martedì 22 gennaio 2008

un cavallo che parla come un essere umano

Ho questa collega, di cui già scrissi a proposito del culo [inteso proprio come "dù belle mele" o "dù belle chiappe" che dir si voglia] che il mio amico Casanova apprezza assai, che ha una faccia da cavallo.
Con questa persona sto (stavo?) portando avanti un progetto. Niente di complesso, che io di complessi conosco solo quello della grassezza o al limite quello dei Beatles, ma per chi, come me, non sa un cazzo o quasi della materia, un po' lo è. Sottolineo che lei ne sa ancora meno.

Quindi ragioniamo un po' assieme, pensiamo alla struttura da dare, alla grafica, e sostanzialmente non siamo d'accordo su un cazzo. Compromesso. Semplifico la struttura, levo pure un po' di grafica un minimo originale, per rendere il prodotto finale sì triste, ma non così tanto da non essere cagato.
Lo invio per l'esame.

Il cavallo nitrisce alzando per aria gli zoccoli e scuotendo la criniera, perché la birbacciona (myself) ha anche messo mano ai contenuti, visto che erano scritti con gli zoccoli. E signore e signori, va detto: lei dovrebbe essere quella che si occupa di comunicazione! E sta minchia!
[forse comunicazione agli allibratori, essendo un cavallo parlante, dirà quale collega cavallo vincerà la tris]

Rompe insomma il cazzo. Le rode un po' il culo per le correzioni, ma non può dirlo, altrimenti verrebbe fuori che o è un'asina (mumble mumble... quindi un mulo?), o una che non ha minimamente riletto il testo dei contenuti.
Scrive allora che vuole un prodotto molto più semplice (=banale), stravolto nella grafica, stravolto nella struttura. Adesso questo significa una sola cosa per me: un lavoro della madonna, un po' fine a se stesso.

Tipo. Devi portare al 7^ piano 4 confezioni di bottigliette d'acqua da mezzo litro. Ogni confezione con le sue belle sei bottigliette d'acqua. Io avrei preso un ipod o qualche roba simile che mi cantasse nelle orecchie, due confezioni per volta e con due discese e due salite, un quattro bottigliette sprecate per reidratarmi, una maglia sudata fradicia, un dolore ai polpacci che neppure ti sto a dire e infine un bel colpetto d'infarto - appena accennato -, me la cavavo.
Ma se cavallo pazzo decide invece che io debba portare al 7^ piano nel silenzio tombale una bottiglietta per volta, sapete dirmi, signori telespettatori, qual è il risultato finale?

Zero!
Perché ogni bottiglietta me la bevo ad ogni salita! E mi venisse pure la pancia di un rospo

[deviazione, d'altronde non ne facevo da tanto.
Italiano: "ho un rospo in gola". Inglese (è vero, giuringiuretta): "I have a frog in my throat", così anche l'angolo della cultura l'abbiamo sistemato. Che poi gli inglesi non abbiano voluto il rospo, il toad, bensì la rana, cazzi loro. Suggerisco la seguente frase quando si è inchiodati in una conversazione in inglese di cui non si capisce un'acca: cominciare a tossire e a dare cenni di soffocamento, per poi pronunciare la frase suddetta e dunque abbandonare l'interlocutore in cerca di un bicchier d'acqua. Può essere un ottimo modo per far passare il tempo e abbreviare l'agonia, o addirittura svignarsela]

ma fosse anche per noia e non per sete, io quelle cazzo di 24 bottigliette tutte me le bevo, tutte.

Non so se risulti tanto chiara la metafora, ma il cavallo non può mettermi gli zoccoli in testa. Che va beh che la testa ce l'ho dura, ma tutto ha un limite. Siamo mica al Palio.
Io sono maledettamente pigra e di fare un lavoro inutile che nessuno cagherà, neanche a parlarne. Sono pigra e ho un discreto occhio per ciò che riguarda una struttura, una grafica e dei contenuti che possano destare interesse.
Ho la vaga sensazione che il cavallo abbia interpretato il tutto come un gioco di potere.

Io sono Heidi che vien giù dai monti che le sorridono, e sono pigra. Anzi, per fortuna sono pigra. Altrimenti ora Heidi, non arrivando a capire il sottile giuoco dell'amico cavallo, sarebbe in baita al tavolo di legno del nonno, con il formaggio, il pane e il latte della cena [ma non le venivano calcificazioni anche nei capelli?] ancora intonsi, a lavorare al progetto.
Anzi, che se facciamo una cosa facciamola bene: a portare il latte da vendere in paese [sì, lo so! Vendevano formaggio, ma se no non mi torna senso] un bicchiere alla volta, sù e giù, sù e giù.
E Heidi, no. Neanche un goccio. Lei.

[ok, sono un po' ingenua perché inquadro le persone in una bella, luminosa cornice fin quando non ho direttamente a che fare con loro, però no, Heidi era un'altra cosa. E poi a me i monti non mi hanno sorriso. Ma mai mai e poi mai]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

commento al post sotto perchè io di cavalli me ne intendo poco sebbene mi piacciano assai.
purtroppo è una legge, se ci sono due sorelle, una sarà buona e una sarà malvagia. io sono quella malvagia a dire il vero, però mia sorella è na spiona. ecco.

steff ha detto...

oh come ti capisco! anche io odio fare cose inutili, infatti non ne faccio.
procrastina, procrastina, ché presto o tardi arriveranno nuove cose inutili a scalzare quelle vecchie che saranno dimenticate :)

Anonimo ha detto...

L'eccesso di calcio può causare allucinazioni.
Da lì le montagne che sorridono e le caprette che fanno CIAO.

p.s. la collega cavallona si lava i denti col seltz ?

Lillo ha detto...

Però ha un bel culo.

E dici poco.

-L.

Pappina ha detto...

@stormeyes: allora siete due malvagie e siete contro le leggi di natura. Eppure io leggo sui blog solo di fratelli e sorelle che si amano. Non so, forse siamo state un po' sfigate (o forse hanno sbagliato la targhetta al braccio delle nostre neonate sorelle, che mai conosceremo.

@steff: non ho tempo per procrastinare, lunedì il progetto parte. Ma oggi ho insinuato dubbi a destra e a manca. Purtroppo il gioco era semplice perché cavallo era fuori sede. Domani saranno cazzi...

@pnv: dopo la mazzata su babbo natale che non esiste, ora vieni tu che mi demolisci heidi, ma insomma. La cavalla si lava i denti con la candeggina, che le sta provocando ulcere allo stomaco.

@lillo: te possino.