giovedì 31 dicembre 2009

fine di un decennio

Io me lo ricordo quando cominciò.
Ero qui, con lo pseudo-moroso. E i suoi amici, che poi sono diventati più miei che suoi.


Prima di mezzanotte uscimmo dalla casa dove avevamo cenato, in un miscuglio regionale tra campania, lazio, romagna, lombardia e chissà chi scordo.
Partirono i fuochi d'artificio dal mare, fu uno spettacolo pazzesco, e mi dissi: "Quest'immagine non la scorderò mai". Oh, beh, è facile parlare quando si è più giovani e si hanno più neuroni in funzione. Ora l'immagine è già sbiadita, alla fine del prossimo decennio forse sarà scomparsa, chissà.

Rimane però la foto stampata nella mente del posto dove pranzammo, il mio audace vestito senza maniche (freddo della madonna, fortuna che portai un golfino per emergenze), le persone, l'atmosfera familiare, le risate, Marco che alzava la voce quando raccontava aneddoti, la risata di Riccardo, le minchiate di Luigi, la faccia perplessa del fidanzato di Patrizia.
Un capodanno lontano dai veri amici, un capodanno diverso.
E un numero di scopate imbarazzante.

Poi il decennio ha cominciato a srotolarsi, l'inganno di pseudo-moroso, la mia ricascata completa tra le braccia dell'amante (e la sua dolcezza), nuovi amori, nuovi e vecchi pregiudizi, il collega che mi bacia all'improvviso, sesso con il figlio dell'arbitro in riva al fiume con un miliardo di zanzare, la serenità portata da ex-moroso, a cui devo veramente molto, e alcuni altri.

Un lavoro cominciato per caso e in netta opposizione con gli studi umanistici fatti, un lavoro che mi piacque e che straordinariamente, nelle quattordicimilatrecentoottantadue sue sfaccettature, mi piace ancora, i miei colleghi, tutti speciali, anche quelli un po' stronzi, la carezza che diedi ad un mio collega stra-fidanzato, prima di partire per un lungo viaggio, quando mi disse: "Mi mancherai molto, ma non puoi immaginare quanto", il mio capo stronzo, il mio capo figo e bravo, il nuovo AD della società che tutti detestavano, il trasloco.

Sei mesi senza parlare a mia sorella, la malattia di mia madre, la vicinanza di persone insospettabili, la morte di mio zio, quella di mia zia. Quest'anno sarà il primo anno che non mi dirà per telefono: "Tante belle cose", e sarà il primo anno che non mi arriverà il pacco viveri coi dolci tipici, i suoi ciambellini, il salame, le salsicce e i cioccolatini di Caffarel.

La morte repentina di uno dei miei migliori amici.
Le nascite dei miei nipoti acquisiti, in primis quella del mio figlioccio, a seguire parecchie altre. E una la aspettiamo per fine gennaio. "Una" perché la mamma non ha ancora scelto il nome. Amici che diventano famiglie, io che divento parte delle loro famiglie, cene e pranzi e merende insieme, la transumanza, a metà del decennio, dai locali della città grande alle case degli amici.

L'ultima, pazzesca ciucca. Con ex-fidanza che mi sorreggeva e assisteva impassibile ed ubriachissimo al mio rimettere l'anima.

Un decennio pieno.
Più cose belle che brutte, anche se il periodo attuale non è dei migliori.
Un unico auspicio: che le persone che amo siano in salute e non capiti loro niente di irrimediabilmente brutto.
Buon anno a chi legge, per abitudine, per piacere o per casualità.

mercoledì 30 dicembre 2009

gli sms ti regalano gioie

Mi scrive un'amica dalla montagna che comincia il messaggio con un sacco di improperi. E si è appena comprata il figofonino, che desiderava da mesi e mesi e mesi.
Allora le rispondo che dall'incipit credevo le fosse caduto il figofonino.
Mi risponde a sua volta:
"No, se mi cade l'ifòn partono 3 sms uniti di parolacce e una mia foto in lacrime".
Ho troppo delle amiche sceme, per questo sono tendenzialmente allegra.
Seguiti pettegolezzi su conoscenti per un'ora circa.

Tra questi ne spicca uno che riguarda un tipo, né bello, né affascinante, ma marpione e sufficientemente intelligente, sebbene con quel modo di fare un po' viscido, che si sta facendo una ragazza di circa 18 anni più giovane. Diciotto. Diciotto sono tanti. Per carità, lei è maggiorenne, da pochissimo, ma trovatene uno meglio, nel fior della tua giovinezza, cretinetti!

Oh santissimo Cupido, perché sbagli mira?
(no, non è amore, lui è troppo egocentrico per innamorarsi e non ha neppure l'istinto riproduttivo attivato)

lunedì 28 dicembre 2009

chiedevomi...

...se è molto grave innamorarsi di questo ragazzo qui:


Va beh.
Che poi lui abbia qualche anno in meno, sia un attore, sia altre trecentomila cose, tra cui l'uomo con cui spero di far sesso stanotte nell'ultima fase del sonno, in modo che me lo ricordi poi tutto il giorno e io sia felice, ma anche lui, e viva nelle Americhe, mi sembrano tutti dettagli irrilevanti.

se telefonando sotto la doccia

Per me, giovane disturbata di mente, telefonare è come doversi fare la doccia quando hai freddo e il calorifero del bagno non funziona: non hai voglia di spogliarti ignuda e sei dunque estremamente refrattaria, ma poi (se proprio obbligata da contingenze) ti trovi sotto l'acqua calda e pensi: "Che figata".

Così è per il telefono, quando proprio mi tocca, faccio il numero, prego gli dei pagani che nessuno mi risponda, ma quando sento la voce di una persona a cui voglio bene, sto bene e chiedo, racconto, rido o piango.

Non appena avrò un cellulare impermeabile, unirò le due cose per dimezzare il disagio.

[quando ero persino più giovane, ho lavorato in una società che faceva anche cellulari. Dovevano a breve uscire dei modelli nuovi, e uno era impermeabile e resistente agli urti. Un giorno il responsabile di questo reparto, un abbastanza giovane ingegnere dal nome Ugo, venne da me a chiedermi una cosa, e io gli chiesi del telefonino ultra-resistente, lui mi disse che l'aveva testato la sera prima, quando un amico glielo aveva buttato nel bicchiere di vino. Gli chiesi: "E per gli urti?". Lui, serissimo, si alzò dalla sedia e gettò il telefonino in alto, facendolo spetasciare al suolo. Andò in mille pezzi, mentre io pensavo ad un regime di trattamento psichiatrico per il dott. Ugo. Lui li raccolse, lo riassemblò, si risiedette e lo accese. Funzionava. Chiosò con: "Mi sembra proprio che resista", mi salutò e se ne andò]


venerdì 25 dicembre 2009

this christmas

Giorno di Natale.
A parte il fatto che appena mr B dice che ora c'è più amore, mr R, dal bianco vestito, viene atterrato.
Sarà un caso. Per me porta jazza.
Comunque.
  1. Mia madre si è fregata un mio regalo che a me non stava, le Crocs col pelo. E' una madre molto trendy, quando le ho detto il prezzo delle "ciabattone" mi ha risposto: "Ma non dire cretinate!", ora il problema è spiegare alle amiche che il regalo (ok, lo ammetto, non mi piace, ma non mi interessa l'oggetto, mi interessa molto più il gesto) è stato fagocitato;
  2. ho reciclato tre regali, escluso quello di cui sopra, ma l'ho detto prima. A mia sorella non sembra essere importato. E' contenta, tanto più che sa che tra qualche mese, dopo il trasloco, le ho promesso la tv nuova;
  3. gli altri due li devo consegnare domani, un po' mi cago sotto, ma al limite li ri-riciclano anche loro. Sono per la formula: "L'energia non si distrugge, si trasforma", se poi uno sostituisce "energia" con "regalo inadatto" (che non necessariamente coincide con "regalo che non piace"), è fatta;
  4. è passata a trovarci un'amica di mia sorella, che è un po' instabile. Così con una scusa l'ho contattata e l'ho invitata. Minchia, se era incazzata con mia sorella, ma hanno risolto. Passava dall'euforia a un comportamento tutto composto. Cioè era un po' bipolare. Ma peggio di mia sorella. Ecco, mi sono un po' spaventata, perché so che nella sua famiglia ci sono episodi di problemi psichici, ed è una ragazza buona, di suo, e cazzo, che brutto;
  5. ok, Natale è passato, poi domani è più tranquillo, poi rimane solo Capodanno ed è andata;
  6. credo di essere l'unica in Italia ad aspettare ansiosamente la fine di feste, ferie e quant'altro, ma è un caso, voglio solo che passino una decina di giorni di merda. In queste occasioni mi spiace non avere bimbi piccoli nella mia famiglia (la più piccola ha 14 anni, e dopo anni da brava bambina sta diventando una ribelle, e i suoi genitori - miei cugini - sono attoniti, ché loro si sono scordati che ognuno, per quanto bravo sia, deve passare sotto la mannaia dell'adolescenza). Ho divagato. Dicevo, i bimbi ti stravolgono, ti fanno impazzire, ti fanno urlare, ma riescono sempre a trasmetterti quell'entusiasmo per il Natale. Gli adulti, quelli come me, lo hanno perso da tempo, e lo vivono con noia, oppure addirittura con fastidio o persino con sofferenza. Ci vorrebbe un bimbo, devo trovarne uno in prestito;
  7. sette è un numero. Normale. Chiudo con sette, vorrei essere in uno stato d'animo normale.
Uh. Che bello sarebbe. Più della neve o dello scirocco. Più di mia madre con le Crocs.

domenica 20 dicembre 2009

tears for tears, giusto per divertirsi un po'

Insomma, ero ad una di queste benedette feste di natale per "facciamoci gli auguri ché siamo così felici".
Ecco, io avrei fatto volentieri a meno di andarci, ma poi:
  1. era a casa di un'amica-amica;
  2. se non ci fossi andata mi avrebbero rotto tutti i coglioni;
  3. alle volte sono un po' cretina e non capisco che devo mettermi dei paletti, ché è meglio per tutti.
Premetto che, come forse si sarà vagamente compreso, sto affrontando questioni più grandi di me, ed io mi sento inadeguata e corro e corro e il traguardo sembra allontanarsi.
Quindi sono fragilina, malgrado queste spalle pressoché perfette da nuotatrice di lungo corso, più o meno come una foglia gialla d'autunno, essiccata dal sole, finita sulla carreggiata del passante di Mestre.

Così mi trovo a parlare col marito della mia migliore amica, che fa un lavoro infame, cioé il ricercatore, e ha vinto anche un sacco di premi, ma ha passato la scorsa settimana a lavorare al freddo perché l'ente pubblico per cui lavora non ha i soldi per pagare il riscaldamento.
Ah beh, chissà com'è che c'è la fuga dei cervelli.

Poi si avvicina la mia amica, che dovrebbe essere ancora la migliore, e dice una frase fuori posto, nulla di grave, ma una cosa che in quel momento lì, in questi giorni qui, non andava detta, e così ho cominciato a piangere, coprendomi gli occhi per:
  1. evitare allarmismo generale;
  2. evitare che il Tatino vedesse piangere la zia Pappina acquisita, e prendesse conseguentemente a morsi l'amica e chiedesse a me "Perché piangi?", ché è proprio nell'età dei mille perché.
La mia amica mi chiede scusa, mi dice che non voleva in alcun modo ferirmi, mi dice che se le escono delle cose è perché mi vuole bene e poi: "Però senti, smettila di piangere ché mio marito mi ha già tirato un'occhiataccia di quelle per le quali mi farà un cazziatone che durerà due giorni minimo", e a me 'sta cosa internamente mi ha fatto ridere, esteriormente mi ha fatto asciugare quei tre cazzo di lacrimoni.

Comunque la gente, in generale, non sta bene.
Ex-fidanza, tornando a casa alle 2 di notte, trovando due lucine accese, ha svegliato la moglie, ancora sotto l'influsso del fuso orario dopo un viaggio a NYC, le ha fatto un cazziatone e poi si è messo a dormire pacifico. Lui.
Lei occhi pallati fino alle 4. Poveraccia.

[che le due lucine fossero quelle di soggiorno-cucina-bagno e pc-monitor-stampante-modem con adsl a consumo, credo sia omissibile]

martedì 15 dicembre 2009

sopra(v)viviamo

  1. Bel concerto, ma minchia, che cazzo di freddo;
  2. spero che mia sorella sia la sola persona al mondo che non sa neppure la via dove andare a prendere la sua amica (perso un quarto d'ora che poteva essere impiegato nella degustazione di croccanti patatine fritte);
  3. sabato, dopo cinque ore scarse di sonno, mi sono presentata all'appuntamento con sguardo da pesce deceduto nella boccia a pancia in sù;
  4. faceva un freddo pazzesco;
  5. festa di natale in ufficio imminente, non ho comprato uno spillo per nessuno;
  6. l'altro giorno mi sono svegliata con uno che diceva che forse nevicava, quel bastardo mi ha solo usata ed illusa (trattavasi di speaker radiofonico, non ci si faccia belle idee);
  7. ho quasi appena pianto per l'ultima puntata di Californication;
  8. è solo che è stata una settimana impegnativa, psicologicamente;
  9. puttana eva! non ho più chiamato l'amica che vive in un'altra città (mi è sovvenuto or ora, quando pensavo che il mio equilibrio ogni tanto traballa in maniera esagerata, perché di norma è più fermo rispetto a quello altrui);
  10. vorrei passassero non 15 giorni, non 30, non 90, non 365, vorrei passassero due anni. Nel caso di mio stato in vita, ne sarei felice. Altrimenti, forse, un po' meno.
P.S. no, non sono depressa, sono demotivata, è diverso. Il gene della depressione non c'è quasi in famiglia, a parte un caso dove però mi sembra più facile pensare ci sia stato scambio di culle.

P.P.S. maremmamaiala (ma com'è musicale l'italiano?), quanto è tardi.

P.P.P.S. se penso che sia tardi alle 23.50 c'è qualcosa che non va anche nel mio eco-sistema. Hopenaghen però mi è piaciuta assai, come licenza poetico-ecologista.

P.P.P.P.S. un'amica ha scoperto qualche giorno fa (no comment. Ho detto! No comment!) che hanno dato il nobel per la pace a Obama. Mi ha chiesto perché. Le ho risposto: "Boh. Sulle intenzioni".

Post non riletto, dubito che si noterà la differenza.

giovedì 10 dicembre 2009

buoni motivi per amare il natale

Punti salienti:
  1. domani sera devo andare a un concerto, arriverò congelata ed appassita;
  2. sabato devo svegliarmi presto, appassirò ancor di più;
  3. mega festa di natale in ufficio settimana prossima, ho come la vaga sensazione che dovrò portare qualche regalino, ergo si prospetta anche una domenica appassente;
  4. sabato prossimo festone con gli amici;
  5. iniziano già le telefonate del: "quando ci facciamo gli auguri?", ma anche mai;
  6. mia mamma ha l'ansia perché non ha ancora fatto l'albero di natale né, soprattutto, il presepe;
  7. io ho l'ansia che lo possa chiedere a me, anche se di solito se ne occupa mia sorella (finisce in rissa, io le separo);
  8. mi era venuta una splendida idea per un regalo a delle colleghe di un altro ufficio (bollitore per thè e tisane) ma minchia 45 euri;
  9. credo che farò una tabella excel per i regali, d'altronde mia sorella la fa da quando è nata (la tabella, non lei, essendo che proviene dall'età mesozoica;
  10. questi sono nove motivi per provare astio verso il natale.
Cerco rassicurazioni.

martedì 8 dicembre 2009

flash backward

Voglio tornare bambina.
Voglio storpiare il nome del cane Popov (come il nuotatore, non come la canzone dello zecchino d'oro) come pare a me. E tutti gli adulti mi cagano il cazzo, ma io sono una bimba e me ne sbatto.
Voglio trovare sotto l'albero lo zainetto per andare all'asilo, ché tra un mese esatto comincio, e vedere che è colorato e simpatico e ha una grande bocca.
Voglio fare la sfacciata o la timida, a seconda, senza che mi sia richiesto di essere coerente.
Voglio poter fare qualche capriccio senza essere insultata, se mai coccolata, perché di fondo io i capricci non li faccio mai.
Voglio vedere con i miei occhi celesti che la zia acquisita ha conservato tutte le mie foto, dalla nascita alla scorsa estate.
Voglio dire tutte le cose che mi passano per la testa.
Voglio non fare ciò che mi viene detto di fare ("Bacia lei, bacia lui, con l'abbraccio!"), per poi farlo quando tutti sono distratti e lasciare sulla guancia della zia acquisita un po' di bava.
Voglio essere libera di essere, perché tra poco entro nel tritatutto del sistema pre-scolastico, poi entrerò in quello scolastico, poi in quello sociale, e saranno tanti e pesanti i condizionamenti che dovrò subire, che solo verso i vent'anni capirò un po' chi cazzo sono.
Ora che bisogno ne ho?

[riflessioni di una zia acquisita che ha visto il suo Tatino, e lo ha visto cresciuto tantissimo, e che ha sentito in quei pochi centimetri di altezza un amore incondizionato e ingiustificato, e che si è sentita abbracciare con convinzione, e che ha capito che ora con lui mica si scherza, devi proprio rispondere ai 598 "perché" che ti pone, e che per l'ennesima volta ha visto il Tatino come la quintessenza dell'infanzia. E in altri bambini, seppure della stessa età, non la vede altrettanto]

Nota a margine: ieri mi sono buttata con amica psycho nella bolgia infernale dei regalatori di Natale. Abbiamo portato a casa un risultato simile. Il mio personale: due mini acquisti per me e un regalo di Natale vero. Indovina indovinello per chi era. E non sapevo che oggi avrei visto il nanerottolo. Ho fisicamente minacciato i genitori: se si fanno sfuggire mezza parola sul fatto che il regalo è da parte mia, per loro è finita. I regali li porta Babbo Natale. Senza intermediari.

Nota a margine due: oggi, per riprendermi, credo di aver dormito a intervalli una dozzina di ore.

Nota a margine tre: qualcuno si fotte la mia adsl. Altra password da cambiare per avere un po' di quiete. Basta che non si fottano anche i soldi dal conto, ecco.

venerdì 4 dicembre 2009

di una delle rare telefonate, parte due

Telefonata con collega-amica, ovviamente sempre lei a chiamare, si conclude così:

Io: Ah, poi ti volevo dire che sono andata a dire a G che ancora non ho avuto quei dati che mi servivano da A (ex-fidanzato di G, n.d.b.), l'avessi mai fatto, e lei mi ha risposto un po' irritata che la colpa era tua per questa e quest'altra ragione. Mi è sembrato d'aver pestato la coda a una vipera.

Lei: Ma cazzo, no! Era A che doveva fare questo e quest'altro e poi chiamarmi per concludere il lavoro!

Io: Eh, ho immaginato, conoscendo A, che avesse fatto lo scaricabarile, ma, minchia, quella donna lì non sta mica bene. Una vi-pe-ra.

Lei: E' acida, cazzo se è acida! Sarà perché... oh, mi stava scappando una roba troppo maschilista.

Io: ...sarà perché non scopa?

Lei: Esatto! (ridacchiando, n.d.b.) Ma è un'idiozia. Un luogo comune del cazzo.

Io: L'ultima frase non potrebbe essere più corretta. Senti bimba, lo sai che anche io è un po' che non scopo, vorrai mica offendermi?!

Lei: (ridendo, n.d.b.) Eh, infatti ho pensato proprio a te, mentre elaboravo!

Io: Grazie della fiducia comunque, potrei avere storie torbide di cui non sai, cialtrona. Ma sono acida?!

Lei: Solo quando hai mal di schiena, davvero.

Io: Sicura-sicura?

Lei: Sicura-sicura.

Io: Dovessi diventarlo in altre occasioni, mi avverti? Vedo di ripassarmi qualcuno.

Lei: Promesso. Basta che non ti ripassi il mio moroso.

Io: Tranquilla, non è proprio il mio tipo.

Lei: Stronza!

Meglio comunque stronze che acide, poi stronza, stronza cosa, ho detto la sacrosanta verità! Mah, la gente è strana [prima si odia e poi si ama].

lunedì 30 novembre 2009

[commento ai commenti agli ultimi due post]

[Banda di sciamannati, rimanga tra me e voi, ma è stato bello passare quasi un'ora a rispondervi. Sarà che siete sciamannati intelligenti. Sarà. Dubitativo.]

domenica 29 novembre 2009

giusto uno zompettino per prendere un insulto

  1. Mia sorella oggi doveva essere stata morsa da una tarantola, simpatica come una pigna al rovescio inserita nell'ultimo tratto dell'intestino attraverso apposito foro elastico (beh, "elastico"... chi più, chi meno);
  2. mi piacciono quando i radioascoltatori si fanno domande e ricevone risposte, vedi commenti post sotto (non posso fare commento ai commenti perché ho finito ora di lavorare. Non sono esttamente una martire, è che ho cazzeggiato. Vi è forse bisogno di ribadire che sono una procrastinatrice compulsiva? No. Anche secondo me);
  3. ecco, stasera ho ascoltato, a parte qualche brano di XF, il nuovissimo album dei Negramaro "Mentre tutto scorre", devo dire che, se le due trentine che abitano a Trento non mi sganciano una bomba H sulla casa, mi piacciono assai. Credo l'avessi lì da tre anni e mai mi era capitata l'occasione di. [no! oh! ho detto: "niente bombe!", che poi lo spostamento d'aria vi scompiglia il capello e rovina il bayalage]
'Notte.

giovedì 26 novembre 2009

di una delle rare telefonate

Amica mora (Am) ha una tresca con un uomo. Ma che dico uomo, con un super-uomo, che è ben altra cosa rispetto a un semplice uomo.

Am: ...e così ho passato ben quattro ore a casa sua! Che bello...
Io: si, va bene, ma l'hai reso felice?
Am: cazzo, altroché, ben tre volte!
Io: ...
Am: .....
Io: e questo è quanto?! Fammi volare con la fantasia! Numero di scopate e di pompini?
Am: due e uno. Beh, cioé, diciamo che una scopata è stata un po' sui generis, nel backstage...
Io: santo cielo quanti giri di parole, hai finalmente perso la verginità anale?
Am: siiiiiiiii!

(segue mezz'ora di discussione sul perché l'uomo, in genere, va in estasi con il rapporto anale. Sono ferratissima, ex-moroso me lo ha spiegato 739 volte circa)

Am: sai, sei l'unica con cui riesco a parlare di queste cose. Non so perché. Neppure con le mie amiche più care tocco l'argomento, se non superficialmente.
Io: sarà perché io le tresche le ho vissute?
Am: si, ma non solo.
Io: sarà perché non ti giudico negativamente?
Am: si, certo anche questo è importante, un'amica mi ha chiaramente detto che non approvava e così non gliene parlo più. Ma non solo, c'è qualcos'altro, non so spiegare cosa.
Io: sarà perché mi esprimo in maniera vivace, senza peli sulla lingua [io, lei magari qualcuno si], e così riusciamo a sviscerare l'accaduto senza imbarazzo perché sono sostanzialmente un po' grezza?
Am: bravissima, si! Si. E' esattamente questo. Mi incalzi e mi fai tirare fuori la mia parte animalesca, che ho sempre represso per gli uomini che mi sono trovata a fianco.

Ah, ecco.
Sono grezza.
Però come la seta.
(dentro però mica ci sarà il baco?)

martedì 24 novembre 2009

situazione imbarazzante

Situazione così descrivibile.
La sottoscritta ha preso sonno alle 4.30 del mattino, e oggi è lievemente rincoglionita.
Il lavoro però non lo è altrettanto e bussa alla mia porta.
Ci impiego 45' ad aprirgli.
Insomma, adesso mi trovo in una fase REM ad occhi aperti e non è bello.
E devo fingere di stare lavorando, tanto poi so che lavorerò a casa dopo le dieci della sera.
'iuto.

domenica 22 novembre 2009

ho degli spunti ma non annoto

Avvenimenti di breve corso:
  1. avrei anche degli spunti per scrivere post se non intelligenti, quanto meno divertenti, ma me li scordo e siccome sono nata testarda (la mì nonna, non a caso, mi chiamava "testona" [e non perché avessi la testa grossa], quando non aveva motivi di chiamarmi "birba", che funzionava da riflesso condizionato in mia madre, che mi sculacciava: poteva anche riferirsi al cane che non aveva, mia madre mi sculacciava lo stesso), non mi appunto mai niente e ciao ciao bambinaaaaaa, un bacio ancoooor;
  2. con ex-moroso a vedere un concerto interminabile. Sul palco anche l'insegnante di pianoforte di ex-moroso, che lui è andato a salutare a fine concerto. Lui. Però, ah, tiè!, poi è subito tornato indietro dicendomi: "Ti vuole conoscere" (aria un po' rassegnata), così all'insegnante le ho raccontato come mi suonò il piano la prima volta che andai a casa sua, roba che non si ricordava neanche un accordo. E parliamo di Ligabue, mica di Rachmaninov. Lui ha detto che sono una stronza, ridendo, lei mi ha, anzi, ci ha invitato a cena, devo esserle sembrata troppo simpatica;
  3. [vorrei far notare la mia modestia con l'utilizzo del verbo "sembrare, questa parentesi sembra un ossimoro ma è solo un'impressione];
  4. ex-moroso è spento, ma dei suoi affari amorosi neppure mezza parola, levandomi così altri spunti per i miei post;
  5. il bimbo di una mia amica ha avuto un'emorragia cerebrale alla nascita, riscontrata un mese dopo, e a gennaio il pargolo deve fare una tac alla testa e insomma speriamo bene;
  6. ieri ho visto un ragazzino, tipo 15 anni, disabile intellettivo, non so dire cosa avesse, so che si agitava, urlava e camminava e si sedeva tutto storto e so anche che sua madre lo cercava di gestire con tutte le sue forze, e la cosa mi ha fatto capire, ce ne fosse stato bisogno, che le madri sono pazzesche, se riescono a gestire un ragazzino palesemente più forte di loro e totalmente incontrollabile. Volevo abbracciarla, quella mamma lì, ma poi vieni accusata di pietismo e stronzate del genere, e siccome non ero sola ho evitato, però mamma due applausi te li faccio lo stesso, e a tutte le mamme come te;
  7. il punto 5 e 6 sono razionalmente sviluppati indipendentemente, ma visto i temi qualche associazione il mio cervello deve averla fatta;
  8. mia sorella oggi ha parlato venti minuti con un'amica che era venuta a trovarmi, poi ha il coraggio di chiedere perché la caccio di casa quando ho amici in visita;
  9. mia sorella mi ha portato da qualche aeroporto arabo due stecche di sigarette a 30$, invece degli 88€ che io avrei pagato, però io le ho regalato due spazzolini da denti nuovi: un equo baratto, mi sembra;
  10. dieci è un numero troppo impegnativo per chiudere perché mi ricorda i 10 comandamenti;
  11. ho una macchia di umidità sopra il gabinetto, così la mia vicina del piano di sopra sarà costretta a spaccare il pavimento del bagno appena rifatto, e credo che d'ora in poi non mi offrirà più caffè;
  12. dodici è un buon numero per chiudere. [un po' dozzinale, ma pazienza]

giovedì 19 novembre 2009

che ragazza intelligente

Grazie ai captcha niente più commenti anonimi, evviva evviva!!!
Posso forse evitare di pubblicare la cosa più bella che ho visto quest'anno a XF?
Certo che no. E poi è una canzone bellissima di cui sono orgogliona di possedere il 45 giri originale.
E lui è pure un figo pazzesco, ha dei denti, ma dei denti...
Così so che faccio contento almeno il mio amico basso.

[e poi non avevo ancora sprecato (quasi) mezza parola]
[come sono buona]
[e brava]
[e soprattutto intelligente]


martedì 17 novembre 2009

che ragazzo intelligente

Oggi sono riuscita a parlare al telefono con un amico, anzi conoscente/amico perché siamo a metà strada.
Un ragazzo intelligente, e siccome abbiamo condiviso una situazione burocraticamente complessa, lo volevo informare di una cosa. Ma lui, essendo probabilmente più intelligente di me, sapeva già tutto.

E abbiamo parlato un po', di molte cose, delle sue gemelline di pochi mesi, degli aiuti necessari quando ti ritrovi da due a quattro in famiglia, di station wagon e robe così.
Poi, non so perché, gli ho detto che io sembro estroversa ma dentro, nel profondo, sono un solitario orso bruno. Lui mi dice:
"Quello che ho notato di te, più che la ricerca di momenti di solitudine anziché l'estroversione, è che sei estremamente selettiva nei confronti delle persone che ti circondano".

Questo ragazzo lungo lungo e magro magro, che incontro non così spesso, è il primo a dirmi una cosa del genere. Io so che è così, sono selettiva in maniera esagerata, ma nessuno lo aveva notato.
Mi ha lasciato di sasso.

P.s. Sono stata obbligata a mettere il captcha ai commenti ("verifica parola", credo si chiami), ma i commenti spammosi stavano diventando veramente troppi e così spero di farla finita (no, non voglio suicidarmi, voglio solo eliminare gli spam). Chiedo venia.

domenica 15 novembre 2009

leggerità

Grazie a quegli stronzissimi commenti anonimi e pure al fatto che i dipendenti gugòl suggeriscano, a me come ad altri che stanno sperimentando la rottura di palle quotidiana, come soluzione la moderazione dei commenti (ma vah, mica ci avevo pensato, è un'ideoooona), ho riletto un vecchio post mio che mi ha fatto ridere un sacco.
Chi si loda s'imbroda, etc. etc., ma era oggettivamente qualcosa di divertente.

Quindi se fino a poco fa avrei voluto dare delle troie a un paio di persone, ora no, no e no.

Perché le persone stronze non ti possono far diventare altro da ciò che sei, io non voglio diventare una perenne incazzata col mondo perché sulla strada metto il piede su degli stronzi. No, cazzo.
Tanto di stronzi è costellata la galassia.

E allora per stasera scriverò solo che:
  1. ho rivisto in un pranzo di giusto due ore il mio ex-collega Ciccio, che ai tempi trattavo come un bimbo, e poi ho realizzato che ha 5 anni in più di ex-moroso, e la cosa mi ha fatto un po' impressione;
  2. Ciccio mi ha fatto tornare anni addietro, quando il gruppo di lavoro era spettacolare e io sbavicchiavo per il grande capo, e mi ha fatto ridere un sacco;
  3. mia madre difende i suoi diritti di anziana che non vuol passare troppo tempo in piedi anche con mia sorella che, in un eccesso di bontà, l'aveva portata al suo paese per rimettere i fiori finti sulle tombe; sono poi passate a fare la spesa in un iper e mia madre ha tirato dritto davanti al reparto abbigliamento che sorella guardava adorante;
  4. mia sorella non è una dalle grandi (medie, piccole) marche, mio armadio 30 cose, comprate rigorosamente in saldo, di marche che fanno roba carina e casual VS mia sorella's armadio 30.000 cose, dai maglioni che mia madre le fece negli anni '80 alle ultime chincaglierie cinesi;
  5. le uniche robe di marca che mia ha sorella ha, sono mie: saccheggiava i miei sacchi di roba usata da portare alla Caritas, "Te lo porto io, ci devo passare", e questa non è una barzelletta;
  6. sei è un buon numero per chiudere questa settimana.
P.s. Naturalmente devo ancora fare il cambio di stagione, e mi vesto come una profuga.

martedì 10 novembre 2009

pensiero stupendo

E se domani fosse un buon giorno per licenziarmi?! Cioè, io soggetto me complemento oggetto.

Mi sono improvvisamente accorta, quando sono andata sull'orlo delle lacrime per una stronzata
qualsiasi
(tipo: belva femmina che s'è incazzata con belva maschio, o tipo che è finito il nesquik, o tipo che la batteria del telefono si è ricaricata in solo un'ora e mezza e non in quattro come la prima volta, o tipo che rischio di pagare 1500 euri di mora - beh, no, ok, basta, questa è roba seria su cui andare in lacrime)
che devo questo mio stato di disgrazia sostanzialmente a un cazzo di progetto.
Un progetto del cazzo, per altro, che non servirà quasi a nessuno.

E io, da idiota, faccio l'impossibile, studio robe di cui non ho mai saputo un'acca, mi accanisco, ci penso quando dormo (cioè mai), sputo (un po' di) sangue, e per cosa?
Per una donna isterica sull'orlo della menopausa.

Ok. Domani progetto a qualcun altro.
Ne va della mia psiche.
E non ho neppure fatto a tempo a lavarmi i capelli, che sono lerci, così è una certezza che incontrerò il mio consulente preferito.
Ma vaffanculo.

(basta negatività! cazzo!!!)

lunedì 9 novembre 2009

vorrei vorrei vorrei

Innanzitutto non essere qui a scrivere, perché se scrivo a quest'ora significa che sono a casa.
No, niente licenziamento, per ora, ma la mia capa mi sta veramente sfrantumando gli zebedei per chiudere un progetto entro... una settimana fa.

Porco diavolo, io l'avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata, ma lei niente. Da ignorante (in senso letterale) crede che tutto sia una cazzata, cielo che nervi. Quindi oggi ho lavorato da casa, ho fatto i compiti e poi ho chiesto all'assistenza tecnica un aiuto. Ovviamente non mi hanno (ancora) risposto, e sono passate cinque ore, quindi ero qui a fare sterili tentativi quando un commento di un radioascoltatore mi ha distratto. Così ho risposto ai commenti arretrati, così ho pensato che già che c'ero potevo descrivere questi sì mirabili giorni:
  1. mercoledì mi è arrivato il telefono norvegese fighissimo, che secondo me è più figo del figofonino, e vorrei solo dire che, nel sistemare le connessioni, mi deve essere sfuggito qualcosa, e ne ho attivata una che poi è rimasta aperta più di due ore, per la modica cifra di euri dodici (imbecille);
  2. le giacche da inverno da donna le fanno ormai solo per le scimmie. Sono arrivata a questa conclusione quando ne ho trovata una bella ad un prezzo eccezionale, che mi sta a pelo, sulla quale però devo fare due risvoltini sulle maniche. Io odio i risvoltini;
  3. lavorato anche sabato e domenica, con solo un paio d'ore dedicata a "I fatti della settimana" con la mia amica psy(chotic);
  4. quattro, come i Fab Four, è un gran numero per chiudere (ho una vita piatta? no, il culo piatto sì, ma la vita come può essere piatta? o è larga o è stretta).

p.s. mentre ero in revisione mail della capa: "A che punto siamo?", che spaccamaroni! Mi ci vuole un sonnellino.

sabato 7 novembre 2009

domandina

Ma se mi trovo commenti anonimi inutili, in italiano arrangiato e off topic, qualche pia anima mi può spiegare cos'è questo fenomeno? Un virus? Un batterio?
Fastidissimo.

mercoledì 4 novembre 2009

cinquantamilaesettanta grazie

[c'è ancora x factor e non posso dilungarmi, però grazie, eh, soprattutto a certi, soprattutto piccoli]

martedì 3 novembre 2009

#§%?&!ç@!!! (giusto perché titolare con un'imprecazione potrebbe essere di cattivo gusto)

Porca puttana di quella troia di un'eva.
E' sempre la solita storia.

Dovrei attivare un servizio per la gestione di robe strane entro metà mese, per attivarlo devo necessariamente fare affidamento su un gestore esterno che, tuttavia, deve "legarsi" alla nostra attività attraverso alcune procedure.
A fine settembre sceglievo il gestore e il 2 ottobre lo proponevo a quel sacco di lardo e nient'altro della mia capa

[non ho niente contro i sacchi di lardo e altro, perché tra l'altro avevo la tessera del partito "sacchi di lardo ma molto di più]

che, non paga, si faceva imbambolare come un'imbecille patentata da un secondo gestore, che ha finito di inviare la documentazione IERI.

Oggi la mia capa mi scrive una mail

[giuro che se l'avessi avuta innanzi me la sarei mangiata, per poi morire tristemente dissanguata, essendo che il lardo ingordo ingerito se lo sarebbe bevuto tutto]

che mi mette sotto pressione, bene, brava, bis.
Propone infine un consulente esterno con cui collaborare, cioé io, che mi faccio in 64, dovrei pure collaborare con un esterno

[il consulente, visto il lavoro, sarebbe stato un cesso assicurato]

e io per un'oretta ho recitato il rosario per fare training autogeno, poi ho sclerato in una mail, ma molto più pacatamente di quanto avrei voluto fare.

Domani siamo entrambe in ufficio e io sono già un toro imbufalito.
Anche perché - psicologa di 'sto cazzo - dal momento che metti sotto pressione a 20 bar una povera disgraziata che si sta leggendo i manuali di implementazione del nuovo gestore, consistenti di un centinaio di pagine, è ovvio che le tre o quattro cose memorizzate fino ad allora andranno perdute, porca di quella zoccola!
E per zoccola intendo la mia capa, che non scoperà nessuno, però e zoccola dentro, maledizione!

[questa ripresta post-estate lavorativa non mi sembra un granché promettente]
[ho questa vaga impressione]
[chissa perché]

lunedì 2 novembre 2009

una poetessa

Il poeta è sempre in vacanza. Ed è contro le vacanze. Per questo, anche d' estate rimane in città. Alle ferie d' agosto preferisce le passeggiate languide lungo i canali. Piuttosto che in un confortevole albergo ama riposarsi nel disordine di casa sua. Le vacanze le trascorro da sempre nella mia casa sui Navigli, rimpiangendo Patty Pravo e ascoltando «Mille lire al mese». In quale posto potrei stare meglio che qui? Tra queste mura sono nati i miei figli e le mie poesie.

Sono un' eremita nata, la casa è il mio rifugio. Ho sempre sognato di vedere un giorno, attaccata fuori dalla porta, una targhetta con su scritto: «Qui è nata e vissuta Alda Merini». Sarei stata più felice solo se a questa casa avessero lasciato la vecchia muffa, le pareti scrostate, il suo passato. Invece anche qui hanno passato la vernice nuova e i vicini di un tempo non ci sono più. Ora ho una casa tutta «leccata», senza raucedini. Intorno a me neanche un colpo di tosse catarrosa, solo giovani belli e intelligenti. Neanche un cretino. D' estate, poi, tutti via. A farmi compagnia rimangono i preti giovani e bellissimi che passano tutti i giorni a trovarmi. Mi regalano felicità e impulsi creativi, con il caldo l' ispirazione si affievolisce. Esco di rado, per andare al Duomo o davanti al Castello Sforzesco. Rimango lì per ore e ore.

Mi immedesimo in Pia De' Tolomei, la suggestione è grandissima. Le trattorie mi annoiano oramai, si mangia pesante. Le ho girate tutte. Ho cenato con piatti di gnocchi, di risotti, di ossibuchi con polenta. Ora non ne ho più fame. Sono un cuor contento, mi basta stare qui con dieci ventilatori a guardare i miei Navigli. Il mare lo vedo in televisione e mi piace molto. Non so nuotare, mi sarebbe piaciuto imparare. Alle spiagge assolate ho sempre preferito la montagna. Ho fatto qualche scarpinata in Val d' Aosta, sono una provetta scalatrice. Ma ogni volta che sono partita ho sognato la mia città. E' bellissimo tornare a Milano, di notte. Si potrebbe lasciarla per sempre solo per andare in Paradiso. Ma forse desidererei, anche da lì, la mia casa.

Alda Merini
(tratto da Il "Corriere della Sera")

domenica 1 novembre 2009

facciamo finta

Facciamo finta che abbiamo un uomo e una donna sposati, infelici.
Facciamo finta che i due abbiano vicendevolmente tradito.
Facciamo finta che abbiano perso il significato di "amore" per la strada, e l'abbiano rimpiazzato con altri epiteti, meno belli.

Però facciamo anche finta che uno dei due, all'improvviso, trovi un altro amore.
Facciamo finta che vivano una storia passionale e totale, dove si parla, si scherza, si gioca, si regalano e si ricevono gesti d'affetto, si trovi l'interlocutore ideale l'uno nell'altra e viceversa.
Facciamo finta che il terzo incomodo faccia una prova del nove e scopra.

Che per qualcuno è meglio vivere tra le sbarre piuttosto che affrontare il giudizio altrui.
Che per qualcuno, con una dose consistente di ipocrisia, questo atteggiamento sia "responsabile".
Che per qualcuno sia possibile non far prevalere la parte emotiva su quella razionale e viceversa.
Che quel qualcuno, lasciato dopo la prova del nove, mandi fievoli e meno fievoli segnali affinché la persona amata si avvicini, ma senza avvicinarsi in prima persona.
Che per qualcuno l'amore riscoperto non sia abbastanza per affrontare le complicazioni (milioni di) di una separazione.

Qualcuno, senti un po' me.
Se sei molto religioso e rispetti a modo un po' tuo la sacralità del matrimonio, allora taccio. Ma non credo sia il tuo caso.
Vedi Qualcuno, c'è da una parte il mio spirito emotivo (che prende il sopravvento sulla razionalità in un picosecondo) che mi dice che sbagli. Da una parte invece c'è l'esperienza, che mi dice che un rapporto "rotto" non si incolla più. E, per finire, c'è anche la consapevolezza che non è che si duri su questa terra per sempre, quindi vivere una vita infelice, per propria scelta, non solo mi sembra un insulto a tutti coloro che una vita infelice la vivono perché costretti, ma anche una cazzata, perché potresti morire domani.
E moriresti infelice.

[no, adesso ok, sono stressatella, nervosetta, eccetera, però non sono io a vivere una vita infelice né nessuno dei miei cari (che bel termine ottocentesco, lo usava sempre la mia zietta, infatti), ho periodi di merda ma sono sempre intervallati da piccole gioie, oppure ho periodi gioiosi che sono sempre intervallati da piccoli momenti di merda, però ecco, tenevo a puntualizzare, la mia vita non solo non è infelice ma io, come gli americani, metterei sulla Costituzione "la ricerca della felicità" come un diritto umano inallienabile, ché ogni tanto qualcosa di giusto lo scrivono, poi metterlo in pratica è tutta un'altra faccenda]

[oggi ho dovuto rimbalzare per la 67° volta il mio tatino-pseudo-nipotino-triennale perché devo fare l'anti-influenzale e mi hanno proibito di frequentare marmocchi, ma pensa te]

[non riuscirò mai a bere un cappuccino decente di domenica, e questo è un fatto]

venerdì 30 ottobre 2009

nota a margine

(pranzavo con le colleghe, tutte con panini o focacce o cereali portati da casa, eravamo in una stanza appositamente adibita, piuttosto grande, parlavamo di episodi spettacolari che avevano in comune il tampax, avevo appena finito di raccontare di quando una mia amica aveva lasciato in loco l'applicatore - cazzo, quante risate quel pomeriggio con le altre amiche - e camminava a gambe larghe, una collega mi dice che pochi mesi prima era successo anche a lei, io stupita che avesse provato il primo tampax a quasi 30 anni, io le dico che invece ho cominciato a 15/16 anni ad usare i tamponi, e ad alta voce dico)

"Praticamente ho donato la mia verginità ad un tampax".

Sento una risata maschile alle mie spalle, poi la risata si estende a tutto il gruppo, in modo isterico.
Era appena entrato, senza far rumore, il mio consulente preferito. Io ero di spalle.

Ogni altro commento è superfluo.
(però con le FDM dovrei essere a posto fino al 31 del mese)


martedì 27 ottobre 2009

orchestra ed elii ed arcimboldi

Non posso non tacere su ieri sera.
Regalo di compleanno a ex-moroso, che mi viene a prendere con 30 minuti di anticipo, cosa che ovviamente mi getta nel panico, non avendo neppure cominciato a lavarmi i denti.
Ma è ex-moroso, intanto che mi preparo mi segue, mi parla, mi racconta, mi sceglie il maglione e così via. Non sa dove lo porto. Via dell'Innovazione nella città grande non gli dice niente.
Fiuuuuu, non c'è mai stato.

Però al 97° cartello con le maschere e sopra iscritto Teatro degli Arcimboldi, gli viene il sospetto. A domanda, nego. Ma una volta che lo faccio parcheggiare innanzi a quella roba bruttissima fuori ma bellissima dentro, smetto di negare. Ora il suo problema è sapere cosa andiamo a vedere.
Fuori non ci sono cartelloni, il ragazzo è spiazzato. Vorrebbe tirare giù il finestrino e chiedere agli spettatori che intanto si avvicinano che minchia vanno a vedere. Tuttavia farebbe un po' la figura del cretino. Questo lo trattiene e continua a mangiarsi il pic-nic (si, avevo previsto tutto, anche il pic-nic in macchina, perché ex-moroso arriva o mezz'ora prima o un'ora dopo, già mi vedevo affondare i denti nella focaccia a 123 km/h).

Andiamo a ritirare i biglietti e dopo aver citato Zarrillo (faccia disgustatissima), Ligabue (faccia annoiata) e Baglioni (faccia schifata) mi si illumina d'immenso: "Sono gli Elii???", ma si stella mia, sono gli Elii, di cui sai metà repertorio almeno a memoria. Fila 10, il sangue scorre copioso dalle mie vene, ma chissenefrega. Contiamo anche i tre mesi di ritardo sul regalo. Gli Elii fanno ridere già da prima che cominci lo spettacolo, con la voce fuori campo che invita per tre volte il pubblico a sedersi.

Concerto commemorativo per celebrare i vent'anni dal primo album, e subito Elio ci fa notare che sono invecchiati loro, ma anche noi. Beh, ok, ma noi siamo più giovani, eh.
Concerto con orchestra, una cantante bravissima ad accompagnarli, e loro.
Puoi conoscerli o no, ma sono fantastici. Al di là che, per chi abita nei pressi della città grande, è difficile non conoscerli. Fanno un po' di spettacolo, ma soprattutto sono le loro canzoni che fanno ridere e sono geniali. Anche il fatto che siano dei gran musicisti aiuta un bel po'.
Bello, bello, bello.

Dopo aver tediato con questa blogghecronaca, non c'è molto da aggiungere, non ho combinato nulla con egli, molto per mancanza di tempo, un po' perché mi ha detto "Mi sa che sono innamorato". Ma non di quella fidanzatina brava in cui avevo riposto le mie speranze, ma del solito baldraccone manipolatore viscido schifoso (insomma, una persona che stimo). Ma cazzo.
Dopo tutte le mie vittorie, dopo che mi aveva illuso dicendo "avevi ragione tu", ci è ricascato.
Vacca boia.

Altro elemento a suo sfavore il fatto che abbia l'iPhone, mentre il mio pur valente Nokia, sa iddio come cazzo ha fatto, è riuscito a sfregiarsi di brutto sullo schermo. Uno sfregio a raggiera, come se gli avessero sparato. Diavolo, dieci anni di voli di telefonini norvegesi e trac, per la prima volta mi si crepa. [no no, crepare nel senso di crepa, non di morte, per fortuna non è ancora crepato]
E allora uno ci pensa. Ma poi dice: ma minchia, 500 euri e ho pure l'iPod touch, non si buttano via i soldi. Anche perché sul conto ne ho 146. E allora, ecco, io un po' ex-moroso lo odio.
Mi ha oltraggiato così, esibendo orgoglione il mio oggetto del desiderio.
[neanche parlassi di un rivoluzionario vibratore]

domenica 25 ottobre 2009

una tranquilla domenica da paura

ACHTUNG ACHTUNG
Post non riletto, piovaschi di orrori ortografici und sintattici estremamente probabili.

Mi sveglio e già non faccio a tempo a collegare il cervello che sono già incazzata, ho fatto una stronzata che mi porterà via un'ora (la stronzata non merita descrizione), nel frattempo ho già fatto colazione ma metto a cuocere il pranzo. Solo che tra la colazione e il pranzo, mentre rimedio alla stronzata, l'odore dell'arrosto mi penetra dalle narici, fa a pugni con il kinder pan e ciok e il latte col nesquik, ché io faccio la colazione dei campioni, e alle 12.45 sono sull'orlo di vomitare.
Mi riprendo e mi faccio du' spaghi.

Ho la radiosveglia ancorata alla vecchia ora, chiama la best friend per passare con l'unno (suo figlio, quasi mio nipote, insomma) e in onestà le dico che, da lì a mezz'ora, aspetto una persona per sistemare una faccenda burocratica. Peccato ci fosse un'ora e mezzo di tempo.

Non lavoro, non lavoro, non lavoro. Va beh, un'occhiata al manualetto però...
Cretina.

Arriva la persona che aspettavo, altro che una firma e via, lei ripone in me Great Expectations, come ci narrava il Dickens, ed io non so deluderla. Quindi mi impegno per rotture di coglioni spaventose.
Cretina cretina.
(finalmente se ne va, credevo di dover usare bombe carta ad un certo punto)

Navigo un po', leggo il giornale, leggo del povero Piero che mi fa compassione, ma il mio cervello bacato è sintonizzato sul manualetto. Che serve a fare il progetto che mi hanno affibbiato con un altro programma, più complesso ma più efficiente. Che faccio? Provo a vedere se anche col mio solito programma riesco ad ottenere le stesse funzioni. Ergo. Lavoro. Sono una schifezza.
Cretina cretina cretina.

Ex-fidanza e moglie fanno irruzione, è un bene. Finisco di lavorare e mangio un sacco di cioccolata (mia), ma ex-fidanza di più. Mi prendo della rompicoglioni innumerevoli volte. Non controbatto, so che sono pesante come marmo di questi tempi, ma non riesco a gestire il tempo e 'sta cosa mi rende nervosetta. Sono sempre in ritardo su tutto. Cazzo.

Ceno con l'arrosto di cui sopra.
Poi, per mettermi serena, guardo un paio di puntate di Dexter.
Vedere la belva piccola - una belva paciosa e bietolona come poche - che mi si avventa addosso coi denti digrignati, non mi stupirebbe più di tanto.

Per concludere credo che dormire otto ore faccia molto male.
Sono meno agitata quando ne dormo tre.
O forse è colpa del mancato riposino pre-serale.
O forse no.

mercoledì 21 ottobre 2009

senza titolo

  1. oggi la mia collega tossiva e si soffiava il naso di continuo. L'ho chiamata "Batterio" tutto il dì, e le ho pure chiesto di spostarsi un po'. Non so, ma forse sono stata un po' indelicata;
  2. ho due telefonate che DEVO fare che mi generano pressione, dunque passano i giorni e col cazzo che mi faccio sentire;
  3. uno (per me) sconosciuto ha mostrato una cosa che ho realizzato al proprio ufficio marketing. Voleva dirmi ciò che gli avevano detto per migliorare il prodotto di tanta fatica. Ma sei cretino? Chi ti ha chiesto niente? E poi la cosa che ho realizzato non serve a vendere. L'ho gelato neanche fossi stata l'iceberg che ha affondato il Titanic, senza guardarlo in faccia. Siccome di cretino appunto si tratta, ha riprovato a rompermi i coglioni. Ho levato le mani dalla tastiera del pc, mi sono girata, l'ho guardato in faccia e, con calma glaciale, gli ho ripetuto esattamente le stesse cose. Credo che il mio sguardo sia terribile, talvolta. Mi sono sentita molto Glenn Close. Lo odio, comunque;
  4. domani serata mondana, lunedì ancora, vorrei suicidarmi al sol pensiero;
  5. quando ho sentito dire da Bonaiuti che la sinistra, in sede europea, ha fatto fare l'ennesima figuraccia all'Italia, ho capito che non è tanto avvezzo a Youtube e non può vedere tutte le figure di merda che abbiamo accumulato grazie al nostro premier (quella di "Kapò" sopra tutte, con Fini che vorrebbe sotterrarsi);
  6. sei è un numero un po' inutile per chiudere, ma tra dieci minuti vado in onda.

lunedì 19 ottobre 2009

se ti accorgi che la minestra può avere altri sapori (no, non scrivo di sesso orale, solo di sesso)

Tra le mie amiche con cui parlo di sesso (tutte o quasi), ce n'è una che mi fa preoccupare.
La chiamerò Ricciola.
Un matrimonio in giovanissima età, due bimbi, separazione dopo un po' di anni, qualche flirt, un fidanzato che diventa a breve convivente, una famiglia ricostruita e poi, dopo un paio d'anni, arriva lui.

Più grande di Ricciola di una decina d'anni, un matrimonio malamente fallito alle spalle con un figlio - ora adolescente - a farne le spese, la totale mancanza di comunicazione con l'ex, la frustrazione di non riuscire a capire e ad aiutare il figlio, e comunque una gran voglia di vivere.
Lo chiamerò Converse.

Converse e Ricciolo si incontrano per caso a causa del lavoro di uno dei due. Converse fa una gaffes pazzesca con Ricciola e, offrendole un modo innocente per scusarsi, le lascia il numero di cellulare. Così si vedono un po' di volte, la prima con i bambini e il compagno di Ricciola, altre volte da soli per un caffè.

Il compagno di Ricciola è bravo e buono ma, a mio parere, manca di acume e non è propositivo. Per dirla tutta, lei è più intelligente di lui, lui è meno vitale di lei, ma lui è paziente, razionale, bravissimo con i bambini e riesce a frenare (fin troppo) l'irruenza della compagna.

Ricciola comincia finalmente a farsi cadere le fette di prosciutto sugli occhi, e nota che Converse la guarda con interesse. Si lascia contagiare dalla sua vitalità. E un giorno accetta un invito a pranzo, innocente. Peccato che, causa chiusura locali in zona, lei vada a casa di Converse, non mangi niente ma scopra che lui la desidera con passione.

Io sono il punto di riferimento di tutte le amiche che hanno o stanno per cominciare una storia clandestina. Davvero, eh, proprio tutte. Neanche ne avessi avute duecento. Ne è bastata una a fare di me l'Enciclopedia della Donna Amante, vol. 1 e 2.

E così Ricciola mi parla della passionalità di Converse e della sua attenzione verso i più piccoli particolari quando sono in intimità. Scopro invece che il compagno, benché passionale, no preliminari, subito al sodo, unica sessione (non sei mica Paganini, cazzo!). Eh, ma non si fa così.
Sembra che tu voglia solo svuotare la sacca scrotale!
Scandaglio. E scopro che il compagno è pieno di tabù, e i tabù nel sesso sono dannosissimi. Infatti, non appena Ricciola scopre un altro modo di vivere il sesso, ne è radicalmente rapita.

Ricciola è un ottima persona, mai aveva tradito, mai aveva ceduto alle lusinghe di cento uomini. E' decisamente una bella ragazza. E' forte, è caparbia, è buona, è simpatica. E' una bella persona, benché molti possano reputare che una bella persona non tradisce. Non è vero, può succedere quasi a tutti.

Nella mia saggezza spicciola, maturata da esperienze con maschi che non si lasciavano andare, con maschi che si lasciavano andare ma dovevano in qualche modo giustificarsi, con maschi che si lasciano andare senza alcun bisogno di giustificarsi, le faccio un po' il lavaggio del cervello.
Le dico che, se davvero crede che il compagno sia l'uomo della sua vita, deve prendere il toro per le corna, fargli conoscere i suoi desideri, cercare di abbattere i tabù che fanno muro.
Parlare e parlare, poi agire. Parlare di sesso con un compagno o una compagna risulta difficile a molti, e più il rapporto è duraturo, più è difficile.
Lo so bene, oh, se lo so bene.

Spiegarsi, capire, farsi capire, trovare una via da percorrere insieme. Questo deve essere.
Se no Ricciola sarà sempre alla ricerca della parte mancante di un rapporto importante.
Voglio bene a Ricciola, assai, non voglio che salti di palo in [palo] frasca, perché così rischia sia di mandare a monte un rapporto consolidato, sia di mandare a monte sé stessa, con sensi di colpa e il terrore di venire scoperta. Non c'è, poi, solo la sua tranquillità in gioco, ma anche quella dei suoi figli. Nel frattempo Converse imperversa. Ma solo per il momento.
Minchia. Che caos.

domenica 18 ottobre 2009

madri

Non è da tutti avere una madre che, incontrando il mio ex-fidanzato, gli dica:
"Ah, guarda, avessi avuto xy anni in meno, ti avrei fatto la corte!".
Ex-fidanza è diventato blu come un puffo.

Adesso temo per un eventuale incontro con ex-moroso, mi vedo la scena:
"Ah, guarda, avessi avuto xyz anni in meno, una sveltina con te me la sarei fatta!".
Ex-moroso non farebbe una piega.
[è stato realizzato con un materiale rivoluzionario, in ogni senso]

venerdì 16 ottobre 2009

coldplaying

Il freddo arrivato come una mannaia, mi devasta.
Ieri in ufficio ho battuto incessantemente i denti, la gente mi pigliava per il culo, banda di stronzi! Non è che, perché una ha l'aspetto da nordica vera, non possa soffrire il freddo come una figliola di Agrigento.
Io non lo so.

Da rilevare:
  1. il mio consulente preferito non mi ha potuto dare dell'acidina perché non si è visto, segno del destino (bastardo);
  2. ad un mio giovane compagno di scherma, classe '82, è morto il secondo genitore nel giro di cinque mesi;
  3. insonnia peggiorata dal freddo, perché il freddo mi fa svegliare presto;
  4. possibile che a metà ottobre io debba mettere il piumino sul letto?
  5. oltre alla lettura dei blog, sto rimandando 67 telefonate.
P.s. post scritto in data 15 ottobre, pubblicato dopo per adsl che schiacciava un pisolino. Beh, io non posso che difenderla, io, la Regina dei Pisolini.

martedì 13 ottobre 2009

un orticello da coltivare?

Con il mio consulente preferito siamo diventati amici su FB.
Con il mio consulente preferito ci siamo scambiati, per lavoro, un po' di FB mail.
Il mio consulente preferito mi ha chiamato "stellina", in una di questa mail.
Se non fossi già innamorata di Samuele Bersani, in questo periodo, potrebbe quasi spingermi all'infatuazione fortissima.
"Stellina".

(sapesse come sono acida in questi giorni, ritratterebbe)
(domani mi sa che lo scopre)
(mi chiamerà "acidina")
(che triste)

P.s. non riesco a leggere i blog preferiti (quella trentina di) la sera perché tra insonnia, febbriciattola e un lavoro che non mi passa più, mi si chiudono gli occhi alla terza parola. Ecco perché. Ieri ci ho provato ed è stato il tracollo. Forse dovrei farlo in orario di lavoro, come tutti.
[mi sembra di essere il ragno dell'omonima canzone del succitato]

lunedì 12 ottobre 2009

coperchio in testa, sdeng (ma non fa male)

Ah, la punizione.
Febbre is back.
Ma vaffanculo.
E ho pure fatto promesse da marinaia sulla scadenza dei lavori che devo presentare.
Imbecille!
(mi capita sempre più spesso di auto-insultarmi, sa mai perché)

Comunque l'aneddoto della giornata è questo.
Volevo essere certa di aver fatto una roba burocratica pallosissima bene. Pio bove.
Chiamo il Centro per l'Impiego.
"No, guardi, faccia tutto di nuovo sul sito dell'Inps".
Bene. Peccato non ci sia modo.
Chiamo la Provincia.
"No. Tutto tramite Inps online".
"Ma guardi che non c'è modo, inoltre il vostro portale ha accettato il modello che dovevo presentare".
Silenzio.
"Chiami l'Inps, saranno in ritardo [voi no, eh?!], la circolare è nuova [n.d.b. 8 mesi]: lei comunque non è a posto, dal punto di vista legale. Le do il numero diretto". Ottimo. Sul fatto che io sia fuorilegge.
Terza chiamata. Staccano il telefono.
Quarta chiamata al call center per poveri mortali, che in anni che lo chiamo mi abbiano mai dato una notizia corretta. Per due minuti sono fuori tempo massimo.
Ma vaffanculo, va, va.

domenica 11 ottobre 2009

il diavolo fa le pentole e non i coperchi, probabilmente (e poi non ti regala nessun accessorio inutile)

Confidenza: io sono un orso.
Io sono un orso che lavora come un mulo e che per farlo indossa la pelle del camaleonte. Tutta una roba alla Konrad Lorenz, tranne la presenza della papera Martina, che peccato.

Quindi oggi ho un po' lavorato e un po' pensato alle mie attanaglianti faccende burocratiche, per cui ho sudato [sette uova in] sette camicie.
Ma un amico mi chiama per venirmi a trovare, probabilmente con suo figlio che adoro, ma la mia socievolezza oggi rasenta quella di un eremita dell'appennino tosco-emiliano, pure incline al bestemmione. Quindi gli scrivo che no, guarda, ho di nuovo la febbre, lassamo perde.

Passano le ore e scrivo alle mie due amiche e, dal momento che una mi aveva fatto mille paranoie quando ero febbricitante e io avevo pure pensato che, cazzo, sono mica dell'età dei tuoi marmocchi, saprò bene cosa fare della mia vita, e se non lo so tanto bene, chi d'altronde ha mai le idee tanto chiare, affermo che yes la febbre è andata via.

Poi faccio qualche cosa per cui mi sarei dovuta distrarre molto e invece manco per idea, e penzo.
Trac. Una spada di Damocle vedo materializzarsi sopra la mia testa, poiché siccome ho amici molto interconnessi io SO che domani qualcuno scoprirà la mia bugia.

E' da un'ora che sto pensando alla bugia riparatrice, ne ho già confezionate una dozzina, domani mattina vado presto dal panettiere e faccio un exit-poll per scoprire quale è la migliore.
Ma che testa di cazzo sono, lo vogliamo scrivere?

P.s. la febbre non l'ho provata perché sono codarda.

lunedì 5 ottobre 2009

tre e un quarto (di vino, sarebbe stato meglio)

Occhi pallati fino alla suddetta ora. E dire che avevo fatto la brava, non mi ero portata nulla in dvd da guardare mentre ero a letto ad aspettare Morfeo. Che, per essere precisa, assomiglia in tutto e per tutto a George Clooney. Solo che appena mi abbraccia io m'addormo, che sfiga.

Adesso non è come prima, che spegnevo la luce, chiudevo gli occhi, contavo pecore, soldi, more da pagare, contavo poco insomma. Adesso attendo il sonno. Guardando la tv o giocando con l'ipod o facendo i sudoku. L'esito, tanto, è il medesimo. Anzi. Evito di fumare istericamente alle due di notte.
Il rovescio della medaglia è che alle volte mi addormento con centotrentotto cose accese, inutile spreco, abbattuta da un colpo di sonno improvviso.

Per sommi capi:
  1. ho ricominciato a leggere i blog arretrati, avrò circa 200 post da leggere. Verso dicembre conto di finire;
  2. ho un vicino di casa che è già santo, mi va a fare commissioni offrendosi di sua sponte. Ed è pure un pensionato impegnato, mica in cerca di cose che lo tengano impegnato;
  3. mi piace tantissimo una canzone degli Otto Ohm, che non so manco chi cacchio siano o come siano fatti, ma la canticchio sempre (già stata minacciata, grazie);
  4. ho cominciato la mattina urlando incazzata ad un paio di persone che non avevano rispettato delle regole condivise, ho trascorso il resto della giornata con i sensi di colpa per essere stata aggressiva ed avere alzato a voce;
  5. mi ha contattato su FB una figliola fiorentina conosciuta al mare. Io avevo 16 anni, lei 13 e sua cugina era un cesso pazzesco, la cosa mi ha un po' commosso;
  6. perchè quando cerco io qualcuno su FB non lo trovo mai?
  7. sette è un buon numero per chiudere, come le ore che mi aspetto di dormire stanotte.

domenica 4 ottobre 2009

un mercoledì da (cog)leona (ultima parola non tra parentesi da pronunciarsi all'inglese, grazie)

Mercoledì.
30 settembre 2009.
Ultimo giorno per l'invio della celeberrima Dichiarazione Dei Redditi.
Quest'anno non ho fatto training autogeno un mese prima, non ho rotto zebedei a destra e a manca, ma c'era una ragione. Anzi tante, ma ne basterà una.
Credevo di aver tutto sotto controllo. Così sotto controllo che, per scrupolo, essendomi ovviamente ridotta all'ultimo giorno utile, ho preso un giorno libero dal lavoro (anche se un paio d'ore, da casa, ho lavorato - ma di mattina, quando il mio cervello non carbura: sarà più importante il lavoro o la DDR?).

Bene. Dopo aver lavorato, pranzo. Dopo aver pranzato, mi rilasso per digerire in tranquillità. Dopo aver digerito in tranquillità, mi metto al pc.
Non è che posso subito cominciare a fare somme e percentuali e chiedersi che minchia significhi il campo RP9345. Beh, una partitina ad un gioco stupido e poi si parte.

Squilla il telefono, all'altro capo un'amica che chiameremo Anna-dcr che, come me, ha pensato bene di sfruttare il suo giorno libero per preparare materiale di lavoro che le servirà a breve. Mi chiede:
"Come va la DDR?"
"Beh, ti posso dire che sto facendo il record personale al giochino stupido".
Lei ride.
"E tu?", le chiedo.
"Sono alla 47° partita di spider".
Le amicizie si scelgono per precise affinità, eh.

Verso le ore diciotto mi applico seriamente, e... porca troia! Sono cambiate alcune cose nel modello e alcune cose nella mia vita, cazzo! Giusto l'anagrafica è rimasta uguale!
Mi applico a più non posso, mi applico, mi applico, sommo, compilo, leggo le istruzioni, cancello, rileggo, ricompilo, controllo, fallisco, ricomincio... ma il ticchettio dell'orologio non ha pietà e X Factor sta per cominciare.

Sono così in palla che mentre faccio gli ultimi (disperati) controlli, prendo il telecomando del dvd recorder e invece di schiacciare REC schiaccio per errore PLAY, sicché, un po' distratta, mi convinco che il programma stavolta cominci con un po' di scene da daytime. No, è che stavo playando il daytime. Precedentemente registrato.
[me ne vergogno, ma ho anche pensato: che culo che ho proprio oggi! si, appunto]
Quando esso finisce, sento una cesura netta: non capisco. Facchinetti ad un tratto è tutto elegantone e sotto c'è scritto che stanno già commentando la 2° cantante. Ma vaffanculo!

Nel frattempo ho spedito la cazzo di DDR, ma riaprendola ho trovato un errore grossolano, secondo me attribuibile ad una volontà maligna dei fans di Amici: non posso aver compilato il campo "eventi eccezionali=4", vero che sono andata a vedere cosa significasse, ma sono CERTA di non averlo compilato! Maremma maiala!!! E ora?
C'è un "annullo invio", salva! Mi si chiede il numero di protocollo.
"In che zenzo?"
E vai a rintracciare il ndp, e vai ad annullare l'invio, e ricontrolla la DDR, e accetta il fatto che quest'anno hai riempito caselle a casaccio (ma potrebbero essere corrette, chi può dirlo), e rifai il file da inviare, e invia. E tipo alle dieci e rotte ho cominciato a guardare la tv. Che pessima prestazione.

Per rifarmi di questo parziale fallimento, del fatto che XF quest'anno mi fa un po' cagare, del fatto che sono la solita procastinatrice idiota, mi sono scaricata XF inglese, giusto per capire.
Neanche a dirlo, mi sto appassionando di brutto, benché manchino giudizi un po' complessi e sia più un reality con tutte le storie dei wannabe-talents.
D'altronde non ne dubitavo.
E Simon Cowell non è così cattivo come lo dipingono i disegnatori di Jessica di "C.h.i. Roger Rabbit".

lunedì 28 settembre 2009

la sciura maria (segretaria incapace di tacere)

Come già scrissi, ho questa collega che lavora al mio fianco, un po' particolare.
Non gradisce parolacce, è un po' pedante [mai come me, ma esercitiamo l'arte della pedanteria in maniera molto diversa, e questo mi solleva. Ops. Ora batto la testa sul soffitto], parla ad alta voce mentre lavora (come me, d'altronde), si veste come mia nonna (ne avessi una in vita).

Entra in ufficio questa collega, che chiamerò Old Fashion.
L'ufficio vede presenti cinque persone, tra cui la segretaria. Costei inizia a chiedere scusa ad Old Fashion, a dire che è stata proprio inopportuna, a cospargersi il capo di ceneri. Evidentemente, in un momento in cui io non ero presente, ha detto qualcosa che le è poi sembrato fuori luogo.

Old Fashion esce dall'ufficio ed io, mai curiosa, la tempesto di domande: "Ma cosa le hai detto? Me l'hai offesa? Ma non riesci a tenerti una patata in bocca?!".
Sicché la segretaria mi racconta di un giorno in cui OF vestiva con un abitino stile vestaglia, blu con fiorellini bianchi, davvero agghiacciante. E "agghiacciante" lo posso assolutamente confermare, l'ho visto con i miei occhi. Un vestito che mi ricorda le signore toscane del paesello del mio babbo, quando la domenica andavano alla messa.

Insomma la segretaria, ad ufficio pieno, si è espressa con un "OF! Mi sembri la sciura Maria con quel vestito!", e pare che OF abbia fatto un forzato sorrisino e, con qualche scusa, sia poi andata a lavorare in un altro ufficio. Embé. Non posso neppure cazziare la segretaria, a parte l'indelicatezza di parlare innanzi a tutti, perché ha sacrosanta ragione.

Rientra OF. Stavolta siamo solo noi tre. La segretaria le dice: "Guarda, mentre ero a letto quella sera, continuavo a girarmi e rigirarmi pensando a quanto fossi stata inopportuna...". Boccaccia (anche) mia, statti zitta. Nooo! Ce la posso fare? Nooo!
"Ah, se devo proprio essere sincera [non devi, cazzo, non devi! La sincerità non paga, cazzo!!!] [ma non resisto] anche a me non sembra un abito adatto alla tua età".
Mi guarda.
Stupita che io mi sia permessa.
Segue analisi attenta del vestire classico che questa ragazza [due anni più di me, ergo ragazza] adotta, di come potrebbe vestire classico senza sembrare una trisnonna.

Non so se le abbia fatta tanto piacere, ma era a fin di bene. Vale come scusa?
A parte le sue mail glaciali, comunque, tutto bene.

martedì 22 settembre 2009

l'egoismo dei vecchi (post pesantuccio, da evitare per il cazzeggio)

Non so se sia una cosa diffusa solo tra quelli che io conosco e ho conosciuto, o un elemento costante per tutti coloro che superano una certa soglia di età.
Certo è che i vecchi li trovo molto egoisti e non lo digerisco.

Anche mia zia, la persona più buona del mondo, un po' lo era diventata, ma almeno il suo egoismo si estendeva al di fuori della cerchia dei suoi affetti più grandi.
Invece in questi giorni ho osservato mia madre e mi è venuta amarezza.
Lei e mia zia si conoscevano da sessant'anni, lei era la sorella di mio babbo.
I miei genitori ci affidavano a lei finché io e mia sorella eravamo piccine, mentre loro facevano qualche viaggio (per i tempi) bizzarro. Poi cominciarono a portarsi dietro mia sorella, ma io ero sempre felicissima di rimanere con mia zia, che mi coccolava in maniera indecente.

Quante vacanze facemmo insieme a mia zia e suo marito, dalla Romagna alla Toscana, anche dopo la scomparsa di mio babbo. Quante vacanze fece mia madre con mia zia, quando io e mia sorella diventammo indipendenti. Poi le solite questioni ereditarie che mi fanno incazzare, il figlio di mia zia schierato contro tutti, noi comprese. Mia zia cercò di mantenersi neutrale, come me, mia madre invece non lo digerì. Da ciò cambiò tutto: mia zia chiamava me e mia sorella sui cellulari, quando chiamava a casa sentiva un po' di gelo.

Ma come si fa, per una questione così stupida, cancellare anni di amicizia, affetto, gratitudine?
Mia madre oggi, giorno del funerale, mi parla della composizione di fiori con cui le abbiamo reso l'ultimo grazie, poi mi parla di come va bene la macchina nuova di mia sorella.
Oggi seppelliscono mia zia e mia madre mi parla di un auto.
Sono sbottata, borderline con un pianto liberatorio e isterico.
Lei mi dice: "Lo faccio per parlare d'altro, per tirarti sù".

Ma tu non sei a pezzi?
Non ti vengono in mente mille episodi di vita condivisa?
Non te la vedi mentre cuce o mentre si addormenta nello studio davanti alla tv?
Non ricordi la bontà degli involtini al latte, che non assaggerai mai più?
No.

Mia madre è chiusa nel suo mondo, di solito ne facciamo parte anche io e mia sorella, altre volte esclude anche noi. Mi fa molto male, perché amo mia madre, stimo mia madre, e so che sono gli anni a renderla arida. Non è mai stata così.
Allora mi faccio un sacco di domande.
Non è che anche a me succede, anno dopo anno, la stessa cosa? Eppure il mio mondo mi sembra sempre più aperto, entrano ogni anno nuove persone, ma forse non mi accorgo che altrettante ne escono.

Non so.
Forse non voglio neppure sapere che tra quarantaquattro anni (e chi ci arriva?) anch'io sarò così.

lunedì 21 settembre 2009

domenica 20 settembre 2009

tanti grazie, innaffiati da lacrime sincere

  1. Grazie per quando mi prendevi in braccio e mi tenevi stretta, ed io appoggiavo la testolina sul tuo morbido seno.
  2. Grazie per quando mi coprivi con lo zio, che era molto severo, e rischiavi anche di prenderle, perché la vostra generazione era abituata a dare e ricevere schiaffi, anche da adulti.
  3. Grazie per tutti i vestiti del Cicciobello che mi facesti con la tua arte di sarta e una macchina Singer a pedale (li ho tutti in soffitta, gelosamente custoditi).
  4. Grazie per avermi dato sempre fiducia, anche quando dimostravo al mondo che ero un'asina.
  5. Grazie per il caffé d'orzo che mi preparavi la sera e mi faceva sentire un'adulta, come te e zio.
  6. Grazie per le patatine fritte che ogni volta mi facevi trovare in tavola (mentre lo zio ripeteva sempre: "Piacciono molto ai bambini perché l'amido delle patate, durante la frittura, si trasforma in zucchero", perla di un numero de La Settimana Enigmistica, rubrica "Lo sapevate che...").
  7. Grazie per le costolette d'agnello presenti in tavola ogni Lunedì dell'Angelo che abbiamo trascorso insieme.
  8. Grazie per tutte le paste del Nannini che mi hai comprato.
  9. Grazie per le stupende passeggiate in ogni angolo della tua città.
  10. Grazie per avermi portato al mare, io sedicenne che, fosse stato per mia madre, il mare l'avrei dovuto vedere col binocolo, vista la bocciatura.
  11. Grazie per i ciambellini, i salami, le salsicce, i dolci senesi, i cioccolatini e quant'altro che ci mandavi in pacchi che recavano la tua calligrafia d'altri tempi.
  12. Grazie per avermi fatto conoscere un po' di più mio padre, attraverso racconti di tempi andati.
  13. Grazie per tutte le tue lettere.
  14. Grazie per aver affrontato, alla verde età di 89 anni, un viaggio iniziato alle 6 del mattino e conclusosi all'1 di notte, pur di passare qualche ora in ospedale con me.
  15. Grazie per avermi insegnato le buone maniere e la sincerità.
  16. Grazie per tutte le telefonate che mi hai fatto, e scusa per tutte quelle che io non ti ho fatto.
  17. Grazie per tutto l'amore che mi hai donato, sappi che è stato tutto, fino all'ultima goccia, ricambiato.

Il tuo sorriso da vecchietta si irradia da una foto dello scorso anno.
Addio, fai buon viaggio e, se lassù trovassi davvero qualcuno, metti una buona parola anche per me. Ah, e salutami tutti quelli della nostra tribù.
E, come dicevi sempre alla fine di una telefonata, "tante belle cose" a tutti voi.
Con tutto l'amore che posso, ciao zietta.

giovedì 17 settembre 2009

cosa ti fa una macchia di leopardo

Pomeriggio in ufficio.
La capa non è ancora arrivata ma è attesa.
Per questioni lavorative (scuse varie) inizio a peregrinare in giro, e saluta una, e saluta l'altro, "Ehi, lo sai che Tizio è tornato in ufficio?" e non vuoi andare a salutare Tizio? Solo che Tizio è in giro al cazzeggio come me, ho analizzato tre piani per stanarlo (un sms? No, troppo semplice), ho scambiato parole con mezzo mondo.

Torno in ufficio alle 15.30.
La capa, senza quasi salutarmi, mi chiede se ho realizzato la brochure. Brochure?! Rileggo la sua mail, lei ha sbagliato perché ha scritto "volantino" e io ho sbagliato perché non ho letto "mercoledipomeriggio" scritto tutt'attaccato. Minchia. Capa: "Alle cinque ho la riunione di presentazione, mi serve!!".

Schiava Isaura ex-cazzeggiatrice si mette al lavoro, per fortuna trova una bozza (servita per altra persona) da cui partire. La mia compagna di banco sta facendo una specie di bilancio e non le torna un cazzo, indi per cui commenta a voce alta. Di solito lo facciamo entrambe, senza interagire tra noi. Ma oggi no, troppa pressione. Prendo un po' di Cardura.

La zittisco, povera stella, e lavoro come un mulo.
Ore 16.50 concludo felice.
Mando in stampa. Il pc cerca la stampante di rete. "Ma è accesa?", "Accesa". Merda.
Cerco una chiavetta, la trovo, trasformo il documento in pdf e ce lo butto sù, lo passo alla segretaria, me ne stampa solo un lato. Valle a spiegare come stampare il secondo lato. La capa entra in riunione e la brochure è stampata a mezzo. Mi lancia uno sguardo ghiacciato.

Entra uno dei boss e ci dice: "E' saltata la corrente! In garage ci sono due persone bloccate dal cancello!". Ecco perché non c'era la rete. Ma la corrente è saltata a macchia di leopardo, impossibile capirlo per noi, a cui i pc vanno.

Alle 17.15 entra Casanova, il mio amico vecchio che ogni tanto mi dà un passaggio per casa. Neppure bussa. Entra. "Siamo pronte?!", 'azz. E' nervoso di brutto. Lascio la chiavetta nelle mani della segretaria. Sperèm.
Salgo in macchina con Casanova.
Era lui uno di quelli bloccati in garage.
Ah, ecco.
Fortunelli che non siamo altro.

martedì 15 settembre 2009

il miraggio (o midiametro, che dir si voglia) di Santorini

Un giorno, prima che il blog andasse in vacanza, vado fuori a cena con un paio di coppie di amici. Tra i quali ex-fidanza e la moglie, che l'indomani sarebbero partiti per Santorini.
Il giorno dopo ex-fidanza mi chiama mentre schiacciavo l'usuale pisolino e gli chiedo perché, invece di rompere le balle, non guarda il tramonto.
Lui ride, poi mi dice: "Possiamo passare da casa tua stasera verso le nove?".
Io acconsento e penso: avranno un volo in notturna e magari vogliono lasciarmi giù le chiavi.
Lui zitto, poi mi dice: "Non mi chiedi neanche perché?", ridendo.

Illuminazione.
Qualche mese dopo essersi messi insieme, causandomi uno strazio che mi ha fatto giungere al mio record storico di magrezza, i due andarono verso la Croazia per le vacanze estive, ed io godetti molto quando seppi che lui si era infuriato perché al confine lei scoprì d'avere la carta d'identità scaduta.

Sicché comincio a ridere e gli chiedo: "E' successo ancora?!", e lui ride di brutto e mi conferma, e tra tutti e due non la smettevamo più di ridere mentre, accanto a lui in macchina di ritorno dall'aereoporto, c'era un esserino (di un metro e 75, ma questi sono dettagli) sprofondato nella mortificazione.
Allora gli chiedo se ha reagito (incazzandosi come una belva) come io immagino, e mi dice che no, è stato un signore. L'esserino biascica qualcosa, ex-fidanza mi traduce: "Anche troppo". E in effetti quando ne fai una grossa così, se l'altro si incazza in qualche modo allevia il tuo senso di colpa, invece così no, e quindi la mortificazione ti avvolge.

Ne ho prova la sera.
Comunque cerchiamo un volo per il giorno dopo. Trovato. Pagato. Attendiamo conferma pagamento riuscito. Dopo 40 minuti, un cazzo. Telefono alla padroncard per sapere se ho l'addebito o no (beh, pago io, la loro carta non la prende), dopo un giro per il mondo e un rimpallo di operatori piuttosto consistente, mi dicono che quel sito non è considerato affidabile dalla mia banca. "Faccia la carta virtuale!", e sia, detto fatto, ecco la carta virtuale.

Torno sul sito e nel frattempo i prezzi dei voli sono aumentati del 40%, 'sti cazzi! Da 360 a 500 e rotti euri. Ex-fidanza inizia a indossare una maschera scura. Comunque dà l'ok e facciamo tutta la procedura. Arriviamo in fondo e ci sono due opzioni: 1. c'è già questa prenotazione, volete continuare? 2. volete fare una prenotazione diversa?
Ma non si scappa. Qualunque cosa si faccia, si torna sempre su questa cazzo di pagina e non si riesce a pagare.

I due tapini lasciano casa mia alla mezzanotte e mezza, senza aver risolto nulla.
Inutile andare su altri siti per i prezzi stellari o per l'obbligo di avere carta credito intestata a uno dei due passeggeri. L'indomani mi manda il messaggio seguente: "Partiamo domani, alla comoda ora delle 6 e 20 di mattina, alla modica cifra di euri 610. Domani alle 2 del pomeriggio sono in mare, dove annegherò mia moglie".

Però, pur avendo perso due giorni di vacanza, hanno girato un'isola che per me rimane un miraggio, per una ragione o per un'altra non riesco mai ad andarci. Mai arrendersi però.
E comunque la moglie è sopravvissuta.

P.s. non sono ancora riuscita a leggere mezzo post altrui, mi sento in colpa. Anzi, uno l'ho letto, e pure commentato con mezza riga. Mi rifarò.
P.p.s. non so più usare la punteggiatura. O forse mai stata capace, chi può dirlo.

domenica 13 settembre 2009

cambiamenti con l'inizio della scuola

  1. Numero belve sopravvisste: due (un po' di magone, cioè quello che fa le magie molto grandi);
  2. numero chili sottoscritta: più uno;
  3. numero racconti estivi sorbiti: zero (evitati con grande classe, II B);
  4. numero auto da comprare: uno;
  5. numero auto acquistabili: zero (mi fanno tutte cagare);
  6. numero telefonini presenti sulla scrivania: tre;
  7. numero telefonini funzionanti: uno;
  8. numero fatture presenti sulla scrivania: una cinquantina;
  9. numero fatture pagate: due;
  10. numero regali ricevuti post-vacanze: quattro;
  11. numero regali effettuati post-vacanze: zero (non ho fantasia);
  12. numero consulenze su acquisti informatici: uno (molto faticoso);
  13. numero euri per crediti derivanti dal punto n°12 (acquisto, non consulenza): seicentodiciannove;
  14. numero domande inutili di mia sorella: tremilasettantatre;
  15. numero lavori impegnativi già affibbiati: tre (ma uno vale per trenta);
  16. numero nuovi amici su facebook: uno;
  17. numero nuovi amici rifiutati su facebook: dodici (sembra che la parola "amico" sembra si sia allargata a "conoscenza occasionale");
  18. numero tentativi per entrare ad x factor: tre;
  19. numero tentativi riusciti per entrare a x factor: zero;
  20. numero feste glamour sorbite: uno;
  21. numero feste non glamour non sorbite: uno (no, dico, si può fare una festa di compleanno a sorpresa invitando genitori autoctoni del compagno e genitori pugliesi dell'organizzatrice fatti salire appositamente?!)
  22. numero cartoline ricevute: uno (l'anno prossima me ne mando da sola, in ricordo dei vecchi tempi);
  23. ventitre è un buon numero per chiudere, anzi, il migliore.
P.S.: ricordarsi di scrivere di ex-fidanza e Santorini. [almeno un appunto mentale me lo sono ricordata]

giovedì 10 settembre 2009

back, con cartella, quaderno e matite (e astuccio nuovo)

Ma stasera c'è X Factor, quindi voglio solo scrivere una cosa: come al solito mi sono scordata tutte le cose di cui volevo scrivere, che mentalmente mi ero appuntata. Ché ancora mica ho capito che sono rincoglionita.

lunedì 24 agosto 2009

di sua spontanea iniziativa

Questo blog ha deciso che va in vacanza un po'.
Vuole anche lasciarmi a casa, ma io sto cercando di convincerlo altrimenti.
"Non dimenticatemi, eeeeeeeeh!" (cit.)

venerdì 21 agosto 2009

imnsomniamn

No, no, non je la faccio.
Che io periodicamente soffra d'insonnia è scritto nel mio codice genetico, tuttavia fare le 5 e un quarto ieri notte e le 4 e mezza questa notte è un po' troppo. La sveglia suona magnanimamente alle 8 e mezza, tuttavia quattro ore di sonno a esagerare mi rendono impossibile anche una qualsivoglia conversazione: se mi annoio per più di dieci secondi m'addormento.
E non è bello.
(non è neanche bello oggi aver tenuto gli occhi chiusi per quasi tutto il pranzo e poi essermi addormentata di sana pianta sul pc nel pre-serale, svegliandomi un'ora e mezza dopo con un attacco di tachicardia a causa delle nuove impostazioni della radiosveglia, forse impostare "vol" su "max" non è stata una grandissima idea)

D'altronde non è neppure bello che, facendo quella che scende dal pero, io abbia scritto tramite FB a uno degli autori del mio programma preferito (cioè l'unico spettacolo che guardo, che si sa qual è) sperando che, attraverso la mia brillante scrittura, costui mi recapitasse un invito.
Negativo. Però è stato gentile e qualche messaggio ce lo siamo scambiati.
Ciò non toglie che:
  • egli possa non avere alcun titolo sugli inviti;
  • egli non faccia più l'autore per lo show;
  • io non sia così brillante.
Nel dubbio, forte dubbio, vado a lucidarmi un po'.
(mi addormenterò con il lucido e la pelle di daino in mano, poi appena toccherò il cuscino scatterà il solito insomniae cruciatus)
(l'altra mattina verso le 4, quando ero proprio alle frutta, mi sono vista le orrende presentazioni fatte dai grandi capi per un convegno, sicura che avrebbero avuto potere anestetico. Viste tutte e otto, ce ne fosse stata una fatta bene)

mercoledì 19 agosto 2009

cantagiro '09 (tappa afosissima, ma c'è in fondo un po' di ristoro)

It gets harder everyday
But I can't seem to shake the pain
I'm trying to find the words to say
Please stay
It's written all over my face
That I can't
Function the same when you're not here
I'm calling your name and no one's there
And I hope one day you'll see
Nobody has it easy
I still can't believe you've found somebody new
But I wish you the best
I guess

'Cause everybody knows, but
Nobody really knows
How to make it work
Or how to ease the hurt
We've heard it all before
Everybody knows
Just how to make it right
I wish we gave it one more try
One more try
One more try
'Cause everybody knows
But nobody really knows

I don't care what the people say
They're probably lonely anyway
Baby don't fill up your head
With "he said", "she said"
It seems like you just don't know
The radio's on, you're tuning me out
I'm trying to speak, you're turning me down
And I know one day you'll see
Nobody has it easy
I still can't believe you've found somebody new
But I wish you the best
I guess

'Cause everybody knows, but
Nobody really knows
How to make it work
Or how to ease the hurt
We've heard it all before
Everybody knows
Just how to make it right
I wish we gave it one more try
One more try
One more try
'Cause everybody knows
But nobody really knows
Oh oh nobody really knows
Oh nobody really knows

martedì 18 agosto 2009

cinquecentooo?

Sembra che sia arrivata al 500° post. No, non posto, sarei scarsa, ho scritto "post".
Bene, cifra tonda che accentua il mio tondo disprezzo per il telegiornale della prima rete pubblica.
Stasera è morta Fernanda Pivano, che era una donna di 90 e passa anni, e che ha tradotto, dagli anni '40 in poi, la letteratura americana contemporanea. Ha fatto un sacco di altre cose, ha collaborato con un sacco di artisti, se non ricordo male Guccini fu tra questi, insomma ha portato nella cultura italiana - di certo tra coloro che l'inglese non lo sapevano - la letteratura anglo-americana. Mica è poco.

Al telegiornale trenta secondi per annunciarne la morte in clinica e stop.
Ma come? Una delle persone che più ha influito sulla cultura del dopoguerra, fino ai giorni nostri, relegata in trenta secondi di svagato annuncio?
A cui poi è seguito un servizio di quindici minuti sui pantaloncini di Michelle Obama.
Ecco, mi viene da dire: che paese di merda.
Poi però correggo: che direttore di tg di merda, o chi per lui.
Che schifo. E non ci credo non ci fosse un coccodrillo preparato da almeno 15 anni.
E' stata una scelta editoriale.

A molti potrà non fregargliene un cazzo, ma poi i molti dovrebbero fare ammenda se ascoltano questo o quell'artista, influenzati da ciò che lei ha creato.

Sarà il caldo che mi rende nervosetta.
Sarà che domani dovrei andare con un'amica a scegliere il regalo per un neonato, mi vien caldo solo a pensarlo.
Sarà che sto facendo un lavoro certosino di inserimento dati. E non per lavoro, il che è davvero deprimente.
Sarà che non ho più nulla di bello da vedere.
Sarà che son brasata.
E mediamente incazzata.

P.s.: la mia incazzatura dipende anche che ho cancellato metà post senza volerlo ma soprattutto senza sapere come.

domenica 16 agosto 2009

però pensavo (stranissssimo)

Se anche uno va in vacanza con tutti 'sti telefonini con l'abbonamento a internet
[io ce l'ho perché a un certo punto mi serviva, poi ogni mese mi arriva l'avviso che se voglio disdire devo chiamare etc. etc. solo che - strano anche ciò - mi dico: "Oh, si si, stavolta disdico e buonanotte ai suonatori - vista la stagione, quella dei bonghi", per poi scordaremene - anche ciò assai strano - trenta secondi dopo]
il blog lo aggiorni lo stesso.

Adesso un conto è chi tiene aggiornato il blog per un piacere-dovere o solo per dovere, un conto è chi tiene aggiornato il blog per puro piacere.
Io sono tra questi rari esemplari, quindi teoricamente mi divertirebbe aggiornare il blog.
Dico teoricamente perché devo capire quanto posso zoomare sul telefonino, ché un po' di presbiopia comincia a fare toc-toc. Oppure hanno ridotto i caratteri dei bugiardini.
[che di conseguenza si sono trasformati in bugiardinini]

Volevo dire che ieri ho pranzato con una amica un po' pedante, alla quale dopo pranzo stavo raccontando una cosa.
E mi dice: "Ma si, prima di pranzo eri arrivata a raccontarmi fin qui, mi manca il finale".
E io faccia basita, comincio a raccontarle il finale, poi mi interrompo e le dico: "Ma veramente ti avevo già raccontato la prima parte?!"
Lei, piuttosto crudelmente, ha risposto affermativamente.
Non solo: mi ha pure fatto il riassunto.

Secondo me il mio corpo è stato preso in ostaggio prima di pranzo e rilasciato solo durante lo svolgimento dello stesso, perché io non ho il mi-ni-mo ricordo di aver cominciato il racconto.
Va beh poca memoria a breve termine, ma così è esagerato, dai.

(non rileggo perché ho fretta, gli errori eventuali si sono auto-generati e non dipendono in alcun modo dalla mia responsabilità)

venerdì 14 agosto 2009

vil danaro e p.s. I fuck you

Ecco, adesso ho un problema.
Sappiamo che la sottoscritta ha due amiche dai tempi delle medie e che ogni volta ha dolori simil-parto per fare loro il regalo di compleanno. Non solo per la spesa, quanto per la fantasia nulla.
Questo compleanno, per tutte e tre, è un po' speciale, quindi all'amica n° 1 è stato regalato un braccialetto dal costo di euri 330 [piango ancora, se ci penso], così ripartiti: 115 euri a testa noi due amiche e 100 accollati al fidanzato dell'amica per suo masochistico desiderio, ma tanto è ricco, e quindi.

Poi c'è stato il mio di compleanno, e siccome mi hanno comprato un attrezzo per la scherma in un negozio che conosco bene, posso serenamente stimare il costo tra i 130 e i 170 euri complessivi, tant'è che c'ero rimasta un po' male, se devo dirla tutta, convinta che all'ultimo momento avrebbero tirato fuori il jolly. Maddeché.

E ora la prova del nove. L'amica n° 2 che mi ha fatto spendere un capitale compie gli anni tra un po'. L'amica n° 1, che invece ricevette il regalo-capitale, mi chiede: "Quanto spendiamo?" e io, ben sapendo che ci sarebbe stato un po' di casino, le dico: "Non lo so, dimmi tu, dimmi tu...".
Ha proposto 70/80 euri. Le chiedo se il marito partecipa, mi dice che non sa, ma forse si, visto che alla festa viene anche lui (si, loro sono tipe da festa). Capisce che rimango un po' stranita quando mi dice: "Massimo, comunque, 200 euri in tre!", e allora indaga quel minimo affinché io le riveli più o meno (centesimi inclusi) quanto spendemmo per lei.

Lei non ci crede.
Mi dice: "Sarà stato Natale più compleanno!", noooneeeeeeee.
Mi dice: "Ma ti sembra possibile che abbiate speso così tanto per un braccialetto d'argento?"
Come d'argento?!
Io mi ricordavo oro bianco.
"Ma sei sicura che non sia oro bianco?"
"Certo, ce l'ho al polso, c'è scritto [non mi ricordo cosa], è argento!".

Dubbio.
Nel rispondere all'amica n° 2, che mi aveva mandato un bastardissino mms dalle spiagge di un'isola ai Caraibi, con nonchalance le chiedo se si trattasse di oro bianco o oro nero o argento, ma fosse stato oro nero me ne sarei accorta, credo. Poi avrebbe già preso fuoco con le candeline della torta.
Mi conferma la prima ipotesi.
Oro bianco.

Ipotesi:
  1. amica n° 1 è decisamente presbite e non lo vuole ammettere;
  2. amica n° 2 è stata decisamente inculata dalla sua gioielleria di fiducia;
  3. io non mi ricordo un cazzo.
Ora lo so che il calcolo delle probabilità è a mio totale sfavore, tuttavia sono abbastanza certa di me stessa questa volta, ed è merce rara nel mio essere essere [non è un refuso, un attimo, cribbio! AGH 2!!!] certa di qualcosa.

Ma soprattutto: quanto minchia mettiamo in budget?!

P.s. Telefonata a casa. "Ciao. [mionome] ho deciso che me lo scopo". Ah, ecco. Menomale che non si tratta come al solito di ex-moroso, è già una soddisfazione.

mercoledì 12 agosto 2009

sky (concetto molto diverso da skylarking, ma guarda quante cose si imparano da un post)

Cielo, che quiete.
Nel mio condominio poi.
Potrei morire e mi troverebbero per l'odore della carne in putrefazione.
Per farmi stare tranquilla, però, una delle sopravvissute alla settimana di ferragosto mi dice: "Quando l'altra sera sono tornata a casa ho visto due ombre nel cortile, sono entrata come un fulmine" (ma che ti colpisse, n.d.b.).

Cose fastidiose:
  1. dover annunciare a chi sento per sms del mio lutto felino, mi infastidisce un po'. Tuttavia se non lo facessi poi mi troverei persone che, entrando in casa, mi chiederebbero: "Non manca qualcosa?" e io le scaraventerei giù dal balcone, e meglio sia evitare il carcere, va là;
  2. al supermarket hanno già affollato gli scaffali con la roba di scuola (mi sembra che inizi ad assomigliare alla procedura di marketing per Natale, quindi dall'anno prossimo partiranno tre mesi prima, metà giugno), riducendo lo spazio per le robe tecnologiche, ergo non ho potuto acquistare una stupida cuffietta per il pc con la stanghetta in testa (quando ho i capelli bagnati mi serve come cerchietto, eh);
  3. oggi in tre mi hanno scritto sms a cui ancora non ho risposto, perché interrompono la mia pace interiore;
  4. qualche giorno fa al ristorante ho visto un tizio, che secondo me conoscevo. E sapevo anche in che classe era, tipo D o E, o forse anche C. Se la tirava a 18 anni esattamente come se la tira adesso, ma è sempre il solito sfigato (la mia interessantissima teoria è che siamo tutti sfigati e tutti fighi, è solo una questione di momenti altalenanti: questa teoria a lui non è applicabile in quanto se la tira senza alcuna potenzialità). Però sono giorni che provo a farmi venire in mente il nome e col cazzo. E il tipo è talmente insignificante che non riesco a descriverlo, ma cribbio (AGH!);
  5. dovevo chimare mia zia, un'amica che sta per partire, un'altra amica che è già partita e non ho fatto nulla di tutto ciò, mi sono dimenticata e poi addormentata.
Cose meno fastidiose:
  1. non ho un cazzo da fare e anche ciò che dovrei fare mica lo faccio, quindi passo le giornate ad abbruttirmi davanti al pc in vari modi e ad ascoltare le repliche di Linus e Savino;
  2. a ottobre c'è un concerto commemorativo degli Elii agli Arcimboldi e spero di aver ipotecato il mio ingresso (concetto che solo chi abita nei pressi o nella città grande può capire), in questo modo faccio anche il regalo a ex-moroso che ha compiuto gli anni solo un mese e mezzo fa;
  3. la mia omonima amica è finalmente uscita dai noiosi binari della sua relazione monocromatica e ha assaggiato (solo un asaggino, ma accontentiamoci) il pathos da relazione extra-convivenziale. Il fatto è che ieri, tutta allarmata ed emozionata, mi ha detto che avrebbe pranzato con questo tizio qui, e oggi con la vocina da cagnolino bastonato mi ha fatto scoppiare a ridere. Io ipotizzo che nel suo inconscio già sapeva che qualcosa sarebbe accaduto [o acciampato, o accascato, o accrollato], lei nega: per forza, è conscia quando mi parla;
  4. c'è silenzio;
  5. c'è silenzio ma non troppo, non quello per cui aver paura, ecco.