lunedì 24 agosto 2009

di sua spontanea iniziativa

Questo blog ha deciso che va in vacanza un po'.
Vuole anche lasciarmi a casa, ma io sto cercando di convincerlo altrimenti.
"Non dimenticatemi, eeeeeeeeh!" (cit.)

venerdì 21 agosto 2009

imnsomniamn

No, no, non je la faccio.
Che io periodicamente soffra d'insonnia è scritto nel mio codice genetico, tuttavia fare le 5 e un quarto ieri notte e le 4 e mezza questa notte è un po' troppo. La sveglia suona magnanimamente alle 8 e mezza, tuttavia quattro ore di sonno a esagerare mi rendono impossibile anche una qualsivoglia conversazione: se mi annoio per più di dieci secondi m'addormento.
E non è bello.
(non è neanche bello oggi aver tenuto gli occhi chiusi per quasi tutto il pranzo e poi essermi addormentata di sana pianta sul pc nel pre-serale, svegliandomi un'ora e mezza dopo con un attacco di tachicardia a causa delle nuove impostazioni della radiosveglia, forse impostare "vol" su "max" non è stata una grandissima idea)

D'altronde non è neppure bello che, facendo quella che scende dal pero, io abbia scritto tramite FB a uno degli autori del mio programma preferito (cioè l'unico spettacolo che guardo, che si sa qual è) sperando che, attraverso la mia brillante scrittura, costui mi recapitasse un invito.
Negativo. Però è stato gentile e qualche messaggio ce lo siamo scambiati.
Ciò non toglie che:
  • egli possa non avere alcun titolo sugli inviti;
  • egli non faccia più l'autore per lo show;
  • io non sia così brillante.
Nel dubbio, forte dubbio, vado a lucidarmi un po'.
(mi addormenterò con il lucido e la pelle di daino in mano, poi appena toccherò il cuscino scatterà il solito insomniae cruciatus)
(l'altra mattina verso le 4, quando ero proprio alle frutta, mi sono vista le orrende presentazioni fatte dai grandi capi per un convegno, sicura che avrebbero avuto potere anestetico. Viste tutte e otto, ce ne fosse stata una fatta bene)

mercoledì 19 agosto 2009

cantagiro '09 (tappa afosissima, ma c'è in fondo un po' di ristoro)

It gets harder everyday
But I can't seem to shake the pain
I'm trying to find the words to say
Please stay
It's written all over my face
That I can't
Function the same when you're not here
I'm calling your name and no one's there
And I hope one day you'll see
Nobody has it easy
I still can't believe you've found somebody new
But I wish you the best
I guess

'Cause everybody knows, but
Nobody really knows
How to make it work
Or how to ease the hurt
We've heard it all before
Everybody knows
Just how to make it right
I wish we gave it one more try
One more try
One more try
'Cause everybody knows
But nobody really knows

I don't care what the people say
They're probably lonely anyway
Baby don't fill up your head
With "he said", "she said"
It seems like you just don't know
The radio's on, you're tuning me out
I'm trying to speak, you're turning me down
And I know one day you'll see
Nobody has it easy
I still can't believe you've found somebody new
But I wish you the best
I guess

'Cause everybody knows, but
Nobody really knows
How to make it work
Or how to ease the hurt
We've heard it all before
Everybody knows
Just how to make it right
I wish we gave it one more try
One more try
One more try
'Cause everybody knows
But nobody really knows
Oh oh nobody really knows
Oh nobody really knows

martedì 18 agosto 2009

cinquecentooo?

Sembra che sia arrivata al 500° post. No, non posto, sarei scarsa, ho scritto "post".
Bene, cifra tonda che accentua il mio tondo disprezzo per il telegiornale della prima rete pubblica.
Stasera è morta Fernanda Pivano, che era una donna di 90 e passa anni, e che ha tradotto, dagli anni '40 in poi, la letteratura americana contemporanea. Ha fatto un sacco di altre cose, ha collaborato con un sacco di artisti, se non ricordo male Guccini fu tra questi, insomma ha portato nella cultura italiana - di certo tra coloro che l'inglese non lo sapevano - la letteratura anglo-americana. Mica è poco.

Al telegiornale trenta secondi per annunciarne la morte in clinica e stop.
Ma come? Una delle persone che più ha influito sulla cultura del dopoguerra, fino ai giorni nostri, relegata in trenta secondi di svagato annuncio?
A cui poi è seguito un servizio di quindici minuti sui pantaloncini di Michelle Obama.
Ecco, mi viene da dire: che paese di merda.
Poi però correggo: che direttore di tg di merda, o chi per lui.
Che schifo. E non ci credo non ci fosse un coccodrillo preparato da almeno 15 anni.
E' stata una scelta editoriale.

A molti potrà non fregargliene un cazzo, ma poi i molti dovrebbero fare ammenda se ascoltano questo o quell'artista, influenzati da ciò che lei ha creato.

Sarà il caldo che mi rende nervosetta.
Sarà che domani dovrei andare con un'amica a scegliere il regalo per un neonato, mi vien caldo solo a pensarlo.
Sarà che sto facendo un lavoro certosino di inserimento dati. E non per lavoro, il che è davvero deprimente.
Sarà che non ho più nulla di bello da vedere.
Sarà che son brasata.
E mediamente incazzata.

P.s.: la mia incazzatura dipende anche che ho cancellato metà post senza volerlo ma soprattutto senza sapere come.

domenica 16 agosto 2009

però pensavo (stranissssimo)

Se anche uno va in vacanza con tutti 'sti telefonini con l'abbonamento a internet
[io ce l'ho perché a un certo punto mi serviva, poi ogni mese mi arriva l'avviso che se voglio disdire devo chiamare etc. etc. solo che - strano anche ciò - mi dico: "Oh, si si, stavolta disdico e buonanotte ai suonatori - vista la stagione, quella dei bonghi", per poi scordaremene - anche ciò assai strano - trenta secondi dopo]
il blog lo aggiorni lo stesso.

Adesso un conto è chi tiene aggiornato il blog per un piacere-dovere o solo per dovere, un conto è chi tiene aggiornato il blog per puro piacere.
Io sono tra questi rari esemplari, quindi teoricamente mi divertirebbe aggiornare il blog.
Dico teoricamente perché devo capire quanto posso zoomare sul telefonino, ché un po' di presbiopia comincia a fare toc-toc. Oppure hanno ridotto i caratteri dei bugiardini.
[che di conseguenza si sono trasformati in bugiardinini]

Volevo dire che ieri ho pranzato con una amica un po' pedante, alla quale dopo pranzo stavo raccontando una cosa.
E mi dice: "Ma si, prima di pranzo eri arrivata a raccontarmi fin qui, mi manca il finale".
E io faccia basita, comincio a raccontarle il finale, poi mi interrompo e le dico: "Ma veramente ti avevo già raccontato la prima parte?!"
Lei, piuttosto crudelmente, ha risposto affermativamente.
Non solo: mi ha pure fatto il riassunto.

Secondo me il mio corpo è stato preso in ostaggio prima di pranzo e rilasciato solo durante lo svolgimento dello stesso, perché io non ho il mi-ni-mo ricordo di aver cominciato il racconto.
Va beh poca memoria a breve termine, ma così è esagerato, dai.

(non rileggo perché ho fretta, gli errori eventuali si sono auto-generati e non dipendono in alcun modo dalla mia responsabilità)

venerdì 14 agosto 2009

vil danaro e p.s. I fuck you

Ecco, adesso ho un problema.
Sappiamo che la sottoscritta ha due amiche dai tempi delle medie e che ogni volta ha dolori simil-parto per fare loro il regalo di compleanno. Non solo per la spesa, quanto per la fantasia nulla.
Questo compleanno, per tutte e tre, è un po' speciale, quindi all'amica n° 1 è stato regalato un braccialetto dal costo di euri 330 [piango ancora, se ci penso], così ripartiti: 115 euri a testa noi due amiche e 100 accollati al fidanzato dell'amica per suo masochistico desiderio, ma tanto è ricco, e quindi.

Poi c'è stato il mio di compleanno, e siccome mi hanno comprato un attrezzo per la scherma in un negozio che conosco bene, posso serenamente stimare il costo tra i 130 e i 170 euri complessivi, tant'è che c'ero rimasta un po' male, se devo dirla tutta, convinta che all'ultimo momento avrebbero tirato fuori il jolly. Maddeché.

E ora la prova del nove. L'amica n° 2 che mi ha fatto spendere un capitale compie gli anni tra un po'. L'amica n° 1, che invece ricevette il regalo-capitale, mi chiede: "Quanto spendiamo?" e io, ben sapendo che ci sarebbe stato un po' di casino, le dico: "Non lo so, dimmi tu, dimmi tu...".
Ha proposto 70/80 euri. Le chiedo se il marito partecipa, mi dice che non sa, ma forse si, visto che alla festa viene anche lui (si, loro sono tipe da festa). Capisce che rimango un po' stranita quando mi dice: "Massimo, comunque, 200 euri in tre!", e allora indaga quel minimo affinché io le riveli più o meno (centesimi inclusi) quanto spendemmo per lei.

Lei non ci crede.
Mi dice: "Sarà stato Natale più compleanno!", noooneeeeeeee.
Mi dice: "Ma ti sembra possibile che abbiate speso così tanto per un braccialetto d'argento?"
Come d'argento?!
Io mi ricordavo oro bianco.
"Ma sei sicura che non sia oro bianco?"
"Certo, ce l'ho al polso, c'è scritto [non mi ricordo cosa], è argento!".

Dubbio.
Nel rispondere all'amica n° 2, che mi aveva mandato un bastardissino mms dalle spiagge di un'isola ai Caraibi, con nonchalance le chiedo se si trattasse di oro bianco o oro nero o argento, ma fosse stato oro nero me ne sarei accorta, credo. Poi avrebbe già preso fuoco con le candeline della torta.
Mi conferma la prima ipotesi.
Oro bianco.

Ipotesi:
  1. amica n° 1 è decisamente presbite e non lo vuole ammettere;
  2. amica n° 2 è stata decisamente inculata dalla sua gioielleria di fiducia;
  3. io non mi ricordo un cazzo.
Ora lo so che il calcolo delle probabilità è a mio totale sfavore, tuttavia sono abbastanza certa di me stessa questa volta, ed è merce rara nel mio essere essere [non è un refuso, un attimo, cribbio! AGH 2!!!] certa di qualcosa.

Ma soprattutto: quanto minchia mettiamo in budget?!

P.s. Telefonata a casa. "Ciao. [mionome] ho deciso che me lo scopo". Ah, ecco. Menomale che non si tratta come al solito di ex-moroso, è già una soddisfazione.

mercoledì 12 agosto 2009

sky (concetto molto diverso da skylarking, ma guarda quante cose si imparano da un post)

Cielo, che quiete.
Nel mio condominio poi.
Potrei morire e mi troverebbero per l'odore della carne in putrefazione.
Per farmi stare tranquilla, però, una delle sopravvissute alla settimana di ferragosto mi dice: "Quando l'altra sera sono tornata a casa ho visto due ombre nel cortile, sono entrata come un fulmine" (ma che ti colpisse, n.d.b.).

Cose fastidiose:
  1. dover annunciare a chi sento per sms del mio lutto felino, mi infastidisce un po'. Tuttavia se non lo facessi poi mi troverei persone che, entrando in casa, mi chiederebbero: "Non manca qualcosa?" e io le scaraventerei giù dal balcone, e meglio sia evitare il carcere, va là;
  2. al supermarket hanno già affollato gli scaffali con la roba di scuola (mi sembra che inizi ad assomigliare alla procedura di marketing per Natale, quindi dall'anno prossimo partiranno tre mesi prima, metà giugno), riducendo lo spazio per le robe tecnologiche, ergo non ho potuto acquistare una stupida cuffietta per il pc con la stanghetta in testa (quando ho i capelli bagnati mi serve come cerchietto, eh);
  3. oggi in tre mi hanno scritto sms a cui ancora non ho risposto, perché interrompono la mia pace interiore;
  4. qualche giorno fa al ristorante ho visto un tizio, che secondo me conoscevo. E sapevo anche in che classe era, tipo D o E, o forse anche C. Se la tirava a 18 anni esattamente come se la tira adesso, ma è sempre il solito sfigato (la mia interessantissima teoria è che siamo tutti sfigati e tutti fighi, è solo una questione di momenti altalenanti: questa teoria a lui non è applicabile in quanto se la tira senza alcuna potenzialità). Però sono giorni che provo a farmi venire in mente il nome e col cazzo. E il tipo è talmente insignificante che non riesco a descriverlo, ma cribbio (AGH!);
  5. dovevo chimare mia zia, un'amica che sta per partire, un'altra amica che è già partita e non ho fatto nulla di tutto ciò, mi sono dimenticata e poi addormentata.
Cose meno fastidiose:
  1. non ho un cazzo da fare e anche ciò che dovrei fare mica lo faccio, quindi passo le giornate ad abbruttirmi davanti al pc in vari modi e ad ascoltare le repliche di Linus e Savino;
  2. a ottobre c'è un concerto commemorativo degli Elii agli Arcimboldi e spero di aver ipotecato il mio ingresso (concetto che solo chi abita nei pressi o nella città grande può capire), in questo modo faccio anche il regalo a ex-moroso che ha compiuto gli anni solo un mese e mezzo fa;
  3. la mia omonima amica è finalmente uscita dai noiosi binari della sua relazione monocromatica e ha assaggiato (solo un asaggino, ma accontentiamoci) il pathos da relazione extra-convivenziale. Il fatto è che ieri, tutta allarmata ed emozionata, mi ha detto che avrebbe pranzato con questo tizio qui, e oggi con la vocina da cagnolino bastonato mi ha fatto scoppiare a ridere. Io ipotizzo che nel suo inconscio già sapeva che qualcosa sarebbe accaduto [o acciampato, o accascato, o accrollato], lei nega: per forza, è conscia quando mi parla;
  4. c'è silenzio;
  5. c'è silenzio ma non troppo, non quello per cui aver paura, ecco.

domenica 9 agosto 2009

primi rientri (quando io neppure quasi esco)

Tornata mia sorella.
Mi ha fatto girare il cazzo a mo' di pala d'elicottero nel giro di 10'.
Perché, porca troia, è obbligata in ogni viaggio che fa ad acquistare qualsiasi cosa per qualsiasi persona?!
E' arrivata a comprare un regalo per la mia amica rossa!

Ma porcaputtana!
Io e amica rossa non ci facciamo regali se non quando strettamente necessari!
(tipo: lei mi compra il tabacco, sigarette, cartine e io mi dimentico di darle i soldi o io le compro un lettore divx che funziona con la chiavetta, per non avere la rottura di coglioni di doverle fare i dvd)

Oggi sono stata al pc quasi tutto il giorno, mi sento vagamente rintronata.
Da domani partono gli ultimi amici e che palle, buuu.
Mi sentivo però, l'altra sera, un'aliena tra loro.
Parlavano di posti bellissimi e tra loro una coppia cercava di dare l'indicazione per un ristorante nella città a Santorini, e mi sembrava una roba tipo:
"Dovreste provare quel nuovo ristorante in Corso Italia, si mangia carne buonissima"
e io sarò anche strana, però già un po' mi irrita chi mi consiglia i posti dove mangiare qui, figuriamoci poi se uno me li consiglia in un'isola dove mi appresto a rompere ogni contatto con la terraferma. Santorini. Come se uno ci andasse per il ristorante.

Dai.
E' inopportuno. Mi sembra levi il gusto alla vacanza (mai sostantivo fu più appropriato).
[no, non è "vacanza"]

Però oggi mi è arrivata, correggo, ho ritirato questa cartolina da Villasimius, che recita:
  • porcellino (taggato)
  • pesci (taggato)
  • pecorino (taggato)
  • mirto (taggato)
Ah si, anche il mare non è male.

[fine]
Ho riso un quarto d'ora.

giovedì 6 agosto 2009

mio piccolo vecchietto (ultimo post sulla mia belva anziana)

Ore 16

Ho il cuore a pezzi, piccolo mio.
Vederti così, bagnato e senza forze, sdraiato per terra sul pavimento di cucina.

Dovrei solo essere grata per il fatto che il tuo tracollo sia avvenuto in breve tempo.
Solo che è difficile dirti addio.
Tanto difficile.

Alle sei passa l'amica tono-su-tono, e andremo dal tuo dottore.
Ti addormenterai coperto dalle mie carezze, ma non ti risveglierai.

E adesso mi tornano tutti in mente i momenti condivisi, quando la signora dell'orfanotrofio degli animali, anziché farmi vedere dei cuccioli piccoli, mi fece vedere te e tua sorella. Avevate quattro, cinque mesi.
Stavi seduto dritto come un fuso, la tua macchia bianca sotto il collo era più grande di quanto lo sia adesso. Mi prestarono una gabbia e ti portai a casa con l'autobus. Piangevi incessantemente, anche il conducente disse qualcosa, infastidito.

Poi arrivasti a casa a sorpresa e affrontasti la padrona di casa, una belva come te, che non la prese per niente bene, tanto che mia madre mi disse di riportarti indietro. E invece iniziasti a perdere pelo, ti portammo dal veterinario che ci disse: è tigna.

Dovemmo chiuderti sul terrazzino affinché la regina non prendesse anche lei la tigna, e quella fu la tua fortuna. Facevi pena a madre e sorella che iniziarono a tollerarti, a turno venivamo nel terazzino a giocare con te. La regina ti guardava dalla porta a vetri, mentre ci grattavi contro per entrare, e capì che non eri una minaccia visto che ti avevamo isolato.
Quando quaranta giorni dopo ti facemmo uscire, la regina era abbastanza tranquilla. Madre e sorella un po' meno, perché loro si presero la tigna da te. Solo io fui risparmiata.

Così ti accompagnai in cortile, per te era una dimensione nuova.
L'istinto ti disse di andare in un posto impossibile, ma non ti disse come venirne fuori. Dovetti fare le acrobazie per recuperarti. La mia mano cercava di agguantarti, tu mi desti fiducia, misi la zampa nel mio palmo, ed io te la afferrai e riuscii a tirarti fuori da una situazione complicata.

Forse fu per quello che cercasti, la notte, per anni, la mia mano. Solo per appoggiare la tua zampa.

Fratello di zampa.
Spero che io ti possa aver dato tutto ciò di cui avevi bisogno.
Di una cosa sono certa: il mio affetto non ti è mai mancato e ti accompagnerà sempre, ovunque andrai.

Ore 23

E così sei andato.
Il veterinario mi diceva di voltarmi, mentre ti faceva le punture, ma io col cazzo.
Ti ho carezzato fino alla fine, e anche dopo.
Sono uscita con l'amica, dopo poco ho smesso di piangere, avevo cominciato in tarda mattinata quando avevo deciso.
Solo allora ho avuto l'assicurazione che era ciò che hai cercato anche tu in quest'ultimo giorno e mezzo. Una morte che mettesse fine a una vita che non era più dignitosa.

Chissà se sei nel paradiso degli animali e chissà se hai rivisto la regina.
Sono dieci anni che non vi incontrate, ma sono sicura che vi riconoscerete.
Fatevi compagnia e tu, patata, sottomettiti a lei come hai sempre fatto.
Non sei più abituato, lo so, erano sei anni che mettevi in riga gli altri due.
No, patata, non ti preoccupare, stasera no.
Le altre due belve non le guardo neanche.

E grazie per questi diciannove anni.

lunedì 3 agosto 2009

giornata nera come la mia belva anziana

Ecco, dover accompagnare il tuo animale vecchio in cortile dove non vuole mai andare, vedere che beve l'acqua dalle pozze e si accuccia tutto preciso sotto la pioggia, vederlo andare lentamente verso un altro cortile confinante ma sentire che non si lamenta più.

Poi torna in casa fradicio e, dopo un po' d'asciugatura e un po' di tempo, ricomincia il lamento straziante che risale a prima che decidesse di andare in cortile.

Va bene, oh mia belva. Col cuore stretto ti porto dal veterinario.
Il quale fa una faccia sbalordita quando gli dico la sua età, perché la belva si comporta bene, ovvero scende dal lettino, mi si appioppa, lo rimetto sul lettino (che per altro sembra quello di un anatomo-patologo), cerca di aggredire il veterinario, eccetera.

Il veterinario mi dice con onestà che cos'ha, che è inutile fare gli esami del sangue, che insomma gli si fanno dei punturoni per reidratarlo un po' ma niente più. Mi dice che probabilmente la sua malattia lo porta a sprigionare una sostanza che gli annebbia il cervello, e forse la ragione per cui si è accucciato in mezzo alle pozze d'acqua l'abbiamo trovata.

Adesso io devo mettere tutte le mie energie per tenere fisso il pensiero su Samuele, su Marco, su Fabio, su Alberto, su Massimo. Giovani esseri umani colpiti da un destino infausto.
Faccio un po' fatica, come ogni persona che ha condiviso tantissimi anni con la propria belva.
Ma ancora spero di dare un valore diverso alle vite umane di persone buone e a quella di un animale che per anni ha preteso di dormire zampa nella mano (giurin giuretta).

La vecchia belva resiste, intanto.
Ma non in eterno.

Un grazie speciale ad amica rossa, per oggi e per domani e per molto altro.