venerdì 29 febbraio 2008

un incontro

Erano un paio d'anni che questa persona, quando passava di qua, cercava d'incontrarmi.
È andata a vivere lontano. Molti anni fa.
Entrambe con una bizzarra propensione a far decedere i rapporti interpersonali se devono essere gestiti per telefono.
Eravamo buone amiche nel periodo del cazzeggio in biblioteca, poco più che ragazzine.
Poi si trasferì, prima per amore, poi per lavoro, credetti io.
Invece no.

Subì violenza, sotto casa tua.

Oggi parlavamo, mi ha accennato a ciò che le successe di brutto e che le cambió la vita.
Ma io non ricordavo. Solo pian piano mi è tornato alla mente il racconto di qualcuno che mi aveva parlato di aggressione. Non credo neppure di avergli creduto. Non ricordavo.
L'unica spiegazione è che non abbia dato ascolto al "millantatore".
Non ho chiesto niente.
Credo sia stato abbastanza devastante, per lei, solo accennarne.

E io sono dispiaciutissima. E rabbiosa. E incazzata.
Io credo che un uomo (e chiedo scusa a tutti i maschi ma è una cosa che si intreccia troppo con la psiche e la formazione socio-culturale di una donna, non è dunque solo l'aggressione fisica) non possa avere idea di ciò che possa significare.

Io sono stata molestata n volte, e non perché da adolescente fossi figa, pesavo 70 chili a 14 anni. Ero un botolo. Eppure palpate, piselli strusciati sul tram la mattina mentre andavo alla scuola dei tonti, piselli appoggiati in ogni dove, bastava ci fosse ressa.
E benché cresciuta in ambiente femminile e progressista, la cultura de "la donna se le cerca" deve avermi involontariamente trapanato il cervello, perché non ne ho mai parlato, se non ad anni di distanza. Ed erano, tutto sommato, sciocchezze, le mie aggressioni.

Mi piacerebbe sapere se anche le adolescenti di adesso hanno la stessa, pessima, cultura che gira in background nelle loro ancora fragili testoline. Speriamo proprio di no.

Preferivo di gran lunga parlare di SanRemo, di Giorgia, di Jovanotti e compagnia.
E invece no.
Merda.

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