lunedì 9 novembre 2009

vorrei vorrei vorrei

Innanzitutto non essere qui a scrivere, perché se scrivo a quest'ora significa che sono a casa.
No, niente licenziamento, per ora, ma la mia capa mi sta veramente sfrantumando gli zebedei per chiudere un progetto entro... una settimana fa.

Porco diavolo, io l'avevo detto che non sarebbe stata una passeggiata, ma lei niente. Da ignorante (in senso letterale) crede che tutto sia una cazzata, cielo che nervi. Quindi oggi ho lavorato da casa, ho fatto i compiti e poi ho chiesto all'assistenza tecnica un aiuto. Ovviamente non mi hanno (ancora) risposto, e sono passate cinque ore, quindi ero qui a fare sterili tentativi quando un commento di un radioascoltatore mi ha distratto. Così ho risposto ai commenti arretrati, così ho pensato che già che c'ero potevo descrivere questi sì mirabili giorni:
  1. mercoledì mi è arrivato il telefono norvegese fighissimo, che secondo me è più figo del figofonino, e vorrei solo dire che, nel sistemare le connessioni, mi deve essere sfuggito qualcosa, e ne ho attivata una che poi è rimasta aperta più di due ore, per la modica cifra di euri dodici (imbecille);
  2. le giacche da inverno da donna le fanno ormai solo per le scimmie. Sono arrivata a questa conclusione quando ne ho trovata una bella ad un prezzo eccezionale, che mi sta a pelo, sulla quale però devo fare due risvoltini sulle maniche. Io odio i risvoltini;
  3. lavorato anche sabato e domenica, con solo un paio d'ore dedicata a "I fatti della settimana" con la mia amica psy(chotic);
  4. quattro, come i Fab Four, è un gran numero per chiudere (ho una vita piatta? no, il culo piatto sì, ma la vita come può essere piatta? o è larga o è stretta).

p.s. mentre ero in revisione mail della capa: "A che punto siamo?", che spaccamaroni! Mi ci vuole un sonnellino.

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