domenica 5 agosto 2007

rido come una scema (post mammone)

Sarò così anche tra 10? Tra 20? Tra 30? Tra 50 anni?
Sì. Sarò così. Ormai è troppo tardi per cambiare.Peggiorerò come tutti i vecchi nei difetti, ma qualche qualità (forse...?) resterà inalterata.

Sarò sempre più intransigente. E precisina. Soprattutto con l'altrui lavoro, meno col mio.
Sarò polemica. E se non avrò l'ultima parola, prenderò a sassate il vecchio con il quale avrò aperto un'inutile discussione sul colore della parete del centro anziani.
Sarò disordinata. Ma a quell'età non troverò più nulla. [ho già cominciato, il telecomando del condizionatore non è ancora saltato fuori]
Sarò golosa in maniera patologica e avrò il diabete alle stelle.
Voterò quasi sempre, ma con riserva sulla scelta fatta.
Criticherò i giovinastri. [e stiamo zitti che almeno il gruppo di truzzi che aveva preso a riunirsi sotto casa mia lo scorso anno, quest'anno deve aver trovato un'altra location. Deo gratia]
Sarò maniacale nel trovare il prodotto che voglio al minor prezzo possibile.
Sarò testarda. Ma i vecchi son tutti testardi. Ma io avrò accumulato molta più esperienza in testardaggine, quindi sarò la più testarda di tutti. E la vorrò aver vinta.
Sarò sempre gelosa di tutti i miei ex-fidanzati, ma forse con l'età qualcuno me lo sarò dimenticato. E soffrirò un po' meno.
Non butterò mai via oggetti che mi ricordano un momento speciale. Però osserverò l'oggetto e penserò una settimana a quale cazzo di momento speciale si abbini. Poi me ne dimenticherò e smetterò di scervellarmi. E avrò la casa piena di cianfrusaglie, compreso un'orrendo soprammobile fatto interamente di conchiglie con quattro omini che giocano a carte attorno a un tavolo. [non riesco a buttarlo. Me lo ha regalato un'amica romena che ha un gusto un po' particolare]
Sarò pigrissima.
Penserò sempre di essere estremamente intelligente, e non vorrò sentir parlare di arteriosclerosi.

Però.

Prenderò la vita come viene. Senza stare a spaccarmi la testa sul perché e il percome. Anche nelle situazioni estreme.
Saprò ridere di me e degli altri.
L'euro risparmiato nella spesa si annullerà nei cento con cui offrirò una cena ad un amico o ad un'amica.
Correrò (col bastone, il trespolo, la carrozzina, ma correrò) in soccorso di una persona che cerca il mio aiuto.
Continuerò a credere che l'amicizia è un gran dono.


Con un'amica, dopo aver fumato. Molto ilari.
Ci raccontavamo delle nostre madri che hanno caratteri distintivi così simili da risultare quanto meno inquietanti. E abbiamo parlato delle cose assurde che fanno e che dicono, e abbiamo cominciato a ridere, e a ridere, e a ridere. Ho riso come una scema. E c'ho poco da ridere, perché io sarò mia madre, non c'è dubbio.

Anzi.
C'è sì da ridere. Perché io sarò come mia madre.
Che pur non sapendo né l'inglese né lo spagnolo, mi saluta urlandomi: "Adios muchacha!" o "Bye bye blondie!".
Che ogni tanto si dimentica l'apparecchio per i denti e mi sorride con i buchi del groviera e mi fa prendere un colpo (poi corre a metterselo, si rimaterializza davanti e ti sorride fiera e ridanciana).
Che con l'ex-fidanza, quello vero, si profonde in complimenti assolutamente irragionevoli, del tipo che lui è pasciuto come una scamorza e lei ha il coraggio di dirgli: "Ma tu loro [io e sua moglie] non starle ad ascoltare, ché sono invidiose: sei in splendda forma!". [rotonda, n.d.r.]

2 commenti:

steff ha detto...

fumo all'atropina?

Pappina ha detto...

no, fumo e basta, piuttosto concentrato: crisi da ilarità contagiosa!