lunedì 26 novembre 2012

perché mi capitano proprio a me? (le persone stupide, o meglio, più stupide di me)

Toh, come passa il tempo.
Beh, vabbè.

Se non imparo a gestire la stupidità umana con maggiore grazia, anziché con una rabbia incazzosa che mi sfugge come un'anguilla, mi troverò nei guai.
Presto.

Dovessi fare un resoconto degli ultimi X mesi, devo passare intere sere a scrivere.
Per il momento annuncio che sto per diventare di nuovo pseudozia e che il papà in fieri è un amico che conosco da quando ho quattro (quattro) anni. E non me lo vedo tanto. Ma so che sarà bravo, perché ha avuto due genitori un po' del cazzo e so che vorrà fare il meglio che sarà in grado.
E poi vuole una bimba.
E io, solo per questo, lo adoro.

(a me "Tensione evolutiva" non piace, non mi piace il testo, e quindi? E quindi spero di andare a vedere colui a San Siro)

mercoledì 7 marzo 2012

dottoressa stranamore (bah)

Vedo ex-moroso che, dopo anni di amori-non-amori strani, da psicanalisi
[mi rendo conto di tirarmi la zappa sui piedi, sì, sì]
o da manicomio
[sì sì, fa male],
è per mesi tutto adolescenziale nella sua follia Cip e Ciop.

Bene, suvvia, ragazza carina, sembra simpatica, lo rende felice come otto pasque (non una di più, non una di meno), io sono contenta, malgrado tutto
[tipo: "Che fai stasera?"
"Vedo la mia patatina!!!" (insulina)]
anche se lungo la strada perdiamo molto tempo per noi. Vabbè.

Poi un paio di settimane fa lo rivedo, scuro.
La patatina dice che è confusa e piena di dubbi dopo aver rivisto l'ex, ma che è ASSOLUTAMENTE sicura che non vuole tornare con lui, cioè l'ex. Dubitare sempre dalle persone che parlano in stampatello maiuscolo.

Poi giusto oggi lo rivedo, scurissimo.
Tutto a puttane. Qualche sera orsono lei gli dice che ha bisogno di tempo. Dubitare sempre delle persone che dicono che hanno bisogno di tempo, in una relazione.
Lui proprio depresso.
Lei quando ha chiesto spazio e l'ha ottenuto, si è sentita incompresa.
Quando ha chiesto spazio e non l'ha ottenuto, si è sentita incompresa.
Una femmina ordinaria, insomma.
[no, è che io sono un'eccezione, straordinaria]

E dunque lui a tormentarsi.
E tra una chiacchiera e l'altra, intanto che mi chiarisce il quadro, glielo dico chiaro e tondo, ché gli uomini innamorati sono ancora più tordi.
1. l'ex è una minaccia, e poi è pure suo amico, quindi scava nell'ombra;
2. chi cerca tempo non lo trova più, almeno con te;
3. hai una settimana per farle cambiare idea.

Mi guarda basito.

"[nomignolo] Quando esci compra un mazzo di lilum, no rose, non gialli, l'aspetti sotto casa, glieli dai senza una parola e con un bacio sulla guancia, e te ne vai".
[istruzioni per l'uso]
"Ma funzionerà?"
"Almeno almeno le farà piacere, ma devi muovere il culo"

Dubbioso.

Mi chiama ma non posso rispondergli, gli scrivo un messaggio.
Mi risponde che ha seguito il mio consiglio, tutto è andato bene, sono rimasti a parlare per un'ora.

Ma minchia!!!
La prossima volta le istruzioni gliele scrivo in calibri 14 e metto in grassetto senza una parola e con un bacio sulla guancia, e te ne vai, ché se no qui ne usciamo con le ossa rotte.

[sospiro]

sabato 3 marzo 2012

domenica 29 gennaio 2012

l'evoluzione delle domeniche

Stavo pensando:

  1. era il giorno dell'uscita con la mamma, la sorella e soprattutto col babbo, che stava via tanti giorni per lavoro. Lui e le sue Esportazione, lui e la sua radiolina dalla custodia di pelle nera. Ok la famiglia, ma non si tocchi la Fiorentina; [no, non la bistecca]
  2. era il giorno in cui toccava fare i compiti, ché sabato pomeriggio manco morta. In genere sotto il libro c'erano fumetti (in evoluzione con l'età, da Hugo Pratt a Topolino ché io so' come il gambero). In genere, una volta al mese, venivo beccata con temporale di schiaffoni materni;
  3. era il giorno del non-studio-per-niente, ché mi ero abituata a studiare (...) in biblioteca, alzarsi all'ora di pranzo, talvolta rimanere in tuta [eh no, no, non sono una da tute io], poi occupare il soggiorno e mettere nel lettore un film in inglese. E guardarlo anche due volte a fila, pur di capire abbastanza; [embè, coi sottotitoli sono buoni tutti]
  4. era un giorno variabile come il meteo, oppure proprio in funzione del: una puntata alla Metro, un cazzeggiare al parcone della città grande coi Veri Amici, il thè invernale da tono-su-tono e le chiacchiere e sera tranquilla;
  5. è un giorno che aspetto, quasi come aspettavo la domenica col babbo: il giorno della visita a/da qualche Vero Amico. Un caffè, un Lindor, una sigaretta, molte chiacchiere, sfoghi e richieste di consigli, il riassunto della settimana, ma soprattutto loro.
(totalmente rimbecillita, lo so)
(hanno compiuto sei mesi)
(mi hanno iniettato gioia, e vaffanculo alla retorica)
(manco fossero miei)
(potrei sempre fregarli)

mercoledì 25 gennaio 2012

un post (minimo) bolso

I fatti della settimana, ristretti come il brodo:

  • il mio figlioccio oggi (anzi, per lui già ieri) ha compiuto gli anni. Tanti. E' già vecchio, quasi più di me. Uh, se me lo vorrei strapazzare;
  • ho scoperto per caso una mega-minchiata fatta da una mia collega che, va beh non ricordarsi le procedure, va beh non chiedere a un cazzo di nessuno, ma non utilizzare neppure un neurone (se presente, s'intende) per ricorrere alla logica questo no, giammai;
  • domani, di conseguenza, si prevedono tuoni e fulmini;
  • in virtù di ciò, oggi ho fatto finta di lavorare da casa. Tipo tre ore. Poi ho letto tanti twitter e azioni limitrofe;
  • oggi ho intercettato mia madre al telefono, in due occasioni, con una sua coetanea (tirchia):
    1. "eeeeh, perché tra rapine, furti e ammazzamenti questo mondo non si sa più dove va..."
    2. "eeeeh, si sta bene solo in casa al caldo... ma tu non hai il riscaldamento autonomo? ma che ti importa, alzalo, meglio tre lire in meno che un malanno!"
              Quando le ho detto che era di un retorico da paura, mi
              ha lavato di insulti;

  • ho ospitato per due ore un amico (cerchia Veri Amici) coi suoi due bimbi. Entrambi hanno cagato. Mi sono chiesta se sono io o è l'arredamento;
  • quella stordita di Psycho oggi doveva venire a prendere il caffè da me. Oggi quella stordita della sottoscritta se ne è ricordata in questo esatto momento. Dio le fa e poi le accoppia (senza propositi sessuali di alcuna natura, eh);
  • Flavia Vento è veramente cretina, poveretta (ognuno ha i propri limiti, io l'#isola9);
  • d'altronde mi è bastato, anni fa, leggere il suo blog: lo consiglio, è un'esperienza antropologica;
  • si è fatto tardi e devo fare altre 215689 cose, perché non ho fatto l'elenco numerato?
STO INVECCHIANDO E QUESTO BLOG SI STA IMBOLSENDO!!!

p.s. non rileggo. Sono contrariata.

giovedì 19 gennaio 2012

quasi quasi non mi muovo mai più da casa e divento trecento chili mangiando gianduiotti

Avete mai partecipato a un webinar?
Beh, almeno ora leggete qualcuno che lo ha fatto.
Bello, eh.
Non particolarmente interessante (erano cose che già sapevo) ma se penso.
Mettere insieme 100 persone da Stati Uniti a Europa (e non so se ci fossero anche altri continenti), permettere loro di interagire tramite chat - e microfono, se fossi stata interpellata, tutto settato con un click, uno, ho detto - o con i relatori (ecco: ho già svelato il mistero) o con il moderatore, a scelta, è una roba piuttosto figa.

Soprattutto quando non riesco a leggere il sito di Repubblica, santiddio.

P.s. ho piazzato i gianduiotti in un cassetto di una scomodità imbarazzante, così ne mangio pochi perché lo sbattimento è tale che uno te lo gusti a lungo. Stasera tre caduti, tre valorosi gianduiotti che per colpa del nemico (me io me) giacciono stesi a terra. Che domande, certo che faccio i numeri da circo pur di non alzarmi, ma che dico alzarmi, staccarmi dalla scrivania. Se no facile, eh. Magari adesso li raccolgo, ché altrimenti domattina li spiaccico sul pavimento, e poi accuso le belve che fanno questa strana cacca che odora di cioccolato.

P.p.s. sempre dichiarato di non essere una morning person.

P.p.p.s. infatti andrei avanti a scrivere altre mille cretinate che mi sovvengono, ma sarà il caso che mi avvicini al percorso automatizzato attentamente pianificato per poter andare a letto entro le quattro, tipo.

P.p.p.p.s. io al caso oggi non credo, tra le SESSANTA canzoni di De Gregori in playlist non sto neppure a dire quale sta suonando.
[tips: titolo post e parola di cinque lettere nel primo p.s.]
[forse me la sono anche tirata]

domenica 15 gennaio 2012

ho una fantasia molto sviluppata e l'occhio molto lungo

E' da quando ero piccola che faccio discorsi di ringraziamento.
Meriti?
Nessuno.
Li faccio a vuoto.

Intuisco facce perplesse e allora spieghiamo tutto.
Io parlo da sola.
Ma questo lo facciamo in tanti. Io vado un po' più in là.

Rispondo ad interviste auto-prodotte. Cioè, una volta sono una cantante, un'altra una sportiva, un'altra un premio Nobel, eccetera. Mi faccio mentalmente le domande e poi rispondo. Ma non alla buona, giammai. Immagino anche gli intervistatori, il mezzo (radio, tv o giornale), insomma sono scrupolosa, eh.
Io faccio discorsi di ringraziamento. Per un Oscar, un MTV Award, un Emmy (che è quello a cui più tengo, ma non lo vinco quasi mai).

E in questi giorni mi sono inventata una sceneggiatura, un film, un successo della madonna, e l'Oscar a sorpresa all'interprete - io sempre - come ciliegina sulla torta.
Scatta il discorso di ringraziamento, da una fresca attrice che proprio non si aspettava una cosa così. E dopo un po' (sono stata colta di sorpresa, all'inizio ho detto un po' di cagate) mi sento di condividere il premio con un'attrice che davo per vincente. Il più delle volte è stata Glenn Close e altre Meryl Streep. Solo una volta è comparsa Kathy Bates, ma come candidata minore. Con lei niente condivisione, ecco.

Poco fa leggo su Twitter qualcosa sui Golden Globes. E' già ora?! Non erano a febbraio?
Cerco il sito, leggo.


Si, si, sarò un po' matta, però 'sticazzi che preveggenza!

[per completezza d'informazione: no, non lo faccio davanti a uno specchio, tutta truccata e oltremodo gnocca, di solito occorre in cucina, quando fumo]
[sigarette normali]
[quando ho gente in casa è un casino, ché alle volte mi beccano, e allora faccio finta di cantare]
[la fantasia è una grazia dai molteplici campi di applicazione]

mercoledì 11 gennaio 2012

cronache dalla gabbia di matti

Oggi "riunione di inizio anno delle belle intenzioni in ufficio", con tutto il gruppo riunito.
Bene.

Metà riunione.

Capa: "Eh, ma tu hai troppo sul groppone".
Io: "Si, lo so, ma nessun altro lo fa e io sono l'unica che risponde alle tue mail d'emergenza".
Capa: "Ma perché non scarichi questo lavoro a qualcun altro?"
Io: "Volentieri!"
Capa: "Chi lo sa fare?"

[...]
[.....]
[.......]

Capa: "Vabbè, a questo ci ripensiamo. Prossima questione???"

Fine riunione.

Segretaria: "Oh, complimenti! Ho cercato di farti incazzare più volte ma non ti sei smossa!"
Passano cinque minuti.
Capa: "Ah, comunque molto brava, eh, collaborativa e non hai perso la calma!"

Che minchia di reputazione ho, di grazia?!

Comunque non so mica se quest'anno riesco a vivere di più.
E a lavorare meno.
Ma mi sto già impegnando.
Fingendo.

P.S. in tutto ciò si è brevemente inserito il vice capo che ha detto a tutti che è innamorato cotto, sorridendo come un beota e andandosene tutto allegro. Mah.

domenica 8 gennaio 2012

ahhh, orrore (doppio)

Non so se perché ho smanettato un po' con tutta 'sta roba di G ( e blogger, e l'account di posta, e reader... minchia, c'è tutto, non si fa manco più fatica), comunque oggi mi trovo un'interfaccia nuova per scrivere un post, e mi fa orrore.
Vabbè.

[listening to: La Fine di Nesli, interpretata da T.Ferro. Uh, so che tanta gente storce il naso, ne riparliamo tra vent'anni, quando sarà idolatrato quanto Il Principe]
[è il pregiudizio, ci sono passata tre volte lo scorso anno, so di cosa parlo]

Il mio odierno post doveva occuparsi dei bimbi.
Difficile parlare di bimbi senza essere sdolcinata e soprattutto senza poter mettere uno straccio di foto

[i loro genitori, dovessero pure scoprire l'invasione della privacy post mea mortem, verrebbero a dissotterrarmi per prendermi a bastonate]

quindi ho pensato: parliamo di Twitter e diciamo solo due cose: che mi fa schifo che la stampa tutta (tutta tutta) prenda notizie (spesso idiote) da Tw e le recicli, e poi che mi sono disintossicata.

Nel mentre giocavo a poker, vincendo al terzo tentativo, ma soprattutto buttando fuori uno stronzo,

[ma nooo, non sta diventando una follia, no no, macché]

e appena finito in gloria ero lì lì per aprire blogger per scrivere quando quel cazzo di uccellino mi ha fatto "Tuiiiit" dalla barra dei preferiti.

Credo circa trecento.
Trecento tweet passati in rassegna con foto e/o video.

[no, non si mette il plurale negli inglesismi]
[cosa che, per altro, faccio con coerenza regolarmente]

Due ore.
Maledizione.


Va bene, vado in cucina, cerco dei ceci e mi ci inginocchio sopra.

mercoledì 4 gennaio 2012

sono una lurida (però mi lavo)

Oggi mi avevano chiesto dall'ufficio di tornare a lavorare su cose rimaste in sospeso.
Sarei in ferie con disponibilità eventuale e a mia discrezione.
Ma oh, no, no, no.

Se c'è una consapevolezza che si è materializzata negli ultimi due mesi
[spazio1999]
è proprio questa.
E cioè che dedico al lavoro troppe delle mie energie.
Un giorno parlavo con mia sorella e mi diceva che vuole chiedere il part-time
[se trova la quadratura del cerchio, ovvero come rientrare nelle spese con mezzo stipendio]
e io la guardavo incredula e lei mi diceva che le fa schifo il suo lavoro.

E io le rispondevo che vedi? Tu hai messo l'anima negli studi e poi hai immediatamente cominciato a lavorare nel tuo campo. Io che ho fatto la cazzona, invece, quando ho cominciato a lavorare è stato solo perché dovevo rientrare da spese enormi.
[niente, cinque settimane di bella vita a Londra quando tutto costava il triplo rispetto all'Italia]
E per caso mi è capitato di imbattermi in un campo antitetico a quello dei miei studi.
E ciò che ho fatto e ciò che faccio mi piace. Quasi sempre.

Mi risponde che beh, facile. Sono più giovane e ho cominciato a lavorare più tardi
[per finire a 97 anni, andando avanti di questo passo]
e che quando avrò sul groppone tanti anni di lavoro quanti i suoi, allora ne riparleremo.

Uhm.
Mi è sovvenuto il giorno in cui, come tutti quelli che lavorano nella città grande, mi scapicollavo giù per le scale della metropolitana, sentendo l'arrivo del treno.
All'improvviso.
Perché?
Non sono in ritardo.
Tra massimo tre minuti passa un altro treno.
E perché corro in mezzo al gregge, allora?
[se voglio essere una pecora nera, necessito coerenza]

Mai più fatto.
[a parte quelle dieci volte all'anno in cui riesco a non sentire la sveglia più rumorosa e fastidiosa dell'universo]

E se questo lavoro, a furia di assorbirmi così tante energie, cominciasse a farmi schifo?
Cazzo faccio, che non so fare altro???
Quindi ho deciso che lavorerò meno, e vivrò un po' di più.
Basta weekend passati con la VPN come amica
[un'amicizia a fasi alterne]
e basta rispondere alle mail della capa del venerdì sera alle otto.
[sono sempre una mega inculata]

Quindi io oggi ero impegnata alla mia sede Inps per chiarire una cosa.
Virtualmente.
[però è vero che mi hanno mandato una lettera minatoria]
Mi arrivavano le mail di lavoro sul pc e mi distraevano dal cazzeggio.
Ho chiuso la posta elettronica.
[e un po' sono rinata, si si]

P.s. memo: ieri ho cenato coi marmocchi. Ah, già, anche i loro genitori. Devo scrivere un post sui marmocchi, se no poi mi si cancella tutto.

martedì 3 gennaio 2012

scatafascio

Sicché vado a vedere un concerto con ex-amante.
Un anno e mezzo che non ci vediamo.
Non sono permalosa, no no.
Successe questo (pregasi mettersi comodi).

Un anno e mezzo fa andammo fuori a cena, fu veramente bello. Non più amanti da molto tempo, solo qualche piccola deviazione, riuscii finalmente a mettere piede nel suo intero mondo, e non in soli quattro continenti.
Serata bellissima, conclusasi con mia media performance e il viso di un bambino che ha visto un elefante volare.

Poi.
Il buio.
Se non ricordo male il giorno dopo partiva per le vacanze con tutta la famiglia, e io gli scrissi un messaggio. Cosciente del fatto che i suoi figli sono nell'età in cui fregano i telefonini e li frugano curiosi come bertucce, scrissi qualcosa di asettico, che non dava adito a chissà quali sospetti, ma che aveva un riferimento celato alla bella sera trascorsa.

Due settimane e un giorno dopo.
Due settimane e un giorno dopo mi arrivò la risposta.
Scrisse che gli si era rotto lo schermo del cellulare, e non poteva leggere i messaggi.
Dai, cazzo. Non ho scritto "Sali & Tabacchi" in fronte. Non sono un'idiota.
(non fino a tal punto)
Neppure fossi la sola che ti scrive messaggi! Spesso sono i colleghi a contattarlo così per delle info.
(è abbastanza un dio nel suo mestiere, sì sì)

Quindi no, non gli credetti.
Iniziai a staccarmi per un motivo evidente: potevo capire quando eravamo amanti. Potevo capire, soffrivo come un cane (ma d'altronde non è che me la fossi cercata, mi ci ero imbattuta, e una volta imbattuta per molto tempo non riuscii a tagliare i ponti), ma potevo capire.
Ora no.
Ora non c'è motivo, sono una persona (quasi) come un'altra, se non mi rispondi perché hai deciso di buttare il telefono nel cesso e prendere i cocci del tuo matrimonio e riattaccarli, va bene. Dimmelo e va bene. Qualsiasi altra ragione, anche fosse una troiona che ti fa un sesso tanto e che pensi di sposare in seconde nozze, va bene. Dimmelo e va bene.

Ma non raccontarmi storie.
Non faccio più finta di crederci.
E siccome divento pure veramente stronza quando mi sento presa in giro, non mi è scappata una sillaba sulla ragione della mia incazzatura. Non sa neppure che mi sono incazzata. E se ha un vago sospetto, comunque ignora la ragione.

Mandava messaggi, rispondevo uno o due giorni dopo, se rispondevo.
Mi chiedeva di uscire, rispondevo che avevo cose da fare o che non stavo bene o trovavo le scuse più bieche che il mio cervello potesse partorire.
[lascia stare, ché il mio cervello è veramente fantasioso: ieri - mentre sotto si fumava (sigarette normali, n.d.b.) - lui si è messo a ringraziare per l'Oscar. Me ne dissocio, un po' esagera]
Non avevo voglia di vederlo. Punto.

Per un po' ha chiesto: "Ma che c'è? Ma ti ho fatto qualcosa?", ma io negare sempre negare.
Perché?
Tu mi imbrogli e io non dovrei ripagarti con la stessa moneta?
[inizio dei consigli per gli acquisti - maschi che vi poteste eventualmente imbattere in queste righe, sappiatelo: a parità di intelligenza, o anche se vi reputate un po' più intelligenti, non mentite a una donna: se non vi sgama è perché è scema. così vi regolate, ecco - fine dei consigli per gli acquisti]
Non è stato un comportamento vendicativo. Ero delusa. Non lo volevo guardare in faccia, ecco.

Nel frattempo l'amica Psycho cercava di intercedere, ma io sono un po' testarda.
Poi, ormai era già passato un anno, a settembre ricominciò un gran pressing. Decido di portarlo a vedere un concerto. Almeno sfrutto il passaggio in macchina.
Arriva in una gelida serata di dicembre, mi saluta, partiamo, chiacchieriamo di banalità, entriamo un'ora e mezza prima dell'inizio dello spettacolo, gli mostro un po' di foto che avevo nell'ipad (furbescamente portato per dirottare la conversazione), concerto, patisco un gran freddo, fine concerto bello bello, risaliamo in macchina, altre banalità, arriviamo sotto casa mia.

Ero seriamente mezza congelata e non vedevo l'ora di mettermi in branda al calduccio. Ma forse ho anche voluto stabilire una distanza, non so. La stessa che lui mi ha imposto.
Si gira con la schiena mezza appoggiata contro la portiera, versione "due chiacchiere in due ore", ma gli dico che ho freddo, che stavolta niente chiacchiere.
E niente elefante che vola.

Mi accompagna con espressione stranita al portone.
Mi regala due libri. Mi dice che abbiamo una cena in sospeso.
Gli dico: "Sì, però facciamola col caldo, a primavera". Che vuoi che siano quattro mesi.
Ci salutiamo.

Sono a letto e ripenso alla serata. Mi è sembrato che questo rapporto sia allo scatafascio. Mi dispiace e mi rendo conto che la colpa è anche mia. Anziché incontrarlo l'anno scorso per urlargli in faccia la mia rabbia, ho preso distanza. Ed è una cosa che aborro. Ma non sono riuscita a fare altrimenti. Ho fatto e disfatto come in quei momenti mi andava di fare, senza pensare se lui ne avrebbe sofferto o meno.
Non mi interessava la sua sofferenza.
Cinica. Molto male.

Per molto tempo sono esistita dalle 8.30 al suo rientro a casa. Solo giorni lavorativi.
Ora no.
Ora basta.
Ora è tempo di liberarsi dalle catene.
(che tristezza, però)

domenica 1 gennaio 2012

il mayanno

Veloce, neh, veloce.
Che qui mica si può perdere tempo.
[no?]
Che già ne abbiamo perso abbastanza.
[plurale maiestatis?]
E cerca un'immagine, uno sfondo, e anvedi che blogger si è tutto dinamicizzato.
Eh? E che vor dì?
Beh, lo scopriremo solo vivendo.
E scrivendo.

Buon proposito 2012
Vivere di più, scrivere di più.
Lo stesso augurio lo rimbalzo a chi passa di qui.
[magari a quelli che scrivono come cani, ecco, feisbuk è meglio]

Buoni prossimi 365 giorni, my friends.
[ma il bisestile non porta sfiga?]