domenica 1 novembre 2009

facciamo finta

Facciamo finta che abbiamo un uomo e una donna sposati, infelici.
Facciamo finta che i due abbiano vicendevolmente tradito.
Facciamo finta che abbiano perso il significato di "amore" per la strada, e l'abbiano rimpiazzato con altri epiteti, meno belli.

Però facciamo anche finta che uno dei due, all'improvviso, trovi un altro amore.
Facciamo finta che vivano una storia passionale e totale, dove si parla, si scherza, si gioca, si regalano e si ricevono gesti d'affetto, si trovi l'interlocutore ideale l'uno nell'altra e viceversa.
Facciamo finta che il terzo incomodo faccia una prova del nove e scopra.

Che per qualcuno è meglio vivere tra le sbarre piuttosto che affrontare il giudizio altrui.
Che per qualcuno, con una dose consistente di ipocrisia, questo atteggiamento sia "responsabile".
Che per qualcuno sia possibile non far prevalere la parte emotiva su quella razionale e viceversa.
Che quel qualcuno, lasciato dopo la prova del nove, mandi fievoli e meno fievoli segnali affinché la persona amata si avvicini, ma senza avvicinarsi in prima persona.
Che per qualcuno l'amore riscoperto non sia abbastanza per affrontare le complicazioni (milioni di) di una separazione.

Qualcuno, senti un po' me.
Se sei molto religioso e rispetti a modo un po' tuo la sacralità del matrimonio, allora taccio. Ma non credo sia il tuo caso.
Vedi Qualcuno, c'è da una parte il mio spirito emotivo (che prende il sopravvento sulla razionalità in un picosecondo) che mi dice che sbagli. Da una parte invece c'è l'esperienza, che mi dice che un rapporto "rotto" non si incolla più. E, per finire, c'è anche la consapevolezza che non è che si duri su questa terra per sempre, quindi vivere una vita infelice, per propria scelta, non solo mi sembra un insulto a tutti coloro che una vita infelice la vivono perché costretti, ma anche una cazzata, perché potresti morire domani.
E moriresti infelice.

[no, adesso ok, sono stressatella, nervosetta, eccetera, però non sono io a vivere una vita infelice né nessuno dei miei cari (che bel termine ottocentesco, lo usava sempre la mia zietta, infatti), ho periodi di merda ma sono sempre intervallati da piccole gioie, oppure ho periodi gioiosi che sono sempre intervallati da piccoli momenti di merda, però ecco, tenevo a puntualizzare, la mia vita non solo non è infelice ma io, come gli americani, metterei sulla Costituzione "la ricerca della felicità" come un diritto umano inallienabile, ché ogni tanto qualcosa di giusto lo scrivono, poi metterlo in pratica è tutta un'altra faccenda]

[oggi ho dovuto rimbalzare per la 67° volta il mio tatino-pseudo-nipotino-triennale perché devo fare l'anti-influenzale e mi hanno proibito di frequentare marmocchi, ma pensa te]

[non riuscirò mai a bere un cappuccino decente di domenica, e questo è un fatto]

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