giovedì 18 settembre 2008

excusatio non petita, accusatio manifesta

Un giorno sono in macchina con mia sorella, e mi chiede: "Tu sai come si dice in latino quando una persona si dichiara innocente per una cosa senza che nessuno lo abbia accusato e in questo modo dà l'impressione di esserne responsabile?".

Premessa del Dr. Divago.
Io in famiglia sono la pecora nera, l'ignorantona di casa. Un giorno di qualche anno fa, la famiglia era riunita a cena e guardava il milionario. Domanda da 32.000 euri o giù di lì:
"Nella Divina Commedia cos'è il veltro?".
La so. Guardo le quattro opzioni e poi dico sicura: "È un cane". Gli altri fanno le loro ipotesi, faccione di Gerry Scotti e del concorrente in tensione totale, e poi si accende "cane".

Sguardi increduli si accentrano sul mio bel visin. Poi sguardi più sereni:
Fam: "Eh, che fortuna hai avuto"
Io: "No, veramente la sapevo proprio"
Fam: "Ma se non sai neppure le prime terzine della Divina C0mmedia, suvvia!"
Io: "Che c'entra, ho poca memoria, ma questa la sapevo, vi dico"
Fam: "Ma se in italiano al liceo avevi sempre quattro..."
[no, non sempre-sempre]
Io: "Ho detto che la sapevo, cavoli!"
[ai tempi non dicevo "cazzo" di fronte al parentame, ora un po' di più, e in quest'occasione l'avrei senz'altro detto]
Fam: "E sentiamo, come faresti a saperla?"
Io: "FORSE PER I DUE, E DICO DUE, ESAMI DI ITALIANO ALL'UNIVERSITÀ?!"

[assolutamente inutili, però nel primo che detti c'era un assistente pazzo che interrogava, munito di occhiali a specchio, solo sulla DivCom - DC veniva male - e apriva l'Inferno in un punto a caso e poi, senza guardare, tu dovevi mettere il dito su una delle due pagine aperte. Dove puntavi, lì dovevi leggere la terzina, collocarla, parafrasarla e commentarla. Ecco perché alcune cose dell'Inferno mi sono rimaste impresse, per colpa di quel mentecatto]

A tutt'oggi sono ancora certa che abbiano creduto a un colpo di culo.
E probabilmente sospettano anche che io abbia falsificato il libretto universitario.
Fine Premessa.

[rientriamo in macchina con mia sorella]
Io: "Ma sì che la so... dammi un secondo... ah, ecco: excusatio non petita, accusatio manifesta"
Sor: "Ma come fai a saperlo, avevi sempre quattro in latino!"
[sì, questo è vero, anche meno]
Io: "Boh. Secondo me è un'espressione che usa spesso la mamma"
Sor: "Io non la sapevo, sono rimasta a bocc'aperta quando il mio collega mi ha detto così, poi per fortuna che IO so il latino, così me la sono tradotta".
Occhei. Ammetto.
Il latino lo so più adesso di quando andavo al liceo, e pensavo solo a come conquistare ex-fidanza dal sorriso più bello di tutto l'omnicomprensivo.
[poi ci ritorno, qui in macchina con mia sorella]

Il giorno dopo a pranzo sono con mia madre, e colta dal dubbio le faccio la stessa domanda (quella in cima, lassù) che mi aveva fatto la sorella.
Cazzo, non la sa!
Mia madre che non sa una cosa così che so persino io! Mia madre!
Che mi parlava in latino quando avevo sempre quattro o anche meno!
Poi, ripresa dallo shock, mi chiedo: e come minchia faccio io a conoscere la latinorum espressione?

Stasera ex-fidanza mi dà un passaggio, ché quando vado a scherma gli sono quasi sulla traiettoria ufficio-casa. Mi sorge il dubbio. Domando anche a lui. Lui mi risponde. Subito, senza esitazione alcuna. Ecco da chi l'ho imparata. Mi avrà tartassato per tutti i quasi sei anni, alla fine, daje e ridaje, l'ho imparata pur'io. E di sicuro a lui è arrivata per mezzo di suo babbo, che usa molto le espressioni straniere, i proverbi e cose così.

Ma devo tornare a mia sorella, tornare in macchina con lei.
Il discorso continua.
Sor: "E tu sai cosa vuol dire brust... brustr... bustrofr... bustrofedico? Scrittura bustrofedica?"

Minchia. No.
Ecco, la mia giornata di gloria buttata nel cesso.
Ora ne ho imparato il significato, però per farmi venire in mente la parola ci impiego dai 20 ai 40 minuti, sempre che abbia sotto mano internet, se no sono fottuta.
Pare che l'uso della stessa faccia fare, alle riunioni, un figurone.
O se non altro allocchisce i colleghi.
Da non usarsi col capo, che potrebbe pure incazzarsi se non ne conosce il significato (se è un capo, è pressoché certo che non lo conosca, d'altronde).
Mi spiace, post concluso.

P.s. So che si capisce dal post, che è lievemente arzigogolato, ma sono un po' stanchina stasera. Ho impiegato solo un'ora e mezza nella stesura.

P.p.s. Digitavo "misonofattaunreg" e mi stupivo che il browser non si ricordasse del titolo del blog. Sì. Stanchissima.

14 commenti:

steff ha detto...

è vero, anche io conosco motti latini che non avrei mai imparato a scuola! mi scoglionavo troppo con cicerone & co.
quello che mi piace di più è "mater semper certa, pater unquam" -.-

Lillo ha detto...

"ignoratio legis non excusant", o una roba così, è il mio preferito.

Ma manche "Nemo repente fuit turpissimus" e "non erravi perniciose".

Oh, l'ho imparato da autodidatta, quindi non pretendiamo cose complicate.

E cosa vuol dire Bustrofedica?

Bacio,
-L.

Anonimo ha detto...

alea iacta est, che detto appena combini qualcosa suona bene, suona peggio quando ti penti di quello che hai combinato..
ah, anche il mio nome è un nomignolo di ex rimastomi incollato (il nomignolo, non l'ex..magari)

Callista ha detto...

Lo dico sempre io ai miei studenti che sapere il latino serve!
Baci, anzi, basia!

Anonimo ha detto...

Mai fatto latino.
Comunque sul mio ultimo banco fila centrale delle superiori per 5 lunghi anni c'è stata scritta una sgrammaticata frase per la quale è valsa la pena essere maltrattato da ogni prof che la leggeva:
- Gratatio pallorum omnia pericola fugat.

steff ha detto...

io direi invece "terque quaterque testiculi tacti, omnia mala fugant" ;)

Pappina ha detto...

@steff: ma il tuo motto è n po' triste...

@lillo: ok la prima, ok la seconda, ma la terza ciao. Non ho la più pallida. E pretendi che ti sveli il significato di bustrofedica? numquam!

@mursie: allora siamo quasi sorelle di nick! o di joe? alea etc. l'ho imparato dai fumetti di Asterix, magari non mi fa tanto onore.

@cally: soprattutto dopo una certa età ove la tua faked somma cultura deve non far cadere troppo l'occhio sulla ruga neonata. Idem!

@zino: non ti sei perso molto, giusto un po' di quattro di tre e se proprio andava di lusso di 5 meno. però questo motto li batte tutti, eh, ti sei riscattato.

@steff: più divertente quella di zino, sei troppo un secchione (ti faccio conoscere mia sorella?).

Anonimo ha detto...

Da maiale non masticante il latino (escluso il termine Juventus) mi veniva in mente una (di sicuro) sgrammaticatissima :

"Eiaculatio non petita, fellatio indigesta"

p.s. accetto lapidazione (virtuale) :-)

steff ha detto...

quella di PNV è lollissima :D

ok per la sorella, ma è mora?

Pappina ha detto...

@pnv: da bestia quale io sono, la trovo fantastica!

@steff: concordo, ma se mi scrivi ancora "lollissima" ti cancello il commento, ché qui mica c'abbiamo 12anni! (fico fare lo zar) sorella? si, è giusto un po' tinta...

steff ha detto...

tinta di cosa, di mora o di (bleah) biondo?

appropò, vuoi per caso un elettrostimolatore SERIO a poco prezzo? :) sennò lo metto su ebay

ilCucchio ha detto...

bustrofedica: Una scrittura bustrofedica è una scrittura che non ha una direzione "fissa" ma procede in un senso fino al margine scrittorio e prosegue poi a ritroso nel senso opposto, secondo un procedimento "a nastro", senza "andate a capo" ma con un andamento che ricorda quello de solchi tracciati dall'aratro in un campo.

NDR hmmm... quindi?

PS#1 bella storiella, mi hai fatto sorridere:-)
PS#2 non sarà bello ed "esageratamente ordinato" quanto il tuo, ma ogni tanto fa piacere avere ospiti a casa, se vuoi passa a trovarmi :-)
(NDR,PS1#2,ADSL,RTL... odio gli acronimi)

alexandro ha detto...

So che il veltro è un cane, e ho la licenza media. Inoltre ho dovuto ripetere l'ultimo anno perché non ammesso agli esami per mancanza di impegno e disciplina. Gli studi universitari comunque, non sono una garanzia di conoscenza di cultura generale.

Satyaprakash Shankar ha detto...

Allora sono davvero fortunato ad essere nato a Roma... Avevo 6 anni, facevo la seconda elementare, e la mia maestra Suor Elisabetta portò tutta la classe in visita ai Fori, ci fece scendere sotto l'edicola e vedere il Lapis Niger, e ci spiegò il significato di bustrofedico mostrandocelo con un bastoncino. Oggi il Lapis Niger originale non lo vedi più, a meno che tu non sia un accademico che ha un permesso speciale firmato dal Ministro dei Beni Culturali. Lo tengono in cassaforte presso la Sovrintendenza, la grotta è da anni chiusa per "restauri", e l'unico Lapis Niger che puoi vedere è la copia ottocentesca in gesso esposta ai Musei Capitolini, mentre la mia carissima Suor Elisabetta non è da tempo più una suora, ma ha avuto tre figli ed è una anziana professoressa di sociologia in pensione. Resta sempre un mito che anche a parlarci per mezz'ora dice le cose più interessanti. Avevo 15 anni quando per il mio compleanno mi regalo "Così parlò Zarathustra" e "Il mondo come volontà e rappresentazione"...