mercoledì 31 dicembre 2008

quasi 2009

"l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va"

Fortuna che è quasi finito.
Fortuna che nevica. E' così bello quando nevica.
Qualcosa ancora qui non va.
Il mio pc da download ha preso il virus malefico!
Domani prevista formattazione.
Cioé, ci sarebbero altri modi più simpatici per cominciare l'anno, ma vabbé.

Andiamo a festeggiare quest'inutile serata, domani è un altro giorno.
E, per fortuna, un nuovo anno.
Auguri?

lunedì 29 dicembre 2008

reso, soldi, no regalo, me lo merito di più io

Visto l'indiscutibile successo dei miei regali natalizi, sono andata a effettuare l'unico possibile reso, prima che scadessero i dieci giorni di tempo (e rimanere inculata come al solito).

Fattore macchina: siccome l'ultimo a usarla era stato ex-fidanza, inorridito dal fatto che fosse un tantino polverosa (ma esagera: non saranno passati due anni da quando è stata lavata l'ultima volta, e poi riposa spesso in garage, ché a noi ci piacciono altri mezzi di locomozione), credo di trovarla pulita fiammante. Questo non lo so. Ma so che. Batteria a terra. Cominciamo bene, cazzo.

Fattore vicino di casa: cordialmente mi accompagna in questo centrino commercialino dove ho comprato. In macchina mi parla con frasi MAI finite dei suoi handicap piccì-eschi, una volta il dvd che ha masterizzato ma non sa come, una volta il masterizzatore che non vede un dvd vergine (si vede che gli piacciono solo i dvd nave-scuola), etc. etc., poi passa a narrarmi delle beghe che incontra a passare da videocassetta a HDD del registratore DVD per la tivvù, e argomenti correlati.
Avevo la parola "pinnacle" sulla punta della lingua, ma lì è rimasta, ché se si fa installare (da me) pinnacle, posso pure dire addio al mio tempo di cazzeggio. E natale è finito, quindi siamo tornati a essere i soliti stronzi di sempre [plurale maiestatis]. Ogni tanto, quando ha qualche grana col pc, mi spia dalla cantina, cioè, ogni persona che entra nel portone: traaaac! Esce fuori dalle cantine e si accerta che sia o non sia io. Questo quando sono fuori casa. Se sono in casa è capace che, mentre ceno, si metta lì a sedere, buono buono, e con le sue caratteristiche frasi tronche mi spieghi l'ultimo suo problema informatico, terminando con un "Se magari domani passassi cinque minuti...". E gli vuoi dire di no?
E' l'uomo più buono di questa terra. Ingenuo. Onesto. Mai. Non potrei mai rifiutarmi. Però accollarmi nuove grane per masochismo, no, grazie.

Fattore fila: c'è fila. Mentre sono in fila leggo che il reso è possibile solo se il codice a barre sull'etichetta è intatto. Ah. Controllo. Divelto. Ne è rimasto un angolino. Merda. Ci provo.
"Sa, è che strappando il prezzo è venuto via un angolo del codice a barre". 'Sta faccia da stronza mi guarda. "Vuole dire che non c'è più". "Per la verità un pezzetto c'è ancora". "Noi lo diciamo ai nostri clienti di strappare via solo il prezzo". "Signora [con quella faccia da culo che hai sù oggi e forse anche gli altri 365 giorni dell'anno bisestile], a me non è stato detto nulla del genere, era l'ultimo sabato prima di natale, c'erano mille persone in coda e il cartello che ora ho letto non si riusciva a leggere. Posso fare il reso o no?". Con una semi-alzata di occhi al cielo per cui l'avrei presa a capocciate, mi dice: "Vada pure a cambiarlo". Quindi tutta la pantomima del codice a barre solo per rompere i coglioni alla gente. Allora comincio io: "Non lo cambio, ha le maniche ridicole questa felpa, sembrano da donna. La misura è corretta, è il modello che è per ragazzini di 13 anni in crescita. Dovrebbe essere scritto sul cartellino". "Prenda ciò che vuole, per un valore uguale o superiore". Lo so che mi sta un po' odiando, e ne sono un po' felice.
Oh.

Fattore scelta: il negozio è molto grande e io lo giro tutto. Tre volte. Il vicino è paziente come Giobbe. Alla fine esco fuori con un paio (il 34esimo) di scarpe da tennis (per dire, ché io a tennis non ci gioco) per me e, siccome sfiga vuole che fossero pure in sconto, ho dovuto prendere anche un paio di ciabatte per mammà, che tanto contenta ne fu.

Fattore rimorso: ma non ero entrata per comprare un regalo a ex-fidanza? 
  1. ex-fidanza si è beccato il regalo del rimpallo, ovvero una borsa-zaino porta-portatile. Sì, ok, era il gadget di un convegno, ma lui mica lo sa;
  2. non c'era nulla che mi piacesse da comprargli;
  3. ex-fidanza mi ha fatto un regalo del cazzo (gli voglio tanto bene lo stesso, ma con tutti i soldi che scialacquano lui e signora, mi aspettavo di più, e sì, che mi si dia della stronza perché me lo merito, ma è ciò che penso da sempre. O uno non fa regali in assoluto, o uno ne fa uno con un significato, oppure ne fa uno senza significato ma proporzionato alle proprie possibilità);
  4. ex-fidanza mi ha lasciato con la batteria a terra. E non sono neppure certa che mi abbia lavato la macchina (no! no stronza, io! E' stato lui che l'ha definita inguardabile e successivamente detto che le avrebbe dato una ripulita!).
Fine fattori.

venerdì 26 dicembre 2008

testate

  1. quella che vorrei cambiare nel blog ma sto avendo risultati così brutti che lasciamo perdere;
  2. quella che avrei voluto tirare stamane mentre mia sorella, con leggero disappunto (vero, non ironico, altrimenti le sarebbe venuta la rughetta dell'incazzatura in mezzo agli occhi), mi faceva notare che oltre a quella che le ho donato io, oltre a quella che le ha donato l'amica baffuta, era un mese che si era comprata una borsa nera;
  3. quella che avrei voluto tirare ieri quando ho scoperto che il papiro conteneva sì un buono acquisto per l'attrezzatura di scherma, ma di euro 200, che è già tanto se mi compro la giacca (poi mancano il pantalone, la maschera, la spada, il passante, etc etc), mentre io da otto persone mi aspettavo di più, e sì, mi sento pure una bella stronza, ché faccio i conti in tasca alla gente;
  4. quella che avrei voluto tirare quando ex-fidanza ha provato la sua felpa, che ha le maniche da mingherlini mentre lui non lo è mica tanto, con il risultato che la felpa è qui e proverò a rimpiazzarla con qualcos'altro al negozio;
  5. quella che voglio tirare per tutto quanto messo insieme, ma forte, forte, forte (anche se a giugno o giù di lì mi sembra di aver già dato).

mercoledì 24 dicembre 2008

donna sull'orlo di una crisi di nervi (causa regali)

Ieri:
  1. Apro la scatola del corriere con dentro quello che dovrebbe essere un orologio da donna, da regalare alla sorella, ordinato via internet: è chiaramente da uomo.
  2. Mi faccio venire a prendere da mia sorella perché ieri sera pizza scherma e sport assimilati, e la ciuccia rimane a piedi causa pacco dell'ultimo momento tirato da maestra coadiuvatrice, e mentre la sorella mi apre il bagagliaio per prendere il mio zaino, vedo un maestoso sacchetto di Natale. Le chiedo: "Cosa c'era?", lei: "Una bella borsa", io: "Colore?", lei: "Nera, ma una di quelle un po' grandi, da usare anche quando vai in ufficio". Il mio regalo. Fatto uguale uguale da un'altra. Una sua amica coi baffi.
  3. Oramai totalmente depressa mi avvio verso il portone, mentre lei mi dice: "Chissà se mi hai preso il telefonino di cui avevo tanto bisogno!". Vorrei sottolineare che orologio e borsa nera grande anche da ufficio sono state le sue richieste, che io ovviamente feci finta di ignorare. Ma cazzo.
  4. L'orologio non gliel'ho neppure incartato, riciclo un libro palloso di una scrittrice pallosa, regalatomi sabato scorso.
Oggi:
  1. Ex-moroso arriva "per caso" (ovvero dopo essersi messo d'accordo con la sottoscritta) per incontrare la mia fisioterapista tanto bellina, passata a farmi gli auguri: ho scatenato un mostro! Ha voluto nome, cognome, e ha cominciato a immaginarsela nuda. Poi non diciamo che io a Natale non sono buona.
  2. Arrivano ex-fidanza e la moglie con un'altra coppia di amici: come regalo mi danno un papiro arrotolato e mi dicono: "Avrai comunque bisogno di noi"........... Sto fantasticando. Attrezzatura completa da scherma. Ripeto. Sto fantasticando.
Visto che mancano 25 minuti, Buon Natale figliuoli e non strafogatevi troppo.

P.s. Casomai non fosse chiaro, qui nella mia famiglia si festeggia la mattina verso mezzogiorno e mezzo, quando apro gli occhi e scartiamo i regali, e a pranzo, niente celebrazioni della Vigilia, deo gratia.

lunedì 22 dicembre 2008

gita a ladispoli, ove ladispoli è il finto nome di un vero centro commerciale immerso nella nebbia padana

Sì, sì, oggi sono andata in gita in un centro commerciale per comprarmi il mio regalo di natale. E ci sono andata con ex-moroso, ché pure lui era in ferie e non lo vedevo da un quinquennio, il che ha significato tre cose:
  • ex-moroso che accetta di accompagnarmi a far compere sotto natale deve averla fatta grossa, tipo avere messo le mie foto - scattate senza consenso e senza mia consapevolezza - ignuda su feisbuk, perché può essere solo un atto di espiazione;
  • abbiamo percorso i 7 km circa A/R di centro commerciale, dall'angolo tv lcd di un negozio di elettronica all'altro angolo (opposto, naturalmente) tv lcd dell'ipermercato, in 22 minuti netti, incluse visioni rapiderrime ai modelli che inseguivo e che ho lasciato correre per via del prezzo, incluso ex-moroso che mi dice, dopo avergli espresso una mia perplessità: "Provo a chiedere a un commesso", che a me si è bloccata la mascella inferiore per lo stupore verso cotanta partecipazione, finché non ho osservato che il commesso aveva un bel culo, un viso caruccio, delle belle proporzioni, i capelli lunghi e due rigonfiamenti che sembravano proprio tette, guarda;
  • abbiamo poi passato 20 minuti lordi un po' da mcdonald dove lui ha fatto merenda (un big mac menù, ma prima o poi la pagherai e la cellulite verrà anche a te), un po' nel punto più gelido nel raggio di 130 km quadrati, dove uno può veramente non gustarsi una sigaretta.
Tutto come sempre, cioé è stato un pomeriggio divertente.

Anche se delle sue storie losche non parla più, dopo la furiosa litigata.
Invero, ha buttato l'esca, un commento generale che però aveva molta molta molta attinenza (non ricordo se ho scritto "molta") con una sua particolare situazione  vissuta. Bastava fargli da dentista, aprirgli la bocca e cavargli i denti uno per uno, e ne avrei saputo fin troppo, sono femmina, so fare queste operazioni.
Ma siccome un po' la litigata, un po' la recente mia puttanata, mi hanno insegnato che meno so del suo privato oscuro, meglio è, aspetto solo che mi parli del suo privato in chiaro.

Mi ha sconcertato che tante persone, che io reputo simpatiche, a lui e molti altri del gruppo-sci stiano sul cazzo, mentre uno, che io non posso vedere neppure in cartolina, lui dice che è simpaticissimo.
Cioé mi sconcerta questa cosa dei punti di vista.
Che ne esistano altri oltre al mio.
Oggettivo.
Quindi foriero di verità assoluta.
Mah.

P.S. sono tornata a mani vuote. Parlo del mio regalo, che madre e sorella mi faranno. Sorella dice che domani recupera, e me lo compra all'esselunga. Il mio regalo di natale e compleanno sarà comprato all'esselunga. Tipo il cappone, gli assorbenti e il cibo per le belve. Mi fa un po' tristezza, guarda un po'.

sabato 20 dicembre 2008

non so se sia peggio la ricerca dei regali di natale o la dichiarazione dei redditi

Tra le due cose succitate vi sono similarità:
  1. mi riduco sempre all'ultimo momento;
  2. spendo soldi;
  3. mi provocano ansia;
ma anche ragguardevoli differenze:
  1. la ricerca dei regali (RDR) viene effettuata contestualmente a milioni di individui che intralciano la tua missione, mentre la dichiarazione dei redditi (DDR) è compilata nella totale solitudine;
  2. nella RDR la spesa è direttamente proporzionale al livello di angoscia nel non riuscire a trovare un regalo in tempo, mentre nella DDR agiscono altre variabili non modificabili dalla mia ferrea (ah ah!!!) volontà;
  3. in tema di RDR tu sai che ora o mai più, ché un regalo di natale non può essere dato 10 giorni dopo, mentre in tema di DDR, se essa viene inviata in ritardo, c'è solo una mora [non un lampone o un frutto di bosco, proprio una mora].
Anche per quest'anno la RDR si è conclusa, con addirittura un regalino non previsto (22 euri e mezzo, regalone, direi) per il primogenito della mia amica, e non so se gli ho fatto il regalo perché quell'oggetto l'avrei voluto io, ma io non posso vantare tre anni e mezzo di età, oppure perché al telefono mi chiama "zia Pepp", come suo padre (che però omette "zia", deo gratia), il quale credo oramai si sia anche scordato il mio vero nome. Cioè, non è che gli abbia fatto il regalo perché mi chiama così o colà, bensì perché mi condidera. Ho cominciato a esistere, per lui. Sono soddisfazioni mica da poco.

In ogni caso, accompagnata dalla Salvatrice Pippa Mentis, secondo le sue parole sembravo un cecchino. Negozio, entro, guardo, scelgo, scruto prezzo e opzione 1 compro, opzione 2 lascio (con commento in negozio di marca, ove il titolare cercava in ogni modo di imbonirmi: "Ma scusi, lei pagherebbe 87 euro per un berretto e una sciarpa? Io francamente no, sono mica matta", ché io zitta mai, eh).

Non oso pensare alle decine di euri spesi (me lo ricorderà l'estratto conto della carta di credito, però l'anno prossimo), tuttavia penso che cavarsela con soli otto euri per un regalo carino, busta regalo e coccarda compresi, sia una specie di miracolo.

L'unica cosa fastidiosa è che ho comprato una borsa alla sorella a cui ho poi visto addosso una borsa simile. Ma vaffanculo.
Anzi, ritratto: non è l'unica, anche questa stanchezza mista a confusione mentale mista a intolleranza all'impacchettamento (mi viene il vomito a pensare a carte regalo, scotch e nastrini), è decisamente un effetto del xmas shopping.

Ora però.
Un anno di tregua.

mercoledì 17 dicembre 2008

ho perso 12 a 15 ma

  1. il mio avversario di scherma è lunghissimo, e cazzo se è difficile battere uno dodici cm più alto di te, e poi è maschio, ha più forza (imparare a cavare? sì, ma se lo faccio mi tocca - in senso schermistico - sic)
  2. ho ricevuto un regalo dalla maestra di scherma, un regalo targato lindt, molti brufoli assicurati;
  3. ex-fidanza mi è venuto a prendere con la sua solita puntualità, ovvero 40' dopo, e siccome è pure un perditempo, ho terminato di cenare alle 21.40;
  4. siccome stavo per volare causa pioggia, ex-fidanza mi ha preso al volo, e mi sono trovata il suo mento sulla mia spalla destra. E siccome siamo due adulti veri, per gestire l'imbarazzo di questa vicinanza abbiamo cominciato a fare le vocine da piccoli, acute acute: "Ciao!", "Ciao!", "Come va?", "Mah, attraverso un momento sdrucciolevole, e tu?", "Attraverso un momento pesante", etc etc;
  5. cinque è un numero del cazzo per finire, ma mica finisco con un numero, finisco con una foto (ci vuole così poco a rendermi felice), inaspettato dono di un'amica dello sci.

[è grandisssssssimo, e io ne sono drogata]

lunedì 15 dicembre 2008

romaticherie, forse che forse

Da Corriere Salute:


Ecco, io leggo questa cosa qui e un po' mi commuovo.
Perché le donne che vedo intorno a me sono proprio così. Capaci di passare una serata intera a scegliere con cura ed eccessiva attenzione le parole da scrivere in una mail, tralasciando serenamente i "compiti a casa", che faranno con comodo tra le due e le tre del mattino, con sveglia alle sette. 

Invece stasera ho sentito ex-fidanza per chiedergli un passaggio, sono le nove di sera e gli chiedo perché esca così tardi (invitandolo a smetterla di giocare con la Wii in ufficio): mi parla di budget, di margini, di percentuali, ed io sono lì che lo ascolto pur senza capirci una sega, perché lo so che per lui è una roba importante (gli chiedo spiegazioni su che cazzo siano i margini, che al limite io conosco quelli del foglio da stampare, lui modera la sua ansia, e mi spiega).

Maschi e femmine.
Siamo due mondi diversi.
Che bello.

Ps.: Ancora a quota quasi zero coi regali. Vai così.

domenica 14 dicembre 2008

mai visto così tanta gente senza mettere il naso fuori casa

A causa della vendita dei biglietti della lotteria per l'associazione, le cui matrici dovevano tornare entro oggi, c'è stato un via vai di gente che mi è parso esagerato, rispetto ai miei normali limiti di tollerabilità.

Ieri il bimbo caterpillar. 
Figlio di un amico non troppo dotato nel fare il padre. Secondo me.
Il bimbo caterpillar ha cercato di:
  • stritolare una belva a caso (le belve si sono nascoste veloci come furetti, quando hanno capito l'aria che tirava), senza riuscirci;
  • tirare giù l'albero di natale, senza riuscirci;
  • distruggere il presepe e tirarne via tutte le luci, riuscendoci alla grande;
  • ammazzarsi con uno specchio appeso, senza riuscirci;
  • giocare a nascondino dietro lo specchio appeso, riuscendoci con l'avallo di quel genio del papà;
  • fare a pezzi il dream-catcher sopra il mio letto, cosa per la quale gli avrei dato cinquanta euro cash, purtroppo senza riuscirci;
  • smontare il mio pupazzetto a molla preferito, regalo di un ex-collega ed ex-amico, (per mio tempestivo intervento) senza riuscirci;
  • staccare dal pc sotto la scrivania tutte le periferiche usb mentre io ero distratta da tre minuti tre di chiamata, riuscendoci in pieno.
Adesso.
Va bene che ha un anno e mezzo, va bene che a quell'età non sono facilmente gestibili, ma che debba essere io a dire a un padre: "Il bambino, cazzo, il bambino sta tirando giù lo specchio! Se gli cade in testa lo ammazza!", con il padre che lo stava guardando, mi è sembrato paradossale.
Poi avesse il papà rimesso a posto una pecorella.
No.
Solo le periferiche usb, perché mi ha visto lievemente iritata (probabilmente avevo occhi che schizzavano sangue).

Oggi un altro tot di persone, che per lo più arrivavano, consegnavano e scappavano, solo con un paio ho un po' parlato. Di tagli di capelli, di lavori fallimentari, di amici persi un po' di vista, di scherma e di pedane [digressione: mi sto praticamente prostituendo per avere una pedana figa di scherma a un prezzo che ci possiamo permettere. Oggi ho scritto a un tizio francese chiedendogli quanto sconto mi fa se gli traduco il documento di presentazione della pedana in inglese e in italiano - tanto in italiano l'ho già tradotto, visto che la mia maestra non mastica francese. Beh, manco io, però con i traduttori e un po' di bon senso ce l'ho fatta, tra un visitatore e l'altro, e mia sorella - che tra l'altro non è neppure riuscita a vendermi mezzo biglietto - che faceva irruzione ogni due minuti finché ho fatto scendere qualche santo dal paradiso].

Il mal di schiena mi ha bloccato in casa, compere natalizie rimandate per l'ennesima volta, e allora pensavo a un regalo originale. Uova sode pitturate da babbi natali, o da renne, o da palline dell'albero. 
Che siano sode però, ché almeno quando me le tirano addosso mi beccherò qualche livido, ma non il puzzo d'ovo.

venerdì 12 dicembre 2008

donne che cantano troppo

Io lo so che me ne devo stare zitta.
Lo so.
Di solito lo faccio. Lo faccio quasi sempre.
Una volta non l'ho fatto e oggi ho rischiato di brutto.

Le puttanate combinate da ex-moroso manipolato, sono venute fuori una sera con una ragazza (Uno) che lo conosceva a malapena, una sera d'estate, in mezzo ad un ingorgo di macchine dopo un concerto. Solo che questa ragazza è diventata molto amica di un'altra (Due), che invece lo conosce un po' meglio, e siccome sono tutti e tre in montagna a sciare, salta fuori che un'altra persona (Tre), che è molto amico di Due e che sta ospitando ex-moroso a casa sua in montagna, ha detto che ex-moroso nega la relazione che ha dato origine alle sue puttanate (atti lievemente amorali), pur sotto interrogatorio incalzante. Uno ha parlato con Due, Due ha parlato con Tre.

A me è preso un colpo.
Passino Uno e Due che, essendo femmine, sanno osservare e non hanno bisogno di domandare, e poi, essendo femmine, anche se chiedessero qualcosa, lo farebbero in modo talmente subdolo che ex-moroso non capirebbe mai che loro hanno in tasca la verità. Invece Tre è un maschio, e i maschi, tra loro, hanno questa maniera diretta di comunicare che sarà sì una bella cosa, ma fa trasparire cosa uno sa e cosa uno non sa.

Ho pensato: ex-moroso ha capito che ho cantato (e lo so di aver fatto una puttanata pure io, cristo, lo so, ma vigeva la legge del segreto totale e io speravo venisse rispettata, non avevo fatto i conti con Uno, che ha poi dimostrato di non saper tenere un cecio in bocca), adesso chiude definitivamente con me.
Allora ho fatto la prova del nove, gli ho scritto un messaggio per ricordargli di comprarmi una cosa, poi ho spento il telefono per pura vigliaccheria e mi sono messa a dormire un sonnellino agitatissimo e niente affatto riposante. Al risveglio accendo il telefono.

Niente sms suoi. Ceno. Niente. Il mio viso si allunga e assume un'espressione funerea. Non solo mi dispiace se lui chiude i ponti con me, mi dispiace soprattutto per come io ho agito. Avevo un'urgenza di condividere qualcosa che per me era inaccettabile, e cazzo, potevo condividere con molte persone, persone che hanno conosciuto ex-moroso per mezzo mio ma che non hanno più niente a che fare con lui, invece ho scelto Uno, l'ho scelta perché lei si era molto aperta con me, e non so, non so il perché, ho voluto ricambiare.

E ho fatto un gran casino.
Allora ero qui che rimuginavo e, triiiin, arriva un messaggio. E' lui. E' un sms allegro, che parla di neve che viene giù, di fatica, di sciate, ed è un sms che mi manda baci.
Sospiro. Di sollievo. Questa volta mi è andata bene. 
E ho imparato molto.

[tra la riaccensione del cellulare e il suo sms, la mia mente tipicamente femminile ha elaborato trecentosessantadue spiegazioni da dare a ex-moroso, per giustificare il fatto che Tre sapesse della sua tresca con la manipolatrice, implicando naturalmente la mia (falsa) assoluta buona fede, ma cazzo. Nessuna che stesse in piedi da sola]

[visto che si parlava di amicizie che deludono, di "do ut des", e cose così. Stavolta non sono veramente stata all'altezza, non ho deluso lui perché non sa cosa ho fatto, ho deluso me stessa. E allora sono andata a pari con una delle delusioni patite da chi consideravo amico. Insomma, si sbaglia, ecco]

giovedì 11 dicembre 2008

storie di ordinaria follia - da ufficio

Ieri.
Mi chiama la Capa e mi dice: "Ah, senti, una cosa ur-gen-tis-si-ma: dobbiamo mandare via mail un biglietto d'auguri alle Personalità, però il tipografo mi ha inviato un formato elettronico del biglietto cartaceo stile lenzuolo, tu riesci a ridurlo?".
Certo Capa, tanto più che se non smetto di giocare a Spider mi faccio fuori, ché continuo a non imbroccarne una e la percentuale di vittorie si sta pericolosamente abbassando.
"Te lo invio su-bi-to!"

Ok.
Posta aperta. Aspetto. Niente.
Allora penso: è come quando aspetti il tram. Se inizi a fumare una sigaretta, arriva subito.
Fumo. Ancora niente.
Nel frattempo mi distraggo (soprattutto da Spider) come posso.
Alle ore venti ancora il nulla.
Ma la Capa non è nuova a mandarti mail a ore inconsulte. Tuttavia, niente.

Stamani entro in ufficio e la Capa è via per una riunione. Apro la posta e 'sto cazzo di biglietto ancora non c'è. Vado a pranzo, prendo il caffé, fumo, torno in ufficio e mi trovo la scrivania colonizzata da una collega, a cui sono affezionata, e da un dirigente con cui discuteva una presentazione (no, non è che mi fregano il posto così, perché sono l'ultima ruota del carro, cioè, sono anche quella, ma la ragione è che la mia postazione è tra le poche attrezzate di alimenta-portatile e cavo di rete vagante). Non mi cagano di pezza. Attendo. Cinque minuti dopo mi stufo e mi piazzo sul computer della capa. Ovviamente mi ha mandato l'e-mail all'ora di pranzo. Mentre guardo incredula, arriva pure lei. Devo aver fatto uno sguardo allocchito, mi dice: "Uh, guarda, tra tutte le cose che ho avuto da fare, sono riuscita a girarti la mail solo mezz'ora fa!", ergo si era palesemente dimenticata.

Riesco a rientrare in possesso della mia postazione, inizio a lavorarci sù.
Prima stesura. Segretaria: "Ma lo hai fatto ancora troppo grosso, più piccolo".
Seconda stesura. Capa: "Ma che brutto così piccolo, lo farei un po' più grosso", inizia battibecco tra Capa e Segretaria. Più grosso. Ok.
Terza stesura. Capa: "Ma se scrivessimo anche che 'la filiale tal dei tali vi augura'? Se no rimane scritto solo 'buon natale e felice 2009', un po' triste, noooo?"
Quarta stesura. Capa: "Eh, dai, carino così! Puoi mettere la "v" maiuscola a 'vi augurano'?". Merda. Mea Culpa.
Quinta stesura. Capa: "Così mi piace molto. Brava. Lauraaaaaaaa, senti, lo mandi anche ai grandissimi capi?", ove per Laura s'intende l'anello di congiunzione tra noi Rag. Fantocci Ughi e l'Olimpo. Laura: "Eh, ma non così, dobbiamo cambiare un po' il testo..." e mi detta, mentre io piglio appunti.
Sesta stesura. Laura entra dopo aver ricevuto la bozza: "Non è che invece di scrivere 'sta pappardella, metteresti la sigla? Ché se no viene troppo lunga la scritta centrale".
Settima stesura. Laura rientra e ride: "Mi hai mandato il biglietto senza scritte, ah ah!".
Io già col portatile nella borsa.

Finale.
Solo nove stesure. L'ottava è fallita perché, dopo averlo inviato, mi è venuto un amletico dubbio sulla dicitura corretta della società, che ha 274 acronimi. E nessuna delle altre tre se n'era accorta.
La nona (sinfonia di Beethoven? Magari. Magari toccasse a me avere cura dei giorni tuoi, svegliarti con un caffé e dirti che non invecchi mai...) stesura si sa mai che sia quella giusta.
Altre due ore di dopocena gettate nel cesso.
Per un cazzutissimo biglietto d'auguri che tutti, ma proprio tutti, cestineranno.
Sgrunt.

mercoledì 10 dicembre 2008

transnotizie

Notizie buone:
  1. oggi la rampa del garage era impraticabile per la neve, e siccome era necessario che io usassi la mia macchina per andare al lavoro, oggi ho lavorato da casa, cioé in pratica non ho combinato quasi un cazzo;
  2. stasera vado a nanna ma prima di dormire ho da vedermi una puntata di dr house tutta nuova;
  3. ho dovuto recitare al telefono una mail, inviata ad una amica, a cui era saltata l'adsl (e pure il telefono: è bellissimo interpretare, soprattutto quando la mail lascia ben sperare;
  4. ho dormito solo venti minuti prima di cena eppure mi hanno rigenerato;
  5. ho ritrovato uno stramaledetto tagliando della lotteria che cercavo da ieri come un'invasata;
  6. tramite ex-fidanza, una società ha deciso di dare in beneficienza, anche all'associazione di cui faccio parte, i soldi che avrebbero speso per i regali-minchiate tra i dipendenti;
  7. ho trovato l'amica a cui regalare una roba importante: cappellino (su di me ha un bizzarro effetto, stile preservativo) e sciarpa di cachemire, bianca con qualche tono rosa, regalo che son tre anni che tento di reciclare;
  8. ho messo un po' d'ordine su questa scrivania, a parte un tappo di una bic perso e biglietti da 10 o 5 euro gettati come carta straccia nella scatola "raccoglitutto che qui trovi di tutto", sono piuttosto soddisfatta;
  9. la mia maestra di scherma mi ha annunciato che ci sovvenzionano l'acquisto di una nuova pedana da scherma, e questo significa che si giocherà il doppio e si aspetterà la metà.
Notizie meno buone:
  1. domani alcuni miei amici, ma non quelli veri-veri, partono per la montagna, e a me girano di brutto, ché ancora non ho capito se ho fatto la scelta giusta a non partire;
  2. la neve mi ha impedito di incontrare la ricevente della parure di cachemire, e mi spiace non averla incontrata (però l'ho sentita e le ho detto che il regalo che le faccio è un riciclo, ché mica mi piace passare per quella che fa regali costosissimi con chi è abituata a scambiarsi cianfrusaglie);
  3. domani pranzo con una persona un po' pesa;
  4. non trovo un paio di documenti vitali (quale novità);
  5. sono in ritardo sulle mail (sì, lo so che ti devo scrivere la Notizie di Dicembre, ma ho scritto e scritto e scritto in questi ultimi giorni, e non ne posso più di scrivere, blog a parte, questo è un obbligo morale);
  6. è un numero un po' del cazzo, tuttavia utilizzabile per chiudere una lista;
  7. scherzavo. Non ho ancora fatto i regali, a parte quello reciclato e un paio ordinati via internet che speriamo arrivino prima della notte di natale, se no mi decapitano;
  8. otto è un buon numero per chiudere, ché se lo metti a 90° diventa l'infinito, e in realtà la lista la potrei allungare all'infinito, ma anche no, che c'ho sempre la mia stanchezza atavica che, appena infilata a letto, scomparirà come al solito, facendomi vedere tutto ciò che ho registrato negli ultimi giorni, a parte Gomorra, che sarà sì un bellissimo film, ma io nei primi 20' non ci ho capito un cazzo e per il momento ci ho rinunciato, e non ci sono neppure i sottotitoli, e allora mi è tornato in mente che almeno nell'Albero degli Zoccoli i sottotitoli c'erano. Poi passerò a giocare a sudoku con la testa infilata sotto il piumone.
  9. questo non conta, è come un p.s.: credevo che Transamerica fosse mejo.

lunedì 8 dicembre 2008

una lettera, uno sfogo (vorrei fossi qui)

Mio dolce A,
oggi è stata giornata di lavoro e di preparativi natalizi. A me Natale sta sul cazzo, non succede mai niente di buono per Natale. Allora cerco di natalizzare casa il più possibile, così Natale ha un senso.
Cinqu$e minuti fa ho finito il dannatissimo lavoro di quattro giorni, e sono andata in cucina a fumarmi una meritata sigaretta. E al centro del tavolo c'era l'alberello che regalasti un po' di anni fa a me, M e tua sorella. E mi sono venuti gli occhi lucidi, perché sono quasi cinque anni che hai deciso di volartene via. Poi, il fatto che io sia stata l'ultima persona a vederti in vita, mi fa sentire una specie di responsabilità, specialmente nei confronti della tua famiglia.

Cinque anni fa. Tutto era diverso.
Ora. Ci sono ancora tutti i nostri amici, alcuni si sono accoppiati, altri moltiplicati. Ieri ho giocato col figlio di D, che sta per compiere due anni, mi ha reso così allegra. Il giorno prima ho incrociato il nipotino di L, parla come un ossesso, ha solo due anni e mezzo, a quindici già intorterà le ragazze con le parole. Mi ha detto: "Tu abiti in quel cancello là!", e 'sti cazzi! Ci ha preso! Anche se è venuto con lo zio a giocare nel mio cortile all'inizio dell'estate, lui sì che si ricorda, mica come me.

L'altro ieri sera ho parlato al telefono con F, quella che per me è sempre stata l'amica più grande. Mi ha invitato a cena per ieri sera, le ho risposto che non potevo, che dovevo lavorare. Ha insistito, ma inutilmente, perché se devo finire un lavoro non posso permettermi di cazzeggiare, e devo pure ritagliarmi spazi di "decompressione", che non possono essere un'intera serata. Così ha cercato di farmi sentire in colpa, ma questa volta sono stata cattiva, le ho detto che il suo primogenito è da giugno che non lo vedo, che se non sono io ad alzare il culo, col cavolo che lei lo fa. Va bene che il secondogenito è piccolo, ma ha quattro, e dico quattro, nonni su cui contare, credo che con un po' di buona volontà ci si potrebbe vedere più spesso. E' come se lei mi rimproverasse che io concedo il mio tempo a tutti tranne che a lei, ma non è così, il mio tempo è poco e sembra essere sempre meno, faccio quello che posso, con tutti. Lei mi sembra distante, distratta dai bimbi e dal marito, mi sembra non prenda mai le mie parole sul serio. Sempre che si riesca ad avere un colloquio telefonico umano, senza urla e senza "devo scappare, scusa". Mi sento il cuore a pezzi per questa cosa.

Poi c'è M, ma lei ormai è già un po' persa. Dirottare il fidanzato verso la convivenza e fare centro-tavola per le feste sono gli obiettivi fondamentali. Un tempo c'erano i thè della domenica pomeriggio, i sabati negli outlet o le sere all'Ikea, ora non sono rimaste che briciole. Paradossalmente sono io a proporle cose, a lei, lei che è sempre stata una fucina di proposte. Non me la prendo neanche più. Io le mie scenate le ho fatte, ma non servono a nulla, tanto.

Infine c'è l'altra M, anche lei persa, ma almeno i suoi motivi li posso capire. Si è allontanata da quasi tutti, però quando le ho chiesto un favore si è precipitata in ufficio, e abbiamo pranzato insieme. E' al capolinea di una storia, una storia che tu non puoi sapere, perché tutto è nato da te. Forse non hai mai capito quanto tu fossi importante per tutti noi, e forse anche noi non capivamo che eravamo come un unico essere, e quando un pezzo si è sgretolato, siamo andati in pezzi tutti, sia singolarmente, sia come gruppo. Poi ci siamo un po' ricostruiti alla bell'e meglio, ma le reazioni a catena che hanno seguito la tua scomparsa sono state dirompenti.
Si sono aperte nuove amicizie, se ne sono chiuse delle vecchie.

Io mi ritengo ancora fortunata, perché c'è A che mi è sempre stata vicina, che lo è in ogni momento, che è una benedizione. Ora siamo mamme congiunte di uno stupido gioco, per il quale tu avresti una scimmia tremenda, sono certa, ma a parte questo ci vediamo quasi tutte le settimane. Non facciamo niente di speciale, se non parlare e parlare e parlare, e l'altro giorno mi ha detto una cosa bellissima, mentre parlava di un uomo che le interessa molto e con il quale perde due ore ogni settimana (e questo perché lo vede solo una volta a settimana) per chiacchierarci. Mi ha detto: "E' come con te, P, potrei parlarci per ore e ore senza problema, e avrei ancora cose da dirgli!". Mi ha un po' fatto andare in brodo di giuggiole, e per me è uguale-uguale, quando esce dalla porta mi dico: "Ma cazzo! Mi sono scordata di chiederle questo e quello!".

Poi ho amici nuovi, ho un ex-moroso nuovo. Ma tra tutti i nuovi, salvo l'amica che si chiama come me, a cui voglio veramente bene, gli altri o le altre sono amici passeggeri, o, se non passeggeri, amici con cui non si è condiviso poi tanto. Con la mia omonima invece si è creato un legame molto forte, eppure siamo così diverse. Ti piacerebbe, primo perché è una bella ragazza, secondo perché ha un sorriso (bellissimo) quasi sempre per tutti. Probabilmente te ne innamoreresti perdutamente e non riusciresti a spiaccicare parola, essendo che è fidanzata, che tu su questo sei sempre stato un po' all'antica. Quando ti rivelai che ero diventata amante di uno (uno... il mio grande amore, in verità), mi trattasti di merda per mesi. Inconsapevolmente. Spero.

Vedi A, se tu fossi ancora qui tutto sarebbe completamente diverso. Tutto.
E così come mi chiedo come sarebbe ora la mia vita se ci fosse stato mio padre a fianco, così mi chiedo cosa ne sarebbe della mia vita se tu mi fossi ancora a fianco.
Sento il tuo commento.
"Certo che ai tempi me la potevi anche dare". 
Adesso non esageriamo e vola basso.

venerdì 5 dicembre 2008

prima carote e ora pomodori

Lezione di cucina?
None.
Fantasie sessuali?
None.
Coltivazione dell'orto?
None.

Condominio.
Terzo piano.
Vado a spiegare.

Un bel giorno, un mesetto fa, ero dalla vicina di sopra, secondo piano, per non so cosa, e ti arriva quella signora settantenne che abita al terzo piano. Ha due carote in mano.
Ci chiede: "Ma anche voi avete il balcone della cameretta pieno di carote?". Io e la mia vicina sana di mente ci guardiamo perplesse al quanto, le rispondiamo di no, la mia vicina in buona fede, io in cattiva fede (c'entrerà col fatto che la fede, nessuna delle due, ce l'ho?), ché quel balcone non lo frequento mai.

"Mi sono ritrovata il balcone pieno di carote!"
Questi nostri balconi saranno a una cinquantina, o forse più, di metri di distanza da un altro condominio. Anche lanciarle da lì non è mica semplice. E fare sempre centro, oltretutto. Però è la prima cosa che mi è venuta in mente.

Stasera rivedo la mia vicina sana di mente, che mi racconta che un paio di giorni prima quella del terzo le ha telefonato per chiederle se avesse trovato dei pomodori sul balcone della cameretta. No, niente pomodori. Poi non so che film sia scattato nella mente di quella del terzo piano, fatto sta che una signora del quarto piano, nota per non farsi mai i cazzi suoi e per il suo tono di voce perforante, ha riportato che quella del terzo è andata dalla signora del quarto piano, sempre della nostra scala.
Signora del quarto piano: 87 anni. Vive da sola. Marito morto lo scorso anno, le cui ceneri giacciono nella loro camera da letto ("Mi fa tanto compagnia..."). Sorda. Con allucinazioni uditive (sostiene che alle tre o alle quattro della mattina qualcuno le suoni insistentemente il campanello).

Quella del terzo le suona alla porta e le dice che deve smetterla di gettare verdura sul balcone di sotto! Che si sa che è lei! Che finiamola con queste sciocchezze! Più che dire, urla, se la vicina che non si fa i cazzi suoi riesce a sentire tutto attraverso una porta blindata. Se ne va tutta incazzata.

I nostri quattro balconi sono perfettamente allineati.
Bisognerebbe essere l'uomo ragno per riuscire a gettare verdura sul balcone del piano di sotto senza sbagliare mai mira. Poi stiamo parlando di una ottantasettenne, che per definizione A.guai a sprecare verdura, che sono soldi B.ritengo possa mancare dell'agilità necessaria.
L'ottantasettenne si reca dalla vicina del secondo piano e le racconta cosa è successo, in lacrime, poverina.

Ho sempre detto che, essendo il mio condominio composto da due palazzi, il nostro era quello sano, l'altro quello dei pazzi. Mi sa che sono stata troppo ottimista.

mercoledì 3 dicembre 2008

mia matre (cit.)

Avendo i miei genitori deciso di fare figlie (e 9 mesi precisi prima, sposarsi, con mio babbo imbavagliato e una collana d'aglio al collo invece dei gemelli d'oro bianco ai polsi) sull'orlo dell'andro/menopausa, ho un babbo in meno e una madre che non ci sente un cazzo.

Le amorevoli figliuole sganciarono lo scorso anno 1750€ a cranio, affinché la madre non venisse cacciata dal condominio come persona molesta, essendo che il volume della tv era percepibile persin nel canton Ticin.
Però, se io son testarda, mia madre alla terza, sicché se sa che non ci vede (e non perché sia ipovedente, cosa che in realtà è davvero, ma perché non ci incontra, o comunque anche se sì per breve tempo) col cazzo che mette 'sti due benedetti auricolari.

Ma lei è furbissima, e se ci vede per pochi minuti o se la cogliamo di sorpresa, legge il labiale. Anche di traverso. Non so come faccia, ma lo fa, è indubbio.
Ma io sono furbissima alla terza (qualcosa alla terza dovrò pur esserlo anch'io, eh) e adotto un sistema perverso. Mi chino come se dovessi raccattare qualcosa o allacciare le scarpe, e le parlo.
Se ciò che sento è il vuoto acustico, m'incazzo.
Ma siccome lei è molto competitiva, inizia a inventarsi scuse per fare finta d'aver ragione e incazzarsi a sua volta.

Tipo:
  1. tu non parli, tu bofonchi (la sua preferita)
  2. l'hai fatto apposta, hai parlato a voce bassa! (mi sentiva anche quello del piano di sopra)
  3. sto per andare dal parrucchiere (immagino i dialoghi)
  4. sto per andare dal parrucchiere (mamma, è lunedì - oh che sciocca, non ci pensavo)
  5. sto per andare dal parrucchiere (mamma, sono le sette - embé? non sai che Fabrizio tiene la bottega aperta fino alle ventidue, oggi?) [lì mi frega, ché io non mi ricordo quale giorno della settimana questa apertura c'è per davvero]
  6. devo uscire e col colbacco di pelliccia [no comment, please] ho paura mi saltino via (facile)
  7. mi si sono esaurite le pile! proprio cinque minuti fa (proprio)
  8. ho un brufolo nella parte interna dell'orecchio (mamma non c'è nulla - sarà sottopelle, no?!) [qui è sempre sull'orlo della scrollata di spalle che tanto mi urta il sistema nervoso, ché si sente colta in castagna, mentre sarebbe meglio che le castagne le raccogliesse lei e poi ce le cucinasse la domenica, così da dilatare il pranzo domenicale da 50' a 2h e 45' - ché finché lei non ha finito nessuno può alzarsi da tavola, e qui potrei fare il Dr. Divago raccontando le MIE scuse per poter lasciar lo scranno, ma è un po' tardi e comunque mi sembra già d'aver divagato abbastanza]
  9. la ragazza, nel fare le pulizie, deve averli spostati, non sono più al loro posto (ma se son qua! - ooooh, certo che ci vedo sempre meno) [tono pietoso]
  10. insomma! non rompermi sempre gli zebedei! (o i "cogliomberi", a seconda di quale influsso regionale senta in quel momento), che non fai altro che stressarmi! (io invece non aspettavo altro che cazziarti, guarda un po', certo la gente si diverte in modi alquanto bizzarri)
Io credo che finché io e mia sorella non siamo entrate in adolescenza, neppure sapesse che esisteva il verbo "stressare".
E' diventato il suo preferito.

I genitori, quando ci si invecchiano, diventano involontariamente delle sagome, a pensarci a mente fredda, pur di fare quel diavolo che vogliono. Va beh, poi mia madre è un po' speciale, e fortunatamente è una sagoma anche volontariamente, e ciò è universalmente riconosciuto.
Ed è un sollievo.
(anche se ieri, per fare la divertente, mi faceva l'imitazione alle spalle mentre io parlavo con ex-fidanza che si era venuto a prendere la mia macchina: lui rideva, io mi voltavo di scatto, lei impassibile. Poi ricomnciava la scenetta. Solo per un attimo ho creduto che ex-fidanza si fosse totalmente rincoglionito causa distruzione macchina aziendale)

lunedì 1 dicembre 2008

tira dritto e vai

Ho deciso che basta.
Cioé se una cosa non mi va di farla, anche se dietro un coro di anime mi urla "E dai, falla!" [non sostantivo femminile quanto magari voce del verbo "fare", modo imperativo], non la faccio e basta.
Mi sono rotta le palle di dare ascolto agli altrui comandamenti, benché già sappia che costoro hanno ragione. Dovrei fare una cosa che ora non mi va proprio, ma che dopo mi renderebbe mediamente contenta.

Mediamente.
Fosse un "totalmente", un "assolutamente", allora magari.
Ma "mediamente" non è abbastanza.
Quindi stop alle telefonate, alea iacta est.

Ché io un po' sono sempre stata così.
Tipo: lo sport. Io detesto lo sport, perché implica fatica. Poi un po' di anni fa la mia migliore amica si iscrisse a un corso di aerobica (sì, anni e anni fa, ora si sarebbe tramutato in "lezioni di pilates", chissà se esistono ancora i corsi di aerobica?), e insistette così tanto che alla fine mi iscrissi anch'io. Risulato: io mi sorbii tutte e venti le lezioni, e quell'infingarda venne sì e no cinque volte a esagerare. Memorabile il momento in cui il mio amico dalla mente particolarmente acuta, mi disse: "Pensa che dopo aerobica potrai fumarti una sigaretta in più", io tacqui per carità cristiana, ma volevo dirgli che le due cose non avevano molta relazione e che comunque avrei preferito fumare due sigarette sole (pranzo e cena post-caffé, non si scappa), piuttosto che avere le visioni tra un saltello e l'altro.

So che perderò un'occasione per rivedere persone, per stare un po' lontana da questo caos quotidiano, per spettegolare a più non posso, ma il viaggio, il freddo, la fatica, le alzatacce, il finto divertimento di un branco di idioti collaterali, quest'anno no, grazie.

Sono già un po' triste, perché poi sana-sana mentalmente non lo sono mai stata, figuriamoci ora con uno stato di stanchezza pre-natalizia che va al di là delle mie più funebri aspettative. Ho messo troppa carne al fuoco, forzando la mia indole indolente, ed eccoci qui. In bilico tra un "sì" e un "no", poi la bilancia pende sul "no" e subito penso: "Ma se invece quest'anno...?". Noneee.
Smettila sù.
Niente montagna per ora, e chiudiamola qui.
[urca che brutta chiusura. Non è tanto da me. Mi starò trasformando in un lupo mannaro. Ma c'è la luna piena?]

domenica 30 novembre 2008

peggol


Questo sì che è malefico.
E' malefico perché vista la bella giornata di ieri, mi sono fatta imbambolare.
Una legge il Corriere, poi anche a seguire altro, e ti trova un banner tipo: "Prova Peggle, il nuovo giuoco di Fueps!" e una pensa: sarà una stronzata, bah, diamogli un occhio [l'altro no ché mi serve].
Ed ecco che passano i livelli, passano le ore, finché arrivi allo sblocco della Sfida, e lì sei veramente fottuta. Così oggi, che avrei dovuto stare in panciolle, ho fatto un zacco di lavori tranne uno, per cui ho dato forfait.

Piccolissimi updates:
  1. non so se andare in montagna tre giorni, ci sarebbe anche ex-moroso oltre al nostro gruppo di sci, mah, boh, vedremo. Un po' il freddo, un po' che sono stancherrima, un po' che lui mi ha fatto veramente girare il cazzo. Poi una pseudo pace, però sono rimasta ferita, e lo rimarrò per un po'. Quindi non so. Però mi piacerebbe;
  2. a ex-fidanza hanno distrutto la macchina, ma se si fosse attardato 30" la macchina distruttrice avrebbe distrutto lui. Un Voyager. Scappato. Grande pezzo di merda. Andava tipo a 100/h in città. Poi ci si stupisce delle disgrazie. Possa avere 10.000 € di danni almeno almeno;
  3. ho provato wordpress, è decisamente troppo evoluto per una mente stanca e semplice come la mia;
  4. ho già perso il conto dei biglietti che ho venduto, perché per ora li ho venduti virtualmente, tramite mail o telefono. Per questo nn avrei mai potuto vendere neppure un gessetto al sarto;
  5. stasera la Littizzetto con la descrizione di Tremonti, mi ha fatto venire gli occhi lucidi dal ridere, sito Rai Che tempo che fa per assicurarsi che non sparo minchiate;
  6. devo ancora pagare dei bollettini di tipo tre mesi fa, conto che tra poco essi stessi si rechino in posta per auto-pagarsi e poi ritrovino da soli la via di casa;
  7. come dice anche il picchiatore, sette mi sembra un buon numero per chiudere.

venerdì 28 novembre 2008

prove di celebrità, ovvero come diventare celebre come mentecatta (forse)

Dopo che la mia amica (vedere post qui) mi aveva detto, con incredibile dono di preveggenza: "No, guarda, mi hanno detto che intervisteranno probabilmente questi altri qui perché bla bla bla, stavolta l'intervista la scampi", un po' di tempo fa mi chiamano quelli della produzione per sapere quali giorni ho liberi per l'intervista. Merda! Il giorno dopo sono andata dal parrucco con risultati, a dire poco, discutibili, due giorni dopo sono stata chiamata per sentirmi dire che era tutto rimandato.

Ho pensato mi avessero cassato.
Ho pensato che se avessi avuto più tempo avrei scelto un taglio di capelli, anziché affidarmi alle mani trico-assassine della parrucchiera che aveva già un piede nel Mar Rosso.

Ho pensato male.
Mi telefonano e mi dicono: "L'intervista la faremmo il tal giorno, la possiamo fare dove vuoi tu, basta che sia un posto che ti metta a tuo agio". Vabbene. Questa stanza ove mi trovo viene dunque bonificata dalle puttanate in giro ovunque, da carte, da cd, dai regali dello scorso Natale (e allora?! Se stavano ancora abbandonati in un angolo cosa c'è di male?), e cose così.
Anche la cucina viene rimessa a nuovo, perché è un po' meno ingombra e c'è più spazio.

Mi si presentano tre persone, regista, cameramen e aiuto.
E penso. Cazzo, pensavo venissero solo in due.
Faccio per chiudere la porta, quando mi dicono: "No, aspetta, devono salire gli altri!".
GLI ALTRI?!?

Sette persone, tre telecamere, microfonista, l'aiuto che ho amato al primo sguardo ma più che farmi firmare liberatorie non ha fatto, location ovviamente diversa da quella che volevo. Sic.
Chiedo: "Ma... niente truccatore?", mi guardano compassionevoli, come per dire: ma alla tua età non sai truccarti da sola? No. Già che venivano in tanti, potevano portare anche lui, diavolo.

Il regista mi fa ripetere 10 volte le cose che devo dire, io ogni volta cambio un po' versione, vedo dello sgomento sul suo volto.
Poi mi posizionano, mi dicono che sono tele[carta-i]genica, e urlano il mio nome con "Prima!". Wow, che storia.
Non mi ricordo già più un cazzo. Vacca troia.
Metto insieme i pezzi imbastendoli, neppure con un bel punto croce.
Poi la salivazione arriva allo zero, ma non per l'emozione, solo per dover parlare per così tanto senza interlocutore. Non è l'emozione che mi ha fregato, ma la memoria del cazzo che mi ritrovo e il fatto di non aver trovato due o tre parole che descrivevano bene una situazione. Ho usato dei surrogati, con pause stile Celentano.

Credo di non aver fatto una grandissima figura.
Credo mi taglieranno.
Credo che tanto lo saprò solo tra un sacco di tempo, e neppure in diretta visto che il programma andrà in onda su uno dei canali Sky e io Sky non ce l'ho.

Però è stato divertente. Molto più divertente di un'altra ripresa che avevo fatto anni fa, mentre ero strafatta da benzodiazepine (no, è che avevo avuto un'intossicazione un po' seria per un farmaco, e le benzo me le avevano iniettate in vena. Ho ancora il filmato, mi viene da piangere ogni volta che lo guardo).
Certo che 'sti ragazzi si fanno un mazzo non indifferente. Sono usciti da casa mia alle 7 e passa.
Ma che carino l'aiuto.

Ovviamente ogni commento su quanto verrà prodotto sarà fatto solo a trasmissione già trasmessa e fuori palinsesto. Mi sembra il minimo.

mercoledì 26 novembre 2008

ha preso tutto da me, come intelligenza superiore

[post breve quanto inutile, ma sono tantissimo stanca]

La mia belva femmina è stata sgamata mentre faceva pipì nel bidet.
Adesso.
A parte che poi bisogna passare con candeggina, ammoniaca, amuchina, alcool e poi dar fuoco al bidet per evitare sgradevoli trasmissioni di malattie, a parte che mi chiedo quante volte abbia usato il bidet non essendomi avveduta che la principessina l'aveva usato come wc, sono decisamente orgogliona della mia belva femmina, perché lei sì che sa cosa vuol dire essere una vera femmina.

Non come quegli altri due cialtroni maschi (parlo sempre di belve, eh) che urinano accanto alle bottiglie di coca-cola.

[ho 43 mail nella posta personale. 43 è un numero. Non ho la forza, davvero. Messaggi di facebook a parte, s'intende]

cretinata

(Corriere della Sera)

Anche a me non dispiacerebbe avere un mezzo pensante.
"Stasera non ho voglia di tornare a casa, e zappete, il mezzo pensante elabora una destinazione alternativa. Figo.

lunedì 24 novembre 2008

forse mi odia, forse no, ma oggi minchia se l'ho fatto incazzare

Insomma, è successo che su 'sto cazzo di social network è stato pubblicato qualcosa che mi collega un amico ad un comportamento orrendo.

L'amico mio io lo conosco bene, e non è una persona cattiva, bieca, meschina come tutto ciò che ho scritto sopra potrebbe far pensare. E' un po' ingenuo e un talvolta un po' senza palle, e si è lasciato manipolare ben bene da una donna che si è scopato, o che si scopa ancora, non so. Gli ho ripetuto fino alla nausea che se voleva scopare benissimo, se poi voleva scopare una donna impegnata un po' meno bene ma passi (d'altronde la sottoscritta, che ha vissuto una lunga storia d'amore con un uomo impegnato, chi è per poter fare da giudice? Io posso solo dire che per avere una storia clandestina bisogna avere uno stomaco così, ché sono tanti i rospi che si devono ingoiare). Però diventare merde viventi perché lei vuole così, è un po' troppo. Ma soprattutto non è necessario. Se la sarebbe potuta scopare lo stesso senza abbassarsi a tanto. Ma tanto tanto.

Promesse, declamazioni sulla sua effettiva transitoria meschinità, certezze sul fatto che la cosa sarebbe finita lì in breve tempo, e poi un cazzo. Tutto uguale.
Quando ho visto quella cosa lì, ed era già accaduto un episodio simile, gli ho scritto una mail che non era un insulto, ma che diceva solo quanto avrei voluto scrivere un commento pubblico attinente a quella cosa, un commento non proprio benevolo. Ma non potrei mai farlo, perché sputtanare una persona a cui voglio bene, non fa parte del mio bagaglio. Fargli però sottilmente notare che quella cosa mi rimanda al suo lato meschino, sì.

Apriti cielo.
L'amico mi si è incazzato di brutto.
Mi ha scritto un sms più acido dell'altro. A un certo punto gli ho scritto che gli voglio bene, e che voglio che torni fuori il suo lato migliore, che io so che esiste. Mi ha risposto seccamente che è un uomo di merda e che non sa quando tirerà lo sciacquone.

Non gli ho più risposto.
Ci sono rimasta male. Io non mi lego a uomini di merda. Mi lego a uomini imperfetti, perché io sono imperfetta, non potrei sopportare la perfezione. Però non alle merde. Quello no.
Ho sbagliato una volta, ho preso un abbaglio, e ho cancellato la persona. Ma non l'insegnamento dell'esperienza fatta.
E' come se, scagliandosi con violenza contro sé stesso (probabilmente solo per darmi ragione, del tipo "la ragione si dà ai matti"), si fosse scagliato contro di me con altrettanta violenza.

Qual è il ruolo di un amico, quando gli si para davanti una persona in mezzo a un casino?
Ascoltare e tacere?
Ascoltare e consigliare?
Ascoltare e giudicare?
Ascoltare, giudicare e consigliare una via d'uscita?

Ecco, per me è tutto questo, a seconda di chi ho davanti.
Ci sono amici non in grado di sopportare giudizi troppo forti, seppur veritieri.
Altri che vogliono solo parlare ed essere ascoltati, perché in questo processo riescono da soli a trovare cosa non va e come uscirne.
Altri ancora hanno bisogno di tutti e quattro gli approcci, perché anche se hanno gli strumenti, non riescono o non vogliono elaborare la situazione e trovare una soluzione.

Quando ho una cosa in ballo difficile da gestire, io ascolto le mie tre Marie.
Una, la prima volta ascolta, ma la seconda ti tira mazzate.
Una ascolta, sta zitta, giudica se è passata attraverso una simile esperienza, altrimenti evita di farlo in maniera diretta, e infine consiglia.
Una in genere mi trova una giustificazione, poi mi consiglia, (trenta volte perché io trovo sempre delle eccezioni ad ogni consiglio), alla fine mi dice di non spaccare ulteriormente i coglioni. Non è che possa proprio darle torto.

E' tutto questo ciò che cerco in un'amicizia, ed è questo ciò che dò, o ciò che cerco di dare.

Sì, lo ammetto. Ho spaccato i coglioni al mio amico, ma l'ho fatto in buona fede, perché cercavo di fargli tirare lo sciacquone. Di fargli voltare pagina. Senza manipolazione, bensì tentando di fargli entrare in quella testa dura ciò che è accettabile, ciò che non lo è, sotto nessun punto di vista.
Non ci sono riuscita, non ci riesco.

Da una parte mi sento molto offesa. Da una parte ho paura che voglia tagliare i ponti.
Sulle offese gli amici ci mettono anche una pietra sopra, mentre sulla perdita di un'amicizia io non riesco proprio a metterci una pietra sopra. Neppure dopo anni.

[p.s. l'amico è ex-moroso, se mai non si fosse capito]

domenica 23 novembre 2008

una cimice mi guarda ma preferirei mi ascoltasse

[io non sono fatta per lavorare, lo dimostra il fatto che questa settimana ho lavorato molto, che venerdì notte ho dormito le mie ore canoniche, che mi sono di nuovo accasciata sul letto sabato alle cinque e mezza del pomeriggio, che mi ha svegliato una telefonata, che al risveglio ero convintissima di aver cenato e che fossero tipo le dieci. Stamattina invece, la mattina per (mia) definizione senza sveglia, alle otto e cinquanta aprivo gli occhi, stanchissima. Ma riaddormentarmi un miraggio. Allora ho visto "La ragazza del lago" (ero convinta fosse un film ambientato nell'800, ma convinta proprio), una puntata di Ugly Betty che mi ha un po' risollevato il morale cupo, ho preso una ciambellina de' Frascati e un succo d'arancia, e ho fatto colazione a letto riempiendolo di briciole de' Frascati. In pratica ho fatto tutto ciò in mio potere per rimanere sotto il piumone il più possibile (anche se alle dieci già avevo un caldo della madonna). Cioè, lavorare devasta il mio ritmo biologico. Può essere che quest'ultima frase bastasse, ma io sono mica tanto stringata quando scrivo]

  1. la mia amica è diventata Spider-addicted. No, non Spider l'ultimo videogioco della Wii che ti fa attaccare ai muri e saltare sui balconi del condominio davanti con delle simil-ragnatele. No, no. Spider, quel giuoco di Windows che credo sia nato con Windows 98. Credo. Dire che è lievemente antidiluviana è dire poco;
  2. sempre lei è mia lettrice e in genere blog lettrice, alcuni blog li condividiamo, su altri ci prendiamo a martellate. Qualche giorno fa ho fatto l'errore di farle leggere un post che non dovevo, visto che a causa di Spider non legge neppure più alcun blog, tanto meno il mio, e lei ha assai apprezzato il post però ne ha letto i commenti, che proprio non erano tutti azzeccatissimi, s'è incazzata e ha scritto un commento al vetriolo sugli altri commentatori, che io ancora mi vergogno;
  3. sempre lei si è fottuta il mio accendino che funziona;
  4. sempre lei si è fottuta il nintendo in affidamento congiunto (che l'avessi io da due settimane mi pare irrilevante);
  5. sempre lei mi ha portato una cimice nella mia stanza. La cimice, l'animaletto che fa toc, toc, toc, quando non ti entra in bocca quando dormi, non il microfono segreto, magari. Grazie a quei due stronzi di L e S che ne erano terrorizzati ai tempi del liceo, adesso ho anch'io una certa fobia. La piccola bastarda vi saluta, giace poggiata su un cd, accanto al mio profumo che spero la intossichi, sotto la campana di plastica dei cd, quelli tutti impilati. Speriamo domani di trovarla deceduta;
  6. fatalità una minchia, signor presidente: questa fantastica politica del bonus-scuola, che ha fatto arricchire ancora di più le private e rendere fatiscenti o meno controllate le scuole pubbliche (solo per dirne una tra mille), ecco ciò che porta. Per altro non sono neppure certa che dare soldi pubblici alle scuole private sia stato un prodotto naturale dell'intestino del centrodestra, perché quando si tratta di vaticano e di scuole cattoliche e di voti di presunti cattolici, sono tutti pronti a calarsi le braghe.
Io ho lavorato anche oggi e sono un po' brasata, tuttavia non così brasata da avere un annientamento totale dello spirito critico. Ché già andare a scuola fa cagare, se poi uno a scuola ci deve crepare o rischiare la paralisi, ma vaffanculo.

mercoledì 19 novembre 2008

banane senza lamponi

Quindi:
  1. ieri, via skype, ho chiesto a ex-moroso se gli batte il cuore, e lui prima mi ha risposto: "Perché?", poi, dopo avergli nervosamente (ma tanto il nervoso per iscritto non traspare) spiegato che mi riferivo alla sua ragazza nuova, mi ha risposto: "Se mi dà l'ok vado a baciarmela un po'!", ed è stato così carino (ella vive piuttosto distante da egli) che ho rimosso quanto poi mi ha scritto ["comunque ora ha le sue cose e non possiamo fare nulla", sì, vabbene, non ho rimosso, però non l'ho tenuto in grande considerazione. Comunque fino a qualche giorno fa era arrivato solo alle tette, indi per cui credo sia innamorato, altrimenti avrebbe già sfoderato il serpente]. Certo che quando l'ho visto, qualche giorno fa, mi sono fatta raccontare di questa nuova che mi fa tenerezza (sarà quindi una iena), e poi lui si è soffermato [dopo miei insulti a scena aperta verso il soggetto seguente, ma questo mi sembra irrilevante] sulla correttezza dell'amante precedente (corretta tipo Tanzi Callisto, per intenderci), la quale ha chiuso con lui  ad ogni approccio sessuale. Ci fidiamo? Manco per il cazzo. Quella precedente è una vipera, aspetta solo che la preda sia certa per poi affondare di nuovo i denti. Sono sicura che sta facendo i woodoo a quella nuova, e sta cercando un modo per tirarle una bottiglia di acido muriatico addosso quando passa sotto a una qualche finestra, senza finire in galera. Ah, perché tutti e tre lavorano nel medesimo posto. Ma le due femmine non si conoscono. Bada vipera che io ti guardo. No, davvero, è infida e un po' psicopatica, secondo me. E soprattutto non aveva mai trovato uno come ex-moroso, che definire "passionale" è poco. Gli ormoni gli escono dalle orecchie. Il tutto racchiuso in un musetto da ragazzetto angelicato che mai penseresti (avrò una nostalgia, lo so, lo so, ma me ne sto facendo una ragione);
  2. io sono un po' triste perchè ex-amante mi ha paccato per il concerto di Coso, dopo che mi aveva quasi assicurato che sì, ci sarebbe stato. Non è per il concerto, ché un rimpiazzo l'ho trovato, è per lui, per stare con lui, per sentirlo cantare, per sentirlo ridere con me. Mi sono messa in testa che è triste e non credo di sbagliare. Cioè, ne sono certa, ché io me ne accorgo di certe cose, magari non con tutti (ex-fidanza ad esempio mi gabberebbe sicuro), ma con alcuni sì, e lui è tra gli alcuni. E allora avevo creduto che passare insieme tre o quattro ore gli avrebbe fatto solo bene, così quando mi ha paccato gli ho scritto una cosa, e gli ho detto che se non veniva per non sentirsi ripetere di nuovo: "Tu sei triste, cos'è che non va?", lui mi ha risposto che non mi dice stupidaggini quando mi risponde che è solo un brutto momento lavorativo, ma che mi spiegherà meglio via mail. Noi apparteniamo al sindacato SProMaM [Scrittori Professionisti di Mail Melodrammatiche, n.d.b.], orgogliosamente. F5 a manetta;
  3. oggi, che sono andata qualche ora nell'associazione per cui semi-lavoro, oggi, che avevo 8462 cose serie da fare, oggi, dicevo, ho incontrato 198 persone con cui mi sarebbe piaciuto intrattenermi. E mi sono intrattenuta per una pausa-cibo solo con una, con tutte le altre due minuti e andare, anche con il bestemmiatore che adoro (non perché bestemmia, eh!) giusto il tempo di dire quattro parole e "Se ho 5 minuti ti smsso!" e i cinque minuti non li ho avuti, maledizione;
  4. pur non trovando affatto la mia vita vuota, anzi, talvolta un po' troppo piena, mi rendo conto che sto perdendo il contatto con alcune persone con le quali c'è più o meno sempre stato un contatto costante, e non so se: A.mi sto volontariamente isolando B.mi sto involontariamente isolando causa stanchezza cronica C.è l'avanzare dell'età, ché uno vede il weekend mica come occasione per uscire, ma piuttosto come occasione per dormire D.sono gli altri a essersi rottti il cazzo della sottoscritta e la stanno isolando E.l'isolamento (molto relativo) è dato da eventi collaterali e transitori F.mi faccio seghe mentali perché mia sorella mi ha attaccato il virus dello stress perenne;
  5. cinque è un buon numero per chiudere, perché mi fa sorridere, e mi fa sorridere perché mi rimanda a uno stato delle banane ove vi è un presidente che fa "Cucù!" a una presidente di un altro stato, un po' più serio. Hi hi!!!
P.s. aggiunto a fine rilettura post-pubblicazione: a me fa incazzare blogger, perché scrive l'ora di inizio post e non l'ora di fine post. Ora: io ho iniziato 'sto cazzo di post tipo un paio d'ore fa, mantre trasferivo l'ultima puntata di House da un pc all'altro, poi mi sono vista House per una mezz'ora scarsa (ma lo finisco domani, ché se no me lo brucio tutto in una sera), poi ho cercato il ritter nero con nocciuole che era finito [ma guarda il caso, però! guarda il destino...] sotto una montagnetta di carte miste a minchiate, facendo crollare un castello di porta-cd che aiuto, poi ho aperto (F5F5F5, etc.) la mail, poi sono tornata sul post e con calma l'ho finito. Cazzo. Solo per scrivere questo p.s. [i.e. solo per ricordarmi cosa avessi fatto nelle ultime due ore] ci sono voluti 8 minuti. Ok. Vado a fumare. Per dare un'accelerata al tempo.

domenica 16 novembre 2008

salvatrice della patria

Ci sono dei meccanismi in mia sorella che io non riesco veramente a capire.
Perciò dico che è bipolare.

Insomma venerdì si propone come salvatrice della patria e decide di andare, con i 10 sacconi pieni di roba da lavare causa acarus bastardus, alla lavanderia a gettoni, quelle che hanno macchine per lavare dove ti ci puoi infilare anche tu intero, raccogliendo la roba di tutti.
Arriva, ma io non so che stessi facendo in quel momento, sicché non l'ho cagata molto.
Però intravedo che apre e chiude i sacchi con un certo nervosismo.
Col cazzo che mi avvicino.

Torna.
Le chiedo: "Tutto bene in lavanderia?".
Fummmm! Ridotta in cenere.
Mi dice (=urla): "Certo che se aveste diviso la roba per colore!"...
Adesso: io avrei dovuto separare tutto preventivamente. Cioè i rossi coi rossi, gli scuri con gli scuri, i bianchi coi bianchi (gli abbronzati con gli abbronzati... by the way: www.notspeakinginmyname.com), etc. etc. Peccato che un jeans e un pantalone di velluto blu, benché entrambi blu, li lavi a due temperature diverse. Allora forse avrei dovuto usare i sacchetti per surgelare e mettere ogni indumento in un sacchettino diverso?!

A parte la montagna di roba che si era creata, tanto grande che non distinguevi neppure il tuo viso nello specchio, ma poi non è più facile separare quando sei in lavanderia? Basta ravanare un po' nei sacchetti, perdinci!
Pare che la biancheria da lavare di mia madre uscisse dal cesto per circa un metro e mezzo.
Non so se mi spiego.

Cazziatoni eseguiti presso:
  1. mia madre
  2. donna delle pulizie (che, poraccia, in 'sti giorni si è sbattuta come il bianco d'uovo per il tiramisù)
  3. me. Ma poco. Perché sono furbissima. Conoscendola e soffrendo sabato di mal di schiena forte, ho fatto la vocina sull'orlo della lacrima. Con lei funziona. Non ho finto nulla, solo che non è mia abitudine fare la la(sa)gna, quindi non faccio mai 'ste scene, al limite rispondo a monosillabi cercando quanto più di evitare ogni comunicazione. Ma qui si trattava di sopravvivenza.
Ha funzionato.
La ragazza delle pulizie è quella che c'è rimasta peggio, mia madre alla domanda: "Ha cazziato anche te?", mi ha risposto con una risatina a denti strettissimi: "Eeeeh, sì!", perché guai a dire che mia sorella alle volte si comporta da stronza (beh, quello lo aggiungo io dopo).

Va beh.
Ora mi piacerebbe poter dire "Non mi lavo per un mese", ma purtroppo venerdì mi tocca l'ultimo trattamento, echeppalle.

Tutto ciò per dire che da genitori presumibilmente uguali (non uguali tra loro, eh), nascono figli che non c'entrano un cazzo, che hanno un'attitudine diversa, un carattere diverso, una emotività diversa, un'empatia diversa (ovvero: nulla in mia sorella).
Quello che ogni volta mi chiedo è: quando si propone per 'sti gesti eroici, alla fine sclera. SEMPRE. 
Ergo. Cui prodest?

P.s. Ex-moroso forse innamorato.
P.p.s. Speriamo riesca a tenere il regale augello nella mutanda fino all'inizio dell'approccio sessuale con la ragazza (questo, lo so, coinvolge anche me, mi procura somma tristezza, ma l0 farò. Piangendo di nascosto, ma lo farò: non lo inzigherò).

sabato 15 novembre 2008

impastata più che impestata

Domattina ultima doccia "lava via tutto" dopo l'incubo dei tre giorni di profilassi anti-scabbia.
- cinque giorni di biancheria, dalla mutanda , al pantalone, al maglione da lavare
- quattro giorni di lenzuola e federe e pigiami da lavare
- quattro giorni di asciugamani e accappatoi da lavare
- quattro paia di scarpe chiuse in un sacco per una settimana

E menomale che è weekend, così posso mettermi tutta la roba più orrida del mondo (sempre che trovi un paio di lenzuola pulite se no sono bellechefottuta) senza che nessuno mi veda. Ché poi magari sarebbero in pochi a notare la differenza, ma io che lo so sì.
Va beh.
Un altro weekend a casa, ma una vita sociale intensa nella settimana calante mi ha portato sul baratro della stanchezza cronica. Tipo che oggi, ore 15 e 25, ho dovuto poggiare la testa sulla scrivania adducendo un calo di pressione.
Che tristezza.

P.s. e le lavatrici? ne basteranno 15?! (desperate housenotwife's talking)

mercoledì 12 novembre 2008

sono un po' felice (e anche Coso ha la sua parte)

Sono andata con l'ex-amante di anni e anni fa a vedere un concerto. 
Non sapevo cosa regalargli per il compleanno e questa cosa è caduta a fagiuolo (insomma, 'sto mesetto dopo). Però il concerto non è stato bellissimo, perché il cantante è stanco, non ce n'è, e quindi sì, abbiamo cantato (io sbagliavo il 70% delle parole mentre mr. Perfettino no), ma siamo usciti un po' delusi. 

Uscendo sento cantare una voce che conosco.
E penso... 
Io: "Secondo me nel teatro tenda qua davanti c'è Coso che fa le prove!!!"
[eccitatissima, intendendo per Coso il mio idolo musicale della prima adolescenza e della post-adolescenza, il pezzo in mezzo no]
Lui: "Ma non è un cd da una macchina?"
Io: "Noneeee! E' lui che fa le prove, è lui che fa le prove!!!"

Siccome diluviava e siccome il mio ex-amante è un uomo assai compassionevole (i.e. prova compassione per me, la sua mentecatta preferita), mi ha caricato in macchina e portato nei pressi di questo luogo, e c'avevo preso, Coso faceva le prove. Solo che la seconda canzone che gli ho sentito provare (a spizzichi e bocconi, che oramai si sarà rotto il cazzo pure lui di fare duecentomila prove e un miliardo di concerti) è una tra le canzoni più belle del mondo, forse la mia preferita. E forse è la mia preferita perché mi ricorda la mia storia con lui, l'ex-amante, un amore grande (il più?) finito, paradossalmente, affinché durasse per sempre.

E mi sono emozionata, cazzo, ci scappava ["ci"=plurale maiestatis] quasi la lacrimuccia.
Poi ne ha cantata un'altra, che ho letto spesso che è la Coso's favorite song, e poi fine.
A parte che ex-amante ha provato, sotto la pioggia battente, a scassinare due porte per chiedere se potevamo assistere alle prove, alla fine mi ha detto:
"Vedrai che ora esce",
e come due avvoltoi ci siamo appostati vicino a un cancello da cui avevamo visto uscire un musico.

E mentre aspettavamo e fumavamo una sigaretta, il mio compare si è messo a intonare, una via l'altra, le canzoni di Coso, e io lo seguivo, e cantavamo insieme a squarciagola, che se Coso fosse uscito in quegli istanti ci avrebbe senz'altro reclutato.
E' stato un momento bellissimo, forse è il momento più bello vissuto da mesi a questa parte.
Non so se ha un legame col fatto che io e lui, dopo aver fatto l'amore, restavamo abbracciati a lungo a cantare. Forse anche no.
E' che quando io canto con qualcuno sento una specie di comunione [ho cercato un sostantivo meno ecclesiastico, ma mica l'ho trovato], se poi canto con una persona che mi guida, ché io se no sbaglio sempre le parole, è quasi come se qualcuno mi tenesse forte la mano.

Poi si è fatto tardi, gli ho detto:
"Andiamo, dai, se no arrivi alle tre",
lui è partito, ma andava pianissimo, e poi ha fatto tre volte il giro intorno al teatro, e alla terza, beh, c'era Coso.
Sono usciti in due e la mia attenzione su chi si è fermata?
Naturalmente su non-Coso, credevo fossero altri due musici.
Ma cazzo.
Nel frattempo lui ha cercato di scendere e di fermare Coso, ma io, vergognosa come una gazza ladra atipica che si vergogna, l'ho trattenuto con una gomitata sullo sterno (mi avrà amata assai in quel momento). E credevo fossero semplici musici.
Poi in pratica l'abbiamo inseguito, e fortuna che faceva la nostra stessa strada, finché anche io, in sorpasso, ho visto Coso.

Lui è triste. Non Coso. Lui.
Io ogni volta gli chiedo cos'abbia, ma non lo dice, cioè, dice un sacco di cose, ma non quelle giuste, secondo me. Poi mi faccio le pippe mentali perché, a distanza di anni, com'è per altro nostra consuetudine quando si tratta di raccontare segreti grossi, gli ho narrato brevemente la mia storia con ex-moroso, ma glielo dissi quando già era finita da un po', e credo che allora io non sarei gelosa, e credo che lui in questo mi assomigli.

Allora cerco di scavare, scavare, ma non c'è verso.
Mi sento impotente.
Gli devo molto, mi ha saputo e mi sa regalare incancellbili attimi di felicità.

lunedì 10 novembre 2008

buone e cattive e pessime

Notizia buona

Pare che il mio stato di schiavitù sul pc da venerdì a ieri sera, abbia incassato 250 euri.
'Sti cazzi. Spero mi chiedano traduzioni più spesso.

Notizia cattiva

Scabbia. Mia madre ha la scabbia. Mia madre è una persona pulita, si cambia i vestiti, una persona deliziosa le tiene la casa a specchio (no, non sono io), è giusto un po' refrattaria al cambio delle lenzuola e a quello dei materassi di lana del 1879, che fa cardare puntualmente ogni 10 anni se va bene. 
Sì, ma l'acaro della scabbia come minchia è arrivato fino a lì?!? Una cicogna?
Per fortuna è difficilmente trasmissibile se non per continuato contatto pelle a pelle o dormendo nel medesimo letto. Però, ecco, non so bene come metterla giù al lavoro (e tra l'altro DEVO andarci), perché che sia scarsamente contagiosa in ambiente non domestico lo so io e chi ci è passato. 
Se a me oggi un mio collega mi avesse detto: "Ah, sai, mia madre non aveva la varicella, si è rivelata scabbia!" avrei preso una collana d'aglio e me la sarei messa al collo. Oltre a tirargli un calcio negli zebedei.

Notizia pessima

Tuttavia, quando la dottora mi ha detto: "Se avete frequentato l'ambiente familiare materno, anche lei e suoi eventuali familiari dovete fare la profilassi: doccia serale, crema a non-ricordo-cosa dal collo in giù OVUNQUE, dovete interamente cambiare indumenti, lenzuola, asciugamani tutti i giorni fino alla fine della profilassi" mi è uscito un "Gulp".
Fortuna che dura tre giorni, ché io tre set di lenzuola c'ho, non uno di più.
"E poi sterilizzare ciò che non si può chiudere nei sacchetti di plastica, passarlo col 100 gradi"
Cazzo.
"Scusi dottora, anche le belve?!"
"No, loro sono di certo le uniche sane, è un acaro che vive solo sull'uomo" - fulminandomi, che la battutina non gli è tanto piaciuta.

Mia sorella è semi-svenuta quando le ho comunicato la lieta notizia.
E ha cominciato a grattarsi.
[è tanto che dico che è un po' psycho]

P.s. "Dai che è tardi, muoviti!", "Mami manca mezz'ora all'orario di partenza, basta rompere il cazzo!" [era la 79° volta che me lo ripeteva, santocielo] "Se non mi accompagni, mi fai solo un gran piacere, stronza!" [stronza non l'ha detto, ma avrebbe voluto, è d'altri tempi]

P.p.s. Unica amica che leggi 'sto blog: per quando torni è tutto finito...

P.p.p.s. Oggi mi sento un po' Angela Piero. Involontariamente.

domenica 9 novembre 2008

48h

Quarantotto ore quasi ininterrotte di traduzione.
Ché poi solo oggi pomeriggio mi è venuto in mente di usare quei cosi che ti traducono automaticamente. Che va beh, ci fosse una parola al posto giusto, però eviti lo sbattimento "digitazione".
Ché poi 'sti portatili 15.4" avranno un display figo, ma la tastiera è troppo lunga e io sbaglio continuamente i tasti. Forse mi dovrei comprare il mini-portatile. Forse la divisa da scherma. Forse la TV a 19" piatta. Forse un paio di paia di pantaloni ché tra un po' ho il culo di fuori quasi sempre, ché i pantaloni, probabilmente sentendo la Gelmini o la Marcegaglia, si sono arruffati tra loro e strappati quasi tutti. Contemporaneamente.
Ché poi sono ancora qui a pigiare tasti alla velocità del bradipo. Avessi mai scoperto cos'è il bradipo: tra un formichiere e un koala? Devo chiedere a ex-fidanza. Lui sa tutto sugli animali. Ma anche sugli esseri umani non se la cava male.
Ché poi qui è tempo di amori, intendo qui, intorno a me.
Ché ieri sera la mia amica incinta che sta un po' lontano, saranno gli ormoni, mi ha rotto il cazzo per due ore perché non si capacitava come non potessi essere gelosa di ex-moroso che esce con un'altra. Hai voglia a spiegarle che l'affetto susseguente all'amore (relativo, perché sapevo che gli anni di distanza ci avrebbero portato su due strade diverse) fa sì che tu voglia bene a quella persona e voglia la sua felicità. E visto che il mio bonus "possessività" l'ho già consumato per l'amante precedente, mo' basta.

Direi che ho scritto abbastanza, di tutti i feed che avevo da leggere ho letto il post più cretino di tutti, così stasera niente blog letture ché mi sono venuti i nervi (con la fatica che faccio a leggere stasera, poi).
Ok. Gioco.

venerdì 7 novembre 2008

il troppo stroppia, dicevano (e io che faccio? passerò il weekend sepolta tra le mura)

Va bene.
Sapevo già che sarebbe stato un weekend all'insegna del lavoro, però.
Ero dal parrucchiere (Rita Pavone almeno cantava meglio), Franci faceva suonare il mio cellulare e io lo ignoravo, ché tanto in mezzo ai phon non avrei capito una mazza, e già sapevo che era per risolvere qualcosa al portatile. Franci, napoletano logorroico, e io abbiamo un rapporto bizzarro. 
[beh, non bizzarro come quello che ho con ex-moroso]
Dopo un po' non lo reggo, ma quando poi sparisce mi manca.
Ma questo non c'entra un cazzo.

Chiama il mio amico-amico, che è stato anche ex-collega per coincidenza, e mi dice se posso tradurre una presentazione dall'italiano all'inglese per la ditta.
Beh, penso io, presentazione uguale venti slides scritte a lettere grosse.
Dico che certo, il tempo lo troverò.

Poi torno a casa e incontro il mio vicino che mi chiede implorante di dargli una mano col pc che non so che minchia gli è successo. 
Va beeeene un'altra volta, domani mi sveglio, colazione, doccia, guai a bagnare i capelli che poi perdo quest'aspetto sì ridicolo, poi sù dalla vicina per caffé, sigaretta e helpdesk che se va bene durerà fino all'ora di pranzo.

Solo che:
  1. Franci mi ha scritto una mail che descrive il problema sul portatile, dalle sue spiegazioni non ci ho capito una sega;
  2. la "presentazione" sono diciassette fogli in word con interlinea singola e carattere Calibri 11, più altre sei pagine in Arial 10 che ti saluto;
  3. sempre nella mail trovo una lettera di protesta di una delle mie amiche piagnone che, cazzo, è scritta un pochino coi piedi, ma con quella in mezz'ora me la cavo (mi era stata mandata proprio per una revisione, e poi è un'amica a cui voglio molto bene)
  4. io dovevo fare altro, questo weekend.
Addio alla mia creatività, mi verrebbe da pensare che rimarrò sepolta entro queste mura.
Ho pure mal di schiena e poi, in ansia per tutte 'ste robe da fare, non ho neppure fatto il pisolino che mi spettava.
E dovrei anche andare ad accattarmi un po' di cose, tipo il cibo per le belve e i regali di Natale (entro novembre quest'anno, yes-you-can, yes-you-can, yes-you-can), ma non so perché, ho come la sensazione che i miei programmi saranno (i.e. sono già) sputtanati.

E ora vado a letto come una vecchia, ché è già mezzanotte, eh.
(a letto poi frignerò un po' anch'io, me lo merito. Urca, non c'ho più l'ispirazione. Neanche per frignare)

P.s. non leggo i miei feedati da tempo immemorabile, ma che tristezza.

P.p.s. le divise da scherma costano veramente troppo. 
[so che è un'informazione fondamentale ai più]

mercoledì 5 novembre 2008

lavorare disturbata e dettare sms a ex-moroso (e fare altro)

Primo.

Premesso che il mio lavoro mi piace, premesso che il mio lavoro spazia in campi molto diversi, premesso che alle volte mi viene l'ansia della pagina bianca [sì, lo so che di solito è un foglio, ma non sempre]:
oggi dovevo fare un lavoro creativo, e per un po' è andata bene, finché porca di quella zoccola non sono arrivate trenta persone a chiedermi questo e quello (pare che io sia molto brava a trovare informazioni introvabili, per gli altri).

Ciao ispirazione.
Quindi ho già capito, lavorerò nel weekend. In totale solitudine.

Secondo.

Ho visto ex-moroso, e ha adocchiato una ragazza della sua età, e tra qualche giorno ci esce insieme. E io faccio il tifo. A un certo punto lui ha scritto che era con "gli amici" (mi sa moltiplicare come i pani e i pesci), e io gli ho detto: "Scrivile che non vedi l'ora di uscire con lei", ma lui temeva di sbilanciarsi troppo, ma io l'ho convinto, ché se non ci si sbilancia alla sua tenera età quando mai? Allora l'ha scritto, e poi si è pentito. Ma io ancora gli ho detto che deve essere sincero, a parte me. Perché siccome la tizia precedente aveva il buon gusto di mandargli 678 sms di gelosia pura quando usciva con me, allora avevamo già deciso che con la prossima sarei stata solo una vecchia amica. Eccheccazzo. Questione di mia sopravvivenza psicologica.

Comunque ero contenta per lui.
Poi mi sono messa sotto le coperte, senza di lui, e ho iniziato a essere un po' gelosa. Però ho capito. Non sono gelosa di quella che (spero) verrà, sono gelosa di quella vecchia che sa come accalappiarlo e mi urta il sistema nervoso. Sì, va bene, anche io lo accalappio un po', ma è un accalappiamento reciproco, ed è diverso.

E comunque no, stavolta non avevo gli ormoni bassissimi, perché lui me li ha fatti alzare con un batter di ciglia. E stavolta non ho detto: "No, grazie", ché magari è pure l'ultima volta.
Mi ha anche baciato con la lingua, questo però prima, quando gettavo merda sulla donna precedente (una che definire di grande bassezza morale è minimizzare, e non sto scherzando affatto) e lui non ne poteva più, e io avevo sì la sua lingua in bocca, ma poi ho capito che c'era il trucco, e l'ho bloccato.
Poi mi ha ri-baciato, ma stavolta era serio.
Lo so che è un po' strano, ma ci vogliamo di molto bene e anche questo è un modo di dimostrarlo, non c'è amore, c'è solo molto affetto.
E io tifo per lui.
Vai, e vinci come Obama.
E se non vedrò più il tuo regale uccello, pace.
Ti voglio felice. Scemo.

lunedì 3 novembre 2008

sta diventando un vizio

No, è che oggi due cose rilevanti:
  1. mi è scoppiata a piangere un'altra amica, a singhiozzi, e stavolta, porca merda (come dice il mio ex-amico-ma-non-tanto Giorgio, schifandomi per la bruttezza dell'improperio), si è pure aggiunta la frase massima della disperazione: "Sono stanca, non ce la faccio piuuuuuuuuuuuù", che poi è una frase che conosco bene perché la uso anch'io. Poco, ma un po' sì. Ed è tipica di quelle persone che sono in genere abili a sopportare mazzate di ogni tipo, poiché geneticamente votate all'ottimismo. Sicché, se arrivano a quel punto, vuol dire che, cazzo, siamo al limite. Comunque sono due scoppiate di pianto in cinque giorni e comincio a preoccuparmi. Non vorrei essere io il trigger;
  2. mi è stato detto che dimostro dieci anni in meno e ciò mi ha blandito, anche se a dirlo era una ventitreenne bella ma con evidenti problemi alla vista;
  3. oggi ho mentito spudoratamente, menzionando un telegramma di condoglianze mai arrivato che in realtà non è mai stato spedito (eccheccazzo ci vogliamo fare, non mi ricordo mai una sega! però c'era l'intenzione, ecco) [questa non era una "cosa rilevante"];
  4. la mia zietta 93enne si è lussata l'anca, stella mia, e piccolina com'è diventata, me la prenderei in braccio e me la coccolerei tutta, non fossero centinaia e centinaia i chilometri che ci tengono lontani [questa non è "una cosa rilevante", è una "cosa importante"]
  5. "mettere Montalbano e Grey's Anatomy la stessa sera è come chiederti di scegliere se vuoi più bene alla mamma o al papà" [questa non è "una cosa rilevante", è una citazione].

domenica 2 novembre 2008

che dire, era solo un bacio

Il weekend è passato, con un telefono per madre fico che fa le melodie che a lei piace molto e risponde tutta giuliva, con una (scusa belva se ti sputtano così) cagata della belva piccola che mi ha fatto sinceramente impressione per la sua importanza, con un sudoku impossibile a cui ora devo applicarmi, con "Juno" che non avevo mai visto, con un lavoro finito che finalmente ho inviato, con posta targata Inps che mi mette ansia (non ancora aperta, ho paura), con un breve tragitto fatto con gli amici fidanzati che quando ci sono io in macchina scazzano sempre, con qualche attacco di gelosia sul quale bisogna sorvolare perché se no finisco per darmi dell'idiota, e con gli amici una sera a cena: grasse risate su tante cose, ma il racconto del mio primo bacio ha fatto strike.

E' che avevo diciassette anni, e una certa urgenza di baciare qualcuno.
E' che ero a Sestri Levante a ballare con la banda bassotti dell'amica che mi ospitava, la Vale.
E' che ero ubriaca fradicia, e a pensarci mi fa un po' specie, ma io a diciassette anni già bevevo superalcolici?
E' che ero seduta su un dondolo, con la Vale, e in mezzo lui.

Lui era un bel ragazzo, proprio carino.
Piaceva a tutte e due, ma così, come altri.
Ma io avevo quest'urgenza, ché mi ero stufata di fare le prove contro lo specchio.
Lui mi bacia, il primo bacio, il primo bacio non si scorda mai, e come potrei, d'altronde.
Abbraccia tutte e due, un po' parla con me, un po' con la Vale, poi ogni tanto si gira e mi bacia di nuovo.

Poi, da dietro la sue spalle, la Vale mi chiama, mi urla (discoteca, eh, non dimentichiamocelo ché è un fattore importante, buio, luci a intermittenza, un casino infrnale, una sera d'estate, all'aperto):
"Ma... ha baciato anche te?"

Anche?!?

"Sì... anche te?!"
"Che schifo, io vado", e la Vale si alza e se ne va.
E io, fossi stata un po' più orgogliosa, un po' più dignitosa, avrei fatto lo stesso. Ma non ero niente, ero una semplice ragazzina che finalmente qualcuno baciava, e ciò mi bastava. La Vale no, lei non era bella per niente ma, cazzo, troppo simpatica, e i suoi amorazzi li aveva già avuti.
Sicché rimasi là, a godere dei baci di quel pervertito (o eroe, a seconda della prospettiva), finché poi ci spostammo al panificio per i cornetti caldi delle 5 del mattino, e la penultima immagine di lui che ho è che sbocca seduto su un gradino mentre noi altri mangiavamo cornetti.
Il romanticismo per me è tutto.
L'ultima immagine invece fu di qualche anno dopo, io e la Vale lo incrociammo in un locale della città grande. Io lungi dal riconoscerlo, lei invece come un mastino lo chiamò per nome e cognome. Gulp. Portava per mano una fidanzatina e ce le dette corte.

Va beh.
In tutto ciò la cosa che ha scatenato l'ilarità di tutti, ma soprattutto della padrona di casa, che poi è la moglie di ex-fidanza, che poi è una di quelle persone che se attaccano con la risata isterica non la smettono più e fanno ridere a loro volta, è stata la seguente domanda: "Come hai fatto a non accorgerti che stava baciando entrambe?!"

Sì, adesso la facciamo facile perché siamo vecchi e la discoteca proprio se ci pagano e i superalcolici un ricordo perché ora vino di qualità (chepppalle 'sto vino, io come aperitivo un gin lemon me lo farei molto più volentieri) e luci psichedeliche ma che cosa sono e essere fuori come un balcone giusto se fumi. (ma non è la stessa cosa, comunque, e poi i miei amici non fumano se non con un'eccezione)

Non è bastato, ho interpretato anche la scenetta cercando di far capire che non potevo vedere cosa accadesse nell'altra metà del dondolo, ma mi hanno ischerzato di più.
Ciò nonostante, io gli voglio proprio bene a questa gentaglia qua.
Smettessero di prendermi per il culo, però, eh.

In ogni caso posso essere assolutamente sicura che per la prima scopata, giuro, eravamo solo in due. Quella volta contai per bene.
[a parte il particolare che eravamo in un soggiorno dalle grandi vetrate, senza tende e le luci accese, in un appartamento al quarto piano, con tanti altri palazzi vicini: però al limite c'era pubblico, non compartecipanti, ecco]

mercoledì 29 ottobre 2008

per gli appassionati di biutiful de' noantri: mica è fiction


Oggi che ero carica come una molla, pronta a sfogarmi come un fiume in piena per tutte le incazzature delle giornate precedenti, neppure ho fatto a tempo a prendermi il caffé che mi sono trovata una spalla inondata di lacrime.

Il gioco della seduzione è andato avanti, e avanti, e ancora avanti.
"Brooke, ma sei sicura che sei solo attratta?"
"Tu non mi hai capito: io Ridge me lo voglio solo TROM-BA-RE!"
(tre giorni fa)

Invece ieri Ridge, invece di scappare dai problemi, contraddirsi continuamente, fare battutine a sfondo sessuale, ha parlato con la moglie Taylor. Di cosa non è dato sapere. In generale, di un matrimonio che non è più quello di un tempo (o che forse non è mai stato come Ridge avrebbe creduto dovesse essere un matrimonio).

Questo ha fatto crollare Brooke, che ha singhiozzato a lungo, e io le dicevo cose cretine (ché mi viene molto facile) per farla passare dal pianto al riso (no, niente pasta, siamo a dieta), ma non c'è stato modo. Sull'orlo della totale disidratazione si è staccata da me, asciugandosi quei due occhioni che ha, sembrava Bambi, altro che Brooke, mi ha detto, con voce che era sempre sull'orlo di rompersi, che Ridge le aveva dato retta e aveva seguito il consiglio di chiarirsi con Taylor su parecchie cose, e a quel punto non è più riuscita a continuare, ed era ancora lì lì che si dimenava per non rimettersi a piangere. Forse anche per essersi ricordata di essersi tirata la zappa sui piedi, vai a dare consigli a uno, l'unico uomo che li prende in considerazione è quello che poi scopri non vorresti l'avesse fatto.

"...e tu hai provato gelosia, vero?"
E lei ha fatto di sì con la testa, come fanno i bambini, enfatizzando il movimento della capoccia.
Dolore. Tenerezza. Domanda. Come cazzo la consolo?

C'è poco da consolare una femmina che, in quanto femmina e dunque auto-analitica per definizione, si rende conto di punto in bianco che da attrazione ad amore il passo è troppo breve e ingannevole: basta levare sei lettere e aggiungerne solo una.

Non è solo la sofferenza della nuova consapevolezza e una prospettiva poco promettente, è anche l'essersi prese in giro da sole, che le femmine non si perdonano.

Ridge e Brooke neanche si sono baciati, eppure sembrano soffrire come cani per un amore che potrebbe ma non dovrebbe. E forse non sarà.
Forse.

Qui però si chiude il sipario, perché ho deciso così, è giusto così, non sto neppure a chiedermi il perché, alea iacta est.
Facciamo finta che non sia stato raggiunto lo share auditel e che la produzione sia fallita, ecco.

[il momento dell'auto-celebrazione: io sono felice che Brooke abbia scelto la mia spalla. Io una volta scelsi quella di ex-fidanza, anzi, non la scelsi, fu lei, la spalla, a scegliere me. E' istinto. Io sono felice che l'istinto l'abbia portata a inumidirmi il maglione di lana che sa ancora di coccolino, il perché non lo so, credo mi piaccia riuscire a far sentire una persona un po' più leggera (sempre non si tratti di secrezioni non lacrimali o, al limite, non seminali - ma qui coi dovuti distinguo). Forse perché conosco il senso della pesantezza ("come se la donna cannone si fosse seduta sul mio torace") di un dolore inespresso]