giovedì 2 luglio 2009

un angelo piccino picciò

E' morto un bambino.
Un bambino di sei anni, con ancora i denti da latte.
Un bambino che aveva già sofferto, anche se forse i suoi genitori avevano molto più sofferto rispetto a lui. A lui bastava una cosa nuova, un sorriso, un saluto, ed era contento.
Questo bambino non sarebbe dovuto morire, non ora, non così, invece è successo.
E chi come me lo conosceva, seppure poco, è rimasto di sasso nel sapere la pessima notizia.

In questi giorni, quando ancora i ricordi delle morti de L'Aquila non sono svaniti, Viareggio ci ha riportato a storie di vite distrutte, specialmente quelle dei bambini, deceduti in ospedale per le ustioni. E sono notizie che fanno male.
Ma non può fare così male come la morte di un bambino che conosci. O forse sono io ad avere un distacco da morti che non riguardano il mio piccolo mondo.
Poi mi chiedono perché sono atea.
Come faccio a credere in un dio così crudele che permette a un essere umano di sfiorare questa terra per pochi anni? Lasciandosi dietro dolori incontenibili?

Da piccola credevo nell'angelo custode e dormivo in una sola metà del letto per lasciargli lo spazio per riposare.
Voglio crederci anche stasera e vorrei che qualche altro bambino della sua stessa età facesse un po' di spazio al nuovo, piccolo angelo.

1 commento:

shenkerla ha detto...

sarà la mia condizione di mamma, ma per me sentire (per non parlare di immaginare!) la morte di un bambino è uno strazio, anche se non lo conosco, anche se non so neppure che aspetto abbia.
Capisco le tue domande ma non ho risposte.