domenica 30 marzo 2008

incontro con bietolona

[c'è da chiedersi quale delle due si meriti l'appellativo del titolo, ma tant'è]

Mi incontro con una mia ex-collega.
Quando arrivai come consulente in quella società, lei fu la prima a darmi confidenza, a essere gentile, a parlare un po' con me.
Siamo due opposti, o quasi.
Lei mi raccontò di essere andata non ricordo dove con i papa-boys ai tempi di JPII, e io rabbrividivo. Io le raccontai quanto mi sarei voluta fare il collega consulente e lei, probabilmente, rabbrividiva.
Lei mi raccontò che suo papà le impediva, a trent'anni suonati, di uscire di casa con appartamento già comprato e pure sullo stesso pianerottolo della sorella, e io rabbrividivo. Io le raccontai che c'erano giorni che pur di non sopportare le inutili e non interessanti chiacchiere di madre e sorella che, di tanto in tanto, subivo, sarei andata a vivere in una comune anarchica sui monti dell'appennino tosco-emiliano e lei, probabilmente, rabbrividiva.

E' una brava ragazza.
Ma minchia.
Sono anni che si lamenta che il nuovo capo non le riconosce alcun merito, nell'ultimo incontro mi ha fatto tutta la cronistoria delle ultime cose accadute. Che proprio a dirla tutta, io mica ci capisco un cazzo, mi parla di vicende condite con termini inglesi di una branca particolare dell'economia, e io mi sento come se fossi a una conferenza in turco riguardante gli isotopi [ma solo quelli che non si fanno mangiare dagli isogatti], e mentre ascolto, anzi, faccio finta di, penso a come sarebbe bello farsi un pisolino a quest'ora.

Insomma, dimettiti!
Io sarò, anzi, sono una persona non competitva, che del lavoro non le interessa granché, basta che mi dia una pagnotta con cui coltivare anche qualche interesse, ma se solo avessi mai (di nuovo) l'impressione di non essere apprezzata, farei diversamente.
Farei di tutto per farmi apprezzare.

Quando lavoravo per la società dell'ex-collega, il mio capetto mi spedì dall'orco, un dirigente molto burbero. Appena mi vide mi disse: "Lei qua cosa ci fa? E perché non è venuto il suo collega? Ma lei signorina HA IDEA di ciò che fa?", cioé roba che mi sarei messa a piangere implorando pietà per la mia stoltaggine, avessi seguito la scia. Invece no, porca di quella troia! Il fatto di essere donna e bionda e con le tette fa forse di me una cretina? NO! [altre cose lo fanno, semmai]
In un impeto di dignità ferita, risposi con fermezza e sguardo di ghiaccio [sì, mi piace romanzare, e allora?]: "Spero proprio di sì!", e con una salvifica super-mega-botta di culo risolsi il problema che si era venuto a creare. E diventai il suo idolo.
Mi invitava, col divieto di fumo ovunque, a fumare nel suo ufficio tutto a vetri, i suoi sudditi avranno pensato che gli feci, in un'occasione o in un'altra, un pompino. Invece no. Non era il mio tipo, proprio no.

Altrimenti, se non riesci a farti valere, cerchi altro. Che magari non sarà il tuo ideale di lavoro, però ti salvi il fegato dall'erosione.
Invece lei no. Resta lì, reagisce solo quando le cose si mettono malissimo, e si lamenta di continuo con gli altri. Adesso si sono aggiunti pure problemi in famiglia che le mettono ulteriore agitazione, quindi non ho potuto essere dura e spietata come tanto bene so fare, ma dio se avrei voluta scuoterla dall'immobilismo da ambiente lavorativo, tirarle due schiaffi e darle un calcio in culo!!!

Io detesto chi apprezza più l'apparenza che la sostanza, ma detesto ancor di più chi lascia che ciò accada. Dai cicciuzza, tira fuori un po' le palle, o fattele crescere o prendile in prestito.
Ma reagisci, cazzo!

[lo so cosa verrebbe facile pensare: no, non ho la PMS, ancora]

2 commenti:

Lillo ha detto...

Oh, mi hai fatto venir voglia di licenziarmi.

Così, per dare una botta di dignità al mio iter lavorativo.

Pappina ha detto...

Credo che se venissi lasciato mesi a fare l'ultima merda del gruppo, quando al nuovo capo sei stato tu a insegnare l'abc del lavoro, lo faresti.
Stiamo davvero parlando di una situazione estrema, dove una personale antipatia pregiudica in maniera sostanziale il riconoscimento del tuo lavoro, passato e presente. Poi quando il capo è nella merda, chi chiama, attraverso vie traverse? E lei, sciocca, non dice di no, perché ama il lavoro che fa in situazioni di emergenza.

Poi lo sai anche tu: tutti gli iter lavorativi sono dignitosi o meno, dipende dalla settimana, dal mese, dal trimestre. Ma non si può soffrire per anni, sant'iddio!