domenica 26 luglio 2009

bye bye my friends e ovvie digressioni

Ecco che comincia l'esodo.
"Ciao, abbiamo dovuto cambiare programma e partiamo nel pomeriggio, se passiamo per un caffé veloce verso le tre per salutarti?"
A parte che non si è mai visto un caffé lento, a parte quello turco che a me fa talmente schifo da impiegarci 7 ore e 56 minuti per berne una tazza.
Allora - dico io a me stessa - uniamo le forze e chiamiamo anche l'altra amica, quella a cui settimana scorsa ho risposto un po' acida, e che non mi ha quindi cagato tutta la settimana.

Le scrivo un messaggino simpatico (si, la mia idiosincrasia verso l'atto del telefonare è in continuo peggioramento), e lei accetta di raggiungerci con entusiasmo. Secondo me solo perché le avevo dato la scusa per stanare il suo fidanzato. Comunque.

Arrivano dunque le due suocere, o meglio le mie amiche dai tempi della prima media. Loro in perfetta forma, i loro mariti/fidanzati sono invece due uomini provati. Uno dallo stress del viaggio incombente coi due nanerottoli, che hanno la predisposizione materna a vomitare l'anima mentre salgono sulle montagne, l'altro dallo stress del super-mega-lavoro.

Sarà stressato però lavora: oggi mia sorella, che frequentando assiduamente la piscina riesce a sapere un zacco di cose, mi ha comunicato che il mio amico un po' tonto ha perso il lavoro. Urca. Questa è pesante. Ricollocarsi da laureato, dopo anni di posto fisso e stipendio in crescita, non è banale. Fortuna che ha sposato donna lavoratrice e che entrambe le loro famiglie stanno economicamente bene.
Cioé, capisco che sia una mazzata, però almeno sei sicuro che in un modo o nell'altro il mutuo (per quei 130mq di casa che l'ex-fidanzata gli fece comprare) lo paghi.

Per questo non accetto prestiti e cerco di non comprare mai a rate.
Ho sempre il terrore di non riuscire a pagare. E non ho una back-up family.
Se non ho i soldi, eimen. Si rimanda l'acquisto. Vivere con una madre che per anni si è barcamenata per farci crescere decentemente e pagare il necessario, mi avrà pure insegnato qualcosa.

L'altro giorno è passato dall'ufficio un mio conoscente, con cui ho condiviso momenti importanti, abbiamo preso un caffé insieme.
Sapeva che ero alla ricerca di un'auto, mi chiede se ho scelto. Gli rispondo che, a causa di alcune possibili difficoltà economiche della mia famiglia, me ne sto buona finché non ho la certezza di poter usare i miei soldi per mettere in pensione la mia ultradecennale bambina scarrozzante.
Mi chiede quanto ho intenzione di spendere, glielo dico.
Mi dice: "Va beh, dai, diecimila te li posso prestare io, se i soldi non si usano per gli amici allora a che cazzo servono?", con un accento valligiano e un imbarazzo che mi hanno fatto sorridere.
Ho rifiutato per le ragioni di cui sopra, ma che piacere enorme un gesto così, out of the blue.

Buone vacanze, amici.

P.s. gli altri vanno in vacanza, io no per il momento.

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