giovedì 24 aprile 2008

messenger e varie

Io non sono fatta per messenger. Cioè, non sono più fatta per messenger.
Nell'anno della scoperta della ruota c'era un programma che si chiamava PowWow. Non so se sia stato il primo, certo è stato il mio primo programma per chattare. E chattavo con la persona che amavo (e che, niente da stupirsi, amo un po' ancora adesso), ore e ore, da mezzanotte in poi.
[è vero, a parte studiare - il minimo - non avevo proprio un cazzo da fare]

Stasera mi è capitato ex-moroso in chat, in verità era per lui che avevo scaricato il programma, dovevo rifilargli una canzone che una sera mi fece recuperare. 77 tentativi (sembra che le due versioni non si vogliano tanto bene), per poi scoprire che quella cazzo di canzone gliela potevo inviare per posta [evidentemente mi sono rimasti in testa i limiti del mio internettiano battesimo: "il messaggio non deve superare i 2,5 Mb di dimensione", sono un po' gnucca per l'aggiornamento personale]

E abbiamo fatto gli stupidotti con una serie di promettenti allusioni sessuali, però dopo un po' non ne potevo più e quindi con grazia [o con elisa o con martina o con alberica] gli ho scritto: "[nomignolo] mi sono rotta i coglioni e c'ho da fare, tanti bacini con la lingua"] e ho chiuso lì. E ho finito un lavoro per l'associazione schiavista.
Poi, non so perché.

Sarà stato il fatto di trovarmi per più di 30' a chattare.
Sarà stato che mentre chattavo lui ha fatto capolino e poi è scomparso, previo saluto, per tornare a casa dal lavoro.
Sarà perché ho ripensato a quelle sere.

Ho voluto rileggermi le lettere (non erano mail, non sempre. Spesso mail con attaccati file di word) che io e la persona di cui all'inizio del post, ci siamo scritti.
Io non sono particolarmente romantica, ma mi hanno spezzato il respiro. Tanto le sue quanto, modestia a parte, le mie. Lettere così belle, potenti, emozionanti.
Ne pubblicherei una a sera, ma lui ciascherebbe subito il mio blog. Oltre al fatto che probabilmente la loro bellezza è più soggettiva che oggettiva, ché mi rimandano a momenti di vita intensa, dove ho (ri?)scoperto cosa significhi amare.

So di certo una cosa, chi dice che l'amore è lo stesso a 15, 20, 25, 30, etc anni dice delle gran minchiate, ché mica è vero. A seconda del percorso di vita, a seconda della disillusione che inevitabilmente ti coglie, cambia. Non saprei se in meglio o in peggio, o meglio, lo so per me [ma non per tutti le forti emozioni sono il leit-motiv, c'è chi preferisce la serenità costante alla discontinuità dell'emozione forte], ma non sono il nano, quindi evito di dare un valore universale alle mie cazzutissime e personalissime idee. Anche se la tentazione è forte.

P.S. io credo che la riesumazione del povero frate, che a me fa davvero un po' pena, sia una mera operazione di marketing per rilanciare Monterotondo's prayer resort. E ho anche un po' pena di coloro che oggi sono andati, ammassati come buoi, ad osservare una maschera di lattice (cazzo però, come sono stati bravi quelli di Madame Tussaud!). In tanti dicevano: "Chi non ha fede non può capire ciò che si prova", ma diamine! Il lattice è lattice! E non è mica lo stesso materiale con cui si fanno i preservativi? Il che mi sembra irriverente. Scusali frate, perché non sanno quello che fanno.

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