giovedì 29 gennaio 2009

forse diciassette

Stasera tornavo a casa, ero in macchina.
Ero stanca e pure incazzata perché, per un contrattempo di lavoro, sono arrivata tardi a scherma e non ho neanche messo la divisa, ché ormai era quasi ora di chiudere baracca e burattini.
Poi mi sono fermata a un semaforo.
Ho visto delle signore sulla cinquantina che attraversavano a passo celere, ché quella non è una zona bellissima quando cala il buio. Affrettavano il passo per stare vicino all'individuo che avevano davanti. Fermi, davanti alla stazione della metro a qualche metro da loro, due ragazzi dalla pelle mulatta, e allora ho pensato che forse le signore avevano paura di essere aggredite, perché sembra che per motivi elettorali o giornalistici, tanti abbiano interesse a farci vivere nella paura per qualcosa.

Cazzo, ho divagato.
Sempre vicino alla stazione della metro, c'era questo ragazzo alto e magro, che scriveva con il cellulare. Biondino, i capelli scompigliati e incerati. Non ne vedevo la faccia.
Di punto in bianco ha cambiato idea, ed ha attraversato di corsa le strisce pedonali davanti a me.

Allora ho visto il suo viso.
Dei bei lineamenti, puliti ma non ancora definiti.
Due occhi ancora alla ricerca di un senso.
Potrà aver avuto diciassette anni.

Diciassette.
Ingenuità e desiderio di sembrare scaltro.
Insicurezza e voglia di apparire sicuro.
Sogni e ambizione di avere già le idee chiare per la vita futura.

A diciassette non puoi firmare le gustificazioni, non puoi votare, non puoi avere la patente.
Ma hai questa molla di arrivare poco più in là, toccare il muro del suono dei diciotto e fare tantissime cose. Ma non puoi sapere che cambia poco. Che, se sarai fortunato, porterai ingenuità, sogni e insicurezza ancora con te, per molti, molti anni.

[mmm. Ingenua ancora sì, talvolta, ma sì, fondamentalmente perché credo troppo nella buona fede altrui. Insicura quasi mai, e nel caso la dò a bere con facilità. Sogni sì, sogni tanti, sogni a miliardi. Sogno così tanto che mi immedesimo nella situazione sognata, e parlo come una deficiente allo specchio. Prima o poi qualcuno mi beccherà e mi porterà in psichiatria, ma bisogna rischiare. D'altronde anche mia zia, novella novantaquattrenne, sogna che la sua badante si rompa una gamba e si levi dai coglioni, così che non le venga più detto alle nove di sera "d'andà a letto, come la galline, ma ti pare?". Forse è genetico]


mercoledì 28 gennaio 2009

lapalissiano

Certo che se uno di giorno lavora poco, poi spesso (spesso nel mio caso, caso in cui mi riduco sempre agli ultimi termini in fatto di scadenze) gli tocca lavorare di notte. 
Ta-dah, come diceva SuperPippo, eccomi qua a tirare madonne alla mia capa (che mi manda in allegato documenti che non leggo se non nel momento stesso in cui devo inserirli a destra o a manca, che altro non sono che copia-incolla da siti. Minchia. Ma mandami i link! Che almeno so con certezza che non posso usarli per smazzarmi una parte importante di lavoro! Domani la ribalto. Non pesasse 200 kg, 'azz. Ecco, non posso neppure togliermi una piccola soddisfazione) e a fare da scribacchina formattatrice.

Credevo oramai di essere giunta nell'Olimpo di Coloro per cui la Formattazione è una Gran Cazzata.
Mi sbagliavo. [strano]
Io vorrei sapere da dove è uscito 'sto "style93" che mi va a sputtanare lavoro di ore, poi clicco il tasto "undo" e swammm, scompare tutto ciò scritto nelle ultime due ore. Poi, tremolante, clicco il tasto "redo", e nove volte su dieci ricompare tutto. Però ogni volta credo di essere Christopher Walken ne "Il Cacciatore" (cielo, che bello quel film, devo assolutamente ritrovarlo in altra forma diversa dalle VHS), che se non ricordo male era quello con la pallottola.

Inizio a fantasticare su Morgan.
Forse ho bisogno di un aiuto.
Ho lavorato coi Notturni di Chopin in sottofondo, forse le due cose sono correlate.
Cioè notturni=letto, morgan=sesso, => notti sognate a fare sesso con Morgan, anziché passate a lavorare.
Ma vaffanculo.
(ce l'ho col lavoro, in generale, non con Morgan)

Serataccia.
Uh, se è una serataccia.

martedì 27 gennaio 2009

è più forte di me



E' più forte di me, tutto il giorno che la canto.
Io, se trovassi un uomo che cantasse così, potrei tralasciare persino i denti storti.

[per i detrattori di x-factor: ognuno ha le sue piccole fissazioni. La musica è una delle mie. E mi ricordo la versione di Jim Diamond. Di solito gli originali sono meglio. Ma qui, signori, a mio modestissimo parere si arriva allo stesso livello di bravura canora, con più emozione]

[sarà il caso che mi rimetta a lavorare: post compilato in un'ora, non capisco proprio perché quando una, invece di lavorare, si fa i cazzi suoi, debba essere sempre interrotta da colleghi vari, mah.]

lunedì 26 gennaio 2009

the power della rabbia (non la malattia, lo stato d'animo)

Giovedì mi hanno detto una cosa che ho creduto errata.
Era TROPPO ingiusta nei confronti dei diritti di persone con oggettive difficoltà.
Venerdì la persona che mi ha comunicato la notizia ("Ma avrai capito male, cazzo, dai!") mi ha inoltrato una mail. Notizia confermata. Per iscritto. Dalla società, una signora società con la quale tutti abbiamo a che fare, che calpesta i diritti delle persone.

Io potrei essere una persona in difficoltà.
Io stessa.
E mi è salita una rabbia furibonda. Ho scritto una mail.
Ieri sera l'ho inviata a chi si occupa di ingiustizie varie.

Stamani una telefonata.
"Buongiorno, sono A. della redazione di XYZ. Abbiamo letto la sua mail. Vorremmo realizzare un servizio."
La giornata è cominciata bene, e ho sorriso.

[magari non servirà a cambiare lo stato delle cose, ma forse potrà far riflettere qualcuno, fosse anche una persona sola in questo sgangherato stivale. Mi basterà. Forse]

domenica 25 gennaio 2009

piccole sfighe dalle grandi spese

  1. Ieri sera, lemme lemme, vado in bagno a sciacquarmi il viso, appoggio gli occhiali sul lavandino, mi sciacquo e asciugo, riprendo gli occhiali e mi rimane in mano la stanghetta, mentre il resto cade nel lavandino. Mi sono sentita un po' cartone animato, un po' Fantozzi. Penso: "Merda! La vitina della stanghetta sarà scesa giù per lo scarico!". Seee, magari. Si è proprio rotta la cerniera. Montatura da buttare. Rifaccio gli occhiali ex-novo o cerco con il lanternino la stessa identica montatura? Un quesito troppo complesso per una mente semplice come la mia.
  2. Vedo un'amica che lavora vicino a un negozio della vodafone, e mi decido per darle la delega per ritirare il premio della raccolta punti, visto che il telefonino che non si accendeva più a capodanno ora un po' si accende e un po' no, si fa insomma anarchicamente i cazzi suoi. Ci rinuncio. Sono 25 giorni che uso il telefonino antecedente, di anni 4 e rotti, e ora mi sono rotta, sono abituata a tenere 678.000 sms in memoria, non solo 200 (ah, io ho questa mania per la quale non cancello mai gli sms dai telefonini che abbandono nei cassetti, perché obsoleti o zoppicanti, ognuno ha le proprie deviazioni, eh). Quindi le dò la delega,una fotocopia della carta d'identità e la carta di credito, perché ho bisogno di avere 1300 punti di anticipo e vodafone, che non si fida, pretende la strisciata della carta di credito.
  3. Con astuzia faccio il seguente ragionamento. Occhiali = costo. Contanti = 20 euri scarsi. Bancomat = carta di credito. Ritiro soldi in banca = impensabile. Mi ci vorrebbe un mese di ferie, un po' per i tempi e un po' per il consueto litigio con l'impiegato rincoglionito di turno (ce n'è uno per turno, ma stai certo che me lo becco io di sicuro) da cui necessito 29 giorni di riposo assoluto.
Avevo pensato di aprire una raccolta fondi, ma poi ho dirottato su mia madre (figlia bambocciona che non sono altro).
"Mami devo pagarmi gli occhiali, mi fai un prestito?".
Lei: "Ah, massimo 150 euri, di più non ho!". [mente, lo so]
Io: "Mami, se mi prestassi il bancomat?".
Lei: "Giusto. Non ci avevo pensato. Poi me li ridai, eh?".

[racconto queste facezie per non essere costretta a raccontare di un'ordine fatto via internet (sì, quello fatto mentre guardavo X-factor, ma i dati alla fine erano giusti, sgrunt), per cui se non voglio perdere euri 224 mi tocca andare in posta, con consueto sclero per i tempi di attesa, usare di nuovo il bancomat materno per rispedire il pacco indietro e aprire una formale richiesta di sostituzione della merce: ho chiaramente il magone da bocca all'ingiù]

giovedì 22 gennaio 2009

bastard inside - come dimostrare alla tua capa che hai lo sguardo lungo in tema di stronzaggine

Sicché si stava disquisendo di una collaboratrice che era venuta a lavorare da noi per un mesetto.
Poi dall'otto dicembre è letteralmente scomparsa. Ha risposto ad una sola telefonata, di un'altra collaboratrice con cui lavorava in tandem, e ha detto che aspettava di essere chiamata dalla mia capa. Il fatto è che non aveva ancora finito il lavoro.

La mia capa prova a chiamarla, ma niente.
Segretaria e collaboratori la chiamano e la smssano. Niente.

Siccome che fosse una stronza l'avevo capito dal primo incontro, siccome una volta ho lanciato il suo basco a mo' di freesbee perché era posto sulla mia scrivania anziché sull'appendiabiti, per dire come mi fosse simpatica, mi ero rotta i coglioni di sentire la capa e la segretaria che continuavano a dire: "Deve essere successo qualcosa di gravissimo!", "Sarà mica morta?", "Ma vuoi che i parenti lascino il suo cellulare acceso senza avvertire del decesso?", e cose ottimistiche così, mi sono fatta dare il suo numero di cellulare e l'ho chiamata dal mio cellulare, il cui numero non conosceva.
Questa si chiama Elena o Elisa, una roba così.

"Pronto?"
"Pronto, Susanna?"
"...eeeh, no."
"Non parlo con Susanna Laurenti?!"
"No, credo abbia sbagliato numero."
"Oh, scusi, buonasera."

Mi volto e vedo gli occhi fuori dalle orbite di capa e segretaria.
"E' in vita, mi sembrava pimpante e in un ambiente di lavoro. Ha cambiato lavoro, probabilmente, ma siccome è una vera stronza non ha avuto né il coraggio né la buona educazione per avvertirvi. E' tutto."
Mi rimetto al lavoro. Dopo un intero minuto di incredibile silenzio la capa mi si avvicina e mi dice:
"Ma tu sei diabolica. A me non sarebbe mai venuto in mente di fare una cosa così...".
"Per forza, tu non dovevi dimostrare che quella è una stronza leccaculo, e per dimostrarlo era necessario essere un po' estrosa".

La voce si è diffusa e tutti mi dicevano: "Quella stronza ci ha preso per il culo!" e io gongolavo di brutto.

Per una che ha passato l'adolescenza a chiamare anonimamente la gente, soprattutto i maschi che mi piacevano, un gioco da ragazze.
[addirittura nel telefono a rotelle grigio svitavo la parte inferiore e staccavo il microfono, per dire. Sottolineo che quel telefono esiste ancora. Si sa mai...]

mercoledì 21 gennaio 2009

genitori e figli e sensi di colpa (mi sa che è noioso, perché è un'altra riflessione)

Premessa.
Probabilmente avevo fumato più del dovuto.

Svolgimento.
Mentre ieri notte mi lavavo i denti, mi è venuto alla mente un battibecco che avevo avuto con mia madre.
Pare che i genitori non siano immortali.
E allora ho pensato: ma poi, quando ci siamo salutate, ci siamo salutate bene o male? E per fortuna mi è venuto in mente che ci eravamo salutate bene.
Che poi se mia madre è incazzata, è uguale a me: basta darle un po' di fastidio (tipo scompigliarle i capelli o baciarle la cucuzza), che le vien da ridere e le passa l'incazzatura. 
E allora ho deciso che non saluterò più mia madre da incazzata, anche se mi fa saltare i nervi (come stamani).

Epilogo.
Con lei è facile.
Con mia sorella è molto più difficile. 
Però conto che sia lei a seppellirmi, così al limite i sensi di colpa sono suoi.

domenica 18 gennaio 2009

come due aragoste

E' che in linea di massima uno non cerca solo l'amore.
Uno cerca un amore che possa durare.
I più ottimisti addirittura un amore che possa durare per sempre.
Ma.

Verso Natale due coppie di amici di mia sorella si sono separate. Coppie che stavano insieme da anni e anni, con figli, con un'età sopra i quaranta. 
Voglio dire: non un colpo di testa da ragazzini, no. 
Scelte, immagino, ponderate, maturate, sofferenti.
Io conosco tre persone che si sono separate e, per le due con cui ho avuto maggiori contatti, posso dire che il percorso di ricostruzione del proprio sé e il ritorno della fiducia nella coppia, ovvero nell'amore, è (stato) difficile e pieno di ostacoli insidiosi.
Basta un'alzata di sopracciglia in più del compagno seguente affiché tutto sia messo in discussione.

Se è stato difficile per me riprendere in considerazione una qualsiasi forma di vita sentimentale, dopo la rottura con ex-fidanza (e i sensi di colpa, e la fatica di mettere in piedi un'amicizia con lui, e la paura che potesse rimanere deluso se avesse saputo di mie storielle senza capo né coda, e la difficoltà nel trovare una persona con cui passare bene il tempo - al di là dell'amore -, e il gruppo compatto e unito di amici in cui entrambi ancora ci trovavamo), posso solo vagamente immaginare come possa essere dura ricominciare con una separazione o un divorzio alle spalle.

Questo weekend è stato complicato.
Due storie, con protagonisti due reduci da divorzio, però storie ben avviate, che lasciavano presagire "le due aragoste", hanno cozzato contro ostacoli altissimi.
Non insormontabili, eh.
Altissimi.
A imparare a scalare si fa sempre in tempo (beh, prima dei settanta è meglio).

E io sono un po' cinica e nel per sempre faccio davvero fatica a crederci, però quando sento la storia de "le due aragoste" ci credo un po' di più.




venerdì 16 gennaio 2009

un fiocco di neve che cade lieve

Avrei avuto un sacco di cose da scrivere stasera, ma eventi eccezionali mi costringono a essere estremamente sintetica.
E dunque:
  1. mai sfidarmi, ché qualche volta perdo, ma è raro [tranne nello sport, avrei potuto sciare come Alberto Tomba il Menato (ma quanto doveva esseregrosso il russo?!), e comunque arrivare ultima ai campionati locali dell'Abetone];
  2. l'amore è una cosa complicata, molto complicata, e dopo i 30 anni diventa complicatisssima;
  3. l'ecografia morfologica della mia amica delle elementari, quella che vive non lontano da qui ma pur sempre in un'altra città, è andata molto bene, orecchie a sventola a parte, e questa notizia è stata come.
(vedi titolo)

martedì 13 gennaio 2009

ho capito che

Ex-moroso è un po' testa di cazzo, ma soprattutto è innamorato.
Di quella sbagliata, che più sbagliata non si può.
Cazzo.

[no, no, non è una valutazione da ex-morosa invidiosa o gelosa, è un dato obiettivo: spiegare per bene la situazione in cui si trova a 300 persone, provocherebbe un 297 "sì, hai ragione", e 3 indecisi. Teste di cazzo totali]

[il che non gli impedisce di farmi bella mostra del suo uccello, ma stasera anche no, grazie, ché sono un po' delusa, un po' incazzata, un po' impotente. Io, lui con me mai]

lunedì 12 gennaio 2009

trentamila perché

Perché mi sono accorta solo per caso che delle anime buone mi hanno fatto arrivare a trentamila accessi? Perché trentamila sono tanti, quasi come l'intera popolazione della mia ridente e ghiacciata cittadina. Anzi, mi sorge un legittimo dubbio, forse questo è un blogghettino molto locale e lo leggono soltanto i miei concittadini. Tranne il sindaco, che è un gran pezzo di merda. Cioè fanno un accesso a testa e poi basta, ché poi si stufano. Cazzo. Tra poco il contatore si ferma.

Perché ex-moroso si comporta da testa di cazzo? Non con me, eh. Se no appeso al muro. All'istante. Tuttavia, anche se non con me, non escludo la possibilità di attaccarlo comunque al muro prestissimo, quando lo vedo. Se lo meriterebbe, eccome. Senza di me diventa una testa di cazzo, ma io mica posso fargli da balia a vita, sant'iddio!  Ormai persino lui voterebbe per il Senato, è grande! 

Perché ho cominciato a guardare Wall-e cinque minuti prima di essere colta da abbiocco fulminante e poi ho ripreso a vederlo esattamente dieci minuti prima che il telefono mi desse la sveglia per X-Factor? Cioè, peccato interromperlo due volte ma X-Factor è troppo bello, perché mi fa cantare, e questo mi sa che rende felicissimo il mio condomino di sopra, che dorme esattamente nella stanza sopra qui. Uh, "Wish you were here" (heaven from hell, blue skies from pain...), prima vacanza in montagna col primo ventenne fidanzato, prima dormita con un uomo che amavo, primo passetto di vita da coppia. Ma merda. Come si fa a non adorare questo programma? 

[stenderò un pietoso velo sul fatto che, mentre guardavo questa cosa qui, ho dovuto rifare un ordine via internet quattro, ripeto, quattro volte, neanche avessi un neurone solo, e pure influenzato. No, no, sono certa siano almeno due. Chiacchierano. Li sento. Ho detto un'altra cazzata: mentre tentavo di finire il penultimo schema del giochino del cazzo, parlavo da sola. E mi è venuto, se no ciao. Quindi forse ho veramente un solo neurone che si lamenta dell'influenza. Che io non ho, tié!]

no, è che ho avuto tre malattie

  1. La mio fisioterapista mi ha lasciato il suo iPod touch da craccare (ma missione fallita perché, per il momento, è incraccabile), e tutti diranno: eeeeeeeeeh, l'iPod touch, sai che novità. Ma per una sempliciotta come me, che non si concede tali lussi, era sì una novità, soprattutto questo, perché c'aveva pure il wi-fi, tanto che, piuttosto che no, ieri notte, ed era tardissimo, ho dovuto necessariamente navigare una mezz'oretta ché se no mica ero felice. Cioè magari mi sarei svegliata un po' più riposata, ma infelice, mentre così mi sono svegliata poco riposata e felice medio;
  2. Fishdom, uno di quei cazzo di giochini online odiosi che infatti vengono da un sito che come motto ha (dall'acronimo ne deriva il titolo) "faccio l'ultima e poi smetto". Infatti. Ma ieri ho finito il livello impossibile (il penultimo aggratisse), quindi per un po' sono tranquilla;
  3. il pomeriggio con gli amici, cioè due, che neppure fossero stati d'accordo, mentre una andava via, l'altro è arrivato. E con la prima ho fatto un chiacchierino di quattro ore e mezza (minchia! eppure devo essermi dimenticata qualcosa da chiederle), e con l'altro ho cercato di 1. convincerlo a comprare un Apple 2. festeggiare in maniera un po' gagliarda il prossimo importante compleanno, quei compleanni che insomma segnano una svolta, e stanno lì a dirti: veh che non sei mica più adolesc ente, neh? Ma tanto chi li sta ad ascoltare. Stronzi!
No, ecco, per fortuna di malattie vere nessuna, a parte le croniche.
Fiu.

giovedì 8 gennaio 2009

mi gira garbatamente il cazzo che abbia smesso di nevicare

[è che non volevo scrivere un titolo troppo volgare, ma neppure mistificare il mio funereo stato d'animo, perché dalla finestra vedo un prato ricoperto di neve a bitorzoloni, e non mi garba, vorrei vedere dei fiocconi grossi e leggeri che riparano il danno della pioggia pomeridiana e livellano di nuovo tutto]
[pioveranno anche insulti, lo so]
[reagirò]

martedì 6 gennaio 2009

crisi settore auto e anche del tasto sinistro del portatile, stra-maledizione

Leggo di uno che si è suicidato perché ha perso quattrocento milioni in borsa.
Quattrocento milioni di euri. [precisazione per chi, come me, ha più vissuto nel periodo liresco piuttosto che in quello euresco]
Per altro era un crucco che era stato il 36° uomo più ricco del mondo.
E già uno dice: stica. Ma non gli saranno rimasti due spiccioli per condurre una vita da vecchio decente? Un due o tre milioni di euro?
Comunque è scritto che ha perso così tanto per aver scommesso sul crollo della Volkswagen. Presumo che quelli della Volkswagen, leggendo la notizia, si saranno tutti toccati i testicoli.

Naturalmente non era di questo che volevo parlare.
Anno nuovo, crisi nuova. Nei due mesi passati la tv ha fatto vedere immagini di migliaia di auto ferme nei porti, nei magazzini, persino in qualche soffitta molto grande. Produzione sospesa, operai senza lavoro, macchine invendute.
Va male, non va bene.

Tuttavia.
Per chi deve cambiare macchina da tempo immemorabile, il pensiero va all'unica legge dell'economia che sa: si alza la domanda, si alza il prezzo, si abbassa la domanda, si abbassa il prezzo.
Col cazzo.
Le auto che sto tenendo sotto osservazione non si sono abbassate neppure per raccogliere una loro candela. Offerte speciali tipo: auto più assicurazione pagata per tre anni! Niente. Auto più bici ecologica! Niente. Auto più un figo per una notte di passione! Niente.

Io non so mica se quelli delle case automobilistiche sappiano molto di marketing per il popolino. Forse pensano che sia da fighi tenere i prezzi immutati, anche a costo di fallire.
Mah, sono un po' perplessa.

[per la rottura del tasto sinistro sono stata furbissima: ho detto al portatile che ero mancina, così posso usare quello di destra, anche se la sinistra mi piace, nonostante tutto, comunque di più]

domenica 4 gennaio 2009

mi circondo delle più svariate persone

Ho avuto questa illuminazione quando mi sono trovata a parlare dell'esistenza di Dio con la ex-collega che oggi è passata a trovarmi. Lei mi suggeriva di provare a fare il percorso inverso rispetto a quello da me seguito (credente - agnostica - atea), e io le rispondevo: "Ma è come se tu mi chiedessi di considerare l'ipotesi che la papera Trudi (di cui non riesco a liberarmi) la sera, mentre dormo, scende giù dalla libreria e si mette a ballare il tip-tap". [sì, le metafore dozzinali sono il mio forte]

E allora ho pensato: ma da quando in qua io discuto dell'esistenza di Dio con una persona che so essere credente, praticante e pure andata anni fa in Canada a vedere GP II? E' assurdo!
E invece poi, pensandoci un po' meglio, ho pensato che non è assurdo, è una ricchezza in più. In fondo lei mi apre gli occhi su relazioni con uomini che cominciano con un "Abbiamo parlato fitto fitto quasi dieci minuti", mentre io le illustro le positive caratteristiche del tiaccacì sull'andamento della mia insonnia.

Certo, sono costretta a sorbirmi racconti di eventi che per lei sono emozionanti fino al centro dell'anima, mentre io li vedo come semplice suggestione collettiva data dal desiderio di farsi emozionare da qualcosa. Però anche questa lettura dello stesso evento, mi poace. Così radicalmente opposta.

Eppure io e lei ci siamo incontrate, io col mio linguaggio da scaricatore di porto, lei con i capelli sempre in ordine e il suo abbigliamento da sciuretta (= signora). Ci siamo incontrate e ci siamo piaciute. Le voglio bene, benché ogni volta che devo incontrarla mi viene male, ché mi passa due ore a parlare di suoi colleghi che io, per una buona metà, non conosco più, e di quanto si senta poco apprezzata per il suo lavoro. E tuttavia le voglio bene. Forse perché le sono ancora riconoscente di quei primi giorni in cui ero spaesata come lo smemorato di Collegno, e lei fu davvero gentile. Le sono riconoscente da così tanto tempo? No. Ci deve essere dell'altro.

Credo sia la ricerca di personalità diverse, per una che è cresciuta in un gruppo dalla scorza dura dove tutti, a parte in campo politico, ragionavamo allo stesso modo.
E ora, che ne ho la possibilità, cerco i più svariati caratteri.
E mi sento più ricca.

(tra l'altro sono pure ricca di cioccolato, perché la mia collega mi ha portato la calza della befana. A me, ovviamente, non è neanche passato per l'anticamera del cervello]

venerdì 2 gennaio 2009

no, è che mi è venuto in mente qualcosa per l'acquario (quello senza pesci o, al limite, solo uno, ma che non nuota normalmente nell'acqua)

Amici del segno dell'Acquario!
Tutti gli astrologi nell'ultimo mese vi hanno fracassato i coglioni col fatto che è il vostro anno, mentre i maschi della categoria si toccavano mentre le femmine tentavano di toccare le sfere del vicino?
Avete fatto bene!
Non credete MAI a 'ste cagate!
Fidatevi!

[2008: anno del Toro. Toh, come me. Ma io non ci credo, non ci cred..., non ci cre..., non ci cr..., non ci c... Ma se sbagliassi? Errore più funesto fu mai fatto? Spese straordinarie enormi, salute caccolosa, amore lassa perde, manca qualcosa? Sì, ma ho già scritto abbastanza]

Resistete ad Astra, che la Forza sia con voi!