domenica 4 novembre 2007

mi manchi (e non è il testo di Vecchioni)


Oggi ho visto in foto un posto in cui non vado da anni.
Un altro posto che possiedo. O che possedevo. E non possiedo più.
Sì, perché è cambiato, non tanto, ma un po' sì.
Sono cambiate le strade, la casa sulla curva è in ristrutturazione, quel cipresso davanti casa non c'è più, è rimasto solo quello piccolino.
Soffro.
Non posso andare là, ora.
Soffro.
Mi mancano i profumi, mi manca la leggerezza dell'aria, mi mancano i colori così definiti e senza filtri.
Mi manca svegliarmi nel mio lettone dopo 12 ore di sonno ininterrotte.
Mi manca la focaccia e il succo di frutta all'albicocca consumati in uno striminzito cucinino.
Mi mancano le chiacchiere con la mia vicina mentre preparava pranzi succulentissimi.
Mi manca il mio amico A, con cui andai assieme a un altro paio di dementi, che una volta passeggiando vide un tizio bizzarro in motorino: "Oh, ma quello con le cannucce in motorino! Dovevi vederlo! Un fuori di testa!" ed io, serissima (perché era vero): "È mio zio, ha un grave deficit respiratorio e deve continuamente assumere ossigeno". E la risata degli altri due amici nostri, e la faccia da babbeo di A. Che per caso è morto a poco tempo di distanza da zio Cannuccia.

Mi manca tutto questo e molto altro.

Per continuare a lagnarmi, in maniera meno seria, ho scoperto che per scaricare UN SOLO articolo dall'archivio del Corriere, ti chiedono 5, e riscrivo CINQUE, euri. Pura follia. Vorrei conoscere il genio del marketing che lavora per loro e stringergli la mano, come solo io so fare.

2 commenti:

Lillo ha detto...

Per l'amor del cielo, tieniti stretti i ricordi. Non vederli mai come un motivo di sofferenza, mai.

C'è gente che pagherebbe per avere certi ricordi.

-Lillo

Pappina ha detto...

Si, hai ragione. Perfettamente ragione. Anche perché laggiù ci tornerò. Eccome se ci tornerò. E forse molte cose saranno diverse, ma non i colori, il profumo dell'aria, e la sensazione di sentirsi a casa.