win2k (ma sembra di no).

Una psicologa imbecille, che aveva proprio sbagliato mestiere, mi disse che avevo un senso del dovere esageratamente elevato. Questo perché le dissi che continuavo a leggere "Il Codice da Vinci" malgrado mi facesse cagare. Continuavo a leggerlo per poterlo denigrare a ragion veduta. Dovetti illustrarle tutta la mia arrancante carriera scolastico-universitaria per farle capire che il senso del dovere mi si palesò improvvisamente in un'unica occasione, quando, dopo schiaffi, minacce e insulti, mia madre, ormai esasperata, mi disse: "Se vieni promossa al biennio (che già ero stata bocciata, asina!) senza esami a settembre, ti compro lo stereo". Che ai tempi non erano i 200€ di adesso, costava una fortuna. Quasi due stipendi normali. Anche senza "quasi". Ce l'ho ancora, in un angolone (viste le dimensioni grottesche), non credo funzioni più, ma c'è. Amore della mamma.

Ho una confessione da fare.
Ho deciso di farmi lo schemino degli accenti. Non me li ricordo mai. O meglio. Me li ricordo quasi sempre ma poi mi viene il dubbio e devo andare a controllare dove minchia vanno messi.

Ho un'altra confessione da fare.
Oggi mi sta sul cazzo il mondo intero. Già da quando mi ero svegliata. Però la cosa è peggiorata nel corso della giornata. Non vedo l'ora che sia domattina quando, alle 9.10 in punto, mi piglierò il primo cazziatone della giornata. Ché se pigli un cazziatone almeno un buon motivo per avercela col mondo ce l'hai. Ah, sì, ecco. PMS. 'Sta maledetta. E poi gli studiosi (maschi) dicono che malumore, lunaticheria (e io che pensavo che "lunaticità" suonasse meglio...) e dolori de panza del periodo (pre)mestruale non sono fisiologicamente giustificabili. Ma andate a cagare!!! (ho una buona parola per tutti, stasera)

Ho un'ultima confessione da fare. Ho scoperto che il filtro del condizionatore a parete andrebbe pulito ogni 2 settimane. Il mio, in tre anni, non ha mai visto la luce.

venerdì 27 luglio 2007

urgente eccezione alla d.d.r.

Forse capita a tutti di avere un amico o un'amica che, per ragioni diverse, si allontana.
Io ne ho un po'. Iniziano a pesarmi.
Ho un'amica che sparisce ogni volta che trova un fidanzato. Io capisco all'inizio. Una magari è presa, vuole conoscere vita-morte-miracoli dell'altro, e non realizza che, chi ha gli occhi con gli sbarluccichii dell'innamorata, non conoscerà nulla. Costruirà un'immagine vagamente somigliante all'amato, per poi aggiungere tasselli di realtà ogni qual volta uno sbarluccichio si spegnerà. La mia amica però è capa tosta. Dei suoi 897.657.439 sbarluccichii ne ha spenti, si e no, un centinaio.
Solo che, cavoli.
(e se scrivo "cavoli" anziché " 'sti cazzi" è grave)
Io sono qui. Lo sai che ci sono. Lo sai che vorrei passare le domeniche all'Ikea come facevamo un tempo, comprando le peggiori cazzate.
Perché stai lì in attesa di un segnale dal nipote di Stakhanov in persona? Perché non vuoi prendere un po' in mano la tua vita? Perché non mandi al diavolo la sua melanconia ogni volta che ti vede piangere (e sei tu, tu amica, a doverlo rassicurare)? Perché non capisci che gli anni ci stanno sfuggendo tra le dita alla velocità che deteneva la zanzara che l'altra sera mi infastidiva, e che se è LUI non puoi far passare altri anni?
Io un po' lo amo. Cioè, quest'uomo è una brava persona, simpatico, estremamente sensibile. Per me è adorabile. Ma per lei è immobile.
E allora ne parliamo, e allora le dico di pressarlo un po', alle volte invece arriviamo al paradosso, ed io le dico che è meglio stia calma, mentre magari lei è furibonda, e piange, ed è delusa.
Adesso è un periodo che per entrambi il lavoro è pesante, e se si vedono un paio di volte alla settimana è tanto, e credo che lei soffra molto per questo, perché questo stallo rappresenta il "grande stallo", ed è da troppo tempo che manca un passo in avanti nella loro vita a due, ed io mi chiedo: sai che io sono la cazzeggiatrice laureata, quelle sere vuote passa da me. Doniamo mezzo litro di sangue, anziché all'Avis, alle zanzare che girano intorno al quartiere, ci spalmiamo d'Autan troppo tardi, però facciamo due chiacchiere. E cazzo, ci conosciamo da così tanti anni, se non ne vuoi parlare sai benissimo che io ne parlerò comunque, tu t'incazzerai, poi verserai qualche lacrimone, ed io ti consolerò.
Ma non perderti.
Non perdermi.
Non voglio perderti.

[minchia. Che post peso. Mi sa che non lo rileggerò più. Mi mette tristessa, ecco]

mercoledì 25 luglio 2007

dichiarazione dei redditi parte 3

Il target odierno è di tirare fuori il CUD e reperire le varie carte interessate (loro, io no) a deduzioni o detrazioni. Faccio la dichiarazione dei redditi da anni ma "deduzione" e "detrazione" restano parole avvolte in una cappa di mistero. Oltre alla cappa hanno anche la spada, con cui feriscono la mia sensibilità, perché soffro a non ricordarne il senso. Ogni anno faccio lo sforzo di scoprire il significato delle suddette, ma so già che è inutile e che mi rimarrà impresso per un tempo variabile tra i 3' e i 3 giorni. Più la prima della seconda. Per memorizzare cosa minchia volesse dire "to jeopardize" ho impiegato un numero di anni di cui mi vergogno. Mi veniva in mente il leopardo (anche qui, al limite il ghepardo, che è più assonante. No! Il leopardo!) e pensavo a quale azione potesse essere alla bestiola collegata. Correre? Cacciare? Arrampicarsi? Lavarsi il muso con gli zamponi? Nada. Ora però lo so. Sbagliato, ma lo so. No, è che per controllare lo spelling sono andata sulla pagina del dizionario, e il significato che IO sapevo, cioè quello giusto, "mandare in rovina", non corrispondeva con "mettere a rischio", così ho detto tra me e me e me e me "vai sul dizionario Merriam-Webster, che è uno serio" e così ho avuto, non ce ne fosse stato bisogno, che ho la testa piccina picciò, dove più di un tot di informazioni nun ce stanno.

CUD e carte varie stanno ancora nelle loro abitazioni originali.

martedì 24 luglio 2007

dichiarazione sui piselli parte 1

Però prima di andare a cominciare il lavoro noioso, non posso esimermi dal segnalare che ex-moroso, all'uscita da un ristorante, appoggiato alla sua macchina, ha uscito l'animale per dimostrarmi che una tizia appena passata, vestita come un vero troione, non gli aveva reso l'uccello neppure barzotto.
No!
Non mi ci sono avventata sopra.
Lunedì l'avrei senz'altro fatto, malgrado la bottiglia di vino in due di gradi 13.

Ho promesso a me stessa che non faccio il giro dei blog prima di raggiungere l'obiettivo n.2 nel travagliato percorso del contribuente tipo. Però forse ho molto sonno, e vado a letto prima. In realtà non dovevo scrivere neppure mezza sillaba quassù, ma poi ho deciso che il proprio blog non vale.
Ho l'orchite immaginaria al sol pensiero. O al mi-re-do pensiero. E insomma, coglionazza, schiaccia 'sto "pubblica post" e finiscila.
["Ok, ma non alzare la voce con me, HAI CAPITO?!"]

dichiarazione dei redditi parte 2

Non ho ancora adempiuto al compito che mi ero prefissata. Sono una vera merda. So già che anche quest'anno arriverò con l'acqua alla gola.

dichiarazione dei redditi parte 1, ovvero come già dal titolo rendere un post interessante

Io non ho un commercialista.
Perché la dichiarazione dei redditi non è difficile da compilare, se sai leggere e se hai voglia di leggerti le istruzioni. La cosa difficile è raccogliere CUD, assicurazioni, scontrini, ricette mediche, tasse pagate per gli studi, etc. etc.
Io ho un metodo.
Ridurmi all'ultimo momento possibile.
2005: dichiarazione telematica inoltrata alle 23.34 del 31 ottobre.
2006: dichiarazione telematica inoltrata alle 19.48 del 31 ottobre.
Ma lì perché dovevo andare a cena da ex-fidanza che mi aveva invitato tot giorni prima, se non l'avessi finita prima delle 20 avrebbe preso un machete e affettato le mie estremità.

Poi l'amico commercialista mi dice a inizio anno che stavolta il termine ultimo per la dichiarazione telematica sarà il 31 luglio. Io rido. Lui dice che non sta scherzando. Io rido. Lui dice che non sta scherzando. Io rido. Lui dice che non sta scherzando. E così via.
Insisteva proprio.
Poi sento parlare di proroghe e con il cuor contento mi dirigo sul sito dell'Agenzia delle Entrate. No proroga per me. No 31 ottobre. Sì 31 luglio.'
Finora ho installato il software. Ieri.
Oggi l'obiettivo è ripescare il file dell'anno scorso, così cambi solo qualche numero.
Devo dire che ancora mi viene da vomitare se penso a quella dell'anno scorso.
Perché non hanno fatto lo scalino? E hanno adottato lo scalone di tre mesi tre?

domenica 22 luglio 2007

schegge

E va bene.
Non sono una persona ordinata. Non metto le cose a posto subito. Attendo l'inagibilità dello spazio in questione per farlo. Una scatola di cartone con dentro 5 o 6 scatole di slip, ancora attende la rimozione forzata. Ieri le hanno messo le ganasce, e questo rende tutto più complicato.
Però.
Io ho un discreto ordine mentale.
Ragion per cui oggi mi sono ricordata con eccelsa precisione dove si trovava la spazzola per i piatti (quella che in teoria dovresti usare per togliere le mega-macro-particelle di sporco dai piatti prima di infilarli in lavastoviglie), usata forse tre volte e oggi essenziale per pulire i filtri della lavastoviglie.

Mi ricordo con precisione quando, con l'avvento dello scorso settembre, decisi di riporre il telecomando del condizionatore per evitare di scagliarlo a terra ogni volta che mi avvicinavo alla mensola. Mi ricordo anche dove lo misi. In fondo a un ripiano della libreria, dove c'è un cestino che accoglie Bear, il mio orso bianco di gomma di quando ero piccola, dei magnifici paraorecchi, che dopo 5 minuti 5 ti frollano la cartilagine del padiglione auricolare, tre portaocchiali con occhiali da sole che vanno da stile John Lennon a stile Audrey Hepburn, varie ed eventuali (molte, molte, molte).

Non c'è. Cazzo!
Non c'è. Il caso vuole che i condizionatori in casa siano due, uguali, ed io possa accendere comunque l'aggeggio. Però mi gira il cazzo enormemente. Quindi, un giorno sì ed uno sì, mi metto a cercare l'oggetto del desiderio (altro che vibratore). Oggi ho trovato la collezione dei miei portafogli. Ognuno con dentro le cose dell'epoca che hanno vissuto. Si parte da quello anziano, che è stato poi promosso ad internazionale, che conserva biglietti di ogni specie fatti a New York e a Ponza, card di locali un po' da fighetti dove io e la mia banda andavamo con un certo disagio (ma essendo una banda a forte maggioranza maschile, si andava lì a veder le fighe. Serate allucinanti, dove 'sti poveri diavoli dei miei amici si guardavano intorno con cupidigia e il pene barzotto. E noi femmine rimorchiavamo ma ce la tiravamo un po': giusto per evitare di trovarsi chiusa in bagno col fighetto tipo decerebrato), i biglietti dei primi concerti, il cent spiaccicato con l'effige dell'Empire State Building, 250.000 lire turche, 1 dollaro, 20 sterline, 5 dollari australiani.

Butto via poco.
Conservo molto.
Sulla mia famiglia gravano forti ricordi dei tempi della guerra, le sirene, i rifugi, la campagna di Russia con perdita di qualche dito del piede, la carne come bene alimentare supremo.
Io sono tutta la mia famiglia.

Mia madre, nel suo casino all'ennesima potenza dove però lei non trova mai una sega, ha ancora, tra le tante cose, la mia maglietta preferita di quando ero piccina, sui tre anni. Ha una puzzola come stemma. Al posto del coccodrillo, una puzzola. Questo già la dice lunga su come sarei cresciuta.
Perchè io stanotte, giurin giuretta, ho sognato uno dei miei cicciobelli. Non so se fosse Luca o Lorenzo. Non ho visto se aveva un occhio solo o tutti e due. Se in solaio non ci fosse una temperatura da fusione di tungsteno, forse sarei andata a trovarli.

Cerco uno stracazzo di telecomando bianco e vengo bersagliata da schegge di ricordi.
Però ho trovato uno straccetto. Tipo foulard ma quasi impalpabile. Mi ricordo che lo portavo al braccio o sul cappello di paglia. Doveva essere l'anno di Lampedusa. E l'ho conservato perchè mi ricordava un momento importante. Ora, insieme al telecomando, cerco anche il momento importante. Provo molto fastidio.

venerdì 20 luglio 2007

ex-fidanza e consorte che mi parlano del finto orgasmo femminile

Incontro ex-fidanza con moglie, non ci vediamo da un po' e ci aggiorniamo sulle ultime news. Cosa fa questo, come sta quell'altra, ma coso ha risolto il problema, e cosa è tornata da una missione, etc. etc.
Finché ex-fidanza mi racconta di come un amico comune non potesse credere che le donne fingano orgasmo e/o piacere. Non sempre. Ma più spesso di quanto l'uomo creda. E non ho amiche frigide (10' per farmi venire in mente quest'ultima parola, alla fine ho google-ato. Off-topic: in inglese esiste il neologismo "to google", ma in Italia?), sono un vasto campionario, con caratteristiche più o meno normali.

Insomma.
Mentre lui parla, a me viene in mente una scena di molti anni fa, poco dopo che io ed ex-fidanza c'eravamo messi insieme. Lui era tutto ormoni. Un giorno viene a pranzo a casa mia, faceva un caldo porco, per puro senso di stupidità uno dei due si sdraia sul marmo del corridoio e l'altro lo trascina in giro prendendolo per i piedi. (ho scritto che ho amiche normali, non mi sono allargata al mio caso specifico)

E a lui viene voglia.
Tutti e due a terra, io sotto, una scopata veloce.
Ecco.
In quell'occasione imparai che scopare dopo pranzo non mi fa bene. Mi viene seriamente da vomitare. E in quell'occasione, pur di farla finita in fretta, simulai un piacere irrefrenabile. Tutte balle. L'obiettivo era togliersi di dosso ex-fidanza (ché non è un fuscellino), alzarsi (ché il marmo è proprio duro e inospitale), fare un minimo di attività fisica (mettere i piatti in lavastoviglie) e stravaccarsi sul divano in attesa della compiuta digestione.

Squallido? Forse.
Necessario? Assolutamente sì.
Alternative? Sì, ma non attuabili senza ex-fidanza's crisi da prestazione.
Mi avrebbe messo a dieta sessuale per almeno giorni 21.
"Senti, a me viene da vomitare": pianto di ex-fidanza.
"Senti, a me ora non va": ex-fidanza pensa che già comincio con l'emicrania.
"Senti, lo facciamo dopo?": ex-fidanza pensa che una cosa non escluda l'altra, ergo non voglio far l'amore con lui due volte perché non lo amo abbastanza, ergo mi cade in depressione.

Questo ricordo si fa così vivo, che cerco di non guardarlo negli occhi, perché ho paura che mi legga attraverso. Mi concentro su sua moglie. Tuttavia, mentre lei ancora parla della simulazione, mi chiedo quante volte (in percentuale, se no diventa un calcolo complesso) lei abbia finto. E siamo da capo.

Io sarò pur stata squallida però l'ho fatto quasi sempre per amore.
E lo squallore, così, ha tutto un altro sapore.

[ho imparato ad auto-giustificarmi dalla terza media, quando cominciai a imitare la firma di mia madre sul libretto delle assenze: ora posso dire che è stata un'esperienza altamente formativa]

mercoledì 18 luglio 2007

il caldo mi fa invocare uno scatafascio di pioggia

Il titolo del post già potrebbe bastare perché mi sembra sufficientemente lungo. Tuttavia (stavo giust'appunto andando a mettere la testa sotto l'acqua, quando pure il condizionatore mi ha sussurrato che, non fosse che morirebbe fulminato, lo farebbe anche lui) il neurone sopravvissuto alla disidratazione è passato dai seguenti argomenti: caldo - pioggia - molta pioggia - scivolare per la pioggia - ma qual'è la figura di merda peggiore tra le due.

Illustro.
Opscion namber uan.
Tra me ed un collega si era creata una certa simpatia, da indagare. Finalmente un giorno mi invita a pranzo e usciamo insieme dall'ufficio in centro-centro-centro città. Sfiga vuole che piove. Poco, ma piove. Mano destra detiene sigarette, accendino e portafogli (ché da Roma in sù col cazzo che i colleghi ti offrono il pranzo), mano sinistra detiene ombrello. Faccio per aprire l'ombrello, cosa non facile con tutto quello che avevo nelle mani e per l'emozione (sì. Mi emoziono con poco, è risaputo) dell'aver obbligato costui a pranzare con me. Quindi cammino e tento di aprire l'ombrello, ai piedi delle Camper quasi nuove, che per chi non le abbia mai avute, hanno una suola fatta da piccole semisfere. Scivolosissime. Le associo al rumore dello spot del Last al Limone. Appena uscita dal cortile del palazzo che ci ospitava, tombino. Bagnato. Scivoloso. Cosa fanno due corpi scivolosi a contatto? Aderenza? Nein.
Il collega (ringrazio ancora il cielo) era un passo avanti a me, ed io mi produco in una sforbiciata in aria che neppure Nadia Comaneci. Con l'unica differenza che lei sarebbe riatterrata sulle sue gambe, io sono atterrata sulle gambe della passante che mi tallonava (la distanza di sicurezza vale anche per i pedoni, cazzo!) con la mia schiena. Non essendo uno scricciolino da 40 kg per 1,50 d'altezza, forse le avrò fatto anche un po' male. Ma era proprio necessario urlare come le oche del Campidoglio al passaggio di Veltroni?!
Il mio collega si volta e vede il tartarugone sulla schiena (io, sic), ombrello, portafogli, sigarette, accendino a raggiera, la pedona che mi guarda con ferocia (che mo' il mio passatempo è quello di investire le persone previa esercitazione di ginnastica artistica), altri passanti che mi offriono una mano per rialzarmi. Ah, neanche a dirlo che tutt'intorno era costellato di pozzanghere, quindi alzarsi significava affondare una manica della giacca in 3 cm d'acqua.
Il collega ride.
Io vorrei aprire il tombino, buttarmici dentro per non ricomparire mai più, che magari trovo i famosi alligatori albini che leggenda metropolitana vuole essere copiosamente presenti nei sotterranei di NYC.
Quando raggiungiamo il self-service e scopro con ribrezzo che si trova al piano interrato, ed è necessario scendere 23 rampe di scale, il collega dice: "Mi raccomando, attaccati bene al mancorrente, vado avanti io, così, nel caso, non arrivi fino al tavolo degli antipasti". Punto. Fine di una storia che poteva essere d'amore.

Opscion namber tù.
Ho un amico figo. A me non piace, ma a tutte le altre sì. Alto, snello, fronte alta, intelligente, laureatosi in orario e cominciato immediatamente una buona (? Buona secondo i suoi canoni, io mi sarei suicidata al terzo giorno di lavoro) carriera in una di quelle società di consulenza americane dove, se inizi a lavorare alle 9.30 ed esci dall'ufficio del cliente prima delle 20, devi segnare sulla nota spese di aver fatto mezza giornata. In ufficio deve essere odioso e spaccamaroni, ma come amico è egocentrico, ipocondriaco, spocchioso, ma vero. E mi diverte molto.
Sicché anche per lui piove a dirotto, così a dirotto che invece di aspettare il taxi prende la metropolitana. È a 10 gradini dalla banchina quando sente l'allarme delle porte del treno che indica chiusura a breve. Fa i gradini 5 a 5, ombrello in una mano, borsa col portatile nell'altra, si infila tra le porte che stanno per chiudersi e, quasi già tronfio e fiero, realizza che suola in cuoio e pavimento bagnato del metrò non si amano.
Sforbiciata in aria, rovinosa caduta sulla schiena, ma che gli fosse venuto in mente di mollare portatile e/o ombrello per mettere giù le mani! Quindi pure una capocciata. Anni di sport vari l'hanno reso più atletico della sottoscritta, quindi con la sola potenza degli addominali scolpiti, eccolo in piedi nel suo cappottino Ermenegildo Zegna, che finge completo disinteresse vergognandosi invece come un cane rognoso (...e perché i cani rognosi dovrebbero poi vergognarsi? Quisquilie). Estrae il quotidiano dalla borsa e si mette a leggere, ma avverte prima una risatina sommessa a destra, poi una a sinistra, infine per un attimo alza lo sguardo e capisce di aver dato luce alla giornata grigia e buia di innumerevoli pendolari.

A me la sua fa più ridere, perché la mia probabilmente brucia ancora.
Ah. Stasera avevo deciso che non scrivevo niente.
Anfatti.

citazione meravigliosa

"Non è un problema legato all'età, il suo guaio è che ha i seni più grandi del cervello. Ma no, è vero... La quantità di sangue che ci vuole solo per irrigare tutta quella massa, impoverisce fatalmente il cervello. È un'evidenza fisiologica."

[no, oggi non ho molto da fare]

martedì 17 luglio 2007

girando qua e là

Ho scritto il mio primo diario (serio, quotidiano, con tanto di annotazioni delle interrogazioni e miliardi di bilioni di trilioni di punti esclamativi) a 15 anni. Sono andata avanti parecchio. E quando la mancanza di tempo e stimoli mi hanno indotto a lasciare Smemorande praticamente intonse, ci ho messo ancora qualche tempo ad evitare di buttare soldi ogni fine anno in un’agenda su cui non scrivevo una singola sillaba (ma dove almeno leggevo gli articoli). Del tipo che se Smemoranda ancora sopravvive, lo deve in gran parte grazie ai miei finanziamenti. Così come l’università, ma qui stendo un velo pietoso. Quindi stasera riflettevo sul fatto che un blog sarebbe dovuto essere il mio approdo naturale. Invece manco per idea. Ho letto il mio primo post per sbaglio, dopo aver googlato “Macallan”, giusto per scoprire quanti cazzo di euro dovevo versare alla causa “una bottiglia per Casanova”.

Considerazioni scaturite dall’incredibile opportunità di poter navigare un po’ (quando puoi ti limiti, quando non puoi ti slimiti, e Paolo Limiti qui non entra, sia chiaro). Letti molti blog memorizzati nei favorites ma mai guardati, o meglio, mai guardati con attenzione, sono arrivata alle seguenti (parziali) conclusioni.

  1. alcuni blog sono deprimenti di brutto che se già sei in una bad-blue-mood zone rischi di tagliarti le vene senza riuscirci, sporcare il pavimento indelebilmente, farti interdire dai tuoi familiari che successivamente avranno la premura di internarti in una struttura psichiatrica
  2. alcuni blog sono impersonali come il gelato al puffo (il re dell’inutilità tra i gelati)
  3. alcuni blog sono geniali, frutto di menti geniali e dunque diaboliche, a cui va tanto di cappello (no battuta, sei femmina, no battuta, sei femmina)
  4. alcuni blog sono così intimi che sembra di entrare nel cuore delle autrici, attraverso un’operazione a cuore aperto stile Dr. Ciccio nelle prime serie di ER. Ma questo vale solo per i blog femmina, i blog maschio se sono intimisti (raramente), fanno pietà, sono scritti col culo. D’altronde essere dotata di ciclo mestruale servirà pure a qualcosa
  5. alcuni blog sono scritti male e io, che non sono un cane ma neppure un’eccelsa, li schivo come le merde dei piccioni. Mi danno fastidio. Lo so che io per prima non ricordo mai quale accento va messo, se quello di qua o quello di là, a mia difesa c’è che gestisco gli accenti con una cazzo di tastiera americana, a mia indifesa c’è che due anni di studio di lingua spagnola (dove gli accenti sono più importanti delle parole) qualcosa dovrebbero avermelo insegnato. Ma se asina ero, asina rimango. Però un italiano corretto lo pretendo, porca zoccola! Ché uno non può farsi prendere per il culo in modo così gratuito (e va bene, lo ammetto: io ogni tanto costoro li correggo, con un tono di scherno e sotto falso nome per paura di catastrofiche conseguenze, con un messaggio trasversale che recita: “Se non sai scrivere, evita di farlo, almeno pubblicamente”. Che comunque non viene mai colto, quindi danno non fa. Sono una razzista, lo so. Non mi vergogno a dire che faccio la prima scrematura dei rari pretendenti attraverso l’analisi grammaticale di e-mail e sms. Ok. Ora che l’ho scritto nero su bianco – si, minchia, di nuovo word – un po’ mi vergogno)
  6. tanti ma tanti blogger buttano energie a vedere le varie classifiche, a capire l’algoritmo alla base per guadagnare posizioni, a litigare sui vari “classificatori” (per essere coerente, riguardo al fatto che pretendo un italiano corretto, ma come cazzo si chiamano???) dove un blog può stare nei primi dieci o in posizione 456 a seconda dell’algoritmo usato dal classificatore. Anche qui coerenza, santa pace! Com’è ovvio, a me pure il giochino delle classifiche mi ha preso la mano (poi la seconda mano, poi il piede destro, poi quello sinistro, infine la coda), finché, rassegnata al fatto che giacevo sempre sul fondo di ogni possibile classifica qualsiasi cosa facessi, non le ho più tanto cagate. Una liberazione. Adesso faccio un controllino-ino-ino una volta o due al mese, la mia vita è più serena, vado regolarmente di corpo, mangio il giusto, mi drogo (quasi solo) di Nutella.

E non ho più la parola di controllo, yuppi!

lunedì 16 luglio 2007

minchia, non ci posso credere!

Non ho più la parola ondeggiosa, quella ghigliottina sopportata per settimane, questa sì che è una notizia. Blogger mi ha graziata. Grazie Blogger, de cuore e de panza.

ormoni in rialto, di nuovo

Rieccoci a scrivere in word. Potrei annoiarmi e/o incazzarmi raccontando come per Infostrada il mio problema sia stato magnificamente risolto, ma essendo che scrivo in word e non sono masochista, si può facilmente dedurre quanto possa usufruire dell’adsl in questo preciso, esatto momento.

Vogliamo allora parlare del fatto che ex-moroso insista nel chiamarmi sul cellulare? No, roba trita e ritrita. [però ora mi sovviene una considerazione: se io scegliessi i miei morosi tra i miei coetanei o addirittura tra coloro un po’ più grandi di me, verrebbe certamente meno un poco di prestanza fisica e la mia scelta verterebbe obbligatoriamente su coloro dotati di maggior QI. Invece me li trovo più giovani, e così mi imbambolo dinanzi alla loro dinamicità et fisicità. Beh, però. Uhm. Forse meglio una telefonata in più che una bottarella di meno. Ecco. Tutta la mia superficialità nero su bianco – eh sì, l’ho detto che sto scrivendo in word, il template non mi ricordo neppure com’è fatto]

Vogliamo allora parlare del fatto che poco fa ho dovuto barattare un’albicocca con una pesca? No, meccanismi economico-sociali troppo complessi per questa sera.

Vogliamo allora parlare del mio attacco ormonale? Ah, sì. Questo è piuttosto interessante, anche se trito come argomento di dissertazione. Che gli ormoni femminili seguano vie tutte loro, questo è appurato. Tuttavia ci sono giorni in cui, per un numero di ore variabili tra le 6 e le 72, i miei ormoni impazzano. Ovvero: mi scoperei anche l’omino di Realdoll. [mi sembra fosse quella la marca, se sbaglio vorrà dire che ho appena ammesso di volermi scopare un bambolotto tipo Cicciobello, il che mi fa un po’ orrore, persino a ormoni folli]
Come affrontare codeste spiacevoli situazioni?

Casi:
A. Hai un fidanzato, un moroso, un amico, un conoscente, un qualsiasi soggetto dotato di pene a disposizione. SOLUZIONE: trombarselo.
B. Non hai un fidanzato, un moroso, un amico, un conoscente, un qualsiasi soggetto dotato di pene. SOLUZIONE: masturbazione clitoridea, via il dente, via il dolore, obiettivo raggiungibile in minuti 2, anche nel bagno dell’ufficio. (quando l’ho raccontato ad ex-moroso gli ho dato materiale per tre mesi di pippe) SOLUZIONE LABORIOSA: ti procuri un maschio asap. Obiettivo raggiungibile in tempo non quantificabile. (per il soggetto scrivente soluzione non attuabile, abbordatrice pessima a dir poco e tuttavia severo censore dei modi d’abbordaggio, tanto per essere un po’ coerenti)
C. Hai un fidanzato, un moroso, un amico, un conoscente, un qualsiasi soggetto dotato di pene ma sei in ufficio dove o non ci sono gli oggetti del desiderio o non ci sono bagni misti. SOLUZIONE: procrastini qualsivoglia attività sessuale fantasticando su ogni pene, cioè uomo, ti passi vicino, ti telefoni, tu veda dalla finestra.
D. Stai lavorando sola e da una postazione ottimale: nessuno può vedere lo schermo del tuo pc senza che tu abbia il tempo di chiudere ciò che vuoi. SOLUZIONE: puoi con gioia ripescare il porno nascosto nella cartella “Modello Unico 2004”, sottocartella “Temp”, sotto-sotto-cartella “Virus Pericolosissimi”, sotto-sotto-sotto-cartella “YZXWQ.exe”. CONTROINDICAZONE: non è che la tua tensione sessuale si calmi, anzi. CONTRO-INDICAZIONE²: puoi infoiarti così tanto da avere le mani sudate, il mouse può sfuggire al tuo controllo quando qualcuno si palesa, tu fare una figura di merda senza precedenti e oltretutto vedere chi ti ha colto in fallo (…ah, ecco) gongolare, con inevitabili sputtanamenti che si allargheranno a macchia d’olio fino a raggiungere il paese natale del babbo sito a km 425 di distanza.

È bello questo gioco! Potrei andare avanti ancora per un paio d’ore ma ho caldo, ho sonno, ho una zanzara rompicazzo che mette a dura prova il mio labile equilibrio psico-fisico (sto tirando mazzate ovunque, anche a me stessa medesima), ho nel frattempo anche risposto sul cellulare a ex-moroso (ho constatato che parlare al telefono e scrivere un post sono due attività difficilmente conciliabili, tre volte mi disse: “Ma ci sei ancora?!” “Certo, ti sto ascoltando” “È strano non sentirti parlare per più di trenta secondi”), ho da attaccarmi al modem PSTN (che sia chiaro, più di 28K non supera, checché c’abbiano fatto credere che ormai si viaggiava stabili sui 56K) ricordandomi di togliere la cuffia per non avere i timpani perennemente danneggiati dall’amabile rumorino che si sente quando si effettua la connessione, avrei da leggere qualche blog ma rimanderò a domani, e insomma chiudo.
Minchia. In word è quasi una pagina e mezza. Speriamo che nel trasferirla su blogger si rimpicciolisca. Ah. Io ho adottato una delle soluzioni sovra esposte, ma col cazzo (…sempre lì torno. È giornata) che dico quale. Sono timida.

domenica 15 luglio 2007

never trust your sister's cooking skills

Mia sorella mi ha cucinato un hamburger.
Non un tacchino ripieno, non un'anatra all'arancia, non il viteltonné. Un hamburger. Poteva essere usato come un piattello da hockey. Non sembrava neppure più fatto di carne, piuttosto di fango. Sembrava l'hamburger che danno in ospedale per far fuori il maggior numero di ricoverati possibile e avere posti letto liberi. Sembrava che l'estrema cottura lo avesse talmente esasperato da decidere di rinunciare a qualsiasi pretesa d'essere saporito.

Adesso, ognuno ha le proprie qualità. Persino mia sorella. "Saper cucinare decentemente" non è tra le sue qualità. "Saper scegliere un abito da cerimonia" non è tra le mie. Infatti, se costretta all'acquisto (c'è gente che ancora si formalizza a vedere un invitato ad un matrimonio in tuta, non so proprio perché) chiamo l'amica tono-su-tono e in 2 o 3 ore il gioco è fatto. Una volta (lì addirittura facevo insieme a lei da testimone alla terza amica del Trio Lescani) mi chiamò dicendo: "Ho trovato ciò che fa per te! Vai al negozio X in via Y e dì alla commessa che è già venuta una tua amica che ha fatto mettere da parte il tailleur X e provatelo!", e minchia, ci aveva preso un'altra volta, a parte che era rimasta solo una 42 e ho dovuto vivere d'aria per 2 settimane al fine di chiudere la zip, ma questa è un'altra storia.

Non capisco perché mia sorella si debba offendere a morte quando le dico che cucina da cani. Lei ribatte che quando invita a cena i suoi amici, costoro le fanno i complimenti. E i casi sono due. O li nutre ad insalate, oppure nel loro gruppo gira roba pesa assai. Altro che parlamentari, io voglio il test da tossico per ogni singolo amico e amica di mia sorella, ché devo proprio capire.

sabato 14 luglio 2007

sabato lesso

Menù del giorno? No. Wurstel di pollo con piselli cotti male. E non voglio sentir quella vocina nella mia testa che mi sta dicendo "chiaro doppio riferimento sessuale". Anche se... Va beh. Sopravvoliamo.
È un sabato lesso a cominciare dal caldo.
È un sabato lesso per continuare con lo strappo sui jeans in pieno retro-coscia (e pensare che sono in un periodo di magrezza, e pensare che erano i miei attuali jeans preferiti).
È un sabato lesso perché ho aspettato tutto il giorno notizie da una amica cara-cara-cara che ha avuto la mamma operata d'urgenza per una cazzo di ulcera perforante.
È un sabato lesso per i QUINDICI euri di frutta acquistati dal fruttivendolo vicino casa (e poi si lamentano delle invasioni dei megastore).
È un sabato lesso perché speravo di vedere un amico che invece non ho visto.
È un sabato lesso perché ho bisogno di coccole che nessuno mi fa.
Adesso mi butto in mezzo alla strada con un coltello e obbligo il primo che passa a farmele, ecco.

venerdì 13 luglio 2007

wow!

Forse ho trovato il modo per non subire più la parola ondeggiosa di verifica, forse che forse, sono un po' felice (mi ci vuole poco? Sì. Very low maintenance profile)

madre e figlia, e il direttamente proporzionale

Oggi mia madre mi ha fatto un cazziatone, perché non mi ha trovato a casa. Ero a prendere il caffè da una vicina, appena arrivata, moka sul fuoco, e questa (madre, n.d.b.) mi fa un cazziatone al cellulare. Neppure sapeva l’ora in cui sarebbe arrivata. Mi ha dato un lasso di tempo di tre ore, ed io, come un soldatino di piombo, dovevo rimanere in piedi sull’uscio ad accoglierla. Legge di Murphy vuole che quando pensi: “Va beh, caffè e sigaretta dalla vicina, 10’ e sono in casa, tanto se non mi trova, sa be-nis-si-mo dove cercarmi” eccallá che si avvicina al citofono. Che sfiga. Ci vedessimo poco, poi.

Malgrado abbia quasi un’età pensionabile (è un’iperbole! Lo specifico, soprattutto a me stessa, ché non si sa mai) ricevo ancora cazziatoni. Da mia madre. Ed è una cosa direttamente proporzionale alle nostre età, o meglio alle età di qualsiasi coppia madre-figlia: più lei invecchia e s’incazza per sane minchiate, più tu t’incazzi se lei s’incazza perché ti sembra (…oddio, “ti sembra”. Sono ottimista di natura, è evidente) che ti consideri una teenager scapestrata di 14 anni. Mancano solo gli schiaffi in faccia che ti dava ai tempi, ché mia madre ha due mani belle e delicate ma quando me le suonava si trasformavano magicamente in due badili, e siamo a posto. Ahhh, ma io il trucco l’ho imparato, una carezza e la rimetti al suo posto. Si, ok, magari vorresti tirarle tu uno schiaffazzo, ma non puoi se no ti fa finire in galera. E con la carezza (in un pugno. Citazione musicale non procrastinabile: “ovunque tu saraaaai, sei miaaaaaaaaa…”) si fa molto prima.

È ufficiale. Ho aperto un guasto sull’ADSL. Possiamo stare abbastanza certi che prima di tre mesi non avrò pace. Stasera ho scritto in word. Mi sono arresa. Almeno mi mette le maiuscole dopo il punto. Vuoi mettere la fatica risparmiata.

P.s. devo forse aggiungere che in questo esatto, preciso momento, l’ADSL è rinvenuta?

mercoledì 11 luglio 2007

il topo scrivente, anche un po' sorcina

E pensare che credevo di avercela fatta.
Oggi, telefonando all'assistenza di Infostrada, mi dicono di scollegare tutti i telefoni di casa e richiamare l'assistenza (GROAN, tre tentativi e nell'ultimo VENTI minuti di attesa, il che mi fa pensare: A. la rete Infostrada sta funzionando di merda B. l'helpdesk è insufficiente per numero di operatori C. Infostrada si incula soldi per un servizio che non garantisce). Arrivo al telefono principale e cosa scopro? Manca il filtro. Ora. Io sono sì altamente rincoglionita, ma i pc, i modem, i telefoni sono come figli per me. Non mettere il filtro al telefono è paragonabile nella mia sì mesta vita a non mettere il pannolino ad un neonato. Ordunque. Che fine ha fatto il filtro che senza dubbio ho messo? Mistero della scienza e della tecnica.
Comunque metto un (nuovo) filtro e, mirabile dictu, il mio apparecchietto si illumina d'immenso! E non solo. Vedo che i bit in download triplicano. In sostanza, ho impiegato, per non so quanto, il triplo del tempo necessario a scaricare. Ciò mi fa cadere nello sconforto. Da cui mi riprendo navigando, websurfando, scaricando serena, finalmente.

Solo che nel momento in cui non dovevo cazzeggiare bensì ottenere un'informazione essenziale, siamo da capo a quindici.
Buuu. La magica lucina che dovrebbe farmi l'occhiolino ha invece l'occhio chiuso. Mi sa che ho un guasto, o che vogliono farmi passare come tale un evento scatenato da lavori titanici di costruzione e cablatura di un nuovo quartiere che si sta alzando a pochi km da qui.
E io che mi tenevo il giro dei blog per il dopocena (intensa attività sociale, si evincerebbe, ma alt! Domani altra sveglia con temperatura polare, quindi a letto con le galline, che già così sclero per la stanchezza). E posterò, che tristezza, col modem 56k (che poi non va mai più di 40). E notepad non corregge neppure gli errori. ["Scusa, non potresti scrivere in word?" "No, mi è antipatico" - dialogo nella mia personalità bipolare e un po' rincretinita]

Intanto butto un occhio, ma la lucina resta spenta. Raccolgo l'occhio, per fortuna non si è sciupato.
Ho una zia (non prozia, proprio zia. Non è che io abbia 70 anni, solo che nella mia famiglia si è deciso di mettere al mondo le creature con una certa calma. Tant'è che ex-moroso ha la stessa età della figlia di mio cugino. Ok. Ex-moroso è giovane. Insomma leggermente più giovane di me. Ma se penso che ho tenuto in braccio il frugoletto femmina quando aveva un mese, mi sovviene che al suo posto ci sarebbe potuto essere ex-moroso. Che a distanza di qualche anno mi ha felicemente e ripetutamente scopato appena si presentava l'occasione. Questo mi crea un lieve disagio. Però proprio lieve. Già passato tutto. Bene). Ho perso il filo.
Ah. Ho una zia che ha passato i 90. Si lamenta da qualche anno che non riesce più a infilare l'ago nel filo. No. Il contrario. E qualche tempo fa mi ha chiamata per dirmi che l'arrosto che aveva preparato per i suoi eredi, siccome doveva essere un arrosto tipo quello che mangia Obelix, probabilmente di cinghiale, non era più riuscita a tirarlo fuori dal forno e si era bruciato. Io mi ricordo le estati con mia zia. Mia zia aveva un seno grosso. Io ci poggiavo la testa e mi sentivo protetta e coccolata. Per questo non ho mai mosso obiezione alcuna quando le mie amiche piatte scoprirono quanto fosse rassicurante poggiare le loro zucche vuote sul mio florido petto. Niente lesbo, percaritàddiddio. Solo il senso di protezione. Ché io alle mie zucche vuote ci voglio proprio bene. E quando ho avuto modo di parlare con zucca vuota n.1, che per diversi stili di vita e un pochino di lontananza non riesco più a vedere con tranquillità, sono stata una persona felice. Proprio felice.

E' un post senza capo nè (avrò sbagliato accento?!) coda.
Però io un capo ce l'ho e un mozzicone di coda pure, se no non si spiega perché, in tutte le ore di ginnastica di elementari, medie e superiori, abbia sofferto un zacco a fare gli addominali. Mi faceva un gran male la coda. Forse sono un topo.

martedì 10 luglio 2007

non starci dentro malgrado figura quasi slim

No, please. Non me lo fate più. Non ci sto dentro.
Per me svegliarmi prima delle 6 e mezza è come imparare la fisica. Missione impossibile. E se la mia smisurata forza di volontà, pari ai grammi di zucchero che ci stanno su un cucchiaino da caffé da ricercarsi nella casa delle bambole (ex-bambine di tutto il mondo: uniamoci! Chi non ha mai desiderato una casa delle bambole? Oltre al cavallo della Barbie?), fa sì che io riesca nella titanica impresa, cercando di mantenere lucidità dalle 8 alle 19.30, poi alle 22.09 correnti mi trovo stravolta, mediamente incazzata col mondo ma senza la forza di inbcazzarmi, e quindi orrendamente compiacente, inoltre senza quella minchia di connessione internet che mi sta facendo saltare i nervi. Ogni tanto la stramaledetta lucina della connessione si accende, refresho, e me lo piglio in quel posto, metaforicamente. Naturalmente, dopo tutta questa serie di improperi, ora sembra andare. Ma io non ci casco più ("carameeeeelle, non ne voglio piuuuuu....", piccola parentesi d'alta lirica) e continuo a scrivere su notepad, che lui non mi frega. Ecco.

Dicevamo?
Ah, sì. Stravolta. Come domenica, quando, a gattoni dopo aver mangiato come un porco, sono giunta a casa con una temperatura esterna che si aggirava sui 67 gradi centigradi. Mi sono per tre volte rovesciata in testa un bicchiere d'acqua (e questo è vero. Magari i gradi erano quelli percepiti, ma non reali). Tutta fracica, mi sono presentata sorridente dinanzi a una coppia di amici di una mia amica, ovvero per me totali estranei, passati a salutarmi. Non so se ho fatto una bella impressione. Perché poi avevo una maglietta con Willy il Coyote, non è che facessi effetto Nove Settimane E Mezzo, per dire. Ancora esanime, ho acceso quel meraviglioso aggeggio che si chiama "condizionatore" rischiando una polmonite con complicanze. No complicanze, no polmonite. La sera però ex-moroso mi appoggiò mano sul collo e disse: "Cazzo, ma scotti!", portandomi prontamente fuori in mezzo a un inferno di zanzare, ove però una piacevole brezza mi placò il calore. Ho passato la serata a fingermi interessata su come si gioca a poker vattelapesca. Mi sembrava che la mancanza di invio di fastidiosi sms fosse già una cosa sufficientemente appagante.

A proposito.
Ho sempre lamentato che l'invio di sms da parte di ex-moroso mentre io sono in sua compagnia, mi irriti a livelli di gastrite fulminea e mi provochi una gelosia lancinante.
Un'amica mi ha detto per mesi che ero scema, che mica potevo impedirgli di farsi la sua vita, che un sms inviato alle 11 di sera ove la prima parola era "Buonanotte" non significava necessariamente che fosse per una donna ("Ex-fidanza, scusa. Hai mai mandato un sms di buonanotte ad un amico maschio?" - sua fragorosa risata - "Forse avrò scritto qualche volta "Buonanotte" alla fine di un sms di commento al fantacalcio!", ah, ecco), e astruse et similari minchiate. E poi me l'ha sempre menata col rispetto della privacy.
Ecco. Colei non solo è andata a spiare il cellulare di un uomo mentre costui si stava facendo una doccia, ha altresì ammesso la sua stessa irritazione per aver trovato sms di buonanotte dal tipo ricevuti! "E non sei diventata gelosa?" e lei ammise: "Come una pazza...".
I casi sono due. O io ho un potere di corruzione sulle amiche veramente forte (e chi mi rimprovera di aver insegnato a mentire, e chi mi rimprovera di aver avviato al fumo, e diavolo, la mia vita è un rimprovero continuo da quando sono nata in anticipo), oppure qui son tutti buoni a stare in cattedra. E basta. Che poi mi cadono come pere cotte al primo esame pratico da studenti.

C'è la linea, posto! Avrò fatto 2345 errori, ma pace!

P.S. e sono due giorni che non riesco a leggere quasi niente a causa di questa linea altalenante, e i nervi mi affiorano sempre più. Uff.

sabato 7 luglio 2007

nooooooooooo

Mi compare una parola ondeggiosa composta da 8 lettere.
Che non azzeccherò mai.
E io che pensavo bastasse rimuovere il link.

Il pollo mezzo crudo non è tra i miei cibi preferiti. Le polpette della mamma di una cara amica sì. Ne mangerò 74, come minimo. Non vedo l'ora.
Sono un po' stanchina, domani sera sarò dunque sull'orlo del collasso. Due mattine della prossima settimana mi tocca la sveglia alle 6.25. Solo per sciare mi sveglio a quell'ora. Vicina alla bestemmia. Pane e Nutella a seguire per non darle corso, se no son cazzi. Anche se, con un'amica pigra come me, ci sono state (innumerevoli) volte che, al venerdì o al sabato sera, nel concordare l'orario di partenza per una gita sciistica in giornata, partivamo da un ragionevole "partenza ore 7.30" a un irragionevole "partenza ore 9". Non è un caso che io e lei ci trovassimo sui mezzi pubblici per caso in tarda mattinata. Per andare al lavoro, in ritardo. Ché andare al lavoro puntuali son buoni tutti. Mi dava un calcio al libro, rispondevo con un "Mmm, ueh" ed esprimevamo, in grugniti, concetti di rara bellezza fino alla mia discesa. Ove riprendevo in mano il libro di turno, ché a me viaggiare sui mezzi pubblici cittadini o camminare per strada mi è tollerabile solo con un libro tra le zampe. Beh, a parte una volta che se non fosse stato per l'urlo di un operaio sarei finita dentro un buco da 3 metri di profondità, solitamente saggiamente ricoperto da una grata, leggere per strada non è così pericoloso come potrebbe sembrare. In circa 10.000 minuti (mi fuma il cervello dopo questo calcolo) di attività ho collezionato un paio di pali (e nessun gol) e un cazzo di ferro per evitare il parcheggio selvaggio, quello fatto ad U rovesciata, giallo che più giallo non si può. Il problema risiedeva nel salire in ufficio. Dovevo attraversare uno stanzone grande, per raggiungere il mio, dove c'erano un numero imprecisato di operatori. Seri, laureati, vestiti bene. Che si dilettavano a:
  • tirare un filo indistruttibile in mezzo a due scrivanie tra le quali dovevo passare
  • lanciarmi le sedie con le ruote per fare di me strike
  • chiudermi assai bastardamente una porta a vetri normalmente aperta (ah, una volta una facciata nella porta a vetri l'ho presa, ma quella non conta: ho regalato un momento di gioia ad n persone infelici)
Ché a loro il caffé evidentemente non li stimolava abbastanza, abbattermi sì.

E pensare che volevo fermarmi alla riga 3.

venerdì 6 luglio 2007

ogni morte di papa

È abbastanza divertente quando viene un ospite a cena che ha molta familiarità con mia sorella e insieme nasce un'alleanza per darle della grassona e farle i conti in tasca sulle calorie ingerite (circa 12000 solo in questa cena). Ho letto un sacco di blog dove s'incensano fratelli. Anche un po' le sorelle. Io penso che una di noi due sia stata scambiata in culla (lei) perché mi risulta impossibile credere che discendiamo dagli stessi genitori. E mia mamma avrà pur fatto la farfallona (tale madre...) ma solo ante-matrimonio. 'Sta roba del matrimonio l'ha presa sul serio. Giuro.

E a proposito di farfallonaggine. La qui scrivente non è che abbia avuto 345 uomini. Pochi ma buoni. Quasi tutti. Sono un po' di gusti difficili e sono una criticona. E mi annoio facilmente. E devo ridere, cazzo, io devo ridere. È un bisogno primario, oserei quasi scrivere più dello scopare, ma mentirei. Uno mi faceva ridere ma non mi trombava mai. Ciao caro! Ciao! E il fidanza di più lungo corso è una persona troppo, troppo simpatica. Lo adoro sempre un po' e guai a chi me lo tocca. Se sua moglie dovessi fargli un torto la gambizzerei.
Merda!
Un'altra volta!
"Tema ben svolto ma completamente fuori traccia. Voto: 5" (ricorrente come il ciclo della luna, o quello di una mia vicina di casa che sembra Matusalemix, in queso caso ciclo inteso come bicicletta, ché alla sua età sarà in menopausa da circa 50 anni!).

Dicevo. Anzi, scrivevo.
A distanza di due anni dalla rottura col fidanza di lungo corso, a parte l'amante di cui già scrissi, non si batteva chiodo. Forse ero innamorata, ma giuro che mi guardavo sì intorno, avevo gli occhi di una mosca. Invece niente. Poi mi chiama un tizio che conoscevo da quando ero piccola, ma con cui non avevo mai parlato più di tanto. C'eravamo incontrati a un matrimonio un mesetto prima e, mirabile dictu, avevamo scoperto un sacco di interessi comuni. E poi ballava male quasi quanto me quando sono sobria. Sicché ci diamo appuntamento per un dopo cena. Tipo venerdì sera. Giovedì sera, la sera prima, mi chiama invece un consulente pugliese del mio ufficio, simpatico da morire, per chiedermi se ci vediamo in centro per una passeggiata tardo-serale. Sono compagnona quindi figurati se dico di no! Insomma, non so com'è come non è, che mi ritrovo a pomiciare pesantemente nella mia macchina... stupefatta dal suo tempismo. In 22" avevo le sue mani ovunque e reggiseno slacciato con la sola imposizione dello sguardo. Che professionalità, signori!!! Ho evitato di salire in albergo, temevo di non uscirne viva.

Il giorno dopo ci rivediamo per un gelato da terza media, e anche lì pomiciate a tutt'andare. E con la luce del sole estivo non me lo sarei proprio aspettato. Poi corro a casa di corsa, doccia, mi cambio e fuori con l'altro. Questo proprio non dava l'idea di uno troppo svelto. Infatti svelto svelto non lo è stato, ma dopo passeggiata al chiaro di luna lungo il fiume, con esproprio da parte di zanzare assassine del 25% circa del mio patrimonio sanguigno, com'è come non è, traaac! Mi bacia. Poi pomiciamo. Poi altro di cui non mi sembra elegante parlare. Va beh, parliamone. Petting peso. Con sempre le zanzare a cercare di lasciarci esanimi sulla riva del fiume.
Il giorno dopo ancora vedo l'amante, che riuscivo a vedere una volta al mese. E no comment.
Mi sono sentita su Scherzi A Parte. Inutile aggiungere che dopo l'exploit zoccolesco sono tornata dopo poco a non battere chiodo per lungo tempo.

Il consulente era alla fine del suo mandato, il Lento tra vacanze mie e sue credo di averlo visto altre due volte (per poi lasciarmi, grazie al cielo, causa sua precedente innamorata tornata alla ribalta. Una volta nella barba lunga gli si era incastrata una caccola verde. È ormai nella mia bacata testolina l'Uomo Caccola, e niente e nessuno può farmelo disgiungere dalla sua caccola, che schifissimo).
Non ho mezze misure. (neppure quelle dei vestiti o delle scarpe)

Oggi ho detto a un conoscente che non vedevo da un sacco: "Perchè ti vedo una volta ogni morte di papa!" e lui ha fatto le corna. Si chiama Papa di cognome.

giovedì 5 luglio 2007

blogger docet

Ma questa è una di quelle facili, ce ne sono di molto peggio, ma era giusto per dare un'idea di ciò che sono costretta a subire!

mercoledì 4 luglio 2007

1006 e padri e figli

Accedo e vedo 1006 visitatori e un po' mi emoziono.
Grazie a tutti gli sconosciuti che si sono messi a leggere le mie cretinate, davvero grazie. Che poi, se non avessi fatto un casino con Shinystat sarebbero di più, ma ad un certo punto ho fatto un puttanaio, etc etc. Ma che minchiata quella per cui uno un blog lo scrive per sè. Come io per altro ho sempre pensato prima di aprire un blog. Invece. Vedere il numero delle persone che accedono o leggere i commenti, è una carezza al proprio ego (ma subito dopo gli tiro due schiaffoni, che se no quello scemo si monta la testa). Solo di una cosa sono tronfia e fiera, inteso non come bestia (anche se un po' bestia sono) ma come orgogliona: posso scrivere (ancora?) il cazzo che voglio, tanto per essere fini, inteso non come l'attuale nemico n.1 di Storace ma come personcina dai modi raffinati, poiché questo stupido blog cresce con una single mother, senza zii, cugini, parenti o amici. Cresce lontano da tutti coloro che conosco personalmente. E a volte è una fatica, ma assai più spesso è una grande liberazione. Così ogni post è sincero, ma sincero-sincero. E se mento, inteso non come parte anatomica del viso ma come 1a persona singolare indicativo presente del verbo "mentire", lo ammetto subito. Oh, sono brava. Un po'. Forse. Chi può dirlo?

Oggi ho sentito il mio amico diventato papà, e diavolo. Quanta acqua è passata sotto i ponti. Mio padre non c'era quando io sono nata causa mio innaturato spirito polemico. Lui era in trasferta, lontano 1000 km, e io ho deciso di polemizzare col ginecologo di mia madre, che giusto alla vigilia della partenza del mio genitore aveva previsto il parto a giusta scadenza. Invece surprais! La bimba pelata dopo 8 mesi di gestazione esce dalla pancia. I padri miei coetanei non possono neppure prendere in considerazione l'idea di non assistere al parto. I nostri padri facevano l'inverso. I padri contemporanei sono spesso più ossessivi delle madri (parliamo di primogeniti, poi la musica cambia e mettono sù i Bee Gees con Saturday Night Fever), i nostri padri cagavano i figli solo il sabato e, se non seguivano Tutto Il Calcio Minuto Per Minuto e La Domenica Sportiva, un po' la domenica. I nostri padri si relazionavano poco con i neonati, i padri contemporanei sanno persino come fargli passare le coliche mettendo un piccolo catetere nel buco del culo. Oh, no, son neonati, e non bisogna dire parolacce, stupidottera. Volevo dire: nel buco del sederino.
Cioè, è tutta un'altra storia.
Mi chiedo se questi neonati cresceranno bene come siamo cresciuti noi, poiché è assodato che siamo cresciuti bene noi che siamo amici-fratelli-sorelle, noi che coi nostri genitori abbiamo avuto poco dialogo e tanti divieti, regolarmente ignorati. Mi chiedo se questo nuovo e dialogante e presenzialista rapporto genitore-figlio possa far crescere dei bambini e dei ragazzi sani, sani di testa. Mi chiedo poi com'è che ho avuto la fortuna di essere una figlia così amata, benché secondogenita, benché rompicoglioni, benché somara.
Ora vado a ragliare dopo che il solito cazzo di blogger mi boccerà la parola ondeggiante. (ma solo a me?!)

telefono che frittella l'orecchia

Ieri credo di aver passato non meno di 3 ore al telefono, con una decina di persona diverse. Tre ore quasi consecutive. Sono sfinita. Poi ho dormito poco (secondo me per colpa del telefono, che emette strani ultrasuoni che mi rendono insonne) e ho due occhiaie da paura. Se oggi mi definissi un cesso, farei torto al cesso, che è molto più splendente di me, e in forma più di me, e solido più di me.
Mi sento opaca.

martedì 3 luglio 2007

sei un'emerita imbecille, ricordalo ogni volta che leggerai questo titolo

Io ci credo quando una persona neanche tanto anziana mi dice che non sta per niente bene per dei dolori alla schiena. Ci credo e credo che troverà dei medici in grado di trovare la terapia giusta per lei. Poi però arriva mia sorella, che ha appena finito di parlare al telefono con la sorella di questa persona, e mi dice che la devo chiamare. Mi dice che deve affrontare un nuovo ciclo di chemio. Mi dice che i medici non hanno molte speranze. Chemio? Speranze? Ma cazzo, era un mal di schiena! Un cazzo di mal di schiena! Non era cancro! Era mal di schiena!
Io sono una povera cretina.
Non capisco niente.
Credo a tutto, e quasi a tutti.
E ho un buco nero grosso come una casa dentro di me, perché voglio tantissimo bene a questa donna, e sono cresciuta con questa donna, e mi ha visto la prima volta che avevo tre mesi, e mi faceva fumare di nascosto, e mi ha sempre fatto tanto ridere, e probabilmente, per tutto questo tempo, ha solo voluto proteggermi dal dolore, e anche se ho una certa età mi vede ancora come una bimba, e l'idea di non poterla raggiungere per abbracciarla, per consolarla, per farle fare una stupida risata mi fa sentire orribilmente inutile.
Vaffanculo.

lunedì 2 luglio 2007

lupo solitario

Che io sia lievemente bipolare, è accertato e scientificamente dimostrato.
Oggi sono in lupo-solitario-mood (loner-wolf-mood, altresì detto) ma incompresa. Tranne che dal tempo. È venuto un temporalone grandinoso, ed è possibile che un chicco di grandine abbia preso in pieno la testolona di una delle mie bestie, tanto spaventata, piccolina. Ora la osservo cercando di capire se il chicco possa avere alterato le sue capacità mentali che, a seconda del punto di vista, vengono definite elevatissime o scarsissime (cuore di pseudo-mamma, il mio).

Un mio amico è diventato papà. La sua sette ottavi (non per dimensione ma per infiltrazione nel e devastazione del suddetto) ci odia. Cioè, non proprio odio, magari, ma non ci sopporta, a me e alla mia gang. All'ultimo ritrovo ha scambiato due parole solo con le mamme giusto perché era incintissima. Sorride a tutti ma sostanzialmente non vede l'ora che ci leviamo dai coglioni.

Quindi, insomma, è nato un bambino. Che già dal concepimento ha subito la tragica personalità della madre, che ha deciso di dotarlo di doppio nome, quelli dei nonni. Che sono terribili, come nomi intendo, sulle persone non mi sbilancio, non conosco sufficientemente nonno n.1 per darne un giudizio.
Quindi, insomma, è nato un bambino. Aspetta, aspetta, ho la soluzione! Voglio immaginarmelo a 16 anni, età dello sviluppo, quando magari urlerà "Non mi rompere i coglioni, porca troia!!!" a mammina. Ok. È nato un bambino e ora sono felice!
(avevo precedentemente e coscienziosamente avvertito che ero in un loner-wolf-mood)

liberazione

Mi sono liberata dell'ospite fastidiosa. È un grande, grandissimo sollievo.
In virtù di ciò credo che riuscirò persino a digerire gli spaghetti al pomodoro, con circa mezzo chilo di cipolla, che mi sono trovata a mangiare per pranzo.
(ce la puoi fare, ce la puoi fare)