giovedì 31 gennaio 2008

parità dei sessi

"Se io avessi perso con lui, mi sarebbe seccato di meno. Invece ho perso con te, che sei femmina! Mi sta veramente sui coglioni".

P.S. Dal mio avversario n.2, per dovere di cronaca devo sottolineare di aver battuto anche avversario n.1, ma lui è più sportivo.

mercoledì 30 gennaio 2008

girls just wanna be loved (illuse)

Maria è una donna innamorata.
È timida, bietolona, gran lavoratrice, non una bellezza, ma fa anche pochissimo per valorizzarsi.
Gran lavoratrice.
E lavorando lavorando, si è innamorata.

Pino è un uomo discreto, molto simpatico ed estroverso.
È tutta una vita che corre dietro alle fighe (e qui sono indecisa se dargli significato preciso o allargato), si è fermato solo una volta per sposarsi e mettere al mondo una figlia.
Poi ha ricominciato a correre. Si è fermato ancora per problemi di salute. E non può più correre, ora come ora. Nel frattempo però ha incontrato Maria e l'ha conquistata.

Maria e Pino hanno cominciato a frequentarsi, ma io ero incredula, lei proprio non sembra il tipo. Sembra la classica brava ragazza che mai tradirà i principi morali con la quale la madre l'ha allevata. Fin quando un amico comune mi ha detto che lei nel frattempo aveva comprato casa e sperava di andarci a vivere con lui.
Ops.

Invece Pino neanche se lo sogna. Sua moglie gli lascia grande libertà, vede crescere sua figlia, non vuole rivoluzionare la sua vita.
Ma Maria non lo sa.
Non sappiamo come Pino gliela racconti, ma di certo è molto convincente. E lei molto innamorata.
Quindi va in ferie con lui che, subito essere tornato, dopo parte con la moglie.
Andando nello stesso, identico posto.

Lavoro con Maria in quella settimana, lei soffre come un cane. Al punto da farmi telefonare a lui con una scusa per sentire se in sottofondo c'è la voce "dell'altra".
Solo che vaglielo a spiegare che l'altra è lei, e non la moglie.

Maria inseguirà a lungo il suo sogno, finché diventerà troppo stanca o troppo vecchia.
Pino terrà il piede in due scarpe tutta la vita, se non potrà tornare a correre dietro alle fighe. Saltellando con agio da una scarpa all'altra.
La moglie è un essere indescrivibile: non sappiamo se passi da un amante all'altro, se soffra di vaginite e quindi sia sempre stata assai felice che il marito trovasse soddisfazioni altrove, se abbia fatto un voto.

Io vedo una donna che soffre ed è felice a momenti alterni e un uomo sereno e pacifico.

Se alle bimbe non smettono di raccontare quelle baggianate sul principe azzurro e se alle ragazze non smettono di far leggere "Orgoglio e pregiudizio", noi donne siamo condannate al romanticismo a tutti i costi.
E a prendercela (me-ta-fo-ri-ca-men-te) in quel posto.

P.S. sia ben chiaro. Io farei come lui, fossi uomo.

martedì 29 gennaio 2008

spazio

Va bene.
Lo ammetto.
Oggi, 29 gennaio, devo ancora riporre i regali di Natale.
E va bene!
Ammetto anche che devo fare il cambio di scarpe estate-inverno
[metto sempre le solite due paia da mezza stagione, altrimenti dovrei inerpicarmi sù per l'armadio]
ma oramai mi sembra inutile.
D'accordo!
[che palle però]
Ammetto anche di avere grossolanamente archiviato i documenti relativi alla dichiarazione dei redditi in cartellette talmente scivolose che neppure un rospo con zampe a ventosa riuscirebbe a star sù.
Insomma.

Sono un po' casinista. Anzi peggio, casinista-opportunista. Perché lo spazio per il portatile nuovo l'ho trovato, ma siccome non mi sono ancora staccata dal vecchio, ne ho due, uno a fianco dell'altro. Che chiunque entra in questa stanza mi chiede: "Appena preso? Stai migrando i dati?" e io mento, ché bene bene non ricordo, ma secondo me tra un po' sono tre settimane che abita qui.
[è stato il portatile, ovvero lo spazio che gli necessitava, che mi ha portato ad archiviare alla bell'e meglio i documenti, se no col cazzo, sarebbero stati ancora qui]

E sono casinista in generale.
Cioè faccio spazio per tutto ma in maniera confusionaria.
Per dire, le amicizie. Ho dei punti fermi, metaforicamente assimilabili al portatile, alla radiosveglia, al cordless, etc etc. Poi ho degli oggetti amichevoli da sistemare, che non so bene dove piazzare. Un po' perché non ho conoscenza approfondita dell'oggetto (= persona potenzialmente o effettivamente amica), un po' perché non ho spazio dove metterla (= tempo da dedicarle).

Però in questo casino io ci vivo bene.
Trovo tutto ciò che mi serve. Trovo tutto ciò a cui tengo.
Se avessi 500 mq di casa, sarebbe uguale. Se avessi una giornata di 48 ore e un weekend da 4 giorni, arebbe uguale.
È la mia natura.

E sa il cazzo perché sul lavoro sono pignola e ossessiva.
Così come nello sport. Per anni e anni 2 km di nuoto 3/4 volte a settimana. 60 vasche in vasca piccola e 40 vasche in vasca grande. E quando arrivava l'estate e si passava in vasca grande, quei 17 metri in più sembravano 17 km. Arrivavi al 33mo metro in coma e benché il riposo consistesse solo nel toccare il bordo e dare una gran spinta di gambe per affrontare la vasca di ritorno, era già qualcosa. Invece no! Davanti ancora una lunghezza che ti sembrava enorme, eppure come un mulo, stremata, tanto da bere copiosi sorsi d'acqua della piscina perché non riuscivi neppure più bene a prendere aria, arrivavi alla sponda. E di nuovo, senza neppure un 10" di riposo, toccavi e ripartivi.
E io, giuro, io sono l'antitesi della persona che ama lo sport.

Cioè, per farla breve.
Io non mi capisco.

È solo che oggi qualcuno mi ha detto: "Vuoi che ti aiuti a mettere a posto le cose (accatastate, n.d.b.)?".
E io ho pensato che prima dovrei mettere un po' a posto me.

P.S. errori ce ne saranno ma non ho tempo per rileggere, si mangia fuori stasera

lunedì 28 gennaio 2008

svarionato

A me un pitone che semina il panico per le vie di Milano, ma che in realtà è semi-paralizzato dal freddo, mi fa pena. Ché poi troppo sfigato. Strisciava davanti al palazzetto del ghiaccio. Pensa pitone che hai avuto un gran culo a essere preso da quelli della protezione animali, perché senz'altro, mezzo rincoglionito, saresti entrato proprio nel palazzetto. E lì morto all'istante. Oppure con sofferenza. Avresti strisciato sul ghiaccio, ti saresti appiccicato e un'anima pia, per salvarti, ti avrebbe sollevato con tanta violenza da strapparti in due. Va, va, pitone, che per stavolta ti è andata bene.

Ieri ho rinunciato a una cena buonissima, ma ho saputo che per dolce c'era la torta di mele. E a me fa cagare. E questo insignificante particolare mi ha ringalluzzito.


Se questa borsa andava regalata a qualcuno, quel qualcuno sono io, mica le fighette del tennis. Però dentro avrei voluto mica il portafoglio, nooo, tanto tre euri li tengo anche in tasca, mica le chiavi, nooo, tanto quelle le tengo al collo stile mucca-con-campana, mica il cellulare, nooo, tanto non rispondo mai e lo posso pure lasciare a casa, mica niente di eccezionale: solo nutelline di plastica, quelle con cui normalmente ti tagli sei dita prima di riuscire ad aprirle (sarà il sapore sangue-nutella che le rende speciali).

Vado che se no prima che mi veda le 3 puntate di Lost messe a registrare faccio le cinque.

l'unione fa(ceva) la forza

Ho avuto una notte tormentata.
E gira, che ti rigira, accendi la tv, spegni la tv, bevi, cazzo è finita l'acqua, noooo, sono le 3, nooo, sono le 4, rooonf, yawn, che sonno, che ora sarà?, le 8?!?, no, non ci pensare, dormi, non riesci?, dormi, conta le volte che Mastella ha minacciato di far saltare il governo, scriiiik, quelli di sopra si stanno alzando, brum-brum, qualcuno parte con la macchina, cazzo e son solo le 9, accendi la tv, segui un'ora e mezza di stupido telefilm, roonf.
Driiin! Telefono. Ok, mi alzo. 11 e mezza. Sono un morto vivente.
Amici a pranzo. Invito per il thé cassato, invito per una cena cassato.
"No, perché lo so come va a finire, che poi voi fate almeno mezzanotte e io invece alle 10 vado in branda!"
Ma si, dai, diamo l'ultima occhiata a quella robetta lì che domani devo spedire.
...
......
..........
Cialtroni (= perditempo) di tutta Italia, uniamoci.

P.s. i miei feeds dicono che domenica sera è fonte d'ispirazione.

sabato 26 gennaio 2008

la mia giornata in pochi sintetici (ché le cose in cotone 100% non le fanno più) punti

  1. ho scoperto che allora è vero, costruiranno un'ikea a pochi km da casa mia. della viabilità si occuperà ikea. delle minchiate da comprare, ce ne occuperemo noi tutte (parlo per me e per una decina di amiche)
  2. i soliti pensionati che loro al fisico ci tengono, sono andati di prima mattina in piscina a nuotare. poi hanno fatto la doccia. era gelata. ;la società dell'acqua calda aveva tagliato la fornitura. manco fosse stata la linea del telefono. i pensionati sopravvissuti alla polmonite, sono incazzati come bestie
  3. ieri ho visto alessio, un amico di palermo. mi ha salutato mentre parlavo in un ufficio con una persona. l'ho risalutato e almeno almeno ci ho messo 2' a realizzare. d'altronde è cambiatissimo. i capelli saranno più lunghi di 1 cm.
  4. non riesco a capire come possa aver fatto così tardi senza fare praticamente nulla.
  5. io senza cioccolato non sopravviverei
  6. mi viene l'orchite (metafora) a pensare che domani c'ho da svegliarmi alle 9 e 20, cioè tra 8 ore e 25'
  7. oggi il mio figlioccio ha compiuto 6 anni ed ormai è praticamente un uomo fatto
  8. la solita lista di cose da fare sul cellulare è stata ovviamente disattesa (as usual)
  9. credo di essere l'unica ragazza adulta a guardare one tree hill, per giunta in inglese. ma è una lunga storia. nove mi piace, indi mi fermo qui.

mercoledì 23 gennaio 2008

sono un'ignorante ma (tre parti, troppo lungo ma è il massimo della mia sintesi)

Prima parte (della serata)

Mentre leggevo il giornale online ho trovato un esercizio per mettere alla prova il tuo italiano (si trova qui), non ho neppure capito se i 6 livelli sono parti dello stesso gioco oppure se l'A1 sia il più semplice e il C2 il più complesso.
Ho cominciato con B1, ma mi sembrava sì banale che nella mia inossidabile modestia sono passata subito a C3.

133 giuste su 144. Un 93% rosicato.
Beh, per me è una chiara ammissione d'ignoranza, ché non sono poi così difficili le domande. Devo leggere di più, devo leggere di più, devo leggere di più.
[per chi si avventura, attenzione che un po' il test frega: maiuscole, minuscole, alle volte la frase va completata, alle volte basta la parola richiesta. Niente panico. Dopo aver controllato che vi è stato attribuito un errore che non è un errore, segnatevi bene le risposte che il test vuole, poi andate al livello successivo e subito cliccate a sx sul livello precedente. Basta che non barate su quelle che avete clamorosamente ed effettivamente sbagliato, se no non va bene) [tip: sappiate che il sostantivo collegato a "digerire" non è "digestivo"] [cogliona!]

Seconda parte (della serata)

A Ballarò parlano i figli di coloro che sono stati uccisi dal terrorismo degli anni '70-inizi anni '80. Zingaretti legge stralci del libro del figlio del commissario Calabresi, "Spingendo la notte più in là". Mi colpisce, e non solo perché lo trovo irresistibile. Mi colpisce ciò che legge. È il dolore della sua famiglia dopo due colpi di pistola fatali. Ed è anche altro.

Ho avuto contatti tramite e-mail, per coincidenze strane, con un signore che dopo molte parole gentili mi scrisse che era un ex-terrorista, condannato all'ergastolo, dopo più di 20 anni in regime di semi-libertà. Mi scrisse che se non gli avessi più risposto avrebbe capito. Io gli risposi ancora.
Mi scrisse (copio e incollo):

"non tutti sono pronti a capire, sopratutto non conoscendo la reatà di quegli anni, della storia che non è esattamente come te la raccontano...
Ma l'italia fintanto che non si deciderà a fare i conti con la storia, non andrà da nessuna parte. Sai, una nazione senza memoria non può avere futuro.
Per quanto ci riguarda abbiamo pagato tutto, ma ci sono ancora troppi morti che gridano vendetta o almeno giustizia...
Da piazza Fontana, all'italicus, a piazza Della Loggia e fino alla stazione di Bologna, con Ustica sono tutti in attesa di giustizia.
E in galera per quegli omicidi, non c'è mai venuto nessuno!
Gli italiani si meritano il berlusca, e tutti i guitti che verranno.
La volontà popolare non sempre ha ragione.
Spesso diventa forcaiola, se segue i cattivi maestri..."

A me la realtà di quegli anni non l'ha mai raccontata nessuno, io l'ho vissuta. Ero piccola, ma l'ho vissuta. E ricordo la monotonia dei telegiornali che parlavano sempre di morti, brigate rosse, gambizzati, indagini, polizia e carabinieri. Erano notizie ordinarie. Come (fino a qualche giorno fa) Berlusconi che annunciava la caduta del governo.

Poi, crescendo, piccoli pezzi di puzzle, uno dopo l'altro. Senza per questo avere una esatta comprensione di quegli anni, di quelle contrapposizioni così violente, di ideali ritenuti in assoluto giusti e portati avanti a mano armata.

Mi sarebbe piaciuto incontrare quel signore, ma fatti contingenti mi hanno poi impedito di farlo. E poi è passato del tempo, e mi è passato di mente, e lo stralcio di mail che ho incollato risale a due anni fa. Mi è tornato alla memoria proprio stasera. Perché io il puzzle non l'ho ancora messo insieme. Mi mancano tantissimi pezzi. Stasera ne ho uno in più ma mi manca ancora tanto per farmi un'idea precisa. E vorrei anche capire cosa possa armare la mano di un uomo, contro un altro che neppure conosce.

Nel frattempo sono andata a cercare il nome del signore ex-brigatista, perché mi scrisse di aver pubblicato un libro, google mi ha risposto con una pagina di repubblica che risale allo scorso febbraio. Leggo che il mio ex-interlocutore ha suggerito a due ex-colleghi di militanza, appena usciti di galera, dove far rapine per tirare sù un 100.000 euro. Gli è stata revocata la semi-libertà. Io sono ancora a bocca spalancata, e con il cuore che batte più veloce del solito.

Terza parte (della serata)

Quei quarantenni, figli, che hanno parlato a Ballarò, hanno parlato dei loro padri, attraverso i racconti ascoltati dalle madri, dagli amici, dai colleghi. Hanno parlato anche del loro dolore di bambini e del dolore delle proprie madri.
E mi ha colpito il figlio di Calabresi, che ha due ricordi nitidi legati al padre, il primo di un momento felice e il secondo del giorno dell'omicidio. Non aveva neppure tre anni. Io avevo il doppio degli anni e ho alcuni ricordi in più rispetto a lui. Ho perso mio padre all'improvviso, e non per terrorismo. Ma all'improvviso. Ho impresso nella mente il giorno della sua morte, impresso a fuoco.

Sento parlare di omicidi, politici o no, recenti o passati, di italiani o di stranieri, sento parlare di schianti in autostrada o di incidenti sul lavoro, e normalmente ascolto con indifferenza. Dimenticando quel dolore legato alla morte di una persona che ami, che riaffiora potente quando vedo il suo riflesso nelle parole, nei volti, nelle storie di persone che, loro malgrado, ne hanno conosciuto uno simile.

martedì 22 gennaio 2008

un cavallo che parla come un essere umano

Ho questa collega, di cui già scrissi a proposito del culo [inteso proprio come "dù belle mele" o "dù belle chiappe" che dir si voglia] che il mio amico Casanova apprezza assai, che ha una faccia da cavallo.
Con questa persona sto (stavo?) portando avanti un progetto. Niente di complesso, che io di complessi conosco solo quello della grassezza o al limite quello dei Beatles, ma per chi, come me, non sa un cazzo o quasi della materia, un po' lo è. Sottolineo che lei ne sa ancora meno.

Quindi ragioniamo un po' assieme, pensiamo alla struttura da dare, alla grafica, e sostanzialmente non siamo d'accordo su un cazzo. Compromesso. Semplifico la struttura, levo pure un po' di grafica un minimo originale, per rendere il prodotto finale sì triste, ma non così tanto da non essere cagato.
Lo invio per l'esame.

Il cavallo nitrisce alzando per aria gli zoccoli e scuotendo la criniera, perché la birbacciona (myself) ha anche messo mano ai contenuti, visto che erano scritti con gli zoccoli. E signore e signori, va detto: lei dovrebbe essere quella che si occupa di comunicazione! E sta minchia!
[forse comunicazione agli allibratori, essendo un cavallo parlante, dirà quale collega cavallo vincerà la tris]

Rompe insomma il cazzo. Le rode un po' il culo per le correzioni, ma non può dirlo, altrimenti verrebbe fuori che o è un'asina (mumble mumble... quindi un mulo?), o una che non ha minimamente riletto il testo dei contenuti.
Scrive allora che vuole un prodotto molto più semplice (=banale), stravolto nella grafica, stravolto nella struttura. Adesso questo significa una sola cosa per me: un lavoro della madonna, un po' fine a se stesso.

Tipo. Devi portare al 7^ piano 4 confezioni di bottigliette d'acqua da mezzo litro. Ogni confezione con le sue belle sei bottigliette d'acqua. Io avrei preso un ipod o qualche roba simile che mi cantasse nelle orecchie, due confezioni per volta e con due discese e due salite, un quattro bottigliette sprecate per reidratarmi, una maglia sudata fradicia, un dolore ai polpacci che neppure ti sto a dire e infine un bel colpetto d'infarto - appena accennato -, me la cavavo.
Ma se cavallo pazzo decide invece che io debba portare al 7^ piano nel silenzio tombale una bottiglietta per volta, sapete dirmi, signori telespettatori, qual è il risultato finale?

Zero!
Perché ogni bottiglietta me la bevo ad ogni salita! E mi venisse pure la pancia di un rospo

[deviazione, d'altronde non ne facevo da tanto.
Italiano: "ho un rospo in gola". Inglese (è vero, giuringiuretta): "I have a frog in my throat", così anche l'angolo della cultura l'abbiamo sistemato. Che poi gli inglesi non abbiano voluto il rospo, il toad, bensì la rana, cazzi loro. Suggerisco la seguente frase quando si è inchiodati in una conversazione in inglese di cui non si capisce un'acca: cominciare a tossire e a dare cenni di soffocamento, per poi pronunciare la frase suddetta e dunque abbandonare l'interlocutore in cerca di un bicchier d'acqua. Può essere un ottimo modo per far passare il tempo e abbreviare l'agonia, o addirittura svignarsela]

ma fosse anche per noia e non per sete, io quelle cazzo di 24 bottigliette tutte me le bevo, tutte.

Non so se risulti tanto chiara la metafora, ma il cavallo non può mettermi gli zoccoli in testa. Che va beh che la testa ce l'ho dura, ma tutto ha un limite. Siamo mica al Palio.
Io sono maledettamente pigra e di fare un lavoro inutile che nessuno cagherà, neanche a parlarne. Sono pigra e ho un discreto occhio per ciò che riguarda una struttura, una grafica e dei contenuti che possano destare interesse.
Ho la vaga sensazione che il cavallo abbia interpretato il tutto come un gioco di potere.

Io sono Heidi che vien giù dai monti che le sorridono, e sono pigra. Anzi, per fortuna sono pigra. Altrimenti ora Heidi, non arrivando a capire il sottile giuoco dell'amico cavallo, sarebbe in baita al tavolo di legno del nonno, con il formaggio, il pane e il latte della cena [ma non le venivano calcificazioni anche nei capelli?] ancora intonsi, a lavorare al progetto.
Anzi, che se facciamo una cosa facciamola bene: a portare il latte da vendere in paese [sì, lo so! Vendevano formaggio, ma se no non mi torna senso] un bicchiere alla volta, sù e giù, sù e giù.
E Heidi, no. Neanche un goccio. Lei.

[ok, sono un po' ingenua perché inquadro le persone in una bella, luminosa cornice fin quando non ho direttamente a che fare con loro, però no, Heidi era un'altra cosa. E poi a me i monti non mi hanno sorriso. Ma mai mai e poi mai]

lunedì 21 gennaio 2008

rivisitazione in chiave malvagia della famiglia del mulino bianco

C'era una volta la famiglia Pappinis, composta da una mamma tutto sommato buona (a parte quando le chiedevi in pubblico se aveva i benedetti amplifon sù, come se il pubblico fosse stato scemo e non si fosse accorto che il rumore assordante di radio/tv/gente-disperata-che-tentava-di comunicare-con-la-suddetta fosse effettivamente scemato), una sorella buona e una sorella bipolare (benché non scientificamente appurato), la quale era capace di essere veramente malvagia.

Dopo anni di esperienza la sorella buona aveva capito che c'erano due soli modi per sopravvivere alla sorella bipolare.
Modo n. 1
Ignorarla, starle lontano, non avere la minima interazione. Soluzione difficilmente attuabile quando hai una madre in comune e lei soffre a vedere la mancata interazione.
Modo n. 2
Trattarla male, ma possibilmente non in presenza della madre.

Però essendo sorella buona buona per davvero, le dispiaceva trattare male sorella bipolare e allora tornava a comportarsi in maniera naturale. Ma durava sempre poco.
Perché sorella bipolare improvvisamente, per un nonnulla, diventava malvagia e riversava su sorella buona cattiverie impressionanti. Parole, solo parole. Ma parole che facevano male più di pietre scagliate contro.
Sorella buona si rigirava nel letto e soffriva e meditava vendetta e soffriva e si dava della cretina per aver smesso di trattarla male e poi soffriva ancora, infine si addormentava.

Si narra che dopo uno di questi episodi la loro madre fece un piatto speciale, per cui entrambe le sorelle invitarono delle amiche.
Sorella bipolare, con leggiadria, facendo finta di far parte della famiglia del mulino bianco, continuava a far domande a sorella buona, la quale rispondeva a monosillabi, ché anche un decerebrato avrebbe capito che non tirava aria. Eppure sorella bipolare insisteva, con dei gran sorrisoni e quasi saltellando di felicità.

Si narra che sorella buona ad un certo punto non ci abbia visto più e che si sia trattenuta solo perché madre con amplifon le era seduta accanto. E le abbia chiesto, per favore, che per quel giorno non le rivolgesse più la parola, ma sorella bipolare sembra che abbia chiesto "Perché".

Si narra che sorella buona si sia rammaricata di non avere un paio di coglioni che in quel preciso istante sarebbero serviti a sfrantumarsi per terra, alleviando forse l'incredulità, l'incazzatura, l'ira che stavano per possederla interamente. Sibilò un "Lo sai benissimo", ma per la verità non fu affatto sicura che sorella bipolare lo sapesse. In ogni caso sulla tavolata calò un silenzio tombale, come se la cattiva fosse lei. E sorella buona avrebbe pagato fior di quattrini per poter spiegare, ma se lo avesse fatto avrebbe dato un dispiacere a sua madre, e non lo fece.

Si narra che cercò di resuscitare la conversazione, e ci riuscì.
Ma digerì tagliatelle ed amarezza.

P.S. Per chi non lo sapesse il weekend è stato costellato anche da malvagità, anzi, accuse e contro-accuse, scritte a chiare lettere tra blogger per loro natura (intendo: natura blogghistica) molto diversi. Si è arrivati alle minacce fisiche e ad anticipare future denunzie per diffamazione. Nella diatriba si sono anche inseriti sedicenti avvocati per chiarire il codice civile al volgo.
Se mi sporgo un po' dalla finestra vedo ancora personaggi che aleggiano soavi nell'aere. Chissà quando poseranno di nuovo i loro piedi per terra.
Di teste di cazzo è pieno il mondo.

P.P.S. Per chi volesse studiare sociologicamente o psichiatricamente la questione rimando al post di Greenwich e di Vertigoz del 18 gennaio, ma soprattutto ai commenti che sono tantissimissimi.

giovedì 17 gennaio 2008

velocerrimo

Il post di Greenwich di cui al limite trovate il link del blog a fianco ma di cui non mi metterò a fare un bel link al post io che ho passato l'ultima ora e rotta a lottare con javascript che vabbé lasciamo perdere che se no faccio notte [cazzo! è già notte], mi ha posto un sacco di problemi esistenziali sulla nascita e crescita di questo blog.
Perché scrivo (quasi) tutti i giorni, io.
Perché scrivo di accadimenti banali di una vita abbastanza banale.
Però mi salvo perché mi leggono in pochi e mi commentano in ancor meno.

Eh no.
Secondo me mi salvo perché ho personalità, nello scrivere e nel raccontare.
Sono un'orrenda immodesta ma spero non superba, e comunque meglio così che ipocrita.
Quindi il post di Greenwich rimane un bel post di riflessione, che va letto, però io mi salvo, ecco.

martedì 15 gennaio 2008

emergenza? "no!" mater dixit

Chiunque abbia a che fare con un genitore vecchietto ma arzillo e furbastro, saprà di cosa sto per scrivere.
È che qui abbiamo a che fare con persone che, sticazzi, altro che andare a sciare prendendo la seggiovia velocissima coperta, bensì andare a sciare sulle vette circostanti il paesello, con sci dal peso di 2 tonnellate l'uno e risalite fatte rigorosamente a piedi. E stiamo parlando di quelli fortunati.
Di quelli che ancora ti recitano poesie imparate in seconda elementare, che sanno tutte le (vecchie) provincie di tutte le regioni, di quelli, come mio babbo, che conosceva Trilussa a menadito. Io non saprei neppure dire tutta la bibliografia di Ammaniti Niccolò.

Mia madre è parte della specie.
Ma minchia, se è testarda.
Mater ha la pessima abitudine, per ragioni che a me rimangono tutt'ora sconosciute, di interrompere il ciclo della lavatrice per poi riprenderlo in altro momento. L'altro giorno, mentre io agognavo di far partorire dalla scatola il nuovo portatile e passare ore e ore a farne la conoscenza [a proposito, sto scrivendo dal vecchio, se no mi si offende], la vedo smanettare con aria preoccupata su manopole e manopoline della lavatrice.

L'aria preoccupata non è da lei.
Non appena percepisce la figlia in movimento, cambia maschera, tira fuori un sorriso a denti stretti, e mi dice: "Non capisco come mai..." mentre io urlo: l'oblò è per 3/4 pieno d'acqua. La figlia col cipiglio le chiede che (minchia) ha combinato, lei dice che no, niente, aveva arrestato la lavatrice e adesso voleva farla ripartire, però si sentiva solo il rumore dell'acqua che riempie il cestello e mai quello dello scarico.

"Mami, ma com'è che la lavatrice te l'avevo settata io a 70C e ora è a 60C?"
Bofonchia di qui, tira su le spalle di là, mi gira di scatto la testa dall'altra parte, ovvero tutte quelle movenze che sanno di mater colpevole di qualcosa che non andava fatto, e che scatenano in te la forte compulsione a sradicare l'oblò e farci entrare tua madre dentro, non necessariamente intera.

In pratica, per risparmiare questi 10 fondamentali gradi (era la lavatrice degli stracci più lerci del mondo, neppure 170C sarebbero bastati), ha interrotto un programma ma poi, senza portarlo a termine, è come se ne avesse cominciato uno ex-novo.

Figlia incazzata tenta nell'ordine: scarico acqua, centrifuga, centrifuga delicata. Dopo 15' di attesa per ognuna delle funzioni indicate, tutte le possibili spie iniziano a lampeggiare come colte da attacco eplettico. Guardo le istruzioni: lavatrice kaput. Lo comunico alla mater, che s'incazza con me dicendo che con la sua vecchia lavatrice questo non sarebbe mai successo! Lei si che lo scarico dell'acqua l'avrebbe fatto senza tante storie!

Nel frattempo, mentre io tentavo e ritentavo senza successo, arriva un vicino che le aveva comprato qualcosa al supermarket (poraccio), e naturalmente viene coinvolto. Ha un'ideona: "Non è che c'è il filtro otturato?", e comincia a smanettare, bontà sua.
Risultato: il filtro era liberissimo, ma lui, alla velocità di circa 20cl per volta, ché il filtro è basso basso e devi raccogliere l'acqua che ne esce con un recipiente altrettanto basso, si è svuotato l'intero cestello. Ai 6 catini di acqua gettata, ho iniziato a pensare d'essere pazza: può contenere un oblò pieno a 3/4 6x4=24 ventiquattro litri e passa d'acqua?
Mi sa che può.

Con questo mi sono segata via metà weekend.
Con questo e il sonno poi sopraggiunto. Alle 6 sono crollata stecchita, come fa mia zia che oggi compie 93 anni e per telefono mi ha detto "Mi avete commosso!", per uno stupido mazzo di fiori che io e mia sorella le abbiamo mandato, quando invece sono sempre io a commuovermi quando mi dice: "Tante belle cose", e lei si che ha l'intenzione vera di farti un bell'augurio.
Intanto ha seppellito i suoi 4 fratelli, ben più giovani.
Ha una scorza.

Dovevo riequilibrare la mater nell'oblò con qualcosa di sentimentale.
Se no mi sembro un mostro.

P.S. Io sono stata tra coloro che hanno sorriso alla ritirata del Papa, che per di più si è dimostrato pavido (e facciamoglielo sapere che Gesù ha subito altro che una contestazione studentesca), ché scienza e religione cattolica non sono mai andate d'accordo. E ho provato il solito schifo per l'ipocrisia di politici e giornalisti finto-cattolici che hanno parlato di fatto gravissimo. Per vaccaparrarsi elettori o lettori finto-cattolici.
[il fatto gravissimo è riempire e svuotare a mano un'intera lavatrice dall'acqua, altroché]

domenica 13 gennaio 2008

elettronica e dr house

Io cercavo un portatile che ormai sembrava introvabile.
Lui era venuto con me per vedere il prezzo di una fotocamera digitale.
Siamo usciti con:
  • un portatile
  • una chiavetta usb da 2Gb
  • un dvd recorder in super-offerta
  • un rasoio elettrico
  • una fotocamera digitale fighissima
  • una memory stick per la suddetta

Tutto questo nel giro di un'ora scarsa.

A parte la soddisfazione di constatare che il prezzo esposto del pc era di 180 € inferiore

[e voglio stendere un velo pietoso sul fatto che via internet costava ancora meno, ma non sai mai cosa ti rifilano! - io mi consolo così, alle volte]

rispetto al prezzo che ai commessi appariva sul loro computer, ed è la seconda volta che un episodio del genere ci accade quando siamo insieme, e lui mangia sano e legge sempre altroconsumo, quindi sa che per legge è il prezzo esposto quello che vale, dicevo, a parte questo sto scrivendo da questo pc sconosciuto, che finalmente ha una tastiera italiana, di cui ancora non conosco vizi ma di cui senz'altro conosco un pregio (audio spettacolare), però di fianco ho l'altro che sbuffa più del solito, e a me spiace.

So che sono cretina, ma a me spiace abbandonare il vecchio, che sì fedelmente mi ha seguito per tre anni e rotti. Mi rendo conto di avere un problema serio. Penultimo cambio del telefono: due mesi, ultimo cambio telefono: sette mesi. Sono stati due regali, fortunatamente, l'ultimo dal mio provider telefonico, il penultimo da ex-colleghi che dunque, diventando in quel momento ex, non mi vedevano quasi più, se no c'è rischio che chi ti fa un regalo così e non ti veda utilizzarlo s'incazzi pure, il che finora mi ha sempre permesso di uscire da questa mia follia con discreta dignità.

Ho questo modo di attaccarmi agli oggetti, ereditario, che quando entro in casa di mia sorella mi rendo conto possa assomigliare a una patologia. Seria.

Sempre a proposito di soddisfazioni, causa malinteso familiare, mi trovo costretta a fare un regalo di Natale posticipato, decido quindi di regalare il SECONDO DVD recorder a mia sorella. Il primo, di qualche anno fa, pagato un occhio della testa, si ruppe in 4+4=8 e causa ritardo dell'assistenza e successiva litigata tra noi, non sfruttammo la garanzia.

Oggi le faccio trovare quello nuovo e mi dice: "Oh, che bello! Ma io ce l'ho già... non ti ho detto che l'avevo fatto riparare? [no!] Era solo una ventolina...". La malandrina voleva tenersi quello nuovo e passare a me la vecchia ciofeca, ma qui mi sono ribellata e ora si pone il dubbio cruciale: consumismo a go-go e prima che deceda il videoregistratore mi organizzo e me lo tengo io, oppure, come una brava formichina, torno in negozio, li imploro per un buono, e lo giro a mia sorella?

[ma se lo merita?]

Commenti:

  1. dopo aver visto Dr House nei panni del padre cretino di Stuart Little, io da quel dottore a farmi fare una diagnosi differenziale non ci andrei più
  2. la pioggia ha rotto il cazzo
  3. il mio dirimpettaio ha avuto la sfiga di entrare in casa mia mentre lui era qui, ove lui sta per il mio vicino di casa pensionato che vorrebbe troppo stare al passo con la tecnologia, lo stesso che ha fatto shopping con me. Peccato non avesse capito come ripristinare il flash della fotocamera [perché prima dell'avvento delle digitali le chiamavamo macchine fotografiche ed eravamo felici lo stesso?]. Stavamo studiando la situazione quando il dirimpettaio ha esclamato: "Ma è la stessa che ho io!". Il pensionato s'è illuminato d'immenso. Voci di condominio dicono che dal dirimpettaio sia stata approntata una brandina in camera dei bimbi. E che lui mediti di arruolarsi nella legione straniera.

giovedì 10 gennaio 2008

tutto costa

Ho vinto il primo match dell'anno (un'agonia, tre incontri, una sola vincitrice [ME!!!] dopo un sudato pareggio), ora boccheggio di stanchezza.
[ho idea che la mia inusuale sintesi farà qualcuno felice]
[un pazzo!]

mercoledì 9 gennaio 2008

questione di culo

Interno al neon, fuori buio medio.
Una biondina in ufficio, me medesima, amabilmente scherzando con la segretaria, sta per accattarsi la sua giacca per uscire.
Giunge la superiora (che non è suora, tutt'altro) con scagnozza al seguito.
Abbiamo avuto tre ore per parlare di un progetto, ma le due si sono imboscate altrove perché avevano altre cose di cui discutere.

Su: "Ma come, già te ne vai?"
Io: "Si superiora, come spesso di mercoledì scappo alle 5 in punto. Avevo avvertito! Non puoi farmi fare tardi ché ho la guardia del corpo che se no mi mena"

Interno-esterno a metà, ovvero atrio: Casanova, di cui già scrissi molto, è venuto a raccattarmi, passa innanzi alla porta del nostro loculo per farmi ovviamente pressione.

Sc: "No, perché sai, di questo progetto qui, ne abbiamo parlato ma vogliamo capire da te se sia realizzabile... Proprio due minuti non li hai?"
Scagnozza dá di spalle a Casanova. Scagnozza ha un gran bel fisico e un bel culo. Anche se il viso è preso in prestito dal grande Ribot.

Io: "No, vedi scagnozza quell'uomo lì nell'atrio...mi s'incazza se lo faccio aspettare"
Turbo-udito di Casanova: "E non dipingermi peggio di quel che sono! Passino i due minuti!"
[inizio a pensare che attaccato all'orecchio non abbia un auricolare bluetooth ma un apparecchio amplifon]
La cosa mi stupisce assai e io rimango incastrata in un discorso incasinatissimo per 10 minuti buoni, che peggio spesi non si poteva. Nel frattempo la segretaria, una balda 55enne che è simpatica da morire, offre il pandoro a Casanova che rifiuta, e s'avvicina quatto, per far finta di tenerci alla sua (informe) linea.

Finalmente esco dall'ufficio.
Esterno buio quasi già pesto.
Io: "Scus......."
Ca: "Che culo, ragazzi, che culo, madonna, che culo, diobono, che culo, da morderlo tutto"
Lo guardo perplessa.
Ca: "Però cambiate quella cariatide di segretaria, casso!"
Costei ha più o meno l'età di Casanova.
Io: "Da quanto non scopi?"
Ca: "Due giorni e mezzo"
Io: "Ho capito tutto."

martedì 8 gennaio 2008

ho perso il blog e trovato l'urto di nervi

Stasera, per alzare il mio livello di urto di nervi a galattico, non vedo il blog.
Vedo solo una pagina bleu con tanti pallini, e forse è un messaggio subliminale per dirmi che forse potrei anche liberarmi dei pois e pensare a un template migliore.
No. Sbatti.
Sono mica come S che non c'ha una minchia da fare tutto il santo giorno e cambia ogni cazzatina ogni tre per due (disse quella che spese 90' a caricare due immagini la cui bellezza, per altro, nessuno ha commentato. Ma tanto non le tolgo, gnegnegne).

L'urto di nervi, mitigato dal solo fatto che il mio stupido cellulare ha smesso di fare "sgneek" ed è finalmente entrato in letargo, fino a prossima ricarica di batterie, si è palesato di prima mattina. E ahimé è perdurato fino a questa tarda ora.

Lasciamo stare le cause ché, davvero, non interesserebbero neppure alla mia belva femmina, la più tontolona del trio.
[e io che avevo preso una femmina causa netta differenza di prestazioni intellettual-logico-matematiche tra la Belva, la mia capostipite deceduta anni orsono, che superava per Q.I. tutta la famiglia - e chi, per un solo momento, pensasse che siamo una famiglia di tontoloni, venga colto da immediata, lancinante e perdurante diarrea -, e i due maschi a seguire, di cui l'ultimo è belva n.1, il gagliardo vecchietto]
{avrò scritto un periodo un po' contorto? mah, io ci capisco}

Per me ci sono solo due modi per affrontare l'urto di nervi.

Modalità n.1:
scagliarmi su chi me lo ha provocato.
Controindicazione n.1:
se te lo provocano più persone passi per una pazza isterica, e tutti ti guardano come un auspicabile t.s.o.
Controindicazione n.2:
lo "scagliarsi" indica volutamente qualsiasi mancanza di freni inbitori, ordunque dare della testa di cazzo, per fare un esempio, al tuo capo, non è che possa recarti in futuro e neppure nell'immediato grandi vantaggi (anche se in quell'esatto, preciso momento è ciò che pensi con tutta l'anima e tutte le membra del corpo)
Controindicazione n.3 (la più bastarda): se l'urto di nervi è provocato da una situazione contingente, che so, diciamo dal maltempo, puoi solo scagliare ripetutamente la tua testa contro il muro, e ti fai molto male.

Oppure:

Modalità n.2:
tacere, immusonirsi, rimuginare.
Controindicazione n.1:
gastrite, con possibili fistole e/o ulcere
Controindicazione n.2:
quelli che ti stanno intorno non si accorgono del tuo sguardo aggrottato alla Pappalardo Adriano da incazzato, e cinguettano come rondini a primavera, facendoti invocare il patentino di caccia e il possesso dunque di una carabina con cui impallinare il culo a tutti
[tipo zio Paperone coi Bassotti]
Controindicazione n.3:
quelli che ti stanno intorno brillantemente capiscono, dal fatto che sillabi una parola ogni due ore contro le solite trecentosessantuno al minuto, che qualcosa non va.
Allora vengono lì e ti chiedono: "Qualcosa non va?" (si imbecille, non si vede?!?), aumentando esponenzialmente la tua irritazione.
Oppure si azzardano in: "Ti ho fatto qualcosa?", che nell'Opzione Uno (no, imbecille, ma non ti rendi neppure conto di quando irriti una persona fino a un punto di quasi non-ritorno?!?) si risolve sgrufugnando un "No, ma lasciami perdere che è meglio" - e si, lì arriva sicuro il pat-pat sulla spalla -, mentre nell'Opzione Due (si, imbecille, mi hai mandato a puttane la giornata e forse l'intera settimana o addirittura l'intero mese) si fa ricorso a tutto il proprio autocontrollo, ma quando le tue menzogne lo/la porteranno a credere d'essere innocente e di aver dunque anch'egli, anch'ella il diritto di farti pat-pat sulla spalla, non saprai trattenerti dal rompergli tre denti con una capocciata, e ciò ti costerà:
1.causa penale per lesioni preterintenzionali (esistono?)
2.causa civile per danni morali e biologici
3.il dentista.
Per un altro/altra.
Come se già non bastasse pagarti il tuo.

Ora cerco un imbuto che ho ancora mezza scatola di Caffarel.
Si sa mai che aiuti.

P.S. Variazione familiare sul tema. Se a darti l'urto di nervi sarà una sorella o una madre (o in casi maschi o lesbo, una compagna), stai sicura che ella non si tratterrà dal chiederti, dopo ore, un bacino. E tu, soprattutto in caso di madre, che conoscendoti avrà tenuto tutto il giorno le orecchie basse basse, non avrai il coraggio di negarglielo. La sorella o la compagna si possono invece serenamente mandare affanculo. Tanto più che loro le orecchie basse basse mica le tengono.

domenica 6 gennaio 2008

corri ragazzo laggiù

Avvertenza: questo post, nella prima parte, parla di bambini. Anzi, di un bambino. Chi ne è irritato sorvoli e atterri a metà]

Ospite a pranzo dei genitori di ex-fidanza, che, malgrado il loro figlio prediletto abbia sposato un altra (valentissima - e non lo dico per piaggeria visto che ignora e spero ignorerà a vita l'esistenza di questo blog) [digressione per l'unica amica che mi ha ciascato: dovessi crepare, ok. Puoi renderlo pubblico. Il blog, intendo. Ma solo agli Amici. E voglio che spieghi come tu mi abbia stanato contro ogni mia volontà, e come io non ti abbia mai detto mezza sillaba. SPIEGALO! Che poi lo sai che le solite due mi si offendono], scrivevo, malgrado questo mi vogliono ancora bene e ogni tanto mi invitano per mostrarmi il nipote, frutto della fatica di una loro figlia.

Costui è figlio di madre fighissima e padre medio. Ha preso abbastanza dal padre. È un compagnone, gli piace stare con tutti.
Stavo uscendo, lui era in un'altra stanza con la mamma, un lungo corridoio di mezzo e poi io. "Aleeeeee, corri, corri!" mi sento urlare.

E 'sto nanetto lo senti zampettare (un metro, 20 scalpiccii), arriva ridente e veloce come una lippa, io lo attendo a braccia aperte e lui, all'ultimo momento devia.
Trascinandomi nel ridicolo.
Poi, sempre correndo, torna dalla mamma. Dalla terza volta in poi (il gioco è durato finché sua zia, un po' bastarda, non ha fatto lo sgambetto al povero nanetto) mi è arrivato, correndo, tra le braccia, e lo so che sono sentimentale, ma io in quel momento ero felice. I bambini regalano momenti di felicità incredibili. Il nano ha 18 mesi. Avesse 18 anni in più e sapesse regalarmi altrettanti momenti di felicità, lo sposerei subito.
[in quanto tempo diventerebbe ex-marito?]

Ieri ho rivisto ex-moroso (la mia vita, è vero, è tutta un ex), che, lo ammetto con molta vergogna, mi ha chiamato insistentemente per due giorni finché, oramai esausta, non gli ho risposto. Mezz'ora dopo era da me, per portarmi una maglietta che userò per dormire tant'è bruttina e TRE CD DI FOTO per un totale di quasi 900 foto, formato 3200 pixel per non so quanto.
Mi è caduto in depressione persino il pc.
Il fior di loto è senz'altro un bel fiore, ma non vi è la stretta necessità di fotografarlo 50 volte.

"Ma cazzo soprannome, con la digitale fai una foto, vedi se è venuta, altrimenti la cancelli! Qui ci sono un po' di foto anche sfocate...".
Reply: "Ma no soprannome, non capisci un cazzo! Il bello della digitale è che puoi fare un casino di foto, poi le scarichi e il giorno dopo ne puoi fare un altro casino! Poi con calma, quando arrivi a casa, scegli le migliori"
"Ma scusa, allora perché io me ne becco 900?!"
"Avevo voglia di fartele vedere subito!" tradotto: "Non c'avevo un cazzo da fare stasera e avevo voglia di parlare del mio viaggio" che va beh ottimista, ma completamente cogliona no.
Però è stato carino.
Affettuoso. Simpatico. E mi bacia ancora sulla bocca, un po' stranito, ma lo fa. E io sono contenta, che si sa, ci vuole poco a farmi contenta.

Saldi.
Non ho niente da comprare.
Quindi domani spenderò con amica almeno 2.000.000 di euri.
Mi fosse servito qualcosa non avrei comprato niente.
Ovvio.
[solo le femmine possono capire]

venerdì 4 gennaio 2008

strizza

Se hai due amici all'estero, se in quel posto cade un aereo, se tu provi a contattarli ma non hai risposta, se nel frattempo altri amici ti chiamano e ti messaggiano per aver notizie, se tu cerchi di tranquillizzare un po' tutti ma senza crederci tanto, se a te sembra vagamente di ricordare che i tuoi amici andassero in un qualche cazzo di villaggio e lì rimanessero fino alla befana, se tu sai però di avere una memoria di merda su cui non puoi contare, se passano due lunghe ore dal tuo tentativo di contatto a una loro risposta, che arriva alle nove e mezzo di sera
beh
non stupirti più di tanto dell'atteggiamento ossessivo-compulsivo che hai nei confronti del portatile del tuo vicino, a cui mancava solo facessi una colonscopia (al pc, non al vicino) per sapere che minchia c'ha.

[e ho un male al collo a furia di stare tutta storta, l'emù soffre di male al collo, ma non vuole andare dal veterinario, ché non è coraggioso come la terza belva]

giovedì 3 gennaio 2008

pant, pant

Mi ci sono voluti questi 90 minuti per aggiungere due immagini, e quando troppo grandi, e quando troppo piccole, e quando troppo allungate, e dimmiii quaaaando, quaaaaandoooo...

Ho da poco finito di mangiare il dolce più buono dell'universo, se avessi un blog gastronomico tutto bene e ne scriverei la ricetta, ma siccome no, qui non si danno ricette. Sono solo quelle particelle di mascarpone che stanno ingolfando le mie arterie ad infastidirmi un po'.

Novità odierna n.1: ex-moroso è tornato dal suo lungo viaggio.
Reazioni della sottoscritta: non ho beccato la chiamata, si vede che ero distratta, e non solo non l'ho richiamato (come è naturale aspettarsi), ma da quando alle ore 17.55 ho spento il cellulare per la pennica agognata, ho accuratamente evitato di riaccenderlo, con atteggiamento malmostoso, per il rischio mi potesse richiamare.
Che posso aggiungere?
Io gli voglio molto bene. Non ne sono innamorata. Ho voglia di vederlo.
Forse mi dà ai nervi il fatto che mi dovrà raccontare per filo e per segno di queste settimane. E sono infastidita. Un po' perché tutti i racconti delle vacanze mi infastidiscono, un po' perché mi irrita che si diverta persino anche senza di me.
Perché io e lui, davvero, insieme ci siamo divertiti un sacco.

[nota a margine: ex-fidanza, la notte di Capodanno, ha risposto al telefono di casa, non riconoscendo l'amica che sta ancora in Venezuela. Così quando l'amica e io ci siamo parlate abbiamo riso di quanto sia tordo e lui, per scherzo, si è avventato sul telefono, mettendo giù! Sono rimasta sì basita che lui ha cominciato ad abbracciarmi e a sbaciucchiarmi sulla fronte, e diavolo, son passati tanti anni, ma l'ha fatto in un modo che usava ai tempi di noi due insieme. E io, boh, ero contenta perché lo so che mi vuole un bene dell'anima, ma preoccupata che sua moglie ci rimanesse male. È stata una cosa strana, insomma]

Novità n.2: la neve. Come una bambina, ho la tapparella ancora sù, che se smetto di guardare magari smette anche di nevicare.

Novità n.3: sono una smargiassa e la pago. Ho fatto la grande col vicino di casa, gli ho detto, stile quello di Zelig che lavora alla Ferrari: "Ma me lo dia a me il suo portatile, che ci penso io!". Dopo pranzo, colta da crisi isterica, ho riformattato e reinstallato tutto ex-novo. Per la seconda volta. Adesso mi cago sotto ad ogni riavvio. E non ho finito. Tra l'altro, avendo l'altro portatile qui a fianco, continuo ad allungare il collo, tanto che oramai mi potrebbero serenamente scambiare per un emù.

E va bene, chepppalle, lo ammetto! Dal sito del Corriere c'era un link ad Astra, coi riassunti degli oroscopi 2008. Sbirciato.
Adesso. Dovessi crederci, figata. Dovessi credere che accadrà l'esatto contrario ed avendo io e mia madre il medesimo segno zodiacale, non è che possiamo ripartirci, uniformemente o no, le sfighe?

martedì 1 gennaio 2008

2008, primo gennaio, che freddo che fa

[sì, sono sopravvissuta, sono andata a dormire troppo tardi, ho mal di testa da mezzodì, ma si, ci sono ancora: nessuno dei razzi, razzetti e fuochi d'artificio portati dall'amica G mi ha colpito in pieno volto, se non quello coi coriandoli]

Io e un'amica lo scorso anno facemmo una lista di Buoni Propositi Per Il 2007.
L'ho aperta sorridendo, l'ho letta e ho subito smesso di sorridere.
Poichè mentre l'amica ha raggiunto 2 obiettivi su 3, io ne ho raggiunto solo 1 su 3, e pure quello parzialmente... Me tapina, direbbe la versione femminile di Paperino (che sia chiaro, non è quella rompicoglioni di Paperina).

Lo so, lo so da sempre che mi devo testardamente astenere dall'annunciare, in stile Vaudetti Rosanna, i buoni propositi per l'anno che comincia.
[qui potremmo aprire una dissertazione o un sondaggio su quanti ritengano che l'anno nuovo cominci alla fine dell'estate, contro coloro, più precisini, che optano per il primo gennaio]
Ne riuscissi a realizzare uno, completo. Mai.

Quindi eviterò.
Però, anche se ho miseramente fallito, mi trovo con una dolcissima bestia nuova, con un po' di chiarezza in più nei rapporti con amiche a cui voglio bene come sorelle, con un nuovo impegno lavorativo non retribuito, che tuttavia mi da un sacco di soddisfazioni a livello personale (e di tanto in tanto si leva qualche "brava" o "bellissimo" anche da qualche anima pia a cui devo rendere conto), con la mia famiglia in buona salute.
E dici poco.

[e se questo 2008 mi portasse ad essere milionaria? e se gli oroscopi, che non ho letto per spocchia ma di cui mi hanno riferito, fossero veritieri? e se trovassi molti ex-morosi di colpo, senza il necessario passo precedente? e se finalmente capissi dove minchia voglio andare?]