venerdì 21 marzo 2008

la domanda

A colloquio col mio amico A, che frequento pochissimo, anche se ci inrociamo spesso.
Il quale ri-frequenta dalla scorsa estate una sua collega, che ha già dato prova di essere una gran zoccola (credo per insicurezza). È il secondo tentativo, al primo lui aveva mollato il colpo perché non voleva impegnarsi.

io: "E con S come va?"
A: "Mah, bene, mi sembra. Siamo stati via un weekend insieme, lo sai?!" (dopo SETTE mesi di frequentazione)
io: "Ma A, luce dei miei occhi [ha degli occhi che ti fanno perder via, e un sorriso largo e che ti mette in pace col mondo], sei innamorato?"
A: "..........................." [guarda per aria, poi saluta un conoscente tentando successivamente di deviare la conversazione]
io: "A, mica mi gabbi. Sei innamorato?"
A: "E tu dimmi cosa vuol dire, per te, essere innamorato"
[oh, merda]
io: "..........................."
A: "Se mi chiedi se ogni volta che la vedo mi batte forte il cuore, mi emoziono di brutto, mi si pezza l'ascella, allora la risposta è no. Ma è questo l'innamoramento, dopo i 30 anni?"

[deviazione obbligata sul nano: on air "Luna" di Gianni Togni, a un certo punto dice "evviva il buon vino", che ad un ascolto distratto mi è sembrato "evviva il pompino", ma quanto so' scema?! hi hi!]

"Boh, no, forse non è necessariamente questo. Ma è l'idea che hai, magari tenuta nascosta quanto più possibile, di condividere un futuro insieme"
"...no, allora non sono innamorato, è ancora presto. Però non ci nascondiamo più, tutti i colleghi ne sono a conoscenza, non basta?"

Ride. Io vado in brodo di giuggiole come al solito.
E se ne va, scompigliandomi il capello da crucca.

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