lunedì 30 aprile 2007

inedia

Oggi poteva essere un giorno ben più produttivo, invece ora sono mostruosamente annoiata.
Inedia. In senso figurato però (pare che inedia voglia dire "digiuno prolungato" che proprio non è il mio caso. Ho appena ingoiato intero un cioccolatino tartufone, il terzo o quarto della giornata, 1234 calorie ciascuno).
Eppure me la sono cercata, chè di cose da fare ne avevo, eccome.
A cominciare dal fatto che scrivo da un portatile circondato da:
  • un libro
  • una videocassetta
  • modem, telefono portatile, telefono cellulare, stampante (enorme), radiosveglia
  • fili (n. 2) di caricabatterie di cellulari
  • una ciabatta con 5 spine attaccate
  • scatola con cd per pc
  • scatola piccola con cd musicali ultimamente più ascoltati
  • ricetta del dermatologo
  • poggiagomiti da pc
  • 5 bossoli gialli di kinder sorpresa ancora da aprire
  • 1 pacchetto di kleenex
  • 3 bugiardini di altrettanti medicinali
  • due lettere ancora da aprire
  • il tesserino della società sportiva
  • un portapenne da cui ne sono scappate un paio
  • uno specchio portatile
  • due enormi polsiere per le braccia (impolveratissime)
  • il telecomando della tv
  • l'antenna della tv digitale da pc (una cagata, non compratela)
  • due hard disk esterni
  • cd male masterizzati
  • una campana di cd/dvd ri-masterizzabili
  • una cuffietta esterna attacata al pc
  • la pubblicità di un negozio che vende cartucce non di marca per la stampante
  • un silkepil ancora inscatolato
  • una enorme etichettatrice dymo usata 3 volte
  • un'agendina (scovata ora! la cercavo da un po')
  • una busta con due biglietti da €50 omaggio di mia zia
  • un post-it con le indicazioni di un ospedale
  • un cubo di rete che uso come mini-cestino (scorgo la carta arancione del tartufone)
  • un centinaio di documenti vari adagiati sul coperchio della stampante
  • un paio di cuffiette da incastrare dentro l'orecchio otturate dal cerume
  • la pubblicità di una mini-maratona cittadina
  • custodia di un dvd che son 3 giorni che mi chiedo se sia piena o vuota
  • un fiocco artistico che adornava degli ovetti di Pasqua, anzi, due fiocchi
  • il termometro interno esterno
  • una mollettina da pacchettino regalo
  • la tovaglietta sulla quale è adagiato questo portatile, sotto cui vivono in condominio almeno 56 famiglie di acari.
Decisamente.
Potevo fare qualcosa di utile oggi.

P.S. particolare non trascurabile. La mia scrivania misura cm 120X80.

domenica 29 aprile 2007

uomini

Ne esistono varie tipologie, ma sempre meno di quelle che si trovano nella categoria "donna".
Quello che sfugge spesso a noi femmine è la dicotomia dei loro ragionamenti.
"Si" o "No". "Bianco" o "Nero". "C'è" o "Non c'è".
Invece noi femmine non accettiamo il fatto che normalmente ragionino così. Siamo sempre a leggere tra le righe, a osservare le sfumature, a spaccare il capello in quattro.

Due esempi.

Parlavo con un'amica che sta passando un periodo complicato. Mi dice che il suo compagno non le sta vicino quanto lei vorrebbe. Dopo ragionamenti vari, decidiamo che è il caso che lei gliene parli.
Due giorni dopo tutto a posto. Lui dice che la vedeva strana ma quando chiedeva cos'avesse, lei si chiudeva e rispondeva "Niente". Quindi lui interpretava tutto ciò come "Ho i cazzi miei, lasciami stare".
Mancata interpretazione delle sfumature del comportamento femminile. Anzi. Mancata percezione delle sfumature. Ovvero. Mancato riconoscimento del fatto che le femmine si esprimono per sfumature. Se noi ci chiudiamo a riccio, abbiamo bisogno del compagno che ci accarezzi gli aculei e ci faccia aprire. (beh, qui si possono dare varie interpretazioni)

Secondo esempio.
A cena con un'altra amica, lei chiede consigli su come tirare il pacco a uno lasciando però la strada aperta, chè ancora non ha capito se quest'uomo le piace e soprattutto quanto le piace.
Un quarto d'ora. Per scrivere un sms di 160 caratteri. Così no perchè è troppo duro. Così no perchè sembra che lo brami troppo. Così no perchè è troppo serio. Così no perchè è troppo faceto. Etc. etc.
Inviato l'sms ci guardiamo negli occhi e conveniamo sul fatto che lui leggerà distrattamente l'sms, penserà che l'amica ha semplicemente un altro impegno, e si farà sentire quando avrà tempo e modo. Non applicherà l'analisi sistematica di ogni singola parola, virgola, punto, punto&virgola, due punti, eventuali faccine, che io e quasi tutte le mie amiche mentecatte facciamo.

Dicotomia.
Questo è il trucco. Bisognerebbe ricordarselo. SEMPRE.

sabato 28 aprile 2007

la scoperta dell'acqua calda

Quando sei a cena da amici, grandi amici, sei molto rilassato. Della serie che ti puoi presentare anche in pantacollant che tanto non se la menano.
Poi li conosci da una vita, conosci molti dei loro pensieri, orientamenti, convinzioni.
Ma! Perchè c'è sempre un "ma".

Io sono una persona abbastanza informata, leggo quotidiani, guardo tg, se riesco seguo approfondimenti di varia natura. Tuttavia mi rendo conto che alle volte mi sfugge la visione generale.
Ieri parlavo a cena con due uomini, marito e fidanzato di due amiche, e il discorso è caduto sui cambiamenti fiscali-tributari. Beh, mi son trovata in difficoltà. Loro avevano entrambi capito il senso generale delle varie stangate, dell'anagrafe tributaria, e persino dell'opera del fu-ministro Tremonti. Io no.

Cioè, sapevo tutto, ma mi mancava il collegamento tra i vari cluster del mio sapere. Sapevo ma non mi rendevo conto di non avere capito.
Ho imparato una lezione: non bisogna mai scollegare il cervello quando si legge o si guarda qualcosa, se no rischi di sentire il sottile disagio come quello che ho provato.

Ovvero: il titolo di questo post.

giovedì 26 aprile 2007

il mio amico Casanova in odore di andropausa

Io ho qualche amico non coetaneo. Qualcuno più giovane (oggi ho parlato con un 17enne davvero DE-LI-ZIO-SO!), qualcuno (la maggior parte) più vecchio.
Sempre oggi ho parlato con Casanova. Cinque figli. Da cinque donne diverse. Che non hanno avuto altri figli, a mio parere perchè rimaste traumatizzate da Casanova stesso.

Mi dice con fare birichino che ha trascorso qualche giorno fuori. Gli chiedo con quale famiglia, visto che allo stato attuale ne ha una ufficiale ed una non ufficiale (la non-uff è parzialmente al corrente della uff, ma ovviamente la uff non è al corrente della non-uff).
Lui mi guarda, fa il sorriso di un bimbo beccato con le mani nel barattolo della Nutella dalla madre diabetologa, e nel suo sguardo vedo le lucine.
"Ma cazzo, con un'altra ancora?!?"
"Ma nooooooooo!" e il pirla ride.
"E cosa cazzo ti sei inventato stavolta???"
Segue il riassunto de: "L'arte dello scopare a destra e a manca con limitatissimi danni nella propria vita personale" abbinato a: "L'arte della menzogna reale".

Forse mi dovrei sentire offesa in nome di tutte le donne (e di una delle sue che ho avuto occasione di conoscere) che prende per il culo, ma no, non mi sento offesa.
Quest'uomo mi piace perchè è buono e generoso. Ha un vizio chiamato "donna", ma anche se mente, inganna, tradisce, è una brava persona. Vuole vivere a fondo non risparmiandosi emozioni forti. Anche se rischia di far danni (qualche volta c'è pure riuscito).

Essendo il soggetto in questione un discreto sessantenne, gli dico:
"Va beh, dai, tanto non durerà ancora per molto: anche tu andrai in andropausa!".
Ho la vaga sensazione che si sia più volte toccato i genitali.
Non vuole sentire parlare del corso della natura...

mercoledì 25 aprile 2007

tears (not for fears)

Stasera piango.
Perchè leggo messaggi in mail e sul cellulare che si assomigliano.
"Scusami", "Rispondimi", "Leggi questa mail di 7 anni fa di quando ci volevamo tanto bbbene".
Ma andate affanculo, uno e unodue.
Vivete nel presente, nè nel futuro, nè nel passato.
Sappiate dare affetto e calore alle persone a cui dite di tenere tanto.
Ma non quando fa più comodo a voi, quando lor signori hanno del tempo libero (in ultima istanza) da dedicarmi.
Quando serve a me. Dovete esserci quando serve a me. Perchè io c'ero, cazzo, quando voi avete chiamato.
Perchè il tempo, per una persona a cui si vuole bene, si trova, si ricava, ce lo si inventa.
Non lo trovate? Benissimo. Sappiate che io m'incazzo e vi faccio una capa tanta. Una, due, tre volte.
Poi però basta.
Quando reiterate vuol dire che allora avete altre priorità.
Quindi se m'incazzo e sparisco piena d'amarezza, non venitemi a cercare x l'ennesima volta, tentando di riconquistarmi facendomi vivere scorci del passato o del futuro.
Perchè il passato è andato, e al futuro non so se ci arrivo.
Stronzi.

martedì 24 aprile 2007

bambina adulta capricciosa

Io vorrei che tutto, nella mia grande cerchia d'amici fraterni, rimanesse immobile. I rapporti di forza, le prese x il culo, i nomignoli, i caratteri tipici di ognuno, le sparlate dietro le spalle dell'uno o dell'altro.

Invece un giorno subii la cazziata di un amico a cui il suo nomignolo non piaceva più. Alla discesa in campo di un secondo amico che gli fece notare che il suo nomignolo non era "merda" nè nulla paragonabile a un insulto, apriti sky! Il nomignolato s'è incazzato ancor di più e in maniera talmente eccessiva che assomigliava a una macchietta. Io facevo fatica a trattenermi dal ridere, ma se non l'avessi fatto mi sarei di sicuro presa due pappine.

Un giorno (mi ricordo l'ufficio, la postazione dinanzi alla quale mi trovavo, mi ricordo tutto: capivo l'evento epocale) mi chiama una delle mie amiche. Mi dice che è incinta. Il primo bambino della banda. (il primo bimbo mai visto che mi ha porto un suo ovetto kinder dopo che io glielo avevo chiesto, senza minacciarlo! commovente)

Un giorno mentre cammino per le strade di una città inglese che amo molto, arriva una telefonata che non avrei mai voluto ricevere. Una morte. La prima morte di un amico coetaneo.

Un giorno in pizzeria un mio amico, sempre stato di quasi estrema sinistra, dice poche parole nei confronti del cameriere che corrispondono più o meno ad un: "lavoro, pago, pretendo". Con tono faceto gli chiedo se non mi stia diventando neo-fascista. Mi dice che comunque sta rivalutando tante cose (e la sinistra non era ancora salita al governo!!!), mentre le mani viscide della sua fidanzata lo abbraccicano come un polipo medusoso (i.e. urticante) e sento dirmi dalla suddetta: "Sarà la mia cattiva influenza, eh eh...". E curati se hai l'influenza, scema! GRRRRR. Non dovete cambiarmi gli amici, cazzo!

E poi i fidanzati e le fidanzate che diventano mogli e mariti, e poi ancora ex-mogli ed ex-mariti, e poi altri bambini, e poi il puttaniere che attacca il pisello al chiodo e mette sù la famiglia del Mulino Bianco, e poi tragedie di quelle vere, e poi case messe sù insieme a persone che non vedi tanto insieme, e poi lavori instabili, stabili, cambi di lavoro, macchine aziendali, benefits & co., e poi le differenze di reddito (davvero poco sentite, in quanto i più poveri sono i più generosi e/o scialacquoni e viceversa), poi case che rappresentano il tuo amico e case che rappresentano SOLO la donna del tuo amico (le amiche, le donne in generale, si rispecchiano sempre nella casa che abitano).
E questo passi.

Ciò che non riesco a tollerare sono le divisioni interne.
Accoppiati con accoppiati. Genitori con genitori. Vitaloni con vitaloni. Trendy con trendy.
A me sapere che due coppie si incontrano spesso e non coinvolgono mai gli altri, mi procura un dolore. Quasi fisico.
Non voglio non voglio non voglio.
Si, ok. Sembro una bambina capricciosa che punta i piedi.
E dunque?
Io sono una bambina adulta capricciosa che non vuole che la sua famigliamica cambi.

Quando sarò ricca comprerò un mega-condominio dove alloggerò tutti (va beh, anche le fidanzate più odiose). Maporcaputtanaeva! Dimenticavo che i condomini sono la specie piu litigiosa al mondo!
Rifo.
Quando sarò ricca mi comprerò una casa enorme con uno schermo a 99" dove i miei amici maschi verranno a vedersi le partite. Patatine, panini e birre incluse (tanto sarò ricca, quindi avrò anche una colf che compra apparecchia e ripulisce). Rutto libero e bestemmie tollerate ma non gradite.
Poi loro, per riconoscenza, veranno a cena a casa mia SENZA parlare di calcio, con le loro metà e i loro figlioli.
Fffatto!
Ora mi manca di trovare solo il modo per diventare ricca.

domenica 22 aprile 2007

i miei libri per una gatta, ma una in particolare

Oggi mi sono spassionatamente dedicata alla lettura di diversi blog. Cioè, a dir la verità, ma proprio quella vera, di un blog in particolare.
Una ragazza neo-laureata che abita a Roma. O abitava? Non saprei, perchè io c'ho una tecnica tutta mia. E ancora mi mancano 25 mesi da leggere.
La tecnica è questa: arrivo su un blog e leggo i post presenti in ultima pagina. Se non mi piacciono, ciao, amici come prima, ma nei miei Favorites cartella Blog tu cor cazzo che c'entri. Se invece mi piacciono, pesco dall'archivio il post più antico e via via sù sù verso i tempi contemporanei.
A me (mi) piace un casino. È come guardare, la sera tardi, dentro le finestre senza tende di palazzoni del centro città. Rich-watching.
Insomma, un'attività spionistica in tutto e per tutto.
E dalle parole scritte nei post, inizia a delinearsi nella tua mente il soggetto scrivente, e poco a poco diventa più chiaro, dai contorni più netti, capisci (o you pretend di capire) ciò che la persona si aspetta dalla propria vita.
Poi cambia il registro e ti ciula.
Rimescola le carte come il crupiè (chè non ho voglia di vedere come minchia si scrive, secondo me croupier, ma io e il francese siamo due strade parallele, sicchè non mi fido) e tu rimani lì a bocca aperta, ma poi ti piace la sorpresa, l'inaspettato, e allora leggi ancor più avidamente.

Dunque.
Non era di questo che volevo scrivere, ma di altre tre cose che andrò sommariamente ad elencare.

Cosa 1: le donne che aprono un blog lo fanno in un momento specifico in cui hanno un vuoto da riempire. Ignare del fatto che poi il blog tenderà ad ingollarle intere.

Appendice a Cosa 1: mi sono chiesta quale fosse il mio vuoto. Mi sono risposta che di vuoti negli ultimi anni ne ho avuti tanti, e in realtà non è che sia proprio stato il vuoto a farmi partire, bensì una eccellente autrice di blog in cui mi sono ritrovata. Mi ha scritto: scrivi. E io, come il soldatino di piombo delle Fiabe Sonore (...dove saranno finite?) ho obbedito.

Cosa 2: vuoto. Per l'appunto. Non mi ricordo più. Per riempire lo spazio dirò che oggi ho smssato una bestemmia. Non so se vale come una detta.

Cosa 3: 'azz, e te pareva! Mi son ricordata la cosa 2 che ora diventerà la 3. Oggi è stata una merda di giornata. Sotto molteplici punti di vista. E non c'è stato appiglio che tenesse. Me li portavo tutti a valle. E come direbbe Aldo: VA-FFA-NCU-LOOO!!!

Cosa 4 che in realtà è la 2: io non ho detto a nessuno che ho aperto un blog (a StB l'ho scritto, ma lei non vale, essendo la causa scatenante). O meglio. In realtà ne ho aperti 2 in 2 giorni (sempre da un eccesso all'altro se no non mi ritrovo più) ma l'altro è d'interesse specifico e abbastanza noioso. Dell'altro un'Amica mia ne è a conoscenza, ma solo lei e stop. Chè non mi pare un blog dove invitare gli amici. Perchè l'ho allora detto all'Amica? Perchè è capitata davanti a me mentre mi stavo rimirando la creatura. Dice che lo trova ben scritto e interessante, ma credo lo dica sì in buona fede ma solo xchè mi vuole molto bene.

Cosa 5, non prevista ma impellente: ho un libro impacchettato, qui a fianco. Ha dimensioni che mi spaventano. Io non leggo quasi più. Non utilizzare i mezzi pubblici ti fa perdere la quotidianità della lettura. Ti fa dimenticare il piacere che ne trai. E quando vado a letto, tric, accendo la tv e mi guardo tutto ciò che mi sono scaricata da internet. Però mi manca. Soprattutto mi manca la mia gatta, deceduta oramai da anni 8, che quando leggevo imbustata nel mio vecchio lettino mi si piazzava sulla panza. Però poi si seccava di non essere cagata, e iniziava a mordere gli angoli del libro o a interporsi tra il mio sguardo e il libro o a strusciarsi contro il libro facendo le fusa. Generalmente alzare le coperte per farla accomodare accanto a me dispensandole grattini, risolveva la quotidiana diatriba. E io l'adoravo anche per questo.

P.S. Spero di non essere logorroica quanto sono prolissa. Perchè io i logorroici li odio.

P.P.S. Essendo uno degli ultimi libri letti "Il codice da Vinci", forse i mezzi pubblici sono sopravvalutati. Forse non avevo più voglia di incorrere in cotali puttanate. E l'ho letto fino in fondo, pur di poter dire con totale cognizione di causa che mi aveva fatto VERAMENTE cagare.

sabato 21 aprile 2007

update

...e porcadiquellaputtana non mi puoi telefonare alle 19.03 e alle 19.16 per fingere interessamento e soprattutto contraddirmi rispetto a ciò che ho scritto nel post precedente!
QUESTO MI FA PROPRIO INCAZZARE!
E forse avrò perso due parole, forse un invito, forse un cazzo di niente, ma almeno non rispondendoti e non richiamandoti, non ho perso la mia dignità!
...
.....
.......
(non sono decisamente nata per interpretare questi ruoli. Passerò l'intera serata a distrarre la mia Amica dal film con le solite domande che cominciano con "Ma se...", mentre la faccetta di cazzo ha già smesso di pensare a me da minuti 40, quelli intercorsi tra il secondo squillo e l'ora corrente)

Non so se è stato un affare essere nata femmina.

l'allevamento dei polli, i.e. l'educazione dei morosi

Io faccio tutto il lavoro, poi altre ne traggono i benefici.
L'ultimo pollo l'ho allevato per più di due anni. Non sapeva assolutamente cosa fosse un rapporto di coppia. Era invadente, appiccicoso, poco incline a capire battute sottili, partiva per la tangente con sogni a occhi aperti, e soprattutto non aveva iniziativa.
Due anni dopo: affettuoso, coi propri spazi, sagace, realista e con un piccolo germoglio di iniziativa.
Ecco.
"Io per te ci sarò sempre, ricordatelo!".
Appunto. Lunedì chiamo "Chi l'ha visto".
E la cosa che mi fa girare vorticosamente i coglioni, è che ora (o se non ora, a breve) ci sarà qualche maledettissima stronza che non solo godrà dei frutti caduti dalle piante che io ho amorevolmente piantato e dato il concime e innaffiato e potato, ma inoltre gli negherà la libertà che io gli ho sempre concesso. Ovvero di frequentarmi ancora.
Ecco.
Per questa ragione oggi mi girano di brutto i coglioni.

venerdì 20 aprile 2007

il capo figo

La prima volta che arrivai in quest'ufficio e incontrai i miei colleghi, mi sembrarono brave persone. Ma avendo avuto una sonora inculata nel posto di lavoro precedente, ero molto sulle mie. Avevo deciso che stavolta NO! Stavolta avrei avuto un atteggiamento strettamente professionale. E non come l'altra volta, che quando la sera avevo un appuntamento galante, la mattina dopo avevo intorno tutti e 8 i colleghi che mi facevano domande discrete quali: "lingua in bocca?", "palpata di tette?" e infine "ma gliel'hai data o no?!". Eh no, cari miei. Non puoi essere amica dei tuoi colleghi, perchè quando ti tirano addosso palate di merda poi invece d'incazzarti come una iena, torni a casa e piangi. Troppo.

Tornando al nuovo ufficio, il giorno del mio arrivo si palesa il capo, il cui ufficio era in un'altra sede poco lontana. Mi avevano detto che era borioso e un discreto figo.
Il capo non solo non mi si presenta, non solo non mi degna neppure di uno sguardo (forse giusto mezzo, di quelli trasversali, che ti fanno sentire come un'inutile essere), ma poi volta le spalle alla mia persona e inizia a parlare col resto dei suoi sottoposti. Faccia di merda!

Ok. Vuoi fare il figo? Allora me la tiro anche io.
Beh, belloccio lo è, ma quando sorride si vedono troppo le gengive, e la reazione delle colleghe degli uffici vicini, che civettano con lui in ogni momento, mi riescono incomprensibili
Inizia la mia strategia che, scusate l'immodestia, è frutto di attente osservazioni delle molteplici tipologie umane. È più forte di me. Voglio piacere, come persona. Se no entro in para.

Strategia in atto. Visto che non prendo ordini direttamente dal capo, ho la libertà di non cagarlo. Visto che fa il figo, faccio la figa anch'io.
Così passano un paio di mesi.
E come da copione la strategia dà i suoi frutti.
Comincia a parlarmi. A sorridere. A fare il brillante.
Un giorno, mentre sono in piedi ma chinata davanti a un pc, sicuramente a leggere qualche mail cazzuta degli amici miei, lo vedo passare con la coda dell'occhio. Egli fa due passi indietro, fa capolino nel mio ufficio, e mi da un pizzicottino in vita, su un lembo di ciccia lasciato scoperto da magliette troppo corte per i miei gusti. Il pesce ha definitivamente abboccato. Come da programma.

Il dado è tratto. Lui fa lo splendido. Io comincio a credere che le colleghe hanno in fondo le loro ragioni... I miei sorrisi si allargano, comincio a fare battute, a prendere il caffè con lui e la colleganza nel bar sotto l'ufficio. Comincio a fare la svenevole.
Flirtiamo, è ufficiale. Non c'è bisogno di aggiungere che lui è sposato con figli e apparentemente molto fedele. Quindi un flirt minimalista ma pur sempre un flirt.
Questo non era in programma.

Una giornata calma. Tanti colleghi sono partiti x il weekend lungo.
Anche nel nostro ufficio il ritmo è blando, io faccio poco, il capo ancora meno. Oggi è da noi. "Ok, senti, andiamo nell'altro ufficio che ti faccio vedere una cosa di lavoro che è importante tu conosca". "Ok capo". "Ma la smetti di prendermi x il culo?! [sorrisone]". Il mio occhio riluce divertito. Poi passa tutto e mi sento una discreta idiota.

Andiamo nell'ufficio piccolino. Lui spiega, gestisce il mouse, ogni tanto ruota lo sguardo dal monitor a me. E noto che quando mi guarda nelle palle degli occhi fa di tutto x cercare professionalità e non sorridermi senza motivo. Ma non sempre ce la fa.
Io sono alla sua destra che fingo interesse e cerco di orientare tutti i miei neuroni sull'argomento affrontato. Ma non ce la faccio. La metà o forse più si ammutina e si orienta piuttosto sul brivido felino che mi percorre quando i nostri avambracci si toccano. Sì, lo ripeto: il toccarsi degli avambracci mi emoziona di brutto.

Per fortuna che dopo una mezz'ora vengono a chiamarci per andare in pausa pranzo. Gli avrei toccato senz'altro il pisello e sarei stata licenziata in tronco.

Per dovere di cronaca devo aggiungere una cosa.
È un ottimo capo. Delega molto lavoro, si fida. Se facciamo qualche minchiata ci cazzia di brutto, ma poi passa tutto. E se qualcuno dagli altri uffici ci accusa di aver fatto qualche minchiata, ci difende a spada tratta, e trova sempre uno scheletro lavorativo nell'armadio dell'accusatore che gli dà il potere di metterlo a tacere. Lo amo, come le altre 40 colleghe. Ma a me sorride di più, olè.

giovedì 19 aprile 2007

Flavia

Flavia è una signora di circa sessant'anni, diventata nonna da poco.
La conosco da molto. Ha avuto una vita estremamente travagliata per certi aspetti.
Oggi l'ho incontrata per caso ed era lucida come non la vedevo da tempo.
Ultimamente alcune terapie anti-dolore l'avevano ridotta in uno stato pessimo. Straparlava, diceva le stesse cose 10 volte, non afferrava le conversazioni.
Temevo fosse una strada di non-ritorno.
Invece no. Evviva!
Grande Flavia e in bocca al lupo.

martedì 17 aprile 2007

io non credo alle coincidenze

Ci deve essere una legge, severa e perennemente applicata in particolare alla mia persona, secondo la quale se hai un impegno puoi star sicuro/sicura che in quella stessa settimana gli impegni si moltiplicheranno a dismisura.
E dovrai anche dire "no, grazie" e le settimane successive saranno vuote tanto da cominciare a parlare da sola, perchè ormai neppure le tue bestiole vorranno comunicare con te.
Stamani ho detto "no, grazie" all'invito di un'amica che non vedo da svariati mesi.
Mi sono stizzita.
Sono mesi che aspetto un suo segno e il segno arriva proprio a ridosso della mia settimana incasinata... Ma merda! Ma santa donna, non potevi farmi uno squillo settimana scorsa, o quella prima ancora, o quella successiva?
NO! Proprio oggi!
Che fastidio.
Non può decisamente essere una coincidenza.

lunedì 16 aprile 2007

era meglio un lunedì di catastrofi naturali in ufficio

Sì, senza dubbio.
Perchè poi tornavi a casa ancora isterica, ma la visione continuata delle tue soap preferite, opportunamente registrate, ti allocchiva tanto da farti dimenticare le catastrofi di cui sopra.
Invece, se le catastrofi ce le hai in casa e tu per arginarle sei costretta a sbatterti convulsamente passando più della metà della tua giornata col telefono in mano, sono cazzi amarissimi.

Alle ore 17.30 mi chiedevo se ingoiare una boccetta di valium, con vetro e plastica compresi, avrebbe sortito qualche effetto. Ho deciso che l'effetto sarebbe stato da obitorio e ho saggiamente desistito.

Alle ore 18.30 ho intrattenuto (sempre al telefono) un match col peso massimo che ha osato mettere in forse l'ottimale soluzione argina-catastrofe. Poverino. Anzi, poverino un cazzo! Poverini quelli (come me) che si affidano a lui per questioni di una certa importanza!
Quest'essere qui deve:
1. essersi comprato la laurea e tutti i titoli ad essa collegati
2. essere peggio di un paguro, come consistenza caratteriale, visto che è evidente che a quella specifica professione è arrivato perchè papà faceva lo stesso mestiere e papà voleva che la tradizione di famiglia continuasse
3. essere cornuto (non c'entra niente, ma mi fa sentire bene!!!)

Ho portato a casa il risultato, si fa come dico io, ma cari miei, che fatica...
Un sano lunedì di sane catastrofi naturali da ufficio mi avrebbe senza dubbio risparmiato un insano fegato amaro divenuto tale al 3' del secondo tempo...

E durante la stesura del post, quando un pallido sole era tornato a splendere nella regione temporale del mio povero cranio (e l'improbabilità dell'evento avrebbe dovuto pur suggerirmi qualcosa), patapùm! Ecco che ti arrivano due cazziatoni, diversi nei toni e nei mittenti ma identici per contenuto e oggetto, e che per di più sai di meritare. E dunque niente stizza ma solo la limpida considerazione che avrai sì lottato tutto il santo giorno, ma ce n'è ancora da fare, eccome se ce n'è...

Sogno un letto in un posto caldo con il Brad Pitt che si vede in Ocean's Twelve quando la ragazza dice di averlo già notato il giorno prima mentre era inseguito dalla polizia. Fortuna che tra poco vado a letto. Magari lo sogno per davvero.

domenica 15 aprile 2007

update

...e stamattina ci è voluto tutto il mio self-control affinchè il 33% di cattiveria pura non venisse vomitato in faccia a una persona che periodicamente non fa altro che ferirmi in maniera profonda. Ma l'anagrafe riporta che quella persona è mia sorella Quindi ingoia il 45° rospo, fai un bel respiro e continua a tirare avanti.

sabato 14 aprile 2007

perchè devono girarti le palle proprio di sabato

Il giramento di palle dovrebbe rispettare quel cartello di divieto di sosta, dal sapore vagamente comunista, con sù i martelletti incrociati... Scema che sono! Allora il sabato è compreso, visto che trattasi di giorno feriale... Ho cominciato bene, bell'immagine che ho scelto.

Io non capisco perchè in questi ultimi anni sento che sono sempre io a dover arrivare al compromesso. Nel senso che io mi comprometto e l'altro o l'altra no. D'accordo, mi sono sempre oltremodo vantata (soprattutto con me stessa, chè io e me stessa ci facciamo grandi discorsi) di avere il dono dell'empatia. E forse mica è tanto vero, se penso a quell'amica che aveva bisogno solo di una parola di consolazione ed io friggevo per sputarle addosso considerazioni meramente oggettive. Va beh, facciamo che quella è stata un'eccezione.
Insomma, l'empatia alle volte te lo fa prendere in quel posto (metaforicamente parlando, altrimenti per alcune/i potrebbe essere piacevole assai. Io non mi sbilancio, anche perchè sull'argomento non ho ancora un'idea chiara). Cerchi di capire i bisogni di una persona, ti adegui, annulli o ridimensioni le tue necessità, e ti senti forte di ciò che fai. Solo che poi tu hai un bisogno, e vedi l'altra persona fottersene. Ma come?! Do ut des, o no? NO! Sei scema! Vince sempre il più forte, quello che s'impone! Quello che fa il bello e il cattivo tempo!
E tu sei una povera fessa a rimirare felice le margherite nel prato!
Io non sono buona. Cioè, in generale sì, ma se mi fanno incazzare posso essere veramente cattiva. Sono come gli ovetti neri Lindor: buona come il cioccolato fondente al 66%.
E ho paura quando mi viene il nervoso, perchè sono capacissima di mandare a carte e 48 rapporti in cui ho creduto per anni.

venerdì 13 aprile 2007

cos'è un moroso e cos'è un fidanzato

Orbene dopo i 30 viene ridicolo chiamare il proprio compagno o la propria compagna "il mio ragazzo" o "la mia ragazza", perchè si presume anagraficamente che gli stessi siano uomini o donne fatte.
Quindi è un casino.
Ho studiato la faccenda e ho capito quanto segue.

Si usa "fidanzato/a" quando:
1. si è stati zitelli molto ma molto a lungo
2. si ha una visione a lungo termine del rapporto, condivisa dalla controparte
3. si ha la sfiga di abitare in piccoli centri dove le più becere trombate e via vengono sgamate et etichettate come "fidanzamento"

Si usa "moroso/a" quando:
1. non si è capito bene se la cosa funziona o no
2. la controparte si dimostra avversa a relazioni durature e va ancora lavorata
3. si vuole far credere che, sì, ok, ho un impegno con questa persona, ma sì, ok, anche se lo perdo chiccazzosenefrega

Nell'ultima opzione, solitamente, i soggetti piangono come vitelli in caso di rottura del rapporto. Capita. (sempre)

sms a un'Amica mercoledì sera e varie ed eventuali

"Sega mentale della serata: ho sentito l'ex (fresco ex-moroso, n.d.r.) x un tot, e si parla de "il 7 e l'8" (film, n.d.r.) e mi butta lì che vuole andarlo a vedere e io ovviamente dietro, e mi dice: "quando? Sabato?" e io tutta contenta gli dico di sì, xchè ho conquistato il sabato, la Serata x eccellenza!!! Euforia durata 5', poi sono passata alla fase para: "e domani e dopo che cazzo ci avrà da fare???". Femmine. Che cretine. Ma neppure questa immortale considerazione mi tranquillizza i neuroni!"

Oggi parlavo con una signora che si reca tutte le mattine in tante case altrui ad accudire anziani e ammalati di ogni ordine e grado. Le chiedo: "Ma chissà che aliti pesanti, chè la mattina ad uno non spunta proprio un fiore in bocca (cit.)!" e lei mi risponde che ha sempre avuto l'olfatto fino ma da quando fa questo mestiere sente gli odori molto meno e di alitosi ne snasa poche.
È chiaramente una malattia professionale alla rovescia: quella che ti permette di continuare serenamente a fare il tuo lavoro e di portare il pane a casa.