mercoledì 7 novembre 2007

legge che impera quando ti stacchi dalla scrivania e stai tornando a casa dal lavoro (specie se qualcuno ti aspetta)

Orbene ricordo, quando lavoravo per una società finanziaria, che arrivando la mattina a orari scandalosi, sempre con inutili rimproveri dei capi e capetti che sfumavano innanzi al mio sorriso Colgate, senza però il fiore in bocca, e diversi battiti di ciglia stile cerbiatto (essere femmina in un ufficio di soli maschi qualche vantaggio lo da), mi toccavano tutte le beghe dalle 5.30 pm in poi, quando i suddetti maschietti sgommavano via. Normalmente fino a quell'ora tutto filava liscio, ma (manco fossero i rintocchi della campana di Cenerentola) alle 5.31 pm si scatenava il delirio, che poi andava via via scemando.

Alle 7 pm, quatta quatta, attraversavo lo stanzone dei possibili rompicoglioni, ma alle volte non ci riuscivo: un omone grande, grosso e petulante come pochi, si parava alla fine della rampa si scale che conduceva allo stanzone (open-space sembra troppo legato allo shuttle, oggi) ed esordiva sempre con la mitica frase: "Da me non va un cazzo!!!", e a parte una volta in cui gli ho urlato dietro un quarto d'ora [credo d'averlo impressionato, per tre giorni di fila ha cambiato frase: "Mi aiuti? Proprio due minuti..."], mi sono sempre messa a servizio.

Però.
Adesso lavoro in un altro posto. Oggi, come altri giorni, non avevo molto da fare, quindi ho riguardato tutte le cose fatte nei giorni scorsi, fatto piccole et inutili correzioni, preso 43 caffè e fumato tutte le sigarette del giorno. Il capo mi doveva parlare. A inizio pomeriggio gli dico che alle 5 pm devo scappare, che venga a cercarmi prima, che non faccia, come al solito pure lui, quello dell'ultimo minuto.
Niente da fare.

Passo davanti al suo ufficio 987 volte, mi dice ogni volta: "5 minuti e arrivo!", ed è inutile che io stia qui a scrivere come alle 4.50 pm mi abbia blindato e poi abbia divagato come solo io nei miei post riesco a fare. [...vuoi che ci siamo trovati non per caso?]
L'ufficio del capo è posto al piano terreno. Ha un ufficio di vetri a specchio. Io fuori vedevo Casanova, venuto a raccogliermi, che fumava nervosamente il sigaro. Casanova è puntualissimo. Odia i ritardi. Alle 5.10 guardo il capo, lo faccio voltare e gli dico: "Quell'uomo mi sta aspettando. Se mi deve far tardare ancora lo faccio entrare e glielo presento, così stavolta non s'arrabbia con me". Faccia basita del capo. "Per l'amor del cielo, vai, vai, ti ho fatto fare tardi, scusa! Però leggi la mia mail stasera con le cose da chiudere in settimana!".

Forse che si è scordato di mandarmela? Forse che domani ricomincerà la solita tiritera?

P.S. sì, ho la fortuna di avere un capo non-capo. Non ti mette in soggezione, ti tratta da pari. E dispari. Cagata delle 23.21.

5 commenti:

Lillo ha detto...

Casanova col sigaro?

...

No, cara, non funziona.

Anonimo ha detto...

C'è qualcosa che non mi quadra con gli orari...
[Sì, lo so, trovo sempre le cose che più inutili e insignificanti per scartavetrare gli zebedei, ma è divertente]

Pappina ha detto...

@Lillo: Casanova è un mio amico ultra-50, un personaggio. Leggi se vuoi post del 26 aprile 07. Il sigaro, a quell'età, funziona...
@Mati: forse l'incongruenza tra ora pubblicazione e ora della stupidaggine? Ma non puoi additarmi questa volta, è blogger che decide l'ora di pubblicazione. Che in realtà è quella in cui il post cominci a scriverlo... [era questo?]

Anonimo ha detto...

Sì, ero quello. Però che brutto che mette l'ora di inizio scrittura e non quello effettivo di pubblicazione.

Pappina ha detto...

ahah! stavolta non mi hai fregato!!!