mercoledì 29 aprile 2009

mi sa che sono proprio tonta

Allordunque.

Parlo al telefono con Brooke (anche se non ne scrivo più, biutiful continua) e vengo a sapere che la Scaricata ancora ci sta a prova' con ex-moroso. Il prossimo weekend vanno via con altre persone del giro dello sci, ma gli altri si fanno ospitare da non so chi, e loro due sono rimasti fuori. Dormiranno insieme in un agriturismo, ma lei è un po' contrariata perché lui all'inizio aveva deciso che avrebbero potuto arrangiarsi diversamente.

B: "Ma la vede ancora quella là?" (amichevolmente chiamata la Grande Zoccola)
Io: "Non ne ho idea (falso, è solo che non ne ho la certezza matematica), non lo vedo da più di un mese (vero), ma non mi stupirebbe".
Ai tempi della fugace relazione con la Scaricata, lui ammise di essere appena uscito da una storia complicata, senza entrare nei particolari, da qui giustificò la sua riluttanza a impegnarsi.
(credo che il giorno dopo si trombò di nuovo la G.Z. o forse se l'era trombata la sera prima. Boh)

Poi chiamo ex-moroso, alle cui telefonate non rispondo mai, ma alla terza di fila cominciavo a sentirmi in colpa.
Allora gli chiedo del weekend che si appresta ad affrontare e lui mi fa i nomi di tutti tranne quello della scaricata. Il nome lo aggiungo io, d'altronde è stato lui per primo a scrivermi che sarebbe partito con Tizio, Caio, Sempronio e la Scaricata! Poi ho capito, doveva esserci nei pressi la G.Z., insieme ad altri loro colleghi. Abbassa la voce e mi dice:
Ex-m: "Si, ma mi sa che alla Scaricata devo chiarire un po' le cose"
Io: "Perché? (oramai ho deciso di rimanere neutrale peggio della Svizzera) Sta diventando un po' esigente?"
Ex-m: "Si, troppo. Non va bene così".
Io: "Portati lo scafandro".

I casi sono due.
O lui si sta facendo la Scaricata e la G.Z. contestualmente, o la Scaricata nutre per lui illusioni non giustificate (ella non sarebbe nuova a comportamento simile, d'altronde io insegno come neppur lui sarebbe nuovo a comportamento simile, però la seconda ipotesi mi piace di più).

Questo mio ex-moroso, dopo il deserto dei Tartari vissuto prima di me, dopo me (non voglio sapere cosa sia successo nel frattempo, anche se ho un palco di corna pazienza, basta che gli attori che vi recitano sopra siano bravi e io non sappia mai un cazzo) si continua a mettere in situazioni ambigue una via l'altra. Sarebbe un ottimo caso per un analista.

Mi ha divertito sentire una campana prima e immediatamente dopo l'altra, facendo la finta tonta!
Però ora che ne ho scritto mi sento una cretina. E allora poi tanto "finta" mi sa che non lo sono.

lunedì 27 aprile 2009

non posso fare a meno di scrivere che (sciocchezzuole)

è stata una giornata uggiosa e noiosa, piena di lavoro da qui al 2028, in cui le mie belve non sono per niente empatiche e non mi cagano di pezza, dove mia madre mi ha dato in mano dei documenti tipo cud e red con cui mi pulirei volentieri il vetro della portafinestra (grazie pioggia del cazzo che lo sporchi), e io qui.

domenica 26 aprile 2009

(a)normali dinamiche tra amiche da prima media (una mezza invidia verso chi ha il pene)

Visto che nessuno ci ha capito un cazzo, aggiungo.
ANTEFATTO.
Una sera le mie due migliori amiche vogliono venirmi a trovare. Io dico loro di no, perché sono stanca, dolorante e di pessimo umore. Non vengono.
Quella stessa sera mi suona alla porta ex-fidanza e a me prende un colpo. Non posso mica cacciarlo. Ma la sua visita estemporanea non mi fa piacere.
Le altre due amiche però s'incazzano. Con me! Perché loro sono state perentoriamente consigliate di non passarmi a trovare, però poi io mi sono beccata la visita non programmata di ex-fidanza. E sono convinte che io sia stata felice di averlo visto.
In realtà io agognavo al fatto che si levasse dai piedi per andare a letto.
Forse così è più chiaro?

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Mi scuso con il marito della mia migliore amica che si è beccato, per causa mia (non colpa, causa, perché c'è una bella differenza), delle pippe mentali da para(noia)-olimpiade, lui mi scrive: "Le ho detto di piantarla, ché le medie sono finite".

Ho due amiche che conosco dalla prima media, alle quali sono legata moltissimo.
Ho anche un ex-fidanzato con muliera che conosco dalla prima liceo.
Ho un'amica psico(patica)loga (scheeeerzo! Lei legge il blog, devo scriverne sempre bene, che è difficilissimo) che vedo molto e con cui si fa una reciproca seduta di analisi (quasi) settimanale.
Poi ho altri, molti, amici.
Per fortuna.

Nel cervello delle mie due amiche della prima media (a.p.m.) si svolgono processi che sarebbero degni di studio.
Uno a caso,l'ultimo.
Ex-fidanza si presenta alla mia porta a sorpresa (no filtro citofono), non gradito in quel momento (perché ero proprio stanchissima e di umore orrendo), in un giorno in cui avevo cassato loro due a.p.m., e succede la tragedia. Una non ti vuole parlare, l'altra non risponde agli sms. Io, da persona psichicamente sana, non capisco il perché e mi chiedo se ho fatto qualcosa di sbagliato. Non mi capacito. Non trovo nulla che giustifichi.

Preoccupata dalla mancanza di segnali di vita, casso un appuntamento con un'altra amica (quella di questo post qui), che per l'appunto mi doveva far vedere la pietosa registrazione di un programma dedicato a lei in cui compaio: al fine di indagare un po' con una delle due e cercare di capire se sono vittima di allucinazioni persecutorie o no.

Chiamo l'a.d.m. uno, colei con cui andai a vedere XF.
Lei tranquilla, come va e come non va, in un primo istante me la bevo anche, poi però mi si alza l'antenna. "Ma ti sei incazzata?", mi dice di no, insisto, insiste che no, e allora le dico: "Incazzata no. Ma...?" e apriti cielo. In tutto ciò mi dice: "Io non ce l'ho con ex-fidanza, lui è liberissimo di comportarsi come vuole", altro campanello d'allarme. Scopro. Ce l'ha con me! Perché non è vero, come io sostengo, che non mi ha fatto cosa gradita, anzi! Mi ha portato serenità!

La serenità era tale che gli avrei volentieri mollato un calcio nel culo e l'avrei rispedito a casa.
Ma lui niente, mica sente ragioni, fa ciò che secondo lui è meglio per me, e basta. Io subisco. Non riesco a dargli dello stronzo e a buttarlo fuori, perché so che mi vuole un mondo di bene, e so anche che una cosa così non me la perdonerebbe, ma da qui a dire che ogni volta che si presenta senza avvertire io zompo di gioia, ce ne vuole.

Io ripeto queste cose a billion time all'a.d.m. uno, ma non mi ascolta, questo è l'assunto immodificabile da cui parte. Poi si tranquillizza lei, poi io, poi la finiamo lì. 
Manca a.d.m. due, a cui scrivo un messaggio comunicandole le stesse robe. Lei è di certo meno incazzata, ma il suo meno incazzata, causa caratteraccio, la rende comunque più acida. Mi scrive che ne parleremo quando ci vedremo o anche mai più. Mai più?! Ah, bella così, facile!
Struzzo come al solito.

Le ho convocate per settimana prossima, una sera a loro scelta, e porcaputtana non ho intenzione di farmi appioppare emozioni o sentimenti che non mi appartengono. Esigo da tutti, in special modo da loro che mi conoscono da così tanti anni, il rispetto delle mie scelte. Esigo da loro che io sia creduta. Questa lungherrima amicizia presenta delle crepe, e se non ci metto lo stucco si disgregherà. Il solo fatto che abbiano preferito stare in silenzio piuttosto che mandarmi affanculo, non va bene.
Mi fa incazzare un po', ma più che altro mi provoca delusione.
Forse ha ragione lui, il marito: sono ferme a dinamiche delle scuole medie.

P.s. c'è l'amica psicologa che mi farebbe scrivere "siamo", che più che tre amiche sembriamo tre fidanzate, che anch'io ho i miei scleri ingiustificati (falso!), ci chiama con scherno "le tre suocerine".
La stronza mette dentro anche me! [ops, ne dovevo solo parlare bene]
Ovviamente rifiuto la sua interpretazione, chiaramente non ha le idee chiare. Eh.

P.p.s. alle volte invidio i maschi e i loro rapporti d'amicizia, forse profondi altrettanto, ma senza il bisogno di continue condivisioni di pensieri, momenti, emozioni.

mercoledì 22 aprile 2009

un tranquillo mercoledì da iracondi

Il mio anziano amico Casanova mi dà un passaggio.
Ce la raccontiamo un po'.

Lui ha rischiato, poche ore prima, di ammazzare di botte un suo vicino, che ha tirato uno schiaffo alla figlia (vent'anni e passa) a causa di un appunto da lei fatto (stava facendo fare la cacca al cane sul posto macchina di lei, io avrei tirato sotto lui, altro che scendere e fargli l'appunto), inseguendola fino in ascensore. Fortuna che Casanova non è riuscito a entrare in casa del vicino.
Tra i due c'è già una denuncia e una contro-denuncia. Perfetto.

Io vengo chiamata al telefono dall'ennesima amica che mi stressa per il compleanno, per il fatto che io non abbia voglia di festeggiare, "allora facciamo un salutino", ma porca troia ho detto no, no e poi no, poi metto giù e guardo Casanova sconsolata.
Mi dice: "Lo fanno per te", gli rispondo che se lo facessero per me, mi dimostrerebbero più rispetto, e rispetterebbero la mia scelta. E' un periodo del cazzo (sempre in questa stagione, sempre) e non ho voglia di indossare maschera e paarrucca, facendo finta che tutto vada bene.
Mi dice: "Hai sacrosanta ragione".

Il giorno del mio compleanno Casanova mi farà recapitare dei fiori.
Sono quasi certa.
Non sarà invadente, mi lascerà la libertà di buttarli nel cestino, non si farà vedere.
Ha vent'anni più di me, ma ci si capisce al volo.

p.s. stamani sono arrivata in ufficio e la prima cosa che ho fatto è stata la spesa online. Tutti entravano e commentavano. Immonda voglia di mandare affanculo tutti quanti, ma con a fianco una brava collega a cui chiedo scusa se dico "cazzo" (il mio linguaggio portuale ha subito modifiche sostanziali da quando mi lavora a fianco), non potevo e allora spiegavo. Se si fa lavorare una disgraziata fino a notte fonda per tre giorni, non ci si può aspettare altro.

p.p.s. perché domani temo che manderò affanculo un dirigente? Sarò preveggente? Spero che anche no, se no poi mi troverò a fare un post ogni 5 minuti e a conoscere tuìtter e quella roba lì del micro-blogging.

p.p.p.s. "Guarda, è quella - dico io - la mia vicina logorroica!", "Che faccio? - dice lui mentre sta per parcheggiare - Accelero?", "Dai!!!". Lo ha fatto veramente, 'sta qui ha fatto un salto che sembrava tornata indietro di sessant'anni. Ne ha settanta, e soffre pure di cuore. Bisogna stare attenti con Casanova, ché lui è troppo un burlone anche quando c'ha il cazzo girato.

martedì 21 aprile 2009

ics (ultima puntata)

Capitolo quarto: post-factor

La diretta è terminata, sembra che dentro lo studio siano tutti amici: gente che scende dai palchi e va a salutare questo o quello, "Ma ci sei anche tuuu!", smack, smack. Il numero di femmine rifatte presenti oltrepassa ogni immaginabile percentuale. Il numero di maschi fighetti idem.

Io e la mia amica passiamo dai 45° celsius ai 15°, piccolo shock termico per l'amica che batte i denti, mentre io mi gusto un'agognata sigaretta.
Saliamo in macchina, siamo letteralmente stordite: dal caldo, dal casino ma soprattutto siamo irrazionalmente stordite di felicità. In fondo sono passati solo tre mesi da quando ci eravamo messe in testa questa pazza idea di vedere il laiv.

Oramai la gente si è dileguata, accendiamo la macchina e ci muoviamo.
Fermi tutti!
A 10 metri da noi, dinanzi all'ingresso di un capannone che immagino ospiti Scorie, vediamo colui che, in un'imbarazzante giacca verde, giace come "colui che mi scoperei volentieri" nell'inconscio (nel mio caso: nel conscio) di numerosissime femmine d'ogni età. Il Signor Castoldi, detto anche Morgan.

Abbasso d'istinto il finestrino, mi volto verso l'amica, le dico: "Lo chiamiamo?", lei un po' ride, un po' s'intesisce. Ed è lei quella spigliata, io sono solo un burbero orso bruno con i colpi di sole. Dibattute, la fortuna ci viene incontro: quando ci troviamo a un paio di metri, l'idolo delle folle finisce la sua sigaretta e si avvia verso l'ingresso. Potremmo chiamarlo, ma io sono fatalista. Ci accontentiamo di vedere la sua stramba camminata. 

Adesso dirò una cosa estremamente impopolare, perché sembra stia veramente sul cazzo a tutt'Italia. A me la Simona dalle grosse bocce piace. Mi è simpatica. La trovo vera. Beh, faccia, tette e innaturale colore dei denti a parte.
Sempre secondo il mio modesto parere, quello che più mi sembra che con il successo televisivo abbia perso la trebisonda (solo giustificando ed elogiando l'inedito del suo ultimo cantante in gara, non che effettivo vincitore, si capisce tutto) è proprio mister-come-mi ti farei. Che peccato.



Fine post-factor

p.s. è finito davvero, fino a settembre me ne starò zitta-zitta sull'argomento, e magari da domani o dopo tornerò a rispondere ai commenti e a leggere quei blog che mi sono rimasti indietro. E' che avevo paura di dimenticarmi tutto. E infatti è passata neppure una settimana e già mi sembrano passati quattro mesi. Cielo, che bel dono la memoria. Intendo: quella globale, non solo per le cose a me del tutto insignificanti. Di quest'ultima, a chili.

domenica 19 aprile 2009

ics (quasi alla fine)

Siccome non so cosa fare durante le pubblicità, scrivo.
Con un'attenzione che si può intuire.

Capitolo terzo: ics factor laiv

Lo spettacolo comincia, mi passa Facchinetti a 20 cm e io non me ne accorgo, e già comincio benissimo. Però.
Non starò qui a raccontare il perché e il percome, che forse (forse che forse) non gliene importa niente a nessuno, e d'altronde non importa neppure a me raccontare, perché:
  1. dovrei fare uno sforzo di memoria non indifferente;
  2. le sensazioni e le vibrazioni non sono solo legate ai cantanti, ma a tutta l'atmosfera dello studio, che non riesco a rendere in alcun modo: bisogna proprio esserci in mezzo a quella bolgia per farsene un'idea, io non so come Facchinetti riuscisse a presentare senza sputare le tonsille, perché il casino c'è perennemente, non si quieta mai, e se da casa si sente il brusio, in studio c'è un chiacchiericcio a 20.000.000 di decibel, ed è figo, sembra una roba tipo bar con un cantante che nessuno si fila.
Però.
Vedere gli occhi lucidi di insospettabili, vedere mani che tremano, sentire bordate sulla scrivania dei giudici e accorgerti che è proprio un giudice che procura tal casino (ti chiedi come possa ancora avere i polsi integri), guardare il Sior Presentatore che, mentre il direttore di scena lo chiama durante una pubblicità, lui lo guarda mettendosi a fare passi di ballo alla Micheal Jackson, mentre l'altro urla: "Fraaaaaaaaaaanciiiiiiiiiiiiii, vieni qua!!!", incontrare il mio gancio e prostrarmi davanti a lei che minimizza lo sforzo da lei fatto (quando sai che non è affatto così, ma probabilmente vedeva tante stelline uscire dai miei cecati occhi celesti che si è resa conto di quanto felice fossi), all'uscita vedersi venire incontro il cameramen che ti ha fatto spostare che si scusa (cazzo!!! ci ha fatto spostare in un posto stupendo!), tutto ciò, ecco.

Però.

Fine ics factor laiv

giovedì 16 aprile 2009

ics (vorrei disegnartene una in faccia, idiota)

Capitolo secondo: pre-factor

Siamo dentro questo studio piccino, ma che emozione però. L'angelo biondo ci fa accomodare, ma ci dice (e già lo sapevamo) che abbiamo una poltrona per due. Cioè, un posto ce lo abbiamo davvero assegnato, il secondo no, quindi si spera che qualcuno non si presenti.

Ci fa sedere davanti al primo dei tre palchi, sul lato più esterno, vicino all'ingresso. Chiamo il mio gancio per dirle che tutto è ok e dirle grazie molte. Ma arriva la Sig.na Rottenmeier (stessa pettinatura) che ci impone di spegnere i telefonini. Ecco. La mia amica esce a chiamare il marito per accertarsi della buona salute dei pargoli. Io sento un tipo dietro di me che dice a uno dello staff: "Scusi, sono Tempera. Ma la Maionchi è morta, che non la vedo?", quello dello staff risponde con voce imbarazzata: "No, sarà nei camerini. Scusi, come ha detto che si chiama?", e lui (serafico): "Tempera, Vince Tempera. Sono un amico di Mara".

Mi volto.
Vince Tempera. Lui. Colui che suona coi grandi. Un nome su tutti. Guccini. Saranno trent'anni che vanno in tour insieme. E poi Atlas Ufo Robot chi l'ha scritta? E la colonna sonora di Kill Bill vol.1?
Occchei. Inizio a sentirmi frastornata.
Poi vedo entrare Giorgio Gori, che oltre a essere un presunto amante e un famoso marito, è pure produttore di questa trasmissione. Occhio vivace. Ti credo, io. Una ripassatina pur'io 
[ops - divagazione incontrollabile]
niente, non ho scritto niente.

Torna l'amica, ci chiediamo se sarà possibile mangiare. Lo chiediamo alla Sig.na Rottenmeier? "Quella strega ci dirà di no, ma io c'ho fame!" mi dice l'amica. Sicché (come due sane persone che tra le otto e le otto e mezza necessitano cibo) furtivamente stacchiamo pezzettini di focaccia e un po' furtivamente, poi sempre con maggiore nonchalance, ci nutriamo il minimo indispensabile.
Fa un caldo incredibile e bevo come un cammello.

Tutt'intorno si fanno prove luci, prove telecamere, prove di salti da parte dei ballerini (dietro le quinte, ma visibili), inizia il conto alla rovescia dei minuti, sul palco salgono gli animatori del pubblico che fanno un casino della madonna, e penso che mi piacerebbe proprio fare l'animatrice del pubblico. Se avessi 18 o 20 anni. Ma io a quell'età dovevo ancora raggiungere the fucking's target (nel vero senso della parola), figuriamoci se potevo immaginare di lavorare. 
Figlia di papà? Letteralmente si, metaforicamente no. Ma cresciuta in una piccola città dove non si poteva neppure pensare di mancare qualche anno di cazzeggio universitario. E l'università me la pagavo io, così i testi, così le vacanze. Ma avevo un po' di soldi lasciati dal babbo, e li investii bene. Il cazzeggio è durato più del previsto.

"Vi spiace se vi chiedo di spostarvi?"
Ci voltiamo, è il direttore di scena. Pensiamo entrambe che andremo a finire sul tetto. Ci spiega che altrimenti la telecamera dal braccio lunghissimo non riesce a manovrare. Si scusa cinquanta volte. Poi ci mette attaccate al palco. La persona più vicina che ho a destra sarà la Ventura.
'Sti cazzi. Un ragazzetto viene cacciato dal suo posto (mi sa che anche lui era un immigrato irregolare, esattamente come una di noi due), ma noi ora siamo lì. E non ci sposta più nessuno.
Siamo a mezzo metro dal palco.
Siamo due bimbe.
Siamo emozionate.
[a ridajjje]

"Meno cinque!"
"Meno uno!"
"Trenta secondiiiiiiiiiiiiiii!"
E parte la sigla.

Fine pre-factor

mercoledì 15 aprile 2009

ics (vivo morto o)

Capitolo primo: ante-factor.

Così ricevo 'sta cazzo di chiamata che aspettavo da giorni (con un senso di colpa tale che, ogni volta che lo avvertivo, inviavo un sms solidale per l'Abruzzo, speriamo che Bertolaso ne faccia buon uso di quel fantastiliardo), così ingresso a x-factor confermato, così telefono all'amica F - una dozzina di sms di commento a puntata, a testa, di norma - che gioisce, mentre sta per lasciare le valli e tornare nella città grande. Entusiasmo della madonna, due tredicenni che vedono Scamarcio nudo ne avrebbero di meno.
Due perfette imbecilli, ruolo nel quale ci riconosciamo perfettamente, per altro.

Solo che mentre a me monta l'ansia che qualcosa possa andar storto, ai suoi bambini monta il vomito da macchina: sono costretti a 324 fermate, se smette il bebé comincia l'altro.
Poi giungono in autostrada. Coda.
Lei - ché io la conosco - avrebbe voluto volentieri mettersi a piangere come il bebé, ma poi è solo un collo di bottiglia per lavori stradali e tutto si ricompone. Alle 17.15 mi arriva un sms: "Siamo arrivati, tra vomiti vari, a dopo", così sospetto che il viaggio di ritorno dai monti non debba essere stato cosa facile, me lo narrerà lei più tardi.
[se l'avesse fatto in diretta, avrei avuto un attacco di panico]

Mi viene a prendere, mi narra, io le narro, poi grazie a: 1.San Casanova che mi ha portato a vedere gli studi ben due volte 2.la mia conoscenza dello spaccio Kickers (embé? le fanno anche per i grandi, gne gne) che si trova proprio a fianco, riesco a districarmi tra le vie e a trovare un buco ove parcheggiare. D'altronde sono anche le otto meno un quarto... Siamo solo 75' in anticipo.

In sfigheggio, per la prima volta in tutta la mia vita, non faccio la fila dei comuni mortali, bensì quella dei vippps. Punita, subito.
Io: "Buonasera, siamo X e Y, dovremmo essere in lista" (con sicumera, punizione plus)
Guardia stronza: "Quale lista, scusi? Sarà quella del pubblico, l'altra fila"
Io (pensando subito: c'è del marcio in Danimarca): "No, guardi, ci hanno detto di presentarci qui e di dire che siamo in lista"
G.S.: "Ma quale lista? Mi dica quale lista!"
Io (già con un'ansia che toccava vertici stellari): "Credo quella della Rai"
G.S.: "Crede o ne è sicura?!"
[ma G.S. del cazzo, non c'hai una minchia da fare, c'hai una cartelletta con al massimo dieci fogli, invece di romperci l'anima, non puoi spostare il tuo occhio su quelle cazzo di liste?]
Io: "Ma si, credo sia quella Rai"
G.S.: "Chi vi ha invitato?"
Io: "Una ragazza che si chiama XYZ"
G.S.: "Mai sentita"
[io gli tiro una craniata, ora gliela tiro]

Si avvicina un ragazzo belloccio.
R.B.: "Ci sono problemi?"
G.S.: "Queste signorine dicono che sono in lista ma non sanno neppure quale, mica le posso controllare tutte!"
[ma almeno una, faccia di merda, potresti si! per non dire che su quelle cazzo di liste ci saranno al massimo una sessantina di nomi in tutto! non saranno in ordine alfabetico, ma porcaputtanaporca, chi minchia ha messo te a fare questo lavoro qui?! non sei portato, è evidente!]
R.B.: "Da chi siete state invitate?"
[...e attendo il refrain, invece...]

Si avvicina correndo una biondina con le cuffie e una cartelletta in mano:
B.: "Sono sulla NOSTRA lista, cerca i nomi"
[mai saputo su che cazzo di lista fossimo]
G.S.: "Ah, allora non su quella della Rai, come avete detto che vi chiamate?"
Io (con sorriso forzato tipo cukident, ove la pasta si è inavvertitamente anche incollata tra labbra e denti): "X e Y"
G.S. (a malincuore, ma non lo vedi coglione che non siamo vip vere e che siamo sfigate quanto e più di te e che tu sei il tipico forte coi nip e a 90° coi vip? Lumaca senza guscio.): "Va beh, passate".
[vorrei pestargli di gusto un piede, ma ha gli anfibi e io non ho le Kickers, quindi seguo diligente l'angelo biondo]

Cioè, stiamo entrando nell'ics factor studio. Cioè.
La mia amica infatti inciampa, e poi ha 10 minuti di risata isterica.
Piccolo.
Lo studio, intendo.
Sono affascinata da questo, e da tutto ciò che mi circonda.
Come se entrassi negli appartamenti dei Friends o nello studio di Paul Weston o nella società di Don Draper.

Non è la prima volta che entro in un posto dove si fanno riprese per un programma, ma questo è il primo, vero studio televisivo. Dovevo ricordarmi che la televisione ingigantisce, ma qui dell'ingigantimento si è fatta un'arte. Io lo giuro sulla testa della mia belva anziana: più volte mi sono girata di 90° e lo stesso numero di volte ho pensato: "Quella è vestita (male) come me!". Ero io, riflessa.
Credo che sottolineare il fatto che non sono fisionomista questa volta non mi possa aiutare più di tanto.

Fine ante-factor.

martedì 14 aprile 2009

451 e due anni

No, è che ieri, giorno di Pasquetta, questo blog ha compiuto due anni.
Auguri, piccolo.

E' anche che al piano di sopra due condòmini hanno passato Pasqua e Pasquetta al pronto soccorso per due diverse sfighe. Una si è disidratata a causa di un virus, l'altro ha avuto lesioni sul viso con tanto di punti per una gomma che, mentre la stava gonfiando, è scoppiata.

E' anche che mi sento in colpa a scrivere sul blog in un orario in cui non dovrei.

E' anche che stasera vado a vedere ics factor e non mi potevo proprio trattenere dall'annuncio (si, sono un caso patologico, lo so da molto tempo, penso anche che nei 450 post precedenti sia diventata una cosa piuttosto evidente). Naturalmente farò un reportage alla Toni Capuozzo.

venerdì 10 aprile 2009

sette spose per sette fratelli, mia madre si accoontenta di due sposi per due sorelle (continua a sognare)

  1. Il Cielo Sopra Berlino, che non avevo mai avuto occasione di vedere, richiede lucidità. E a quest'ora io sono un po' opaca. Quindi continuerò domani;
  2. oggi c'era vicino a me una persona davvero felice, e benché non sia stata uno splendore di giornata, un po' di felicità è riuscita a trasmetterla persino a me;
  3. avvicinandosi 'sto cazzo di mio compleanno di merda (che peraltro porta una sfiga cosmica) cominciano le solite indagini: "Maaaaaa... l'attrezzatura per la spada è completa?", "Maaaaaa... non ti piacerebbe un'iPod Touch?", "Maaaaaa... non vorresti una fornitura gratis di sigarette per il prossimo anno?" (si, ok, quest'ultima è un po' inventata, ma è la cosa che più apprezzerei);
  4. il giorno di pasquetta compie gli anni la mia ex-collega Gallina (it's a long story), è circa un anno che la incontrai in una pizzeria della città grande e che decidemmo di vederci. Siamo due vergogne;
  5. detesto chi va via per Pasqua. Da sempre. Ma non ho ancora capito perché. Anche io un bel po' di volte sono andata via, ergo mi detesto anche io, però meno (faccio dei favoritismi, embé?);
  6. sei è un numero insignificante, però un bel verbo: "Sei una merda!", "Sei un mito!" (poi esce Max Pezzali su un'Alfa, appena lo dici), "Sei veramente un pirla!" (sono sicula, è che faccio finta per depistare), "Sei intelligente." (proprio col punto, perché questa frase ha un'importanza mica pizza e fichi), "Sei proprio carino..." (quando faccio la svenevole, ma di solito nessuno mi prende sul serio), e come esercizio di creatività finiamola qua;
  7. sette come le sette sorelle ma anche come Sette Spose Per Sette Fratelli, quindi accendo e confermo: sette è un discreto numero per chiudere.

giovedì 9 aprile 2009

ex-fidanza, un'altra delle buone ragioni per cui è ex (ogni tanto me ne scordo)

Mentre guardavo, sbavando di contentezza, una puntata di In Treatment sul pc, ieri sera verso le 11 mi chiama ex-fidanza. Siccome è successo che martedì avevo la possibilità di andare a vedere ics factor live, ma tre ore dopo l'agognata conferma mi hanno richiamato dicendo che avevano sospeso lo spettacolo per rispetto verso le vittime del terremoto - vittime perché uccise, vittime perché straziate dal dolore della perdita, vittime perché angosciate per il presente e il futuro - allora il cretino mi ha preso un po' in giro. 
E questo ci sta.

Poi il cretino ha detto che secondo lui non era giusto sospendere la trasmissione, perché uno deve avere la possibilità di scegliere, e se vuole distrarsi, di distrarsi pure. Io non sono d'accordo, perché, dinanzi a eventi come quello accaduto lunedì all'alba, non è solo una questione di rispetto, è anche una cosa educativa. E la tv pubblica deve educare, io credo. Cioè, non puoi pensare che martedì scorso è come questo martedì, perché nel frattempo una ferita ha lacerato l'Italia tutta, e sarà una ferita che si rimarginerà lentamente, temo. E magari, se non sei distratto da tre ore di canzonette, hai modo di fermarti un attimo a pensare al valore della tua vita e a quello delle persone a cui vuoi bene. Io spesso dò tante cose per scontate, finché (può essere anche un granello di sabbia, una piccolezza invisibile che mi fa riflettere) penso che no. Niente è scontato.

Da lì è partita un'accesa discussione che alla fine è diventata politica.
Lui con i suoi cazzo di luoghi comuni che mi propina da lustri, io con le mie non-convinzioni, ma con argomentazioni che porcaputtana un qualche senso ce l'hanno.
E allora mi sono ricordata che quando stavamo insieme, ogni volta che c'erano le elezioni, c'era il mese dell'incompatibilità, lui sempre coi suoi luoghi comuni del cazzo e io con maggiori convinzioni ma forse minori argomentazioni (minori, ma sempre superiori alle sue, pari a zero).

Alle 11 e 30 il mio cellulare ha deciso che si era scaricato, e menomale, perché in quella mezz'ora avrò svegliato, con le mie urla da pollastra che cercavano di soverchiare la sua parlantina che inizia molto prima che tu sia arrivata a un decimo del ragionamento, mezzo condominio.

Ho compatito sua moglie, non scherzo. Non ti fa parlare e fa nel mentre quella faccia saccente che spiaccicherei contro un muro di cemento armato. Si, lo so, era per telefono, ma dal tono di voce riconosco quale espressione ha stampata in faccia.
E benché lo adori, meno male che non siamo arrivati al matrimonio.
Mi avrebbe fatto uscire dai gangheri e non so se lo avrei sopportato tanto.
(ma mi sa di no)
(un giorno avrei preso tre carabattole e sarei tornata dalla madre, meglio la sua che la mia, mi avrebbe fatto meno il culo)
(altra separazione triste di una coppia "così affiatata")

lunedì 6 aprile 2009

forse non è serata o forse si

Scrivere un post stasera, quando siti, giornali e tv ti hanno riempito la testa con le immagini di un terremoto che ha avuto effetti devastanti, non è opportuno, forse. O forse si.
Nel dubbio scrivo, come se non avessi altra scelta.

Nel 1997 ci fu il terremoto che investì Umbria e Marche. Lo ricordo bene. Mi sembra che avesse una forza pari a quello di questa notte. Ricordo che vi furono incalcolabili danni e pochi morti, e oggi mi chiedo perché. Forse è una zona meno densamente popolata e certamente non vi furono grandi città coinvolte in maniera così diretta come è stato per L'Aquila.
Le scosse di assestamento andarono avanti per parecchio tempo, circa un mese.
Me ne ricordo bene perché ai telegiornali o negli approfondimenti si continuava a parlare di stati di profonda ansia post-traumatica per gli abitanti delle zone. E io mi chiedevo il perché. 

Tutti, esperti, espertoni o ciarlatani, erano concordi nel dire che si trattavano di scosse da sciame sismico, seguenti a un grande sisma, insomma normali scosse di assestamento. E io mi dicevo: ma se il peggio è passato, perché le persone non riescono a convivere con scosse di minore intensità?
Ho avuto risposta qualche anno dopo.

Stavo lavorando con un collega da qualche parte, e ci trovavamo in una specie di torretta di un ottocentesco edificio, adibito in parte ad ospitare degli uffici di un nostro importante cliente. Solo noi e un altro modesto ufficio avevamo il privilegio di stare isolati dagli dipendenti isterici del nostro clente. Entrambi, io e il collega, eravamo davanti allo schermo del pc, di spalle l'uno all'altro.
Ad un certo punto ho sentito il pavimento ballare, e ho detto a Ciccio di smetterla di fare il cretino pestando forte coi piedi, come si fa allo stadio. Lui, sereno, mi rispose che stavo vaneggiando.
Oh. Cazzo.
Allora mi voltai, e lo vidi immobile, si voltò anche lui con faccia a punto di domanda, gli dissi che era un terremoto e che dovevamo andarcene. Corremmo via, ma lui, anziché seguirmi da basso, salì all'ultimo piano della torretta dove vi era l'altro ufficio, e un po' eccitato urlò che c'era il terremoto, mancò poco venisse calpestato sulle scale.

Scesi di due piani e nessuno si era accorto di niente.
Ma come? Eppure noi avevamo avvertito la scossa in maniera decisa. Poi misi insieme i pezzi. Il fatto di essere a un piano alto, in una torretta isolata e non molto grande, tipo otto, dieci metri per lato, ci aveva fatto sentire il terremoto in maniera diversa rispetto a coloro che lavoravano più in basso.
Si scoprì poi che non fu niente di che, una scossa di scarsa entità a (forse) un centinaio di chilometri. Però.

Quel giorno capii. Sgomento è la parola chiave per riuscire a farmi capire. Ammesso che ci riesca. Sono tornata a lavorare, sono tornata a casa, sono andata a letto, non riuscivo a chiudere occhio. Lo sgomento non mi mollava, era lì in agguato, bastava che la mia mente avesse un buchino libero e vi si infilava. Trascorsi diversi giorni e diverse notti così.

E' così che ho capito cosa significa terremoto.
Ne avevo già vissuti altri due, ma in un'occasione ero troppo piccola, in un'altra ero in Alaska, in un ostello che in realtà era una mobile home in mezzo al niente, e poi sapevo che quella zona era altamente sismica, ma tipo terremoti da 7 o 8 gradi Richter, quindi ero anche preparata. Oscillò per una trentina di secondi il letto a castello per un tot di volte e tutto finì lì.

Invece. Quando non senti la terra sotto i piedi, mentre dovrebbe esserci, ti invade lo sgomento: che non è solo paura, ma qualcosa di molto più distruttivo a livello di testa. Compresi la sindrome post-traumatica dei terremotati, compresi la paura di non avere un punto d'appoggio, compresi l'angoscia che si prova se immagini che le persone a cui vuoi bene potrebbero essere in pericolo.
E' per questo che non vivo più i terremoti con l'auto-difesa del distacco innescata.
E' per questo che oggi è proprio una gran giornata di merda.

venerdì 3 aprile 2009

quando si dice un notizione alla biutiful

Scriverò stranamente veloce e sarò indicibilmente breve per il semplice motivo che questa mattina mi sono alzata a un'ora in cui ad ogni essere umano dovrebbe essere concesso il non-eterno riposo, quindi casco dal sonno. Per dire, quando le tre belve mi hanno visto arrivare in cucina, invece di rompere i coglioni con "pap-pa-pap-pa" (beh, nel loro linguaggio, diventato quasi anche il mio), mi hanno guardato stupefatti e si sono rimessi a dormire. Ho dovuto dargli il cibo da mille milioni di euro a scatola per convincerli ad alzare il culo.
[si, potevo anche lasciarli digiuni, a patto di avere un'assicurazione per la casa che copra i danni da animali domestici non adeguatamente nutriti]
Quindi.

Ridge ha baciato Brooke.
[baciato e pastrugnato]
Brooke non capisce più un cazzo, mi ha chiamato in stato di totale confusione mentale.
Io credo che finalmente.
Cioè, al di là di ogni considerazione etica (che poi, per il mio vissuto zompettante, non posso permettermi di fare), tra questi due, entrambi impegnati da anni, c'era una tensione sessuale da mesi e mesi, direi tipo nove o dieci. Poi l'hanno messa in naftalina, ma si sa, dalla naftalina le cose prima o poi emergono, anche da sole.
[in casa mia succede spesso, almeno]

E Brooke sembrava una quindicenne al primo bacio, e devo proprio dire che l'ho invidiata assai per quello che una persona che adoro chiama "stato di grazia".
E sono felice ne possa godere.
[anche se poi saranno cazzi, non necessariamente intesi come parti anatomiche]

mercoledì 1 aprile 2009

la costruzione di un post un po' perplesso

Diavolo.
Basta parlare di una fellatio dal finale a sorpresa e si impennano gli ascolti.
Allora ho detto: sarà il gugòl che ha fatto tutto ciò.
No.
E quindi non mi spiego bene questa cosa qui. Va beh. Tanto adesso torneranno a posto, gli ascolti.

Volevo scrivere di ex-fidanza, ma stasera no. Troppo impegnativo, intellettualmente.
[non che lui sia intellettuale, lui men che meno, ma dovrei usare troppo del mio intelletto per scriverne, ché devo ancor capire dove sta la fregatura]
Però posso dire che il mio collega caruccio, quello con cui feci una discreta figura di merda settimana scorsa, forse mi ama. Altrimenti ama il quintale della mia capa e mi tocca portarlo in qualche reparto psichiatrico. Tanto per, si sa che poi un difetto glielo troverò al più presto. O meglio, un difetto per me insopportabile.

Oggi una tizia dello staff, contattata da un tizio, contattato da una tizia che è tra le public relations della mia capa, mi doveva far sapere se avrei potuto entrare a X-Factor. Si capisce, giornata di tensione, dalle 8 alle 18 passate 
[al lavoro non ho quasi combinato un cazzo ma, va beh, non c'avevo neppure un cazzo da fare d'urgente, come si sarà capito il mio lavoro ha un andamento lievemente ondivago, più vago che ondi]
fino al laconico sms: "Ti faccio sapere nei prossimi giorni", che mi sa tanto di picche due di.
Pazienza.
[uehhhhhhhhhhhhhhh!!!]

Noooooo, il solito video di X-F...
Allora, innanzitutto finora ne è presente solo un altro, in secondo luogo è bellissimo.
La canzone è di Fossati, che a me piace assai, ma l'interpetazione di questa signorina è micidiale. E non Fossati-comparable perché trattasi di uomo e donna.
E ieri la signorina è stata segata, e mi spiace molto.
Io ascolto sempre la musica in maniera molto superficiale, non sono attenta al testo. Vi presto attenzione dopo un migliaio di ascolti, perché già la melodia mi distrae, se sto attenta anche al testo può capitarmi di tutto.

Come quando andavo in ufficio in centro e aprivo il libro da che scendevo dalla bici al parcheggio della metro, a quando mi sedevo alla scrivania.
Un giorno ho preso un cartello stradale con la testa.
Un giorno ho sbattuto contro una porta a vetri.
Un giorno stavo per cadere tre metri sottoterra.
[ringrazio quegli imbecilli di operai che mi hanno urlato SI FERMI, POTA!, per aver evitato una prematura morte e per non avere transennato il buco dove normalmente era poggiata una grata]

Ma dopo essermi messa in loop un po' di canzoni del programma succitato, ho deciso che questa e "Amandoti" (dei CCCP, ripresa dalla Gianna nazionale), sempre da lei interpretata, sono tra le mie preferite. Secondo me ne sentiremo parlare.