martedì 9 settembre 2008

blog e bloggers e l'immortalità, riflessioni mica tanto allegre

Leggendo il blog di una ragazza che scrive poco, ma quello che scrive ti rimane, sono venuta a conoscenza di un'altra blogger.
Morta per cancro.

A me sembra sempre che la morte riguardi persone non troppo vicine. Invece dovrei avere imparato molto bene che non è così. Alcuni amici, giovanissimi, se ne sono andati senza colpa, e con ciò intendo senza essersi sparati folli corse, senza essersi fatti, senza bere. Uno tra loro è scomparso a 26 anni, tra sofferenze atroci.

Quando succede una cosa così, boh. E' come se ti crollasse la terra che hai sotto i piedi, sei talmente stordita che non riesci, talvolta, neppure a piangere. Sono i funerali a devastarmi, sono loro, con le omelie e il legno della bara e i ricordi degli amici, a farmi tracollare. In quel momento tutto diventa così reale.

Però, ecco, nel mondo giocoso dei blog non potevo immaginare che la morte arrivasse. Tu sai che dietro a un nickname c'è una persona. Ma per me, in pratica, è un nickname che scrive. E basta.

E un nickname non può morire.
Sbaglio. Invece può.

Sono stata sul blog di questa ragazza, ho letto il suo ultimo post, che non credo lei pensasse fosse l'ultimo, poi ho letto tutti i commenti, tra i quali ve ne era uno di un collega-amico che ne annunciava la morte, poi tanti altri commenti, di saluto, di protesta, di dolore.
Mi hanno commosso.

L'istinto mio, curioso come quello di San Tommaso, mi avrebbe portato a rileggere dalla fine all'inizio tutti i post, per capire cosa fosse successo, per comprendere la sua reazione, per vedere se riusciva a tenere fuori dai post l'idea della morte.

Ne ho letti un paio, poi mi sono fermata.
Mi sembrava di assomigliare a uno sciacallo.
Ché un blog non può essere letto perché l'autrice è morta.
Deve essere letto perché è interessante.

Ne ho salvato l'indirizzo, e forse tra un paio di mesi, a mente fredda ci tornerò.
Ma stavolta comincerò dal post più vecchio, e dovessi vedere che il blog non mi piace, lo lascerò lì dov'è, senza sfogliarlo più.
Il blog sì, lui sì è immortale.
(se la piattaforma non fa scherzi)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ti capisco, fa effetto vedere il blog di una persona che non c'è più.
Sai, forse tra i motivi per cui ho aperto il blog c'è anche questo.
Anzi, ti dirò di più, quasi quasi abilito di nuovo a tutti "standby", tanto che differenza fa?

Lillo ha detto...

Tutti sono immortali, almeno finchè qualcuno li ricorda.

Bacio.

-L.

Pappina ha detto...

@shenk: sì, è un'ottima idea quella di riaprire: in fondo uno scrive ciò che vuole, con iperboli, caricature, ironia, ma se sono verità sta all'intelligenza altrui discernere.

@lillo: un po' è vero, un po' no. non avere la persona vicino fisicamente, chiedersi come sarebbe stato se, cercare di ricordare un particolare di un ricordo... ecco. questo, talvolta, mi trapana il cervello. che già di suo è stile gruviera.