mercoledì 13 aprile 2016

Miiiii, nove anni!!!

Il blog compie nove anni.
Oggi oggi.
E sono tre che non scrivo.
Però.

Pigra.
Assente.
Cose.

Ho avuto le mie ragioni, ma adesso ho fatto il conto e nove anni sono tantissimi.
D'altronde intorno a me crescono fior fiori di bimbetti, tutti generati da noi Veri Amici.

E in questi tre anni.
C'è chi è ricomparso nella mia vita.
C'è chi è scomparso, non dalla mia vita, proprio dal mondo.
Due foto qui, accanto, a testimonianza.

Nel frattempo la vita.

P.S. Sono rimasta francamente disarmata davanti ad alcuni post che mi è capitato di leggere: che brava che ero, quanto soave e quanto troglodita!

P.P.S. Non è che siano cambiare tante cose in tre anni, o forse è cambiato tutto, non mi riesce di decidere.

venerdì 1 febbraio 2013

una giornata strana

Oggi è un giorno un po' particolare.
Questo giorno di qualche anno fa vedevo, per l'ultima volta, uno dei miei amici più cari.
Non è l'unico giorno in cui gli dedico mille pensieri, ma è certamente il giorno in cui la sua assenza mi fa sentire più sola.

È da questa data che la mia vita e la vita di tutta la mia banda di veri amici non è più stata la stessa. Mai più. Tutto è cambiato. Tutti gli equilibri. Tutte le reciproche relazioni. Lui, la sua tragica scomparsa, ha cambiato tutto, perché lui era tanto. Era tanta roba. Era mille persone diverse.

Stamani ero su un terrazzo a fumare e stranamente ero sola, come se il caso volesse mettere l'accento su un dolore di certo attenuato ma mai sopito.

È un giorno strano perché è iniziato prima del previsto, con un casino di scontri di ego [no, stranamente il mio non era coinvolto] che mi lasciano sempre un po' basita.

È un giorno strano perché mi sono trovata davanti due persone. Due persone in carne ed ossa. Due persone parlanti e interattive.
Cosa c'è di strano?
C'è di strano che queste due persone, fino all'ora di pranzo, appartenevano a un mondo fatto di post, di foto, di commenti, di aforismi.

Appartenevano al mio mondo web, con giusto qualche mail di concessione verso il mondo reale.
E invece eccole davanti a me, sorridenti e incerte, che pronunciano il mio nome vedendo il mio sguardo vacuo.
Eccole ad un tavolo che mi parlano, con parole vere, con sguardi reali, con il paradosso che sappiamo molto gli uni degli altri ma non conosciamo le nostre voci. Il nostro gesticolare. Il nostro modo di porci [Gesù, intendo voce del verbo riflessivo "porsi"].

Beh.
Non so per loro ma per me è stata veramente una cosa molto figa e davvero li ringrazio tanto perché hanno reso questa giornata una giornata nuova.



sabato 12 gennaio 2013

ciò che vorrei


(chi può dirlo)
(l'immagine è scomparsa)
(grazie Steff)

venerdì 11 gennaio 2013

amorevoli cretinerie e disturbo

Ma santo cielo.
Sono un'imbranata (Tiziano Ferro tu mi capisci).

Porto il principino nel posto più imboscatò del mondo. Questo era il primo step. Il secondo era avvicinarmi a lui da un'angolazione ideale.
Il terzo era metterlo in condizione di non poter fare a meno di baciarmi.

Ma sono torda. E quindi ho mancato lo step 2 e 3. Ma cazzo. Non ho avuto la scioltezza nel secondo e poi il terzo l'ho mancato alla grande. Dovevo farlo affogare nei miei occhi e invece niente, sguardo
basso e - se alzato - un po' da pesce.

Eppure quadrava tutto, tranne me che non ero nella parte.

Ora mi sorgono dubbi.
Ho paura?
È il sabato del villaggio, dove l'attesa e l'aspettativa creano più emozione dell'occasione di "festa"?

Sono disturbata per come sono andate le cose.
Non frustrata. Disturbata. Ecco.
Vorrei capitasse come nel disegno che mi ha postato Steff nei commenti al post precedente. Qualcuno che avvicinasse le nostre testoline e ci facesse baciare x forza [sospiro].

P.S. Già scritto che causa firewall non posso commentare i commenti, e neppure postare normalmente?

sabato 5 gennaio 2013

affari di cuore, ovvero come trovarsi improvvisamente nella cacca

Sicché conosco questo ragazzo.
E mangia insieme oggi, e mangia insieme domani, e fuma una sigaretta oggi, e fuma una sigaretta domani...
Ecco.
Il danno è fatto. 
Ho una cotta adolescenziale.
(per non dire di peggio)

Adesso il problema è questo.
Anzi, sono due:
1) è fidanzato;
2) è leggermentissimamente più giovane.

Il problema 1 non è tanto mio, quanto suo. Mai, ma proprio mai, mi ha parlato della sua morosa. Le ragioni possono essere due: o non è tanto innamorato, oppure flirta con la sottoscritta (per un forte senso di autostima propenderei per la seconda).
Il problema 2 è un po' peggio, perché è tanto più giovane di me, persino più giovane di ex-moroso (che per altro ogni tanto fa le sue incursioni, rovinandomi la piazza).

I fatti.
Un po' mi cerca. Un po' tanto. Mi aspetta per mangiare fischiettando, ovvero fingendo che sia tutto casuale.
Il dubbio che flirtasse lo avevo, però non essendo particolarmente obiettiva è rimasto un dubbio.
Finché.
Un giorno - per ragioni troppo lunghe da spiegare - ci troviamo circondati dalla sua gang, amici e genitori.
Lui con una faccia dagli occhi piccini, pensavo avesse sonno.
Il padre - che deve aver trasmesso i geni di simpatia ed intelligenza al figliolo, e che conosco un pochino - mentre gli passo accanto mi tira a sé e mi racconta un po' di cazzate, che hanno come oggetto il figliolo.
Io sposto lo sguardo da lui al figliolo, continuamente, e lo vedo (il figliolo, non il padre): sguardo fisso su di me e un sorriso che ogni volta mi fa squagliare. Fisso. Come se fossi l'unica donna della terra. O l'apparizione della Madonna (mi piace di più).
Sono partita per un'orbita da cui probabilmente devo ancora tornare.
Però il dubbio. E' solo stanco.

L'indomani chiedo:
"Ma stavi svenendo dal sonno?"
"No no, avevo fumato con gli amici, ero nel mio mondo".
Eh no, cazzo, eri anche nel mio mondo.
Mi guardavi fisso e sorridente. E, oserei dire, sdilinquito.
Mi vedevi parlare con tuo padre e mi fissavi con un sorriso ebete.
E va bene tutto, ma insomma tu flirti con me. 
Non dovresti ma lo fai, e quando abbassi i meccanismi di auto-difesa si vede lontano un miglio.

Adesso.
Ieri sera siamo andati a fumare (non si dice cosa) insieme, lontani da occhi indiscreti.
Io e lui, che non stiamo zitti un nanosecondo, all'improvviso muti.
Io, io cazzo!, muta: me lo sarei baciato seduta stante.
Lui, lui non so. Però era muto, questo è quello che so.
Improvvisamente muto.

E oggi mi trovo faticosamente a ragionare. E mi rendo conto che non ragiono. Ci penso e penso a quello sguardo. Penso al milione di chiacchierate che abbiamo avuto modo di fare insieme. Penso al suo sorriso e - come per magia - istantaneamente non capisco più una sega.
Ma questa non sono io!
O meglio: questa non sono io degli ultimi anni.
Sempre avuto un buon livello di coscienza su ciò che mi circondava e mi accadeva. Ora scrivo e penso: "Ho preso un abbaglio?". Io?!

Le mie amiche dicono che quando mi piace molto qualcuno ho le stelline che escono dagli occhi.
Non ho dubbi di aver riempito di stelline l'ambiente circostante quando ho un tête-à-tête con lui.
E lui sembra un po' sulla stessa lunghezza d'onda. Sembra. Sembra. Potessi hackerare la sua testa.
Non ho più certezze, maremma.

Ah, e poi ci sarebbe il problema numero 3, ovvero che - per ragioni troppo lunghe da spiegare - non lo vedrò più, o comunque non così spesso. Ho un paio di settimane scarse di tempo per rendermelo odioso, baciarlo (almeno almeno, ho già scritto che è una cotta adolescenziale dove tutto fa brodo) o - eviterei volentieri - mantenere in piedi questo rapporto di amicizia obliqua.

Bene, questa è la mia letterina alla "Posta del cuore": qualsiasi suggerimento, anche il più cazzuto, è gradito.
Help.

P.S. per PNV: ti lessi sui commenti e sul blog, ma dispongo di una connessione aziendale che non appena vede BLOGGER mi urla ACCESS DENIED. Costretta a scrivere i post tramite mail. Ho tentato di accedere con lo smartphone ma non è più lui, è leggermente sovraccaricato, quindi neppure so se sono riuscita a commentarti. In ogni caso grazie del pensiero, viva e vegeta e pigra da far spavento. E tu, lo sai, scrivi sempre meravigliosamente (la storia della ragazza e del sorpasso è stupenda).

e me la sono tirata

No, è che io devo stare attenta a ciò che scrivo, perché dopo aver scritto nel post precedente "guai" mi sono trovata al pronto soccorso.
Uhm.
Mai più, che è mejo.

lunedì 26 novembre 2012

perché mi capitano proprio a me? (le persone stupide, o meglio, più stupide di me)

Toh, come passa il tempo.
Beh, vabbè.

Se non imparo a gestire la stupidità umana con maggiore grazia, anziché con una rabbia incazzosa che mi sfugge come un'anguilla, mi troverò nei guai.
Presto.

Dovessi fare un resoconto degli ultimi X mesi, devo passare intere sere a scrivere.
Per il momento annuncio che sto per diventare di nuovo pseudozia e che il papà in fieri è un amico che conosco da quando ho quattro (quattro) anni. E non me lo vedo tanto. Ma so che sarà bravo, perché ha avuto due genitori un po' del cazzo e so che vorrà fare il meglio che sarà in grado.
E poi vuole una bimba.
E io, solo per questo, lo adoro.

(a me "Tensione evolutiva" non piace, non mi piace il testo, e quindi? E quindi spero di andare a vedere colui a San Siro)

mercoledì 7 marzo 2012

dottoressa stranamore (bah)

Vedo ex-moroso che, dopo anni di amori-non-amori strani, da psicanalisi
[mi rendo conto di tirarmi la zappa sui piedi, sì, sì]
o da manicomio
[sì sì, fa male],
è per mesi tutto adolescenziale nella sua follia Cip e Ciop.

Bene, suvvia, ragazza carina, sembra simpatica, lo rende felice come otto pasque (non una di più, non una di meno), io sono contenta, malgrado tutto
[tipo: "Che fai stasera?"
"Vedo la mia patatina!!!" (insulina)]
anche se lungo la strada perdiamo molto tempo per noi. Vabbè.

Poi un paio di settimane fa lo rivedo, scuro.
La patatina dice che è confusa e piena di dubbi dopo aver rivisto l'ex, ma che è ASSOLUTAMENTE sicura che non vuole tornare con lui, cioè l'ex. Dubitare sempre dalle persone che parlano in stampatello maiuscolo.

Poi giusto oggi lo rivedo, scurissimo.
Tutto a puttane. Qualche sera orsono lei gli dice che ha bisogno di tempo. Dubitare sempre delle persone che dicono che hanno bisogno di tempo, in una relazione.
Lui proprio depresso.
Lei quando ha chiesto spazio e l'ha ottenuto, si è sentita incompresa.
Quando ha chiesto spazio e non l'ha ottenuto, si è sentita incompresa.
Una femmina ordinaria, insomma.
[no, è che io sono un'eccezione, straordinaria]

E dunque lui a tormentarsi.
E tra una chiacchiera e l'altra, intanto che mi chiarisce il quadro, glielo dico chiaro e tondo, ché gli uomini innamorati sono ancora più tordi.
1. l'ex è una minaccia, e poi è pure suo amico, quindi scava nell'ombra;
2. chi cerca tempo non lo trova più, almeno con te;
3. hai una settimana per farle cambiare idea.

Mi guarda basito.

"[nomignolo] Quando esci compra un mazzo di lilum, no rose, non gialli, l'aspetti sotto casa, glieli dai senza una parola e con un bacio sulla guancia, e te ne vai".
[istruzioni per l'uso]
"Ma funzionerà?"
"Almeno almeno le farà piacere, ma devi muovere il culo"

Dubbioso.

Mi chiama ma non posso rispondergli, gli scrivo un messaggio.
Mi risponde che ha seguito il mio consiglio, tutto è andato bene, sono rimasti a parlare per un'ora.

Ma minchia!!!
La prossima volta le istruzioni gliele scrivo in calibri 14 e metto in grassetto senza una parola e con un bacio sulla guancia, e te ne vai, ché se no qui ne usciamo con le ossa rotte.

[sospiro]

sabato 3 marzo 2012

domenica 29 gennaio 2012

l'evoluzione delle domeniche

Stavo pensando:

  1. era il giorno dell'uscita con la mamma, la sorella e soprattutto col babbo, che stava via tanti giorni per lavoro. Lui e le sue Esportazione, lui e la sua radiolina dalla custodia di pelle nera. Ok la famiglia, ma non si tocchi la Fiorentina; [no, non la bistecca]
  2. era il giorno in cui toccava fare i compiti, ché sabato pomeriggio manco morta. In genere sotto il libro c'erano fumetti (in evoluzione con l'età, da Hugo Pratt a Topolino ché io so' come il gambero). In genere, una volta al mese, venivo beccata con temporale di schiaffoni materni;
  3. era il giorno del non-studio-per-niente, ché mi ero abituata a studiare (...) in biblioteca, alzarsi all'ora di pranzo, talvolta rimanere in tuta [eh no, no, non sono una da tute io], poi occupare il soggiorno e mettere nel lettore un film in inglese. E guardarlo anche due volte a fila, pur di capire abbastanza; [embè, coi sottotitoli sono buoni tutti]
  4. era un giorno variabile come il meteo, oppure proprio in funzione del: una puntata alla Metro, un cazzeggiare al parcone della città grande coi Veri Amici, il thè invernale da tono-su-tono e le chiacchiere e sera tranquilla;
  5. è un giorno che aspetto, quasi come aspettavo la domenica col babbo: il giorno della visita a/da qualche Vero Amico. Un caffè, un Lindor, una sigaretta, molte chiacchiere, sfoghi e richieste di consigli, il riassunto della settimana, ma soprattutto loro.
(totalmente rimbecillita, lo so)
(hanno compiuto sei mesi)
(mi hanno iniettato gioia, e vaffanculo alla retorica)
(manco fossero miei)
(potrei sempre fregarli)

mercoledì 25 gennaio 2012

un post (minimo) bolso

I fatti della settimana, ristretti come il brodo:

  • il mio figlioccio oggi (anzi, per lui già ieri) ha compiuto gli anni. Tanti. E' già vecchio, quasi più di me. Uh, se me lo vorrei strapazzare;
  • ho scoperto per caso una mega-minchiata fatta da una mia collega che, va beh non ricordarsi le procedure, va beh non chiedere a un cazzo di nessuno, ma non utilizzare neppure un neurone (se presente, s'intende) per ricorrere alla logica questo no, giammai;
  • domani, di conseguenza, si prevedono tuoni e fulmini;
  • in virtù di ciò, oggi ho fatto finta di lavorare da casa. Tipo tre ore. Poi ho letto tanti twitter e azioni limitrofe;
  • oggi ho intercettato mia madre al telefono, in due occasioni, con una sua coetanea (tirchia):
    1. "eeeeh, perché tra rapine, furti e ammazzamenti questo mondo non si sa più dove va..."
    2. "eeeeh, si sta bene solo in casa al caldo... ma tu non hai il riscaldamento autonomo? ma che ti importa, alzalo, meglio tre lire in meno che un malanno!"
              Quando le ho detto che era di un retorico da paura, mi
              ha lavato di insulti;

  • ho ospitato per due ore un amico (cerchia Veri Amici) coi suoi due bimbi. Entrambi hanno cagato. Mi sono chiesta se sono io o è l'arredamento;
  • quella stordita di Psycho oggi doveva venire a prendere il caffè da me. Oggi quella stordita della sottoscritta se ne è ricordata in questo esatto momento. Dio le fa e poi le accoppia (senza propositi sessuali di alcuna natura, eh);
  • Flavia Vento è veramente cretina, poveretta (ognuno ha i propri limiti, io l'#isola9);
  • d'altronde mi è bastato, anni fa, leggere il suo blog: lo consiglio, è un'esperienza antropologica;
  • si è fatto tardi e devo fare altre 215689 cose, perché non ho fatto l'elenco numerato?
STO INVECCHIANDO E QUESTO BLOG SI STA IMBOLSENDO!!!

p.s. non rileggo. Sono contrariata.

giovedì 19 gennaio 2012

quasi quasi non mi muovo mai più da casa e divento trecento chili mangiando gianduiotti

Avete mai partecipato a un webinar?
Beh, almeno ora leggete qualcuno che lo ha fatto.
Bello, eh.
Non particolarmente interessante (erano cose che già sapevo) ma se penso.
Mettere insieme 100 persone da Stati Uniti a Europa (e non so se ci fossero anche altri continenti), permettere loro di interagire tramite chat - e microfono, se fossi stata interpellata, tutto settato con un click, uno, ho detto - o con i relatori (ecco: ho già svelato il mistero) o con il moderatore, a scelta, è una roba piuttosto figa.

Soprattutto quando non riesco a leggere il sito di Repubblica, santiddio.

P.s. ho piazzato i gianduiotti in un cassetto di una scomodità imbarazzante, così ne mangio pochi perché lo sbattimento è tale che uno te lo gusti a lungo. Stasera tre caduti, tre valorosi gianduiotti che per colpa del nemico (me io me) giacciono stesi a terra. Che domande, certo che faccio i numeri da circo pur di non alzarmi, ma che dico alzarmi, staccarmi dalla scrivania. Se no facile, eh. Magari adesso li raccolgo, ché altrimenti domattina li spiaccico sul pavimento, e poi accuso le belve che fanno questa strana cacca che odora di cioccolato.

P.p.s. sempre dichiarato di non essere una morning person.

P.p.p.s. infatti andrei avanti a scrivere altre mille cretinate che mi sovvengono, ma sarà il caso che mi avvicini al percorso automatizzato attentamente pianificato per poter andare a letto entro le quattro, tipo.

P.p.p.p.s. io al caso oggi non credo, tra le SESSANTA canzoni di De Gregori in playlist non sto neppure a dire quale sta suonando.
[tips: titolo post e parola di cinque lettere nel primo p.s.]
[forse me la sono anche tirata]

domenica 15 gennaio 2012

ho una fantasia molto sviluppata e l'occhio molto lungo

E' da quando ero piccola che faccio discorsi di ringraziamento.
Meriti?
Nessuno.
Li faccio a vuoto.

Intuisco facce perplesse e allora spieghiamo tutto.
Io parlo da sola.
Ma questo lo facciamo in tanti. Io vado un po' più in là.

Rispondo ad interviste auto-prodotte. Cioè, una volta sono una cantante, un'altra una sportiva, un'altra un premio Nobel, eccetera. Mi faccio mentalmente le domande e poi rispondo. Ma non alla buona, giammai. Immagino anche gli intervistatori, il mezzo (radio, tv o giornale), insomma sono scrupolosa, eh.
Io faccio discorsi di ringraziamento. Per un Oscar, un MTV Award, un Emmy (che è quello a cui più tengo, ma non lo vinco quasi mai).

E in questi giorni mi sono inventata una sceneggiatura, un film, un successo della madonna, e l'Oscar a sorpresa all'interprete - io sempre - come ciliegina sulla torta.
Scatta il discorso di ringraziamento, da una fresca attrice che proprio non si aspettava una cosa così. E dopo un po' (sono stata colta di sorpresa, all'inizio ho detto un po' di cagate) mi sento di condividere il premio con un'attrice che davo per vincente. Il più delle volte è stata Glenn Close e altre Meryl Streep. Solo una volta è comparsa Kathy Bates, ma come candidata minore. Con lei niente condivisione, ecco.

Poco fa leggo su Twitter qualcosa sui Golden Globes. E' già ora?! Non erano a febbraio?
Cerco il sito, leggo.


Si, si, sarò un po' matta, però 'sticazzi che preveggenza!

[per completezza d'informazione: no, non lo faccio davanti a uno specchio, tutta truccata e oltremodo gnocca, di solito occorre in cucina, quando fumo]
[sigarette normali]
[quando ho gente in casa è un casino, ché alle volte mi beccano, e allora faccio finta di cantare]
[la fantasia è una grazia dai molteplici campi di applicazione]

mercoledì 11 gennaio 2012

cronache dalla gabbia di matti

Oggi "riunione di inizio anno delle belle intenzioni in ufficio", con tutto il gruppo riunito.
Bene.

Metà riunione.

Capa: "Eh, ma tu hai troppo sul groppone".
Io: "Si, lo so, ma nessun altro lo fa e io sono l'unica che risponde alle tue mail d'emergenza".
Capa: "Ma perché non scarichi questo lavoro a qualcun altro?"
Io: "Volentieri!"
Capa: "Chi lo sa fare?"

[...]
[.....]
[.......]

Capa: "Vabbè, a questo ci ripensiamo. Prossima questione???"

Fine riunione.

Segretaria: "Oh, complimenti! Ho cercato di farti incazzare più volte ma non ti sei smossa!"
Passano cinque minuti.
Capa: "Ah, comunque molto brava, eh, collaborativa e non hai perso la calma!"

Che minchia di reputazione ho, di grazia?!

Comunque non so mica se quest'anno riesco a vivere di più.
E a lavorare meno.
Ma mi sto già impegnando.
Fingendo.

P.S. in tutto ciò si è brevemente inserito il vice capo che ha detto a tutti che è innamorato cotto, sorridendo come un beota e andandosene tutto allegro. Mah.

domenica 8 gennaio 2012

ahhh, orrore (doppio)

Non so se perché ho smanettato un po' con tutta 'sta roba di G ( e blogger, e l'account di posta, e reader... minchia, c'è tutto, non si fa manco più fatica), comunque oggi mi trovo un'interfaccia nuova per scrivere un post, e mi fa orrore.
Vabbè.

[listening to: La Fine di Nesli, interpretata da T.Ferro. Uh, so che tanta gente storce il naso, ne riparliamo tra vent'anni, quando sarà idolatrato quanto Il Principe]
[è il pregiudizio, ci sono passata tre volte lo scorso anno, so di cosa parlo]

Il mio odierno post doveva occuparsi dei bimbi.
Difficile parlare di bimbi senza essere sdolcinata e soprattutto senza poter mettere uno straccio di foto

[i loro genitori, dovessero pure scoprire l'invasione della privacy post mea mortem, verrebbero a dissotterrarmi per prendermi a bastonate]

quindi ho pensato: parliamo di Twitter e diciamo solo due cose: che mi fa schifo che la stampa tutta (tutta tutta) prenda notizie (spesso idiote) da Tw e le recicli, e poi che mi sono disintossicata.

Nel mentre giocavo a poker, vincendo al terzo tentativo, ma soprattutto buttando fuori uno stronzo,

[ma nooo, non sta diventando una follia, no no, macché]

e appena finito in gloria ero lì lì per aprire blogger per scrivere quando quel cazzo di uccellino mi ha fatto "Tuiiiit" dalla barra dei preferiti.

Credo circa trecento.
Trecento tweet passati in rassegna con foto e/o video.

[no, non si mette il plurale negli inglesismi]
[cosa che, per altro, faccio con coerenza regolarmente]

Due ore.
Maledizione.


Va bene, vado in cucina, cerco dei ceci e mi ci inginocchio sopra.

mercoledì 4 gennaio 2012

sono una lurida (però mi lavo)

Oggi mi avevano chiesto dall'ufficio di tornare a lavorare su cose rimaste in sospeso.
Sarei in ferie con disponibilità eventuale e a mia discrezione.
Ma oh, no, no, no.

Se c'è una consapevolezza che si è materializzata negli ultimi due mesi
[spazio1999]
è proprio questa.
E cioè che dedico al lavoro troppe delle mie energie.
Un giorno parlavo con mia sorella e mi diceva che vuole chiedere il part-time
[se trova la quadratura del cerchio, ovvero come rientrare nelle spese con mezzo stipendio]
e io la guardavo incredula e lei mi diceva che le fa schifo il suo lavoro.

E io le rispondevo che vedi? Tu hai messo l'anima negli studi e poi hai immediatamente cominciato a lavorare nel tuo campo. Io che ho fatto la cazzona, invece, quando ho cominciato a lavorare è stato solo perché dovevo rientrare da spese enormi.
[niente, cinque settimane di bella vita a Londra quando tutto costava il triplo rispetto all'Italia]
E per caso mi è capitato di imbattermi in un campo antitetico a quello dei miei studi.
E ciò che ho fatto e ciò che faccio mi piace. Quasi sempre.

Mi risponde che beh, facile. Sono più giovane e ho cominciato a lavorare più tardi
[per finire a 97 anni, andando avanti di questo passo]
e che quando avrò sul groppone tanti anni di lavoro quanti i suoi, allora ne riparleremo.

Uhm.
Mi è sovvenuto il giorno in cui, come tutti quelli che lavorano nella città grande, mi scapicollavo giù per le scale della metropolitana, sentendo l'arrivo del treno.
All'improvviso.
Perché?
Non sono in ritardo.
Tra massimo tre minuti passa un altro treno.
E perché corro in mezzo al gregge, allora?
[se voglio essere una pecora nera, necessito coerenza]

Mai più fatto.
[a parte quelle dieci volte all'anno in cui riesco a non sentire la sveglia più rumorosa e fastidiosa dell'universo]

E se questo lavoro, a furia di assorbirmi così tante energie, cominciasse a farmi schifo?
Cazzo faccio, che non so fare altro???
Quindi ho deciso che lavorerò meno, e vivrò un po' di più.
Basta weekend passati con la VPN come amica
[un'amicizia a fasi alterne]
e basta rispondere alle mail della capa del venerdì sera alle otto.
[sono sempre una mega inculata]

Quindi io oggi ero impegnata alla mia sede Inps per chiarire una cosa.
Virtualmente.
[però è vero che mi hanno mandato una lettera minatoria]
Mi arrivavano le mail di lavoro sul pc e mi distraevano dal cazzeggio.
Ho chiuso la posta elettronica.
[e un po' sono rinata, si si]

P.s. memo: ieri ho cenato coi marmocchi. Ah, già, anche i loro genitori. Devo scrivere un post sui marmocchi, se no poi mi si cancella tutto.

martedì 3 gennaio 2012

scatafascio

Sicché vado a vedere un concerto con ex-amante.
Un anno e mezzo che non ci vediamo.
Non sono permalosa, no no.
Successe questo (pregasi mettersi comodi).

Un anno e mezzo fa andammo fuori a cena, fu veramente bello. Non più amanti da molto tempo, solo qualche piccola deviazione, riuscii finalmente a mettere piede nel suo intero mondo, e non in soli quattro continenti.
Serata bellissima, conclusasi con mia media performance e il viso di un bambino che ha visto un elefante volare.

Poi.
Il buio.
Se non ricordo male il giorno dopo partiva per le vacanze con tutta la famiglia, e io gli scrissi un messaggio. Cosciente del fatto che i suoi figli sono nell'età in cui fregano i telefonini e li frugano curiosi come bertucce, scrissi qualcosa di asettico, che non dava adito a chissà quali sospetti, ma che aveva un riferimento celato alla bella sera trascorsa.

Due settimane e un giorno dopo.
Due settimane e un giorno dopo mi arrivò la risposta.
Scrisse che gli si era rotto lo schermo del cellulare, e non poteva leggere i messaggi.
Dai, cazzo. Non ho scritto "Sali & Tabacchi" in fronte. Non sono un'idiota.
(non fino a tal punto)
Neppure fossi la sola che ti scrive messaggi! Spesso sono i colleghi a contattarlo così per delle info.
(è abbastanza un dio nel suo mestiere, sì sì)

Quindi no, non gli credetti.
Iniziai a staccarmi per un motivo evidente: potevo capire quando eravamo amanti. Potevo capire, soffrivo come un cane (ma d'altronde non è che me la fossi cercata, mi ci ero imbattuta, e una volta imbattuta per molto tempo non riuscii a tagliare i ponti), ma potevo capire.
Ora no.
Ora non c'è motivo, sono una persona (quasi) come un'altra, se non mi rispondi perché hai deciso di buttare il telefono nel cesso e prendere i cocci del tuo matrimonio e riattaccarli, va bene. Dimmelo e va bene. Qualsiasi altra ragione, anche fosse una troiona che ti fa un sesso tanto e che pensi di sposare in seconde nozze, va bene. Dimmelo e va bene.

Ma non raccontarmi storie.
Non faccio più finta di crederci.
E siccome divento pure veramente stronza quando mi sento presa in giro, non mi è scappata una sillaba sulla ragione della mia incazzatura. Non sa neppure che mi sono incazzata. E se ha un vago sospetto, comunque ignora la ragione.

Mandava messaggi, rispondevo uno o due giorni dopo, se rispondevo.
Mi chiedeva di uscire, rispondevo che avevo cose da fare o che non stavo bene o trovavo le scuse più bieche che il mio cervello potesse partorire.
[lascia stare, ché il mio cervello è veramente fantasioso: ieri - mentre sotto si fumava (sigarette normali, n.d.b.) - lui si è messo a ringraziare per l'Oscar. Me ne dissocio, un po' esagera]
Non avevo voglia di vederlo. Punto.

Per un po' ha chiesto: "Ma che c'è? Ma ti ho fatto qualcosa?", ma io negare sempre negare.
Perché?
Tu mi imbrogli e io non dovrei ripagarti con la stessa moneta?
[inizio dei consigli per gli acquisti - maschi che vi poteste eventualmente imbattere in queste righe, sappiatelo: a parità di intelligenza, o anche se vi reputate un po' più intelligenti, non mentite a una donna: se non vi sgama è perché è scema. così vi regolate, ecco - fine dei consigli per gli acquisti]
Non è stato un comportamento vendicativo. Ero delusa. Non lo volevo guardare in faccia, ecco.

Nel frattempo l'amica Psycho cercava di intercedere, ma io sono un po' testarda.
Poi, ormai era già passato un anno, a settembre ricominciò un gran pressing. Decido di portarlo a vedere un concerto. Almeno sfrutto il passaggio in macchina.
Arriva in una gelida serata di dicembre, mi saluta, partiamo, chiacchieriamo di banalità, entriamo un'ora e mezza prima dell'inizio dello spettacolo, gli mostro un po' di foto che avevo nell'ipad (furbescamente portato per dirottare la conversazione), concerto, patisco un gran freddo, fine concerto bello bello, risaliamo in macchina, altre banalità, arriviamo sotto casa mia.

Ero seriamente mezza congelata e non vedevo l'ora di mettermi in branda al calduccio. Ma forse ho anche voluto stabilire una distanza, non so. La stessa che lui mi ha imposto.
Si gira con la schiena mezza appoggiata contro la portiera, versione "due chiacchiere in due ore", ma gli dico che ho freddo, che stavolta niente chiacchiere.
E niente elefante che vola.

Mi accompagna con espressione stranita al portone.
Mi regala due libri. Mi dice che abbiamo una cena in sospeso.
Gli dico: "Sì, però facciamola col caldo, a primavera". Che vuoi che siano quattro mesi.
Ci salutiamo.

Sono a letto e ripenso alla serata. Mi è sembrato che questo rapporto sia allo scatafascio. Mi dispiace e mi rendo conto che la colpa è anche mia. Anziché incontrarlo l'anno scorso per urlargli in faccia la mia rabbia, ho preso distanza. Ed è una cosa che aborro. Ma non sono riuscita a fare altrimenti. Ho fatto e disfatto come in quei momenti mi andava di fare, senza pensare se lui ne avrebbe sofferto o meno.
Non mi interessava la sua sofferenza.
Cinica. Molto male.

Per molto tempo sono esistita dalle 8.30 al suo rientro a casa. Solo giorni lavorativi.
Ora no.
Ora basta.
Ora è tempo di liberarsi dalle catene.
(che tristezza, però)

domenica 1 gennaio 2012

il mayanno

Veloce, neh, veloce.
Che qui mica si può perdere tempo.
[no?]
Che già ne abbiamo perso abbastanza.
[plurale maiestatis?]
E cerca un'immagine, uno sfondo, e anvedi che blogger si è tutto dinamicizzato.
Eh? E che vor dì?
Beh, lo scopriremo solo vivendo.
E scrivendo.

Buon proposito 2012
Vivere di più, scrivere di più.
Lo stesso augurio lo rimbalzo a chi passa di qui.
[magari a quelli che scrivono come cani, ecco, feisbuk è meglio]

Buoni prossimi 365 giorni, my friends.
[ma il bisestile non porta sfiga?]

martedì 8 novembre 2011

eh, era anche ora (due buone notizie in un giorno)

Come potevo non lasciare un breve post di manifestazione di liberazione?
Ci siamo liberati!
(no, non è cacca, ragazzi maschi, sempre a quello pensate, oltre che alla fuga?)
(refuso intenzionale perché ieri l'hashtag #vivalafuga mi faceva troppo ridere)
(dai, è esilarante, ma cribbio!)

Innanzitutto stamane, al risveglio, ho saputo leggendo una mail da sotto il piumino
[sono oggettivamente molto 2.0]
che una cosa rimasto in stallo per anni è finalmente sbloccata, alleluja.

Poi mi sono messa a lavorare moltissimissimo per una roba pallosissimissima e ho avuto il coraggio di aprire il sito del CDS verso le sei, e c'era scritto una cosa tipo "Io resto" e ho tirato due madonne e ho ripreso a lavorare.
E poi un Mentana barzotto, solo con le sue urla, mi ha fatto capire che c'era qualche buon cambiamento.

Bene.
E mo' chi cazzo voto tra quelli che mi sono più affini, considerando che al fiorentino darei fuoco?
Uhm.
Preferivo che

SCHEEEEEEEEEERZOOOOOOO!!!
(tranne sul fatto che il fiorentino mi sta sui coglioni)

Torneròòòòòòòòòòò!

(non ricordo bene, ma forse a cliccarci sopra si vede mejo)

P.s. Si annuncia che questo post è cominciato prima di Ballarò ma è finito molto più tardi.
P.P.S. Si annuncia che la sottoscritta Ballarò non lo ha neppure guardato
P.P.P.S. Si teme che il "perder tempo in gran minchiate" sia la ragione per cui questo blog non è proprio aggiornatissimo
P.P.P.P.S. Si presume che con l'aumento dell'età biologica corrispondente ad esponenziale diminuzione dell'età cerebrale, le cose potranno solo peggiorare

[però devo scrivere un post sui "miei" twins, devo devo, così quando impareranno a leggere e a capire il tenore delle mie scritture, verso l'adolescenza, quando io, ahimè, sarò sepolta nell'orto del vicino, uccisa dalle mani del loro papà durante una feroce discussione politica - e mia madre lo difenderà e obbligherà il vicino a seppellirmi nell'orto sotto un cavolfiore - leggeranno di come la zia Piùomeno li vedeva crescere, e man mano che crescevano la zia si rincoglioniva sempre più per loro]
{troppe virgole e troppe poche parentesi}

venerdì 23 settembre 2011

una buona notizia? (la pago)

Bene.
E' ufficiale.
Ho uno stalker, un uomo di mezz'età.
[già questo è deprimente, essendo io uscita or ora dall'adolescenza]

Molto simpatico, ovviamente brutto, ovviamente sposato, ovviamente mi sta infastidendo.
Un mio conoscente sul lavoro che, per stalkarmi, coinvolge anche collegamiche.
Come si fa a scrollarselo di dosso?
[è inoffensivo, e mi fa anche ridere, però basta, dai, hai rotto il cazzo]

Oggi ho lavorato con ex-moroso: nervoso lui, nervosa io, abbiamo urlato tutto il tempo battibeccando su tutto il battibeccabile. Stasera andava a giocare a basket, secondo me ha steso qualcuno con un gancio destro.

Aggiungo con mestizia che, essendo quest'anno X Factor su Sky e non avendo io Sky, e rifiutandomi di pagare un abbonamento per vedere UN programma, sono stata costretta a virare sugli X Factor UK e USA.
Va beh, stasera ho visto la prima puntata di quello americano, prima edizione, e - non dovrei dirlo però ormai - ho pianto tre volte. Tre.

Ho detto tutto.

mercoledì 21 settembre 2011

senilità (primi inconfutabili elementi)

(Premessa: come da copione già scritto precedentemente, andai a trovare i miei cuccioli e contestualmente mi presentai ai loro genitori con il finto regalo di anniversario di matrimonio. Come da copione, dopo due occhi sbarrati, mi sono beccata della scema e della cretina, poi un bacio dal quale ho tentato - inutilmente - di ritirarmi. Poi chissenefrega, tutta l'attenzione sui cuccioli, in particolare sul piccolo bonzo da cinque chili che non aveva cagato e frignava. Per farlo smettere l'unica era dargli il biberon. Nel frattempo però la sorella, cazzo, "Sono io quella magra!", frignava perché aveva fame. Dopo un paio d'ore si sono chetati, dormivano. Che buffi i neonati che dormono. Spesso sorridono. Io mi sa che tra un po' glieli rapisco)

Stasera accetto un passaggio dal conoscente Paolo. Personaggio isterico. Mi fa abbastanza paura.
Ma avevo dormito poco ed ero stanca e avrei accettato un passaggio anche da Jack Lo Squartatore.
A parte aver assistito a una classica scena di isteria incontrollata di automobilista metropolitano, sceso graziosamente dall'auto per pestare uno che con una manovra maldestra gli era andato quasi addosso, a parte che questo Paolo una volta fece quasi uguale, solo con due e non con uno, a parte che lui seppur condannando l'atto lo faceva perché "...poi ti trovi il malavitoso che mentre tu ti avvicini alla macchina, quello ti spara", a parte che io gli ho detto che l'imbecille sceso dalla macchina l'avrei sbattuto in galera tre giorni, che per stronzate del genere la gente ci lascia le penne, che se uno è nervoso prenda i mezzi e non rompa tanto il cazzo, a parte che lui sosteneva che magari stava vivendo un momento difficile e che ci sono mille motivi per cui uno può essere agitato, a parte che io non gli ho lasciato spazio e gli ho detto che al di là di un colpo di clacson non ammetto alcuna altra forma di protesta, dicevo...

Ah, già.
Io: "Guarda Paolo, chiudo gli occhi un secondo perché bla bla".
Lui: "Fai pure..."
["...pur di non sentirti" non l'ha detto, ma si è materializzato a lettere cubitali nell'aria]
e ho chiuso gli occhi, e ascoltavo un po' la radio che trasmetteva lo stacco pubblicitario più lungo del mondo, e pensavo: ma porca di quella puttana, non riesco a schiacciare un pisolo manco morta, che palle, poi arrivo a casa e arrivo alla porta strisciando sui gomiti.
Poi, all'improvviso:
Lui: "Sveglia! Siamo arrivati".
Cazzo dice 'sto qui che siamo partiti da un quarto d'ora?

No.
Aveva ragione.
Mi sono abbioccata come le vecchie babbione davanti alla tivù.
Cinque minuti si, due no, eccetera.
Non so, credo di dover trarre le dovute e dolorose conclusioni.
Ahi.

sabato 17 settembre 2011

e sono soddisfazioni quando una tv viene scambiata per una stampante (e altre similari amenità)

Per farla breve
[beh, sempre nel rispetto della mia innata prolissità]
dopo anni di incazzature, avvocati, carte a non finire, un'assicurazione - più che altro un'associazione a delinquere - mi ha indennizzato per un danno subito, e l'indennizzo - ho avuto avvocati geniali - è aumentato per lo stress che mi hanno provocato.
[teste di cazzo, potevate darmi meno della metà se mi aveste pagato subito]

Quindi ricevo questi soldi, un po' piovuti dal cielo. E per prima cosa ne parlo con mia madre e le chiedo: c'è uno sfizio che ti vuoi togliere?
Risposta attesa: "Ma no, figliola, mettili da parte e non pensare a me".
Risposta effettiva dopo un millisecondo di riflessione: "Ah, si si: una televisione nuova! Ché mi sono rotta gli zebedei! E un telecomando per far questo, e un telecomando per far quello, e sposta il decoder... Però una di quelle moderne, eh, una di quelle sottili".
"Mami... non le fanno più quelle col tubo catodico".
E penso: 'sticazzi!
E compro.
[grande soddisfazione: quando è arrivata - sottolineo che era una scatola per una tv da 40", quindi non proprio invisibile, va beh che è un po' ipovedente, però... - ha pensato fosse la stampante, la balla che le avevo raccontato per farle una sorpresa. Tipo plotter, evidentemente. Siccome la consegna era su appuntamento, io e mia sorella eravamo entrambe lì a cena, appostate per vedere la sua reazione. Nulla.]

Poi chiedo la stessa cosa a mia sorella: si illumina ma non sa che pesci prendere.
Si avvicina il suo compleanno. Glielo richiedo.
"Uhm, sai cosa mi piacerebbe tanto? l'iPhone!"
E penso: ari'sticazzi! Questo si che è uno spreco. Ma tant'è.
E compro.
[grande soddisfazione. Dopo che è andata a farsi cambiare la scheda - che minchiata è quella delle microsim? - è venuta da me e mi ha detto che il telefono non funzionava perché non l'aveva chiamata nessuno. Provo a chiamarla e ovviamente il telefono squilla. Nell'ordine non sapeva:

  • come digitare un numero
  • come scrivere un messaggio
  • come trovare i numeri salvati sulla sim.]
[sospiro]

Tre mesi fa circa.
Il mio ex-fidanzato ha un desiderio che non soddisferà mai, specialmente dopo la nascita dei gemelli, cioè l'iPad. Sarà spesso lontano da casa causa cambio lavoro, e mi dice: "Almeno con quello mi passerebbero le serate in albergo...".

Una settimana fa.
E' un po' giù perché è lontano dai neonati per tre, quattro giorni a fila, e sono certo che, se potesse fare il granchio, rinuncerebbe all'aumento e ai vari benefit, e si riappropierebbe delle sere a casa.
Neanche a farlo apposta fa mi arriva un'offerta per l'iPad: dopo un'attenta riflessione di due o tre millisecondi, lo ordino. Poi mi pento. Poi non mi pento più.

Io sono diabolica e lo farò passare come regalo per l'anniversario di matrimonio (solo che sua moglie non ne godrà affatto) e stasera glielo darò.
Mi beccherò insulti e farà la voce grossa e mi dirà che sono scema,
[e son soddisfazioni]
ma so che in fondo sarà felice.

Ho una mamma felice, una sorella felice, spero di avere un ex-fidanzato felice.
E io sono felice.

Non sono SantaMariaGoretti, so essere cattiva e perfida e scontrosa, ma le persone a cui voglio veramente, veramente bene e che mi vogliono veramente, veramente bene sono parte di me. Per questo la mia felicità è la loro.

P.s. d'altronde se non spendevo questi soldi in minchiate, facevo fermare l'economia.
P.p.s. d'altronde se non spendevo questi soldi in minchiate, finivano nelle casse di Montecitorio, per pagare brioche, cappuccini e caffè a quei cialtroni.
P.p.s. ah, beh, no, uno sfizio me lo sono tolta anche io. Una nuova stampante (beh, l'altra a giugno si è rotta), in offerta a 29,90 euri. Mica pizza e fichi.
P.p.p.s. il resto dell'indennità è già finito nel fondo "Spese straordinarie dal dentista". Inutile chiedermi regali.

mercoledì 14 settembre 2011

stravaganze femminili (mah)

Non ho voglia di ricominciare a scrivere perché sembra proprio la fine dell'estate.
Però fa ancora caldo, quindi.
Devo buttar giù queste impressioni di settembre, la cui omonima canzone è bella ma mi ha sfrantumato i coglioni, a caldo.

Scorsa settimana, alla ripresa dolorosissima del lavoro e con prima incazzatura della stagione, mi riferì Noemi (non la cantante, una pseudo-collega) che una rappresentante di un nostro sponsor (per una bella cosa) diceva che un suo collega mi conosceva. Noemi precississima:
Io: "Maschio o femmina?"
Lei: "Maaaaaaaaaaaaahhhhhh... Forse maschio"
Io: "Ma un mio concittadino?"
Lei: "Maaaaaaaaaaaaahhhhhh... Potrebbe... Non mi ricordo tanto bene"
Io: "Un ex-collega?"
Lei: "NOOOOOOO! Un tuo amico, forse l'hai conosciuto a scuola"

E io a cercare su Linkedin chi minchia dei miei ex-compagni di scuola (metà dei quali ancora frequento, segno di una comune NONevoluzione) lavoravano per quello sponsor.
Mezza giornata buttata nel cesso.
Nessun indizio.

Oggi sono lì che traccheggio e nel mio ufficio, con la mia capa, entrano due quarantenni abbondanti.
[magre, intendo, però forse più vicino ai cinquanta]
Illuminazione!
[no, lo sponsor non è una ditta di lampadari]
"Chiedo scusa, siete le due ragazze
[ché bisogna essere un po' leccaculo con gli sponsor, sempre, è la regola n° 1 di sopravvivenza specialmente se si ha a che fare con le donne. Con gli uomini basta mettere un po' di tette in risalto]
rappresentanti della [nomeditta]?"
"Si..."
"Mi chiamo [mionome], mi hanno detto che abbiamo una conoscenza in comune".
[non il municipio]

Una delle due, la più figa, mi squadra in un millesimo di secondo e accenna a una smorfia come se pensasse "non mi aveva detto che era bionda come me, con gli occhi azzurri non come me e due discrete tette", poi si ricompone e sfodera un mezzo sorriso di circostanza, buttandomela giù in questa maniera delicata:
"Si. Sono la compagna di M".
"M chi?" (mai avuti compagni di scuola con questo nome? Mmmmmmmmmmm, non che ricordi, ma ciò che ricordo è ininfluente, quindi)
"M [cognome]".

Avevo scritto che - in gran segreto - mi era stato detto che il mio ex-capo, gran pezzo d'uomo, si era separato. Mica che 'sta gallina che fa la giovane con una minigonna di jeans me lo ha accalappiato?!
E io, che non dovevo sapere niente ma che in quel momento mi sfuggiva, non faccio una piega, sorrido,le chiedo come sta, come non sta, eccetera.
Poi inizia una specie di guerriglia urbana su chi delle due lo conosce meglio: io lo dipingo alla mia capa, lei - la compagna - mette i puntini sulle "I". Jesus.

"Sai, è un uomo che se la tira un casino, appena lo conosci"
E lei: "Ma perché è timido".
[timido 'sto cazzo]
"Però ha molto carisma"
E lei: "Ma è un umile"
[cazzo c'entra? Ho detto che ha carisma, mica che è superbo]
...e così via.
Finché non le do il là: "Mi spiace che si sia separato, ma sua moglie aveva la faccia un po' da stronza".
E il pesce cade nella rete.
"Come fai a conoscere sua moglie???" (sguardo allarmatissimo)

Bene.
La nuova compagna del mio ex-capo è una conoscente o un'amica, addirittura, della sua ex-moglie.
Bene.
La nuova compagna del mio ex-capo ha creduto (spero che lo creda ancora adesso) che c'è stato qualcosa tra noi.
[magari]
Bene.
La nuova compagna del mio ex-capo mi sta sui coglioni.
Di solito cambio sempre idea, quando mi stanno così sui coglioni.
Hey. Ho scritto di solito.

P.s. ho dovuto spulciare il vocabolario per farmi venire in mente "carisma" e trovare il contrario di "umiltà". Ci ho messo 59' a scrivere questo post e sono anche certa di aver sbagliato qualche accento. Uhm.
Speriamo sia solo per la ripresa post-estiva.

martedì 2 agosto 2011

odio i MAV (Moderni Ausili per il Vaneggiamento)

Due giorni fa. Sera.
"[nomignolo] mi hai pagato con il compiuter le rate del condominio? Ti avevo dato i bollettini tempo fa".
"No Mami, ma entro quando dovevano essere pagate?".
"COME NO?! Entro luglio credo... oh gesù, siamo in ritardo!".
[no, non scherzavo quando scrivevo che mia madre dovrebbe avere la cittadinanza svizzera onoraria]

Stasera, dopo quattro ulteriori richiami dalla madre, entro virtualmente in banca. Metto il PIN, quello che si genera con un affarino che non saprei dire come si chiama. Schiacci un tasto ed esce fuori un numero. Bene.
Cerco i MAV cartacei, sepolti sotto una chilata di altre carte varie.
Uno scadeva il 30 aprile, ma su quello sono sicura.
Uno scadeva il 30 giugno. Oh cielo, quando ero nel mezzo del mio periodo nero da super-lavoro.
Uno scadrà il 15 settembre.

Ok, non panicare. Archivio MAV, vedrai che hai prenotato il pagamento.
Ma quanti cazzo di MAV paghiamo ogni anno?! E questi 300 euro e rotti pagati dal mio conto cosa mai saranno? Ancora me lo chiedo. Mezz'ora per raccapezzarmi nella jungla dei MAV.
Controlla pagamenti al condominio effettuati da conto cointestato. Risultato: pagato 1 - inevasi 2.
Controlla pagamenti al condominio effettuati dal conto personale: Risultato: revocato 1 - inevasi 3.

Merda.
Paga subito il MAV. Metti PIN, ok, pagato.
Cazzo! L'ho pagato dal mio conto!
Revoca MAV. Metti nuovo PIN.
Ripaga MAV dal conto giusto. Metti per la quarta volta il PIN.


Paga subito anche l'altro MAV. Metti PIN, ok, pagato.
Cazzo! L'ho pagato dal mio conto!
Revoca MAV. Metti nuovo PIN.
Ripaga MAV dal conto giusto. Metti il settimo PIN della serata.

Basta. Facciamo che ora basta, per favore, grazie.
Io so di essere leggermente distratta, ma cosa vuoi da me dopo una giornata di lavoro senza il benché minimo approccio sessuale? Eh, banca dei miei stivali?
E tu, amministratore coglione, non puoi inviare 'sti maledetti MAV a scadenza, anziché TUTTI insieme?

Molto, molto contrariata.

sarebbe stato meglio

Oggi ho convocato ex-moroso, che a breve sarà qui.
Lo pagheremo.
Purtroppo non per trombarmi selvaggiamente in riva al mare sotto le stelle quasi cadenti, ma per lavoro.
Che spreco.

domenica 31 luglio 2011

due strane maternità (si sono madre, anzi un po' madrina, un po' una cosa strana)

Qui espongo due casi.
[SPOILER: possibilità, seppur remota, di post palloso, tranne una parte veramente interessante.]

I paperotti. Sono nati i paperotti e il giorno della nascita ero sull'orlo delle lacrime ogni due per tre. Peggio del padre, cazzo. Lacrime di gioia. E allora mi chiedevo come mai questi due qui, femmina e maschio, mi hanno così coinvolto, e mi sono fatta questa idea.

Sono figli di ex-fidanza e con lui sono stata anni. Il nostro stare insieme ha prodotto effetti indelebili su ognuno dei due. Io, ad esempio, non sono più riuscita ad essere puntuale, benché figlia di madre a cui la Svizzera dovrebbe dare la cittadinanza onoraria.
Lui avrà qualche mio tratto, ma avendo memoria breve non ricordo l'originale.

E' un dato di fatto che io ed ex-fidanza siamo una strana coppia. Diventati legatissimi quando - già separati da qualche anno - un amatissimo comune amico ha perso tragicamente la vita. Trascorriamo molto tempo da soli, ma non per scelta, più per casualità. Lui che è una pippa col pc viene spesso da me, quando sua moglie lavora nei weekend; io, che lavoro quasi sulla sua strada di ritorno dal lavoro, gli chiedo passaggi quando faccio tardi; poco tempo fa siamo andati a vedere Vasco perché a me avanzava un biglietto, insomma cose così, non programmate.

Ed ogni volta scherziamo e ridiamo e ci urliamo contro e ci buttiamo addosso le ansie (quelle che possono essere pubbliche, raro che si vada troppo sul privato). Ci vogliamo molto bene ed io voglio molto bene a sua moglie che, in un preciso momento, si è dimostrata ragazza di razza, intelligente e sensibile.
Non so esattamente come spiegare, ma è come se un piccolo pezzo di coda dei due spermatozoi che si sono fatti strada avesse avuto la mia faccia impressa.
[che cazzo di immagine, mi auto-censuro. per scherzo.]

O forse non è solo per lui, ma è il rapporto stretto che ho con entrambi. Non so.
Ma, cazzo, qualsiasi la ragione, questi gemelli li sento po' miei.

Poi il mio figlioccio, già quasi un uomo (esaaaageraaaa!), che abita dall'altra parte del mondo ma è venuto

[non da solo, si è portato dietro genitori e fratelli]
in Italia per le vacanze. Mi parla, però mi parla poco o niente. E ha l'accento anglosassone. Jesus. No.

Sono passati i tempi in cui mi parlava naso contro naso, o per sbaglio mi baciava sulla bocca. E' passato un anno e mezzo, trovo un bimbo diverso. Più distaccato, più maschio.
Trovo ancora tenero suo fratello Riccioli d'Oro, e trovo irresistibile Panzer.

Panzer è un giovanotto di tre anni che ha già deciso le proprie regole di vita. Fottersene di quelle prestabilite.
Ti corre incontro sorridente e ti abbraccia forte, così ti conquista, poi fa il cazzo che vuole. Tipo rubare la PSP ad uno dei fratelli e mettersi comodamente a giocare sul pavimento di una pizzeria, dove un cameriere può facilmente travolgerlo. Fosse capitato, si sarebbe di certo rotto il cameriere, non lui.
Non mi avrebbe stupito vederlo guidare l'auto del padre.
Va beh.

Questi tre marmocchi sono linfa vitale allo stato puro, vederli giocare in cortile è stata una risata senza soluzione di continuità.
Un po' di rammarico per il figlioccio ce l'ho, mi sembrano passate due settimane da quando lo tenevo in braccio, e lui era un neonato serio-serio, ed io gli mettevo il vestitino del battesimo sopra la tutina blu.

Invece sono passati anni. Anni da quando - durante una cena tra amiche - sua mamma lamentò strane tette grosse. "Sarai incinta...", "Impossibile, mi è appena finito il ciclo!". Due settimane dopo mi chiamava in ufficio per dirmi 1.che era incinta, 2.che si sposava e che si trasferiva in terra straniera dal fidanzato. Urgh.
Questo sì che è un cambiamento. Da quel giorno è sopravvissuta attraverso nove traslochi, tre parti e un marito.

Mi inizia un po' a pesare 'sta menata che gli anni passano, porca troia.
Forse, in qualche modo, solo una supposizione, si nota.

giovedì 28 luglio 2011

qualcosa di strano

Questa mattina, mentre mi lavavo il muso, ho denotato una certa contentezza.
E mi chiedevo: cazzo hai da essere contenta a quest'ora impossibile?
Poi al lavoro mi hanno fatto fare una delle robe più pallose al mondo, e la contentezza, voilà, è svanita di colpo.
Ho sonno e il lavoro è ancora a mezza strada.
Non mi passa più.

mercoledì 27 luglio 2011

noooooooo, che strage di relazioni

Oggi ho saputo da un mio ex-collega che il mio ex-capo figo si è separato.
Adesso mi chiedo se sia tanto normale che mi girino le balle.
Per un po' di motivi:

  • non so la ragione della separazione, ma essendo lui un discreto figo ancora adesso ed essendo vicino all'età in cui il maschio impazzisce e ha bisogno di conferme di virilità, secondo me qualche sciacquetta (io?! pregiudizi??? ma no, ma dove?) gliel'ha fatta annusare. A lui è ripartito l'istinto della caccia e ciao, lavorando spesso fuori casa e avendo molto tempo a disposizione senza famiglia intorno, tromba un giorno, tromba un altro, il fesso si è innamorato;
  • però la moglie aveva veramente una faccia da stronza, magari è stata lei (io?! pregiudizi??? ma no, ma dove?), o stufa di lui sempre assente, o dopo aver trovato un innamorato;
  • ho fatto un po' i conti e secondo me questi qui sono stati sposati per quasi vent'anni, ma io mi chiedo - da non esperta nel settore - se ci si possa separare dopo così tanto tempo. Eppure almeno almeno una decina d'anni hanno vissuto, prima soli poi con figliame, all together, come nel Mulino Bianco;
  • lui non vuole che si sappia: è indice di vergogna. Vergogna per essere stato mollato o per senso di colpa?
  • ma porca di quella puttanazza, dico io, non poteva separarsi quando ancora facevo outsourcing da lui e dagli ex-colleghi?! Uh, come manco di tempismo io, nessun altro. Ed ora mi trovo in un pollaio dove l'unico maschio simpatico avrà 110 anni.
Va beh, va da sé che gli ho scritto.
"Riusciamo a organizzare una pizza per settembre?", firulì, firulà.
Speriamo sia tornato al taglio corto.
Come gli dona il taglio corto. Come gli dona.
(sospiri a oltranza)

P.S. parlai di stragi nel titolo perché anche il mio ex-collega - non quello che mi ha fatto la soffiata, un'altro persino più giovane di me - si è mollato con la pluriennale ragazza, poco dopo aver comprato casa ed essere andato a convivere. E poi anche il capo ufficio (non nostro) che ci faceva sempre i cazziatoni è stato mollato dalla moglie, secondo lui inaspettatamente. Si, ok, ora basta però, grazie.

venerdì 15 luglio 2011

straccio (però pulito)

Assente da questi grandi schermi causa forza maggiore (niente di che, niente di grave, insomma, solo che negli ultimi due mesi mi sono sbattuta veramente molto e col cazzo che alle undici o a mezzanotte avevo voglia di scrivere - again - sul pc), avendo parlato spessissimo in inglese, essendo stata regalata della stampante portatile più figa del mondo:


(bella, eh? anche l'italiano non è affatto male),
avendo trascorso giornate in meeting ove si mercanteggiava sui prezzi come al mercato, ho capito una volta di più perché non voglio fare il capo: troppo lavoro, troppo stress, troppa insonnia, troppo tutto.

Soldi?
Si, va beh, fai soldi, macchina più grande, vacanze non nei B&B, casa faraonica, poi vai in pensione e  ti viene un ictus, oppure, se fai come mio cugino (che per fortuna non ha quasi avuto conseguenze), anche prima. 
Perché poi le cose, malgrado tu punti i piedi, testardamente, pervicacemente, prendono il sopravvento e inizi a saltare i pasti, ad andare a trecento all'ora, a essere in un mood così irritabile-depresso, che non riesci più neppure a goderti la compagnia degli altri.

La pochissima compagnia di cui ho goduto è stata quella di pochi amici e psycho.
Uhm. A parte un piccolo episodio in cui io e Psycho abbiamo festeggiato i nostri compleanni. Io, lei, e i nostri amici comuni intimi-intimi-intimi. Ventidue. Venticinque, se consideriamo i bimbi in pancia.
(altri bimbi no, se no arrivavamo al suicidio)

Ma di ciò narrerò.
Some other time.
I'm back!

giovedì 14 luglio 2011

un paio di cose al volo, prima che siano impallinate

  1. Non sono deceduta, mi sono solo dovuta buttare su una cosa che domani forse darà i suoi frutti;
  2. l'espresso all'hotel della città grande, quello che una certa Paris erediterà, fa veramente, ma veramente cagare.

venerdì 10 giugno 2011

dudol

Il dudol di gugol di oggi, in zona Cesarini, cioè trenta secondi fa, mi ha fatto passare il nervoso accumulato in giornata (ed era proprio tantissssimo).
Ah, lo dicevo io che dovevo imparare a suonare la chitarra.
Ah, se lo dicevo.

Invece mi dettero il piffero.
Dinanzi alla mia negazione totale, mia mamma, probabilmente frastornata, mi prese per mano, mi fece traversare mari e monti, e mi portò da Bosoni, ove mi comprò per una cifra - per i tempi - assurda la pianola a soffio della Yamaha.
[mai capito come si mette in moto]

Quella mi spinse a comprare "Ore Felici" e ad amare a fare musica, ma lezioni di piano? Troppo costose.
Avessi avuto una chitarra avrei eccelso nella mia più sopraffina arte: l'autodidattica.
Ah. Datemi una chitarra. Anche se non salverò più il mondo.
(sospirone)

mercoledì 8 giugno 2011

cough

Allora.
Tra le innumerevoli minchiate combinate prima di ammalarmi (sono ancora in malattia, ma oggi ho fatto un salto e ho cazziato la mia capa, ed è stato bellissimo) (no, niente, ieri sera mentre avevo smesso da poco di agonizzare mi invia una mail in cui mi chiede una modifica concordata settimana scorsa ma che poi - non essendo niente di urgente ed essendo io caduta in stato catatonico-ammalato, la rimandai)

[ah, durante l'influenza estiva che non mi passa più, mi vidi tutti gli episodi di Montalbano dal 2005 (quelli precedenti li ho in cofanetto, quindi - come tutte le cose che possiedo io me personalmente, come direbbe Catarella - non le cago mai. Ho da un mese e mezzo il dvd di donne per l'abruzzo, che comprai per beneficenza: ancora nell'imballo) ma quanto è figo lui, la Sicilia, le storie, i personaggi, quanto? Uno dei rari casi dove la trasposizione video non ha commesso oltraggio allo scritto]

(oggi la capa mi ha visto bianca ed emaciata e si è presa l'insulto, scusandosi)
dicevo, tre o quattro ore fa, che una delle minchiate fu imparare a giocare a Texas Hold'em Poker.
Niente di drammatico, non fosse che mi lascio un po' prendere la mano (notare il sottile gusto per la battuta), però ieri mi ha fatto ridere una cosa. Ieri sera, mentre avevo lasciato causa carte di merda, un tizio inizia a chattare e mi chiede come sto o una roba così.
E io gli rispondo in inglese e scrivo, da qualche parte nella frase, "coughing", tossendo.
Quello mi risponde: "? In English please".

Allora comincia tutto il mio ripasso da "the cat is on the table" fino all'Ulysses di Joyce, ma cazzo. Sono sicura. E' lui ignorante. Però.
Io che sono tanto smargiassa nell'uso dell'inglese, mi faccio mettere in crisi da un pirla qualsiasi. Ma non sono più io! Così insicura!
O è l'effetto febbre, o l'aerosol sprigiona tossine, o l'effetto poker che ti mette il dubbio (fa una finta? o ha le carte?). Non voglio diventare insicura su quelle tre cagate di cui credo di essere padrona. Eccheccazzo.
(no, nelle tre cagate non rientrano le due belve)
(la belva femmina venerdì verrà portata a fare la toeletta)
(se al tg1 delle 20 verrà data notizia di due morti aggrediti da puma scappato da un circo, tranquilli: era solo la mia belva. Eravamo solo io e la toelettatrice)