giovedì 5 maggio 2011

ciao vicino elettricista e tuttofare

Niente, è che proprio ora ti ho pensato, e mi sono scesi due lacrimoni.

Penso sempre di poter gestire la morte di una persona (tranne una di quelle che ami di più al mondo) con pragmatismo, come l'altro mio vicino che, magari mentre io sono a prendere il caffè dalla moglie, torna dal supermercato* e ci dice: "Ho incontratto Caiiio, mi ha detto che Sempronio è creppatto"**, e magari la moglie si dispiace e chiede notizie, mentre lui alza le spalle e dice: "Un infartto, in dieci minuti era stecchitto", e lo dice come il risultato di una partita, e mentre la moglie lo cazzia io un po' l'ammiro, ché se c'è una cosa certa al momento è che se nasci ti tocca morire.

A parte, vicino, che mi hai fatto litigare di nuovo con mia madre, che è ovviamente andata al rosario serale e la mattina, prima cosa che mi ha detto, è stata: "Ah, mi sono stupita che la signora C non ci fosse, ma insomma, non poteva fare uno sforzo?!", la qual cosa mi ha fatto scatenare una serie di considerazioni su l'andare in chiesa e l'applicazione dei principi cristiani. I praticanti della nostra parrocchia subito pronti a giudicare. Madre inclusa.
Ma vaffanculo.
[ho tuttavia intravisto un segno mascheratissimo di vergogna negli occhi di mia madre, a suo onore]

E poi, vicino, ti ricorderò per le tue bestie, una gatta nera morta, credo, a vent'anni suonati, e una bastardina adottata di recente dal muso buono. Come te. Che eri buono anche se non avevi il muso buono.
Fai buon viaggio.

[* vorrei fosse studiato con attenzione quell'attitudine dei pensionati ad andare a fare la spesa di sabato: gli farei pagare una IVA extra]
[** no, è che il mio vicino è leggermente sardo]

4 commenti:

PuroNanoVergine ha detto...

Il tuo vicino sardo è un dilettante se paragonato al conte Antonio Greppi che il giorno del funerale della moglie disse:
"E inscì, anca incoeu, fra una robba e l'altra, emm fatt l'ura del risott".

p.s. letto su Repubblica, articolo di Arbasino

Lillo ha detto...

Si viene e si va, come canterebbe uno delle mie parti.
L'importante è quel che fai in mezzo.

Pappina ha detto...

@pnv: sperando che ciò accada tra mille anni, non mi stupirebbe sentire il vicino dire nella medesima occasione: "Ma quanta ggente devvo ancorra salutarre, devvo andare all'orto". lo amo.

@lillo: non so neppure se sia tanto importante ciò che fai, quuanto piuttosto come sei: felice, infelice, generoso, rissoso, romantico, pessimista, etc. etc. (mi trovo d'accordo con me, parecchio)

Elettricista ha detto...

Davvero un ottimo Blog. Lo consiglio a chiunque