giovedì 9 aprile 2009

ex-fidanza, un'altra delle buone ragioni per cui è ex (ogni tanto me ne scordo)

Mentre guardavo, sbavando di contentezza, una puntata di In Treatment sul pc, ieri sera verso le 11 mi chiama ex-fidanza. Siccome è successo che martedì avevo la possibilità di andare a vedere ics factor live, ma tre ore dopo l'agognata conferma mi hanno richiamato dicendo che avevano sospeso lo spettacolo per rispetto verso le vittime del terremoto - vittime perché uccise, vittime perché straziate dal dolore della perdita, vittime perché angosciate per il presente e il futuro - allora il cretino mi ha preso un po' in giro. 
E questo ci sta.

Poi il cretino ha detto che secondo lui non era giusto sospendere la trasmissione, perché uno deve avere la possibilità di scegliere, e se vuole distrarsi, di distrarsi pure. Io non sono d'accordo, perché, dinanzi a eventi come quello accaduto lunedì all'alba, non è solo una questione di rispetto, è anche una cosa educativa. E la tv pubblica deve educare, io credo. Cioè, non puoi pensare che martedì scorso è come questo martedì, perché nel frattempo una ferita ha lacerato l'Italia tutta, e sarà una ferita che si rimarginerà lentamente, temo. E magari, se non sei distratto da tre ore di canzonette, hai modo di fermarti un attimo a pensare al valore della tua vita e a quello delle persone a cui vuoi bene. Io spesso dò tante cose per scontate, finché (può essere anche un granello di sabbia, una piccolezza invisibile che mi fa riflettere) penso che no. Niente è scontato.

Da lì è partita un'accesa discussione che alla fine è diventata politica.
Lui con i suoi cazzo di luoghi comuni che mi propina da lustri, io con le mie non-convinzioni, ma con argomentazioni che porcaputtana un qualche senso ce l'hanno.
E allora mi sono ricordata che quando stavamo insieme, ogni volta che c'erano le elezioni, c'era il mese dell'incompatibilità, lui sempre coi suoi luoghi comuni del cazzo e io con maggiori convinzioni ma forse minori argomentazioni (minori, ma sempre superiori alle sue, pari a zero).

Alle 11 e 30 il mio cellulare ha deciso che si era scaricato, e menomale, perché in quella mezz'ora avrò svegliato, con le mie urla da pollastra che cercavano di soverchiare la sua parlantina che inizia molto prima che tu sia arrivata a un decimo del ragionamento, mezzo condominio.

Ho compatito sua moglie, non scherzo. Non ti fa parlare e fa nel mentre quella faccia saccente che spiaccicherei contro un muro di cemento armato. Si, lo so, era per telefono, ma dal tono di voce riconosco quale espressione ha stampata in faccia.
E benché lo adori, meno male che non siamo arrivati al matrimonio.
Mi avrebbe fatto uscire dai gangheri e non so se lo avrei sopportato tanto.
(ma mi sa di no)
(un giorno avrei preso tre carabattole e sarei tornata dalla madre, meglio la sua che la mia, mi avrebbe fatto meno il culo)
(altra separazione triste di una coppia "così affiatata")

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