lunedì 28 settembre 2009

la sciura maria (segretaria incapace di tacere)

Come già scrissi, ho questa collega che lavora al mio fianco, un po' particolare.
Non gradisce parolacce, è un po' pedante [mai come me, ma esercitiamo l'arte della pedanteria in maniera molto diversa, e questo mi solleva. Ops. Ora batto la testa sul soffitto], parla ad alta voce mentre lavora (come me, d'altronde), si veste come mia nonna (ne avessi una in vita).

Entra in ufficio questa collega, che chiamerò Old Fashion.
L'ufficio vede presenti cinque persone, tra cui la segretaria. Costei inizia a chiedere scusa ad Old Fashion, a dire che è stata proprio inopportuna, a cospargersi il capo di ceneri. Evidentemente, in un momento in cui io non ero presente, ha detto qualcosa che le è poi sembrato fuori luogo.

Old Fashion esce dall'ufficio ed io, mai curiosa, la tempesto di domande: "Ma cosa le hai detto? Me l'hai offesa? Ma non riesci a tenerti una patata in bocca?!".
Sicché la segretaria mi racconta di un giorno in cui OF vestiva con un abitino stile vestaglia, blu con fiorellini bianchi, davvero agghiacciante. E "agghiacciante" lo posso assolutamente confermare, l'ho visto con i miei occhi. Un vestito che mi ricorda le signore toscane del paesello del mio babbo, quando la domenica andavano alla messa.

Insomma la segretaria, ad ufficio pieno, si è espressa con un "OF! Mi sembri la sciura Maria con quel vestito!", e pare che OF abbia fatto un forzato sorrisino e, con qualche scusa, sia poi andata a lavorare in un altro ufficio. Embé. Non posso neppure cazziare la segretaria, a parte l'indelicatezza di parlare innanzi a tutti, perché ha sacrosanta ragione.

Rientra OF. Stavolta siamo solo noi tre. La segretaria le dice: "Guarda, mentre ero a letto quella sera, continuavo a girarmi e rigirarmi pensando a quanto fossi stata inopportuna...". Boccaccia (anche) mia, statti zitta. Nooo! Ce la posso fare? Nooo!
"Ah, se devo proprio essere sincera [non devi, cazzo, non devi! La sincerità non paga, cazzo!!!] [ma non resisto] anche a me non sembra un abito adatto alla tua età".
Mi guarda.
Stupita che io mi sia permessa.
Segue analisi attenta del vestire classico che questa ragazza [due anni più di me, ergo ragazza] adotta, di come potrebbe vestire classico senza sembrare una trisnonna.

Non so se le abbia fatta tanto piacere, ma era a fin di bene. Vale come scusa?
A parte le sue mail glaciali, comunque, tutto bene.

martedì 22 settembre 2009

l'egoismo dei vecchi (post pesantuccio, da evitare per il cazzeggio)

Non so se sia una cosa diffusa solo tra quelli che io conosco e ho conosciuto, o un elemento costante per tutti coloro che superano una certa soglia di età.
Certo è che i vecchi li trovo molto egoisti e non lo digerisco.

Anche mia zia, la persona più buona del mondo, un po' lo era diventata, ma almeno il suo egoismo si estendeva al di fuori della cerchia dei suoi affetti più grandi.
Invece in questi giorni ho osservato mia madre e mi è venuta amarezza.
Lei e mia zia si conoscevano da sessant'anni, lei era la sorella di mio babbo.
I miei genitori ci affidavano a lei finché io e mia sorella eravamo piccine, mentre loro facevano qualche viaggio (per i tempi) bizzarro. Poi cominciarono a portarsi dietro mia sorella, ma io ero sempre felicissima di rimanere con mia zia, che mi coccolava in maniera indecente.

Quante vacanze facemmo insieme a mia zia e suo marito, dalla Romagna alla Toscana, anche dopo la scomparsa di mio babbo. Quante vacanze fece mia madre con mia zia, quando io e mia sorella diventammo indipendenti. Poi le solite questioni ereditarie che mi fanno incazzare, il figlio di mia zia schierato contro tutti, noi comprese. Mia zia cercò di mantenersi neutrale, come me, mia madre invece non lo digerì. Da ciò cambiò tutto: mia zia chiamava me e mia sorella sui cellulari, quando chiamava a casa sentiva un po' di gelo.

Ma come si fa, per una questione così stupida, cancellare anni di amicizia, affetto, gratitudine?
Mia madre oggi, giorno del funerale, mi parla della composizione di fiori con cui le abbiamo reso l'ultimo grazie, poi mi parla di come va bene la macchina nuova di mia sorella.
Oggi seppelliscono mia zia e mia madre mi parla di un auto.
Sono sbottata, borderline con un pianto liberatorio e isterico.
Lei mi dice: "Lo faccio per parlare d'altro, per tirarti sù".

Ma tu non sei a pezzi?
Non ti vengono in mente mille episodi di vita condivisa?
Non te la vedi mentre cuce o mentre si addormenta nello studio davanti alla tv?
Non ricordi la bontà degli involtini al latte, che non assaggerai mai più?
No.

Mia madre è chiusa nel suo mondo, di solito ne facciamo parte anche io e mia sorella, altre volte esclude anche noi. Mi fa molto male, perché amo mia madre, stimo mia madre, e so che sono gli anni a renderla arida. Non è mai stata così.
Allora mi faccio un sacco di domande.
Non è che anche a me succede, anno dopo anno, la stessa cosa? Eppure il mio mondo mi sembra sempre più aperto, entrano ogni anno nuove persone, ma forse non mi accorgo che altrettante ne escono.

Non so.
Forse non voglio neppure sapere che tra quarantaquattro anni (e chi ci arriva?) anch'io sarò così.

lunedì 21 settembre 2009

domenica 20 settembre 2009

tanti grazie, innaffiati da lacrime sincere

  1. Grazie per quando mi prendevi in braccio e mi tenevi stretta, ed io appoggiavo la testolina sul tuo morbido seno.
  2. Grazie per quando mi coprivi con lo zio, che era molto severo, e rischiavi anche di prenderle, perché la vostra generazione era abituata a dare e ricevere schiaffi, anche da adulti.
  3. Grazie per tutti i vestiti del Cicciobello che mi facesti con la tua arte di sarta e una macchina Singer a pedale (li ho tutti in soffitta, gelosamente custoditi).
  4. Grazie per avermi dato sempre fiducia, anche quando dimostravo al mondo che ero un'asina.
  5. Grazie per il caffé d'orzo che mi preparavi la sera e mi faceva sentire un'adulta, come te e zio.
  6. Grazie per le patatine fritte che ogni volta mi facevi trovare in tavola (mentre lo zio ripeteva sempre: "Piacciono molto ai bambini perché l'amido delle patate, durante la frittura, si trasforma in zucchero", perla di un numero de La Settimana Enigmistica, rubrica "Lo sapevate che...").
  7. Grazie per le costolette d'agnello presenti in tavola ogni Lunedì dell'Angelo che abbiamo trascorso insieme.
  8. Grazie per tutte le paste del Nannini che mi hai comprato.
  9. Grazie per le stupende passeggiate in ogni angolo della tua città.
  10. Grazie per avermi portato al mare, io sedicenne che, fosse stato per mia madre, il mare l'avrei dovuto vedere col binocolo, vista la bocciatura.
  11. Grazie per i ciambellini, i salami, le salsicce, i dolci senesi, i cioccolatini e quant'altro che ci mandavi in pacchi che recavano la tua calligrafia d'altri tempi.
  12. Grazie per avermi fatto conoscere un po' di più mio padre, attraverso racconti di tempi andati.
  13. Grazie per tutte le tue lettere.
  14. Grazie per aver affrontato, alla verde età di 89 anni, un viaggio iniziato alle 6 del mattino e conclusosi all'1 di notte, pur di passare qualche ora in ospedale con me.
  15. Grazie per avermi insegnato le buone maniere e la sincerità.
  16. Grazie per tutte le telefonate che mi hai fatto, e scusa per tutte quelle che io non ti ho fatto.
  17. Grazie per tutto l'amore che mi hai donato, sappi che è stato tutto, fino all'ultima goccia, ricambiato.

Il tuo sorriso da vecchietta si irradia da una foto dello scorso anno.
Addio, fai buon viaggio e, se lassù trovassi davvero qualcuno, metti una buona parola anche per me. Ah, e salutami tutti quelli della nostra tribù.
E, come dicevi sempre alla fine di una telefonata, "tante belle cose" a tutti voi.
Con tutto l'amore che posso, ciao zietta.

giovedì 17 settembre 2009

cosa ti fa una macchia di leopardo

Pomeriggio in ufficio.
La capa non è ancora arrivata ma è attesa.
Per questioni lavorative (scuse varie) inizio a peregrinare in giro, e saluta una, e saluta l'altro, "Ehi, lo sai che Tizio è tornato in ufficio?" e non vuoi andare a salutare Tizio? Solo che Tizio è in giro al cazzeggio come me, ho analizzato tre piani per stanarlo (un sms? No, troppo semplice), ho scambiato parole con mezzo mondo.

Torno in ufficio alle 15.30.
La capa, senza quasi salutarmi, mi chiede se ho realizzato la brochure. Brochure?! Rileggo la sua mail, lei ha sbagliato perché ha scritto "volantino" e io ho sbagliato perché non ho letto "mercoledipomeriggio" scritto tutt'attaccato. Minchia. Capa: "Alle cinque ho la riunione di presentazione, mi serve!!".

Schiava Isaura ex-cazzeggiatrice si mette al lavoro, per fortuna trova una bozza (servita per altra persona) da cui partire. La mia compagna di banco sta facendo una specie di bilancio e non le torna un cazzo, indi per cui commenta a voce alta. Di solito lo facciamo entrambe, senza interagire tra noi. Ma oggi no, troppa pressione. Prendo un po' di Cardura.

La zittisco, povera stella, e lavoro come un mulo.
Ore 16.50 concludo felice.
Mando in stampa. Il pc cerca la stampante di rete. "Ma è accesa?", "Accesa". Merda.
Cerco una chiavetta, la trovo, trasformo il documento in pdf e ce lo butto sù, lo passo alla segretaria, me ne stampa solo un lato. Valle a spiegare come stampare il secondo lato. La capa entra in riunione e la brochure è stampata a mezzo. Mi lancia uno sguardo ghiacciato.

Entra uno dei boss e ci dice: "E' saltata la corrente! In garage ci sono due persone bloccate dal cancello!". Ecco perché non c'era la rete. Ma la corrente è saltata a macchia di leopardo, impossibile capirlo per noi, a cui i pc vanno.

Alle 17.15 entra Casanova, il mio amico vecchio che ogni tanto mi dà un passaggio per casa. Neppure bussa. Entra. "Siamo pronte?!", 'azz. E' nervoso di brutto. Lascio la chiavetta nelle mani della segretaria. Sperèm.
Salgo in macchina con Casanova.
Era lui uno di quelli bloccati in garage.
Ah, ecco.
Fortunelli che non siamo altro.

martedì 15 settembre 2009

il miraggio (o midiametro, che dir si voglia) di Santorini

Un giorno, prima che il blog andasse in vacanza, vado fuori a cena con un paio di coppie di amici. Tra i quali ex-fidanza e la moglie, che l'indomani sarebbero partiti per Santorini.
Il giorno dopo ex-fidanza mi chiama mentre schiacciavo l'usuale pisolino e gli chiedo perché, invece di rompere le balle, non guarda il tramonto.
Lui ride, poi mi dice: "Possiamo passare da casa tua stasera verso le nove?".
Io acconsento e penso: avranno un volo in notturna e magari vogliono lasciarmi giù le chiavi.
Lui zitto, poi mi dice: "Non mi chiedi neanche perché?", ridendo.

Illuminazione.
Qualche mese dopo essersi messi insieme, causandomi uno strazio che mi ha fatto giungere al mio record storico di magrezza, i due andarono verso la Croazia per le vacanze estive, ed io godetti molto quando seppi che lui si era infuriato perché al confine lei scoprì d'avere la carta d'identità scaduta.

Sicché comincio a ridere e gli chiedo: "E' successo ancora?!", e lui ride di brutto e mi conferma, e tra tutti e due non la smettevamo più di ridere mentre, accanto a lui in macchina di ritorno dall'aereoporto, c'era un esserino (di un metro e 75, ma questi sono dettagli) sprofondato nella mortificazione.
Allora gli chiedo se ha reagito (incazzandosi come una belva) come io immagino, e mi dice che no, è stato un signore. L'esserino biascica qualcosa, ex-fidanza mi traduce: "Anche troppo". E in effetti quando ne fai una grossa così, se l'altro si incazza in qualche modo allevia il tuo senso di colpa, invece così no, e quindi la mortificazione ti avvolge.

Ne ho prova la sera.
Comunque cerchiamo un volo per il giorno dopo. Trovato. Pagato. Attendiamo conferma pagamento riuscito. Dopo 40 minuti, un cazzo. Telefono alla padroncard per sapere se ho l'addebito o no (beh, pago io, la loro carta non la prende), dopo un giro per il mondo e un rimpallo di operatori piuttosto consistente, mi dicono che quel sito non è considerato affidabile dalla mia banca. "Faccia la carta virtuale!", e sia, detto fatto, ecco la carta virtuale.

Torno sul sito e nel frattempo i prezzi dei voli sono aumentati del 40%, 'sti cazzi! Da 360 a 500 e rotti euri. Ex-fidanza inizia a indossare una maschera scura. Comunque dà l'ok e facciamo tutta la procedura. Arriviamo in fondo e ci sono due opzioni: 1. c'è già questa prenotazione, volete continuare? 2. volete fare una prenotazione diversa?
Ma non si scappa. Qualunque cosa si faccia, si torna sempre su questa cazzo di pagina e non si riesce a pagare.

I due tapini lasciano casa mia alla mezzanotte e mezza, senza aver risolto nulla.
Inutile andare su altri siti per i prezzi stellari o per l'obbligo di avere carta credito intestata a uno dei due passeggeri. L'indomani mi manda il messaggio seguente: "Partiamo domani, alla comoda ora delle 6 e 20 di mattina, alla modica cifra di euri 610. Domani alle 2 del pomeriggio sono in mare, dove annegherò mia moglie".

Però, pur avendo perso due giorni di vacanza, hanno girato un'isola che per me rimane un miraggio, per una ragione o per un'altra non riesco mai ad andarci. Mai arrendersi però.
E comunque la moglie è sopravvissuta.

P.s. non sono ancora riuscita a leggere mezzo post altrui, mi sento in colpa. Anzi, uno l'ho letto, e pure commentato con mezza riga. Mi rifarò.
P.p.s. non so più usare la punteggiatura. O forse mai stata capace, chi può dirlo.

domenica 13 settembre 2009

cambiamenti con l'inizio della scuola

  1. Numero belve sopravvisste: due (un po' di magone, cioè quello che fa le magie molto grandi);
  2. numero chili sottoscritta: più uno;
  3. numero racconti estivi sorbiti: zero (evitati con grande classe, II B);
  4. numero auto da comprare: uno;
  5. numero auto acquistabili: zero (mi fanno tutte cagare);
  6. numero telefonini presenti sulla scrivania: tre;
  7. numero telefonini funzionanti: uno;
  8. numero fatture presenti sulla scrivania: una cinquantina;
  9. numero fatture pagate: due;
  10. numero regali ricevuti post-vacanze: quattro;
  11. numero regali effettuati post-vacanze: zero (non ho fantasia);
  12. numero consulenze su acquisti informatici: uno (molto faticoso);
  13. numero euri per crediti derivanti dal punto n°12 (acquisto, non consulenza): seicentodiciannove;
  14. numero domande inutili di mia sorella: tremilasettantatre;
  15. numero lavori impegnativi già affibbiati: tre (ma uno vale per trenta);
  16. numero nuovi amici su facebook: uno;
  17. numero nuovi amici rifiutati su facebook: dodici (sembra che la parola "amico" sembra si sia allargata a "conoscenza occasionale");
  18. numero tentativi per entrare ad x factor: tre;
  19. numero tentativi riusciti per entrare a x factor: zero;
  20. numero feste glamour sorbite: uno;
  21. numero feste non glamour non sorbite: uno (no, dico, si può fare una festa di compleanno a sorpresa invitando genitori autoctoni del compagno e genitori pugliesi dell'organizzatrice fatti salire appositamente?!)
  22. numero cartoline ricevute: uno (l'anno prossima me ne mando da sola, in ricordo dei vecchi tempi);
  23. ventitre è un buon numero per chiudere, anzi, il migliore.
P.S.: ricordarsi di scrivere di ex-fidanza e Santorini. [almeno un appunto mentale me lo sono ricordata]

giovedì 10 settembre 2009

back, con cartella, quaderno e matite (e astuccio nuovo)

Ma stasera c'è X Factor, quindi voglio solo scrivere una cosa: come al solito mi sono scordata tutte le cose di cui volevo scrivere, che mentalmente mi ero appuntata. Ché ancora mica ho capito che sono rincoglionita.