domenica 4 aprile 2010

un quattro d'aprile fracico

Io, come credo il 99,9 periodico % degli abitanti di queste zone dimenticate dal sole, mi sono un po' rotta i coglioni della pioggia e del cielo tetro. Poi, ultima novità, è snervante che un giorno ci sia un sole accecante (ho già parlato del raggio malefico che filtra tra le assi della tapparella andando a colpire - la mattina alle otto - esattamente l'iride del mio occhio destro?) e il giorno dopo torniamo nella terra dei morti viventi.

Ho visto - ieri, con questi occhi di cui uno semi-accecato per le ragioni di cui sopra - che anche la mia amica che si cura tanto, sotto due dita di fondotinta, ha un colorito grigio-topo. Però, malgrado il colorito, mi ha portato dei cioccolatini discreti, fatti da lei. Con tutte le forme diverse. No, non è una che non c'ha un cazzo da fare, ma preferisce queste sì appaganti attività a fare due chiacchiere con la sottoscritta e chiunque altro eccetto genitori e fidanzato.

Sai, la gente è strana.

So che non è una grossa novità, ma ho lavorato moltissimo. Tuttavia c'è una novità, che è questa.
Facebook ti può anche dare discrete inculate.
Andrò a spiegare.

Ho fatto un lavoro per mezzo di un sistema di gestione dati che finora è sempre stato impeccabile. Cioè finché non ci ho dovuto lavorare io. E finché non si è trattato di mettere il sistema alla prova, il che è occorso mercoledì sera alle 00.34 e giovedì sera alle 00.43. Il sistema non caricava immagini, e per il lavoro che stavo facendo era indispensabile.

La prima sera [che poi era giovedì mattina, ma a me piace pensare che le giornate comincino quando io mi sveglio e finiscano quando io mi addormento] sono andata un po' in panico, la mattina successiva, al lavoro, trenta persone mi hanno chiesto:
"Allora? Tutto a posto quel lavoro? E' finito? No!?! Come no?!? Come sta andando?"
[mettendomi insomma a mio agio]
E io, con tangibile sconforto: "Un disastro..." e allora sentivo pat pat. Empatia.

Quindi mi sono messa a controllare passo passo tutto quanto e poi, depressa, ho alzato la cornetta e ho chiamato il ragazzo - che con somma fantasia chiamerò Gestore - che ci gestisce questo sistema. Gli spiego tutto e mi dice: "Abbiamo avuto problemi col server centrale, ti chiamo tra poco". Ma vaffanculo! Mai successo, succede esattamente con me.
La sera noto lo stesso problema ma, forte del mio nuovo know-how, scrivo a Gestore chiedendogli di ripristinare tutto, così lui fa e la mattina successiva trovo che tutto funzia.

Quel giorno, da casa perché non c'era più il tempo neppure di arrivare in ufficio, completo il mio lavoro e faccio tutti felici, e con Gestore ci mandiamo tipo 20 mail.
Essendo io femmina, ovvio che appena ho a che fare con una voce che non è una faccia, lo cerco subito su FB, e dalla foto non sembrava male.
[notare l'imperfetto, grazie]

Gestore ad un certo punto mi scrive: "Questo rapporto epistolare mi sta uccidendo" e io gli propongo di venirci a trovare, visto che comunque già lo doveva fare. Il tempo per un caffè si trova. Poi mi scrive che ha curiosato e mi ha trovato su FB [toh! ci sei arrivato anche tu?] e ovviamente mi chiede l'amicizia. "Ovviamente" perché nel profilo c'è una foto dove sono abbronzatissima e coi capelli legati, senza la scodella attuale, insomma, e il colorito grigio-fumo-di-londra.

Concessa l'amicizia, vado subito a curiosare tra le sue foto. Eh, cazzo. Prometteva meglio.
Per carità, anche io, eh! Però almeno io l'ho messo in guardia, lui no. Maschi vanesi. Poi dicono delle femmine, guarda.
Insomma credo che tra poco io e Gestore convoleremo a nozze. Perché il sorriso mi sembra a posto.

Altro capitolo.
Mentre attendevo l'ok definitivo sull'invio del lavoro a cani e porci, mi chiama un mio amico carissimo, che poveretto mi chiama sempre quando dormo. Non alle due del mattino, ma prima di cena, quando ho l'abbiocco facile. Mi chiede se può passare a farmi gli auguri e io, testuali parole: "Ma certo, però giusto una mezz'oretta, poi ti caccio fuori, è da una settimana che lavoro tantissimo e ora devo farmi un pisolo di tre ore". Ma ceeeeeerto, figurati!

Due ore e quarantacinque minuti. Si è trattenuto per 2h e 45'. Non che mi sia pesato, per carità, lo adoro, mi è simpatico, adoro la sua famiglia di cui però non fa argomento unico, è come un fratello, però.
Quando l'ho salutato sulla porta barcollavo.

Avrei ancora un po' da scrivere, tipo che una notte di queste mi sono svegliata con l'ipod in mano con cui stavo giocando sei ore e mezza prima, la cuffie con DJ tv che sparava musica unz unz in testa e, va da sé, tv, recorder e luce tutti accesi. Stendiamo un velo. Da sposa, visto ciò che sopra scrissi.

P.s. Gli alberi delle prugne fanno i frutti un anno si e uno no. Anche gli alberi delle uova di Pasqua. L'anno scorso zero. Quest'anno mi sono auto-tassata e comprato i gold bunnies per me, sorella e un paio di amiche. Bene. Sono arrivate quattro uova, variabili dal mezzo chilo ai cento grammi, un coniglietto, i cioccolatini fatti a mano e questo (è geniale):


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