martedì 30 marzo 2010

scodelliamo un gran bel post

Se qualcuno avesse avvistato una semi-specie di uragano tropicale abbattersi su un paesotto che fa un po' il figo e si fregia del titolo di città, non se ne curi troppo: è relazionato al fatto che ha voluto festeggiare la mia uscita dal parrucchiere.

(sono uscita con il cappellino da pescatore)
(mi ha dato un'ulteriore, interessantissima forma al capello)
(adesso sono ufficialmente una scodella)
(essere femmina è un mestiere duro)
(e mi astengo dal fare battute su "duro", che con la testa a scodella ho ben altro a cui pensare)

domenica 28 marzo 2010

fiducia, ma facciamo come in glee e cantiamo tutti appassionatamente

  1. Mi sto guardando Glee, una serie tv tra commedia, musical e teenager show. Sono in lutto ché tra due puntate finisce (sono teenager dentro);
  2. stamani, domenica, unico giorno in cui la sveglia è un optional, mi è toccato sentirla suonare alle 9.40 - ora solare. Dovevo prendere due fottutissimi biglietti per un fottutissimo concerto. Mettere i biglietti in vendita di domenica mattina è di una crudeltà disumana, specie se di mezzo c'è anche il cambio dell'ora;
  3. ho mentito al mio forse spasimante che mi ha chiesto in quale data sarei andata a un altro concerto. Ci vado con ex-amante depresso, dunque non ritenevo opportuna la sua presenza nei dintorni. Che serpe che sono, qualche rarissimissima volta;
  4. oggi c'era il sole. Oggi sono andata a votare. Oggi sono andata a vedere casa sorella. Oggi mi sono fermata in cortile con la mia amica psycho e un'amica di mia sorella. E ho visto il prato pieno di margherite;
  5. si, ho anche qualcosa di poetico, in fondo;
  6. ho messo a posto quasi tutti i fottutissimi orologi, che alla fine sono 3. Mi manca quello del lettore DVD che però non ho ancora acceso, tuttavia non mi sembra sia un lettore intelligente, che si mette a posto da solo. Ma che assurdità;
  7. una sera dico a mia sorella: dovresti mettere il parquet anche nell'anticamera dei bagni, ove vi sono orrende piastrelle nere con resto del bagno in verde. Mi risponde: costa. Le controbatto: a dire tanto, ma tanto tanto, saranno 2mq in più. Mi zittisce: no, se no mi stresso ogni volta che faccio la doccia. Io penso che esistono e sono oltremodo utili i tappetini per il bagno, ma taccio. Sabato prendo il caffè dalla mia vicina, che sembra una casalinga ma che dentro è in realtà un'arredatrice ed esperta fashion. Dopo aver sentito la mia idea mi dice: un'idea grandiosa! Ma come ho fatto a non pensarci io?! Sto invecchiando. Le chiedo: può suggerirlo a mia sorella? Mi smssa nel pomeriggio: missione compiuta;
  8. vedo mia sorella sabato sera e mi chiede: dimmi la verità, è stata un'idea della vicina che tu hai rivenduto come tua, vero, vero?
  9. credo che nove sia un numero opportuno per chiudere, al fine di non lasciarmi andare a considerazioni sulla fiducia che mia sorella ha sul mio QI che mi amareggierebbero terribilmente.

mercoledì 24 marzo 2010

un post inutile da una persona un po' inutile

Mi sono svegliata poco fa. E non è che abbia grandi cose da dire.
Se non che devo andare in ufficio, e in questo esatto momento preferirei essere appesa al lampadario per i piedi. Ecco.
Ci provi qualcuno ad augurarmi "Buona giornata", vedi dove lo faccio volare.

[si, mi sono risvegliata particolarmente riposata e serena]

domenica 21 marzo 2010

l'araba fenice si scrolla di dosso le ceneri

  1. Domani mi tocca andare a teatro. Si, mi tocca. L'associazione per cui mi metto spesso a 90° organizza un evento di beneficienza/sensibilizzazione e io sono costretta ad andare. Per fortuna ci sono gli amici. Peccato che io sarò lontana, grazie al ruolo che mi ha portato ieri a fare badge in acrobat per ore;
  2. ho, come al solito, fatto un po' di casino con le date, e in dieci giorni - a maggio - ho tre avvenimenti mondani, due concerti e uno spettacolo. Prevedo l'11° giorno di essere su una barella con una flebo di nutella;
  3. ho sulla scrivania 4 lettere (beh, ora tre, la meno polverosa l'ho aperta, colta da sensi di colpa: anche i post servono) di enti istituzionali, che io presumo cosa contengano, ma la presunzione è una brutta bestia. Ah, beh. Inutile stare a specificare che saranno lì da un mese;
  4. oggi ho invitato un'amica a uno degli eventi di cui sopra, e mi sono ricordata quando andammo a vedere quell'artista tipo sei o sette anni fa, e lei mi disse: "La mia collega mi ha dato due biglietti", e io intesi fossero gratis et amor dei. Invece in macchina mi disse che solo uno dei due le era stato regalato, ed era il suo. Cioè, non è che dividemmo la spesa, mi fece pagare quaranta euro di biglietto (sesta fila, a 'sti cazzi), e solo perché cinque me li scontò. Ci rimasi di merda, ma così di merda che fui imbronciata tutta la sera, e quando uscimmo col cazzo che prendemmo il taxi, le feci prendere i mezzi pubblici all'una di notte. E penso che ora, succedesse la stessa cosa, non ci rimarrei così male e le darei della taccagna, perché prima era quasi una sorella, ora una lontana cugina, che vive a un km da me ma che ha deciso di passare ogni secondo con il fidanzato, e non ha tempo per le amiche, e questo mi fa entrare nel boschetto dell'infelicità;
  5. non capisco se un tizio ha perso la testa per me, oppure no. D'altronde come dargli torto. No, intendo nel caso l'avesse persa, non l'"oppure no". Credevo di si, ma poi mi ha scritto una mail riguardo una tizia, misteriosissima, anche se abbiamo una sola conoscenza femminile in comune che è stra-fidanzata e ha già anche un amante, quindi insomma è a posto, e non mi sembra proprio il suo tipo, a cui anela. Poi mi manda fiori e tramonti su FB, mi scrive mail per ogni minchiata e io sono confusa (strano);
  6. mi mancano molto i miei bambocci. Vorrei averli qui e sbaciucchiarmeli tutti, e ho cellulare e pc tutti desktoppati di loro foto: sto diventando umana;
  7. mia sorella è quasi in onda col trasloco. Considerando il numero di puttanate che ha accumulato durante i tre lustri nell'altra casa, prevedo cieli colmi di fulmini e tempeste per un mesetto;
  8. nel frattempo è spesso qui, ma io mi comporto quasi sempre da sorella buona, perché la vedo stressata. Oggi le ho detto di non pensare all'immediato, ma di proiettarsi tra un paio di mesi, quando potrà andare al lavoro in bicicletta e avere una casa molto più bella. Ridotta in cenere. Me stessa, non la casa. Ma, come l'araba fenice, sono risorta;
  9. nove è sempre un buon numero per chiudere.

giovedì 18 marzo 2010

tempesta ormonale: la nave ha rotto gli ormeggi

E lavoro, e lavoro, e lavoro, e ancora lavoro.
Poi la sera o lavori ancora, o mieti il tuo orticello di farmville, che mi rendo conto sia avvilente, ma non impegna un solo cluster del cervello.

Solo che un corpo umano è un corpo umano, non un fantoccio da lavoro.
E quindi ecco.
Oggi mi è arrivato a stretto giro posta (circa 30 amici lo ricevettero) un filmettino.
Quelli di Rocco, e delle sue esagerazioni nella sfera lavorativa.
[no, non Rocco e i Suoi Fratelli, l'altro]
E, mentre lo guardavo, ho sentito un piccolo "cling"...

Gli ormoni avevano rotto gli ormeggi della nave dove li avevo inconsapevolmente rinchiusi, ed erano defluiti in tutto il sistema circolatorio.
Avevo ormoni anche nella punta del mignolo del piede.

Siccome ero in una stanza da sola e senza videocamere di sorveglianza, nel giro di mezzo minuto: maglietta attorcigliata al collo, reggiseno abbassato, felpa aperta il giusto per far comparire le due bocce che mi sono state date in dotazione che, per altro, avevano già due chiodi alle quali appendere eventuali quadri.

L'immagine di tutto ciò l'ho poi captata riflessa sullo schermo del pc e, come se già non fossi abbastanza sovraeccitata, questa è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Avere un orgasmo pastrugnandosi le proprie tette, non è da tutte, lo so.
Fossi un maschio direi che oggi ho sofferto di eiaculazione precoce.
Ma siccome sono una femmina, non ho sofferto affatto.

Uh, mi ero quasi scordata di come fosse simpatico avere un orgasmo.
La cosa un po' difficile da comprendere è capire se dopo questo attacco di follia masturbatoria, stasera sarò in grado di stendere ex-moroso che non vedo da cent'anni.
Ma forse anche si.

[lo so, lo so. Qualcuno penserà che parlo di sesso fai-da-te per gli ascolti, ma in verità non è così. E' che mi sembra in questo periodo di non avere niente da raccontare, e anche di non avere voglia di raccontare il niente. Invece questa cosa qui mi ha talmente sconcertato che, ecco, proprio non potevo non scriverne]

martedì 9 marzo 2010

mimose sfiorite

Beh, ecco, è che ieri sera ho passato la serata rivedendo una vecchia amica.
Saranno stati anni che non la vedevo. Però poi le ho chiesto un'informazione su un nostro ex-collega di cui non ricordavo il cognome, e una cosa tira l'altra, ed eccomi lì, a leggere che si è separata da tre mesi e non capisce più nulla.
Urca.

Allora ci mettiamo d'accordo per vederci giusto lunedì, ma nessuna delle due aveva pensato alla FDD, a nessuna delle due importa una beata sega.
Quattro ore a mangiare, fumare e raccontarsi (beh, io ho divagato quel centinaio di volte, a un certo punto mi sono pure incazzata, con me stessa, e non è bello tirarsi addosso parolacce, per lo meno lasci con un grosso punto interrogativo dipinto in fronte la tua ospite, che secondo me ha anche pensato di farmi ingoiare una bottiglietta di benzodiazepine).

E ieri notte, mentre come al solito non prendevo sonno, pensavo che sarà pure un caso la coincidenza con la FDD, tuttavia significativa.
Le donne mie coetanee, spesso, sono un po' rotte, non funzionano più bene come un tempo. Gli uomini anche, ma in modo diverso. Poi ora si parla di donne, maschi: fuori dai coglioni (come topic del post, che poi mi si offendono).
Lavoro. Famiglia. Casa. Amici. E anche l'inevitabile esigenza di ritagliarsi spazi propri.
Sarà che ci sposiamo tardi, se ci sposiamo, io no, eh, garantito, però si desiderano più cose, ma i mesi sono rimasti incredibilmente dodici, le settimane incredibilmente cinquantadue, i giorni incredibilmente trecentosessantacinque, le ore incredibilmente ottomilasettecentosessanta (calcolo su base annua, fonte: calcolatrice).

Prima sono buchini da cui saltano dentro goccioline d'acqua, e uno pensa ad arrivare a riva, mica a quei buchini, solo che poi i buchini si allargano, una fa finta di non vederli, solo che poi si aprono delle falle vere e proprie, e a riva sana e salva non ci arrivi più, vieni inghiottita dal mare. Che se è calmo ti permette, seppure stremata, di arrivare a riva, se è in burrasca sei fottuta, nel significato peggiore della parola (altrimenti: calici pronti per il brindisi cantando in coro "Sciampagnnn...la la la la la la laaaaaaaaaaaaa).

Chiacchieravo con quest'amica e prendevo storie simili ad esempio, e, sempre mentre ero a letto insonne, ho fatto un po' il conto. E di storie di impegni traditi, impegni intesi come fidanzamenti, convivenze, matrimoni, è piena la mia testa. Embé?
L'ho sempre scritto che sono empatica, e probabilmente anche una buona ascoltatrice.
Tante persone con me si raccontano.
Forse perché sanno che sono dai modi spicci.
Mi raccontano di queste vite così difficili, complicate, e soprattutto quando ci sono bambini coinvolti io un po' soffro. E un po' sono contenta di aiutare. Bilancio, insomma (Tremonti, non è il caso di impicciarsi stavolta, torni a offrire la spalla al suo capo che frigna).

Anche se alle volte è un po' faticoso.

P.S. alla quarta volta che la mia amica mi diceva "fare l'amore", mi è scattato il cazziatone, e le ho detto di usare una parola a sua scelta tra trombare e scopare. Ne ho scoperta un'altra che, con la scusa dell'amore, non ascoltava più i bassi istinti primordiali, e allora si può scopare solo se tutto è da famiglia mulino bianco. Eh no, cazzo! Non dico di scoparti tuo marito mentre lo vorresti vedere stritolato (anche perché, con la scusa del fetish, sai quanti, sai quante), però scopare o fare sesso è un modo di aprirsi (non facciamo battute, ho-det-to) con l'altro, un modo per accorciare le distanze, un modo per buttare giù qualche sovrastruttura un po' troppo ingombrante. Oltre ad essere un gradevole modo per godere.