venerdì 4 dicembre 2009

di una delle rare telefonate, parte due

Telefonata con collega-amica, ovviamente sempre lei a chiamare, si conclude così:

Io: Ah, poi ti volevo dire che sono andata a dire a G che ancora non ho avuto quei dati che mi servivano da A (ex-fidanzato di G, n.d.b.), l'avessi mai fatto, e lei mi ha risposto un po' irritata che la colpa era tua per questa e quest'altra ragione. Mi è sembrato d'aver pestato la coda a una vipera.

Lei: Ma cazzo, no! Era A che doveva fare questo e quest'altro e poi chiamarmi per concludere il lavoro!

Io: Eh, ho immaginato, conoscendo A, che avesse fatto lo scaricabarile, ma, minchia, quella donna lì non sta mica bene. Una vi-pe-ra.

Lei: E' acida, cazzo se è acida! Sarà perché... oh, mi stava scappando una roba troppo maschilista.

Io: ...sarà perché non scopa?

Lei: Esatto! (ridacchiando, n.d.b.) Ma è un'idiozia. Un luogo comune del cazzo.

Io: L'ultima frase non potrebbe essere più corretta. Senti bimba, lo sai che anche io è un po' che non scopo, vorrai mica offendermi?!

Lei: (ridendo, n.d.b.) Eh, infatti ho pensato proprio a te, mentre elaboravo!

Io: Grazie della fiducia comunque, potrei avere storie torbide di cui non sai, cialtrona. Ma sono acida?!

Lei: Solo quando hai mal di schiena, davvero.

Io: Sicura-sicura?

Lei: Sicura-sicura.

Io: Dovessi diventarlo in altre occasioni, mi avverti? Vedo di ripassarmi qualcuno.

Lei: Promesso. Basta che non ti ripassi il mio moroso.

Io: Tranquilla, non è proprio il mio tipo.

Lei: Stronza!

Meglio comunque stronze che acide, poi stronza, stronza cosa, ho detto la sacrosanta verità! Mah, la gente è strana [prima si odia e poi si ama].

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